Provaglio
d'Iseo è un comune italiano di 6.659 abitanti della
provincia di Brescia, in Lombardia. Provaglio d'Iseo fa
parte della Franciacorta, rinomata regione vinicola particolarmente
nota per gli spumanti brut. Di interesse turistico vanno
ricordati il Monastero di S.Pietro in Lamosa, e le Torbiere
Sebine. Il paese è ubicato in Franciacorta, ai piedi
del Monte Cognolo (674 m) e sopra la Riserva naturale Torbiere
del Sebino. Ed è proprio da tale collocazione geografica
che deriva il nome del paese, dal latino pro-vallem ("prima
della valle"), che si riferisce alla depressione sottostante
Provaglio in direzione del Sebino, dove si estende l'ampio
bacino delle torbiere. Il centro del paese si trova ad un'altezza
di circa 330 metri s.l.m.; in ogni caso il paese è
prevalentemente pianeggiante. Il principale specchio d'acqua
è quello della Riserva naturale Torbiere del Sebino,
importante per la ricchezza di flora e fauna. Il paese è
molto vicino al Lago d'Iseo.
DA
VEDERE
Monastero
di San Pietro in Lamosa
Si erge sopra la Torbiere del Sebino, a cui è dovuto
il nome San Pietro "In Lamosa". La chiesa in pietra
fu costruita inizialmente sopra le fondazioni di un tempio
romano. È possibile suddividere la storia del Monastero
in quattro periodi:
1.Prima del 1083, per centninaia d'anni, questo luogo fu
probabilmente visto e vissuto dall'uomo come sacro, per
via della sua posizione e delle sue caratteristiche geografiche,
e fu sede di culti prima pagani e poi cristiani. Qualche
decennio prima del 1083 sull'area del Monastero fu eretta
una chiesetta privata della famiglia feudale de Ticengo.
2.Dal 1083 al 1535, la chiesetta, donata ai monaci dell'Ordine
francese di Cluny, si trasformò in Monastero che
svolse importanti funzioni religiose, economiche, socio-assistenziali
e culturali.
3.Dal 1535 al 1783, il monastero fu acquisito dai canonici
regolari di San Salvatore di Brescia, che pensarono di costruire
la cappella di fronte all'entrata. Il prestigio acquisito
precedentemente ed il carattere 'romano' dei nuovi gestori
favorirono la sua elezione a Chiesa Parrocchiale di Provaglio.
4.Dal 1783 ad oggi, il Monastero è stato quasi ininterrottamente
proprietà privata della famiglia Bergomi (poi divenuta
Bonini-Bergomi); ora un'importante porzione è della
famiglia Valgoglio-Beretta. Per questo motivo, la sua chiesa
ha via via perso il ruolo di Parrocchiale ed ha assunto
quello di chiesa privata, mentre gli altri ambienti sono
stati ampliati e ristrutturati a fini residenziali. Nel
1983 i proprietari della chiesa la hanno donata alla Parrocchia
di Provaglio mentre, negli ultimi anni, i locali dell'antica
Disciplina ed alcuni piccoli spazi ( tutto il resto dell'immobile
e'proprieta' privata) sono stati affidati alla Fondazione
Culturale San Pietro in Lamosa per la loro ristrutturazione
e per l'organizzazione di attività di carattere culturale[2].
Dall'interno della chiesa si può raggiungere un chiosco
e la Disciplina di Santa Maria Maddalena, dove si svolgevano
le riunioni dei Disciplini.
Palazzo
Francesconi
L'edificio che ospita il Municipio di Provaglio è
un complesso edilizio pluristratificato, sorto alla fine
del XV secolo sopra preesistenze medioevali: il muro di
recinzione a spina di pesce e una piccola costruzione rurale.
L'edificio rinascimentale era costituito da due corpi di
fabbrica con altezze diverse, che presentavano verso sud
un ampio porticato sovrastato da logge. Le caratteristiche
edilizie e la qualità delle decorazioni pittoriche,
di cui si è trovata traccia, consentono di capire
che si trattava di una dimora di prestigio, presumibilmente
adibita ad uso di casa di campagna. Durante i secoli successivi
il complesso subì alcune trasformazioni parziali,
in grado di adattarlo alle nuove esigenze legate al progredire
dell'agricoltura; in particolare fu aggiunta una nuova ala
adibita a cantina ed a locali legati ad una corte rustica.
I diversi adattamenti avevano sempre più compromesso
l'immagine dell'antica dimora signorile, tanto che nel XVII
secolo si sentì la necessità di promuovere
una radicale opera di ristrutturazione dell'intero complesso.
Con questo intervento la costruzione fu adattata al nuovo
gusto neoclassico. I1 corpo centrale, che mantenne una destinazione
a uso signorile, fu dotato, al piano terra, di un nuovo
porticato con colonne in pietra di Sarnico e di una torretta:
gli interni, inoltre, furono decorati con pitture murali
di carattere geometrico. Le due nuove barchesse erano invece
destinate a deposito di prodotti e macchinari agricoli.
In sostanza si costituì un grande complesso prestigioso
e rispondente nella forma al gusto dei tempi, attento comunque
nel riporre una commistione tra parti residenziali e parti
più prettamente destinate al supporto di attività
agricole. Nei secoli XIX e XX l'edificio subì nuovi
adattamenti fino a diventare sede del Municipio di Provaglio
d'Iseo (acquistato con delibera C.C. del 03.02.1952). Il
palazzo è stato restaurato nel 1992-1993 dopo un
attento studio architettonico-archeologico, attuato secondo
le più moderne tecniche della ricerca stratigrafica,
che ha evidenziato le preesistenze e la complessità
della sua storia secolare.
Chiesa
della Madonna del Corno
La Chiesa fu eretta intorno al 1500 e dedicata all'annunciazione
della Madonna. Meta di numerose visite pastorali, viene
descritta come una Chiesa piccola ma molto frequentata dalla
popolazione locale. Nel 1598 la Chiesa viene chiamata Madonna
della Ceriola, come che però scompare per diventare
Madonna del Corno, per via della sua posizione sulla montagna.
Nel 1992 il Comune di Provaglio d'Iseo inizia il recupero
di questo splendido monumento, consolidandone le strutture.
L'8 maggio del 1994 la parte abitativa è stata concessa
in comodato al gruppo CAI di Provaglio d'Iseo che, con opera
di volontariato, rende la struttura fruibile da parte dell'intera
popolazione.
MANIFESTAZIONI
La
Proài-Gölem (Maratona del Guglielmo)
E' una gara nazionale di maratona in montagna, da Provaglio
d'Iseo al Monte Guglielmo, che richiama numerosi atleti
da tutta la regione. La corsa si estende su una sitanza
di 30 km e 400 metri, con un dislivello di 2'278 metri in
salita e 550 in discesa. Nata nel 1991 da alcuni componenti
del CAI di Provaglio d'Iseo, è una delle iniziative
locali più note oltre i confini della Franciacorta.
Corsa
dei caratì
La corsa dei caratì è una gara caratteristica
di "slitte" artigianali, costruite generalmente
in legno e con dei cuscinetti a sfera come ruote. I caratì
gareggiano sulla discesa che dalla chiesa di San Bernardo
giunge fino alla Parrocchiale di San Pietro e Paolo. La
gara si svolge la terza domenica di agosto.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il territorio di Provaglio era sicuramente abitato in epoca
preistorica. Reperti rinvenuti nelle torbiere fanno ritenere
che vi esistesse un villaggio palafittico. Altri reperti
archeologici attestano che Provaglio d'Iseo fu abitato ai
tempi dell'Impero Romano. Poi fece parte della pieve di
Iseo, dalla quale si staccò attorno al 1200 come
parrocchia stabilita nel Monastero di San Pietro in Lamosa,
la cui rilevanza artistica e architettonica merita un cenno
a parte. Provaglio fu per secoli località di transito
dei prodotti agricoli e di legname del vicino mercato d'Iseo,
mentre l'occupazione principale era quella agricola. Fu
coinvolto nelle discordie, spesso violente, tra guelfi e
ghibellini. Agli inizi del quattrocento Pandolfo Malatesta
ne distrusse il castello. Lungo le dominazioni Veneta, durata
circa tre secoli e mezzo, napoleonica e austriaca la grande
storia sfiorò appena Provaglio. Nel 1493 il comune
di Provaglio contava 1080 abitanti, quello di Provezze 620.
Nel 1590 gli abitanti dell'uno e dell'altro erano rispettivamente
981 e 672. Nel novembre del 1629, un reparto di lanzichenecchi
in fuga dall'assedio di Mantova venne affrontato nei pressi
di Provaglio. Ne rimasero uccisi una cinquantina e diciotto
finirono prigionieri. Ma nella primavera successiva venne
la peste a colpire duramente i due paesi: nel 1637 Provaglio
scese a 744 abitanti e Provezze a 484. Nel secolo successivo
la popolazione aumentò e nel 1766 Provaglio era abitato
da 988 persone e Provezze da 573. Si ritenne che la chiesa
di San Pietro in Lamosa fosse inadeguata a raccogliere i
fedeli e sul finire del settecento si pose la prima pietra
della nuova parrocchiale dei santi Pietro e Paolo terminata
nel 1817. Il clarense Teosa la decorò con buoni affreschi.
Già dal finire del settecento era iniziato lo sfruttamento
dei depositi di torba nelle lame che occupò sempre
più addetti alle escavazioni fino a raggiungere i
duecento operai alla fine dell'Ottocento, quando erano aperte
sette cave. Poi gli occupanti diminuirono perché
alla torba si sostituì prima il carbone e poi l'energia
elettrica nelle filande iseane. L'escavazione di torba riprese
durante la seconda guerra mondiale per cessare del tutto
negli anni sessanta. Si accentuò così il fenomeno,
già in corso ma in misura limitata, dei lavoratori
pendolari soprattutto verso Brescia; negli anni ottanta
essi salirono a quasi ottocento, malgrado iniziative locali
avessero avviato piccole e grandi industrie soprattutto
nei settori meccanico, elettronico, della plastica e delle
costruzioni. Dai 3161 abitanti censiti nel 1931 dopo l'aggregazione
del comune di Provezze, si sono superati i 4000 abitanti
nel 1951 e i 5000 nel 1991, allorché gli occupanti
erano 1439 di cui 536 nelle aziende metalmeccaniche, 406
nel settore tessile ed alimentare, 141 nelle costruzioni.
A Provaglio fino al 1850 prosperavano gli ulivi sulle pendici
esposte al sole e al riparo dai geli. Da circa un ventennio
la coltura dell'olivo è stata ripresa così
che in Franciacorta Provaglio è secondo in tale coltura
solo a Monticelli Brusati. Sempre negli anni settanta è
diminuita invece di circa il 40 per cento la superficie
riservata alla vite, benché rappresenti ancora un
quinto della superficie agricola. Ciò coincide con
un calo dei coltivatori diretti, mentre prospera e s'ingrandisce
a circa trenta ettari la grande azienda vitivinivola Bersi
Serlini del Cerreto. Al Fontanì, località
di accesso alle torbiere di Provaglio, nel 1993 è
stato aperto un piccolo museo illustrante le torbiere stesso
con materiale vario, naturalistico ed etnografico.