Parabiago
Lombardia

Parabiago è un comune della provincia di Milano, situato a circa 14 km a nord-ovest dal capoluogo lombardo, sull'asse del Sempione. Il capoluogo comunale sorge tra il fiume Olona, il canale Villoresi, la Statale del Sempione e la ferrovia Treviglio-Milano-Gallarate. È soprannominata La Città della Calzatura, a causa del sorgere di numerose industrie calzaturiere sul suo territorio, e della sua affermazione tra gli anni '70 e '90, assieme a Vigevano, di "principale polo calzaturiero a livelli internazionali nel nord Italia". Grazie al D.P.R. 27 novembre 1985 è insignita del titolo di città. Il territorio ha una superficie di 14,17 km2 ed è distribuito su un suolo che ha un'altitudine compresa tra i 166 m ed i 189 m s.l.m., con un'ambientazione tipica dell'alta Val Padana. Secondo la Classificazione sismica la città è in zona 4 (sismicità irrilevante), come stabilito dall'ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003. Vi scorrono il fiume Olona ed il canale Villoresi. Sul fiume Olona, all'interno del territorio comunale, si possono distinguere alcuni isolini, come l'isolino con i ruderi del Mulino Corvini situato vicino alla rotonda tra via Resegone e via Filarete, che per mezzo di due ponticelli è attraversabile pedonalmente, nei suoi pressi esiste ancora il Mulino del Miglio e recentemente è stato dissotterrato il tratto iniziale del Riale (detto anche Röngia). In centro si distiguono quattro antichi rioni che prendono il nome dalle vie principali: Sant'Antonio, tra Piazza Maggiolini e la stazione; San Michele, verso Piazza Mercato; Santa Maria, lungo la via omonima che collega con Nerviano; Sant'Ambrogio, sulla strada che conduce alla frazione San Lorenzo; ai quali si è aggiunto in secoli più recenti un quinto denominato Sant'Anna, lungo la via IV novembre e la ferrovia. La periferia è idealmente divisa in quattro quartieri, prettamente residenziali: Calara dopo la ferrovia, oltre il cimitero e sulla strada per Casorezzo; Oltrestazione, talvolta confusa con Ravello, a causa della continuità urbanistica con la frazione; Madonna di Dio il sá, verso il confine nervianese; Costa Canegrate, nei pressi del confine con il comune omonimo. Parabiago è una cittadina prevalentemente industriale, ma in passato fu un attivo borgo agricolo, si coltivavano cereali, vite, gelsi e bachi da seta; settore che era a rischio e che oggi si tenta di preservare con l'istituzione dei due Parchi Agricoli Sovracomunali del Roccolo e dei Mulini (o Media Valle Olona). Risulta abbastanza attivo il terziario, oltre all'attività estrattiva nelle cave della frazione San Lorenzo.

ETIMOLOGIA
Deriva da un nome latino di persona identificabile forse con Palavellius con l'aggiunta del suffisso -acus.

DA VEDERE
All'interno del Comune di Parabiago (frazioni comprese), attualmente esistono dieci chiese consacrate al culto, di cui una prepositurale (S.S. Gervasio e Protasio) e tre parrocchiali (S.S. Lorenzo e Sebastiano, Gesù Crocifisso e S.ta Elisabetta).
In passato la cittadina fu capopieve, come testimonia già nel 1220 Goffredo da Bussero (Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani), e comprendeva anche Arluno, Canegrate, Cantalupo (frazione di Cerro Maggiore), Casorezzo, Cerro Maggiore, San Vittore ed Uboldo, e dal 1845 San Giorgio su Legnano; lo stesso cronista indica una lista delle chiese e degli altari presenti nella pieve, e nel territorio comunale cita come luoghi di culto S.S. Gervasio e Protasio, S. Siro (scomparsa), S. Vincenzo (scomparsa), S. Martino (scomparsa), S.ta Maria (attuale Madonna della Neve a Ravello), S. Lorenzo, S. Michele.
Chiese [modifica]
La Chiesa Prepositurale intitolata ai Santi Gervasio e Protasio, patroni parabiaghesi: probabilmente già esistente nel V secolo, l'attuale edificio venne costruito nel 1610 su ordine del Vescovo di Milano San Carlo Borromeo, che nel 1570 visitò il borgo di Parabiago; arricchita tra il 1780 e il 1781, da una facciata in stile neoclassico progettata dall'illustre architetto Giuseppe Piermarini, conserva tutt'oggi uno splendido organo.
La Chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria, costruita nel 1339 in onore al Santo Patrono milanese per ricordare il suo intervento miracoloso nella Battaglia di Parabiago; durante il Seicento venne costruito al suo fianco un piccolo Convento dai Monaci di San Barnaba e Sant'Ambrogio ad Nemus ed infine tra il 1708 ed il 1713, i Monaci Cistercensi diedero vita ad un grandioso progetto di ricostruzione di Chiesa e Monastero, che è quello degli edifici tuttora esistenti; attualmente il campanile è privo di campane, secondo una diceria popolare sarebbero stati i soldati napoleonici, o addirittura Napoleone stesso, a portarle via durante la Campagna d'Italia, ma in realtà vennero donate al Santuario di Saronno nel 1798 alla soppressione dell'Ordine Cistercense. L'intero complesso è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1913.
Il Santuario della Madonna di Dio il Sà, sul confine con Nerviano, risalente alla fine del Quattrocento, attribuita a Donato Bramante e dichiarata Monumento Nazionale il 4 giugno 1914, con l'annesso piccolo lazzaretto o cimitero; è particolare perché è sita all'interno del Comune di Parabiago, ma dipende dalla Parrocchia di Nerviano. Nel gennaio del 2007, si sono svolti i lavori per il restauro dell'edificio e la sostituzione della copertura, quest'ultima era precedentemente in situazione di pericolo crollo.
La Chiesetta di San Michele, dedicata all'Arcangelo "guerriero" e costruita probabilmente nella prima metà del Seicento.
Il Santuario di San Felice, molto probabilmente dedicato a San Felice martire, perché sulla facciata il Santo è rappresentato in abiti militari d'epoca romana, venne costruito nel 1940 con una mastodontica cupola quadrata, che crollò il 20 gennaio 1950, venne poi ricostruita in dimensioni più contenute.
In frazione Ravello, la Chiesa della Madonna della Neve costruita nel Settecento su un edificio già esistente nel Trecento, la facciata fu eseguita su probabile disegno di Giuseppe Maggiolini. Festa patronale il 5 agosto.
Nel quartiere Oltre-ferrovia, la Parrocchia di Ravello intitolata al Gesù Crocifisso, di costruzione moderna e sede delle attività amministrative ecclesiastiche della frazione.
Nel quartiere Calara, è in progetto la costruzione di una nuova chiesa nell'abitato oltre il viale Lombardia, verso il confine con Casorezzo, che dipenderà dalla Parrocchia dei Santi Gervaso e Protaso.
A Villastanza, la Parrocchia di Santa Elisabetta o della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, edificata a partire dal 1620 su decreto del Card. Federico Borromeo.
In frazione Villapia, la chiesetta di Sant'Anna, del 1938 e proprio grazie alla collaborazione popolana della sua edificazione, che nel 1940 la frazione assunse il nome attuale a sostituire l'antico Tiracoda.

AREE VERDI
I boschi ed i prati nei pressi delle frazioni di Ravello, Villastanza e Villapia, fanno parte del Parco Agricolo Sovracomunale del Roccolo. Istituito nel 1991 tra i Comuni di Parabiago, Busto Garolfo, Casorezzo, Arluno, Canegrate e Nerviano (dal 1997), riconosciuto tale nel 1994 dalla Regione Lombardia, si estende per circa 15.000.000 di m2, ed è atto alla difesa di fauna, flora e attività agricole locali. Viene caratterizzato dalla presenza di specie arboree autoctone (quercia, ciliegio, pino silvestre) ed altre specie introdotte dall'uomo (robinia, castagno, quercia rossa, prunus serotina). Attualmente è in progetto una sua estensione fino al Bosco WWF di Vanzago.
Attualmente in via di istituzione, è il nuovo Parco Agricolo Sovracomunale dei Mulini, che dal Parco Castello di Legnano scenderebbe lungo le rive del fiume Olona attraversando i Comuni di Canegrate, San Vittore Olona e Parabiago, fino al Monastero degli Olivetani di Nerviano; il parco sarà punto di slancio per il recupero e la salvaguardia delle acque del fiume.
Altro progetto interessante è rappresentato dal Parco Villoresi, una cintura di verde pubblico che attraverserebbe le province di Milano e di Monza-Brianza, lungo le rive del Canale Villoresi; per ora è in fase di realizzazione soltanto la Pista Ciclabile Villoresi, destinata a diventare la "spina dorsale" della futura area verde.
Il Comune di Parabiago è dotato anche di alcuni parchi pubblici:
Parco Corvini, facente parte del complesso di Villa Maggi-Corvini
Giardini Pubblici Crivelli, tra le vie Sant'Antonio, San Francesco e Crivelli, dove un tempo sorgeva la dimora dei Crivelli
Giardini Pubblici di via Corridoni a San Lorenzo
Giardini Pubblici di via Ovidio, nei pressi del Santuario della Madonna di Dio il Sà
Giardini Pubblici di via Monsignor Pogliani, all'angolo con via Principe Amedeo
Giardini Pubblici di via Masciardi all'angolo con via Piemonte a Ravello
Giardini Pubblici di piazza Goldoni che si estendono fino a via Olona a Villastanza.

MANIFESTAZIONI
31 maggio - Festa Parrocchiale di Villastanza;
19 giugno - Festa Patronale dei Santi Gervasio e Protasio;
seconda di luglio - Festa Madonna della Neve a Ravello;
inizi di settembre - Festa Parrocchiale di Ravello e Festa Parrocchiale di San Lorenzo;
ultimo lunedì di settembre - Sagra di San Michele con fiera popolare (Fiéra de Sän Michël), durante la quale i bar e i ristoranti cittadini organizzano "mangiate" di casoeura o casöra (pron. kasœra in entrambi i casi), tipico piatto popolare milanese.

GASTRONOMIA
Come in gran parte del milanese, anche a Parabiago il piatto tipico principale della cucina locale è la cassoeula, che nella variante indigena della lingua insubre si dice casoeura o casöra (pron. kasœra per entrambi i casi), consumata in feste popolari come la Sagra di San Michele.
Per "dolce tipico" parabiaghese, si può citare la rosümáda parabiaghësa (pron. rosœumáda parabiaghœsa), una sorta di bevanda a base di uova sbattute, zucchero e rhum o grappa (mentre nel resto della Lombardia il vino rosso); nella versione "soft" per i più piccoli è senza alcool, molto nutriente e ricca di calorie, da consumarsi in periodi invernali.

ORIGINI E CENNI STORICI
Parabiago ha origini antichissime: dal primo insediamento palafitticolo della Cultura di Canegrate (XIII secolo a.C.), si è passati ad un modesto villaggio insubre (IV secolo a.C.), fino ad un abitato più sviluppato sotto la dominazione dell'Impero Romano (I secolo a.C. - V secolo d.C.), del quale sono giunti ai giorni nostri alcuni reperti archeologici, di cui il più importante è senza dubbio la Patera di Parabiago (IV secolo). Tra i secoli VI, VII Parabiago è capoluogo di un contado autonomo denominato Comitatus Parabiagi, probabilmente corrispondente alla Burgaria, retto dai Conti Sanbonifacio; durante questo periodo la Regina longobarda Teodolinda concede il permesso di aprire un piccolo corso d'acqua artificiale detto Riale o Röngia, che attingeva le acque dal fiume Olona.
Nel periodo compreso tra il XIII ed il XIV secolo i Crivelli de Parabiaco, discendenti dai Sanbonifacio, reggono la Contea di Parabiago e la Contea di Burgaria; il borgo è già capopieve, elencato nel Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani dallo storico Goffredo da Bussero.
Durante i secoli successivi Parabiago ha una lenta decadenza, difatti subisce ben due saccheggi, nel 1449 ad opera di Francesco Sforza e nel 1527 per mano borbonica, oltre a due epidemie (nel 1529 e nel 1540).
Le ambizioni politiche dell'Arcivescovo Leone da Perego, e la sua volontà di escludere il popolo dal governo del Comune di Milano, portarono all'insurrezione del Commune populi nel luglio 1257, guidata da Martino della Torre, ed alla successiva cacciata del ceto nobiliare dalla città. Le tensioni giunsero al culmine nell'agosto dello stesso anno, quando tra il Seprio e la Burgaria, si mossero gli eserciti delle due fazioni. La guerra civile venne scongiurata in data 29 agosto, con la firma della Tregua di Parabiago avvenuta sul sagrato della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio.
Con la morte di Galeazzo I Visconti (1327), il figlio unico Azzone, gli succedette con il titolo di Vicario Imperiale di Milano, comprato dall'Imperatore Ludovico il Bavaro. Nel 1332, gli si associarono gli zii Luchino e Giovanni Arcivescovo "ambrosiano", formando così una sorta di triumvirato. L'esclusione dal governo dell'altro zio Lodrisio, Signore del Seprio, scatenò da parte di quest'ultimo un desiderio di rivalsa che, dopo una serie di inutili congiure, si allea con Mastino II della Scala, Signore di Verona ed acerrimo nemico di Azzone. La controversia giunse al culmine con lo scontro armato nella Battaglia di Parabiago (21 febbraio 1339), la quale si concluse con la vittoria dei milanesi, agevolati da un'apparizione miracolosa di Sant'Ambrogio.
Il periodo compreso tra il '500 ed il '600, risulta essere tempo di decadenza per la cittadina lombarda: nel 1582 San Carlo Borromeo abolisce la Pieve di Parabiago, declassandola in Parrocchia all'interno della Pieve di Legnano; nel 1625 Villastanza diventa Parrocchia indipendente, distaccandosi dal suo capoluogo.
Sul finire del XVII secolo si registrano due eventi modestamente rilevanti: in data 26 settembre 1658, il Marchese Camillo Castelli acquista per se e per la sua discendenza il Feudo di Parabiago; mentre nel 1668 un gruppo di Monaci Cistercensi si insedia presso il Monastero di S. Ambrogio della Vittoria.
Il '700 fu nuova epoca di splendore per Parabiago sotto il governo austriaco.
Nel marzo dell'anno 1700 Don Claudio Cavalleri e suo fratello Filippo fondano il Collegio Cavalleri, rinomata scuola rivolta ai figli delle famiglie nobili milanesi.
Il medico parabiaghese Giuseppe Giannini opera sul campo e scrive saggi di medicina.
Comincia l'opera artistica di Giuseppe Maggiolini, ricordato come Maestro d'Intarsio; le sue conoscenze in campo artistico, portano nel suo paese natio l'architetto Giuseppe Piermarini, incaricato di disegnare la facciata della Chiesa dei S.S. Gervasio e Protasio.
Nel 1798, a causa della Rivoluzione francese, l'Ordine cistercense viene soppresso, quindi il Monastero di S. Ambrogio della Vittoria chiude.
Nel 1845 viene restaurata la Pieve di Parabiago.
Tra il 1850 ed il 1900, l'agricoltura diventa attività d'appoggio all'industria tessile e cotoniera, difatti le coltivazioni di cereali e viti, vengono definitivamente sostituite dal gelso e dall'allevamento dei bachi da seta.
Si risentono anche a Parabiago gli effetti della Rivoluzione industriale: si inaugurano la linea ferroviaria Milano-Gallarate (1860) ed il Canale Villoresi (1884); nel 1899 Paolo Castelnuovo fonda la prima fabbrica di scarpe, Parabiago è destinata a diventare la Città della calzatura; nel 1900 Felice Gajo acquista il Cotonificio Gadda, sul quale fonda la futura Unione Manifatture di Parabiago, assorbendo anche il Cotonificio Muggiani di Rho.
Nel 1907 nella villa di Felice Gajo viene rinvenuta la Patera di Parabiago, splendido piatto d'argento risalente alla seconda metà del IV secolo.
Nel periodo tra le due guerre la cittadina comincia a conoscere i primi cambiamenti del XX secolo: nell'anno 1923 un parabiaghese di nome Libero Ferrario, vince a Zurigo i primi Campionati del mondo di ciclismo su strada per la categoria Dilettanti; nel 1928 viene definitivamete interrato l'antico Riale, di origini longobarde, che per più di 1200 anni ha portato l'acqua potabile del fiume Olona nel centro del paese; infine durante gli anni trenta scompaiono la bachicoltura e la coltivazione del gelso, ritenute ormai obsolete.
In data 2 dicembre 1940 il Decreto Reale numero 1858 autorizza il Comune di Parabiago a mutare la denominazione della frazione Tiracoda in Villapia.
Negli anni sessanta anche per la cittadina, come per il resto d'Italia, si ebbe il boom economico e demografico. L'industrializzazione aveva preso definitivamente piede, i piccoli calzaturieri artigianali si tramutarono in industrie, anche di medie e grandi proporzioni, sorsero grandi stabilimenti metalmeccanici e chimici e, con l'immigrazione dal Mezzogiorno, Parabiago cresceva di popolazione.
Il D.P.R. del 27 novembre 1985 porta al 26 ottobre del 1986, quando l'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi giunge in visita con lo scopo di celebrare la cerimonia di "promozione" del comune e, con la simbolica consegna della pergamena al sindaco Renzo Fontana, sancisce la nomina di Parabiago a Città.
È anche il periodo in cui lo sport parabiaghese per eccellenza, il ciclismo, raggiunge il suo apice: nel 1972 il 55º Giro d'Italia, grazie agli sponsor Rancilio e Termozeta, arriva in paese, la 15ª tappa con arrivo e partenza da Parabiago e dopo un turno di riposo, avviene la successiva partenza della 16ª tappa; nel 1982 Giuseppe Saronni è il secondo parabiaghese Campione del mondo, questa volta per la categoria professionisti.
Negli anni novanta, tangentopoli colpisce anche la politica della cittadina, vengono arrestati alcuni degli esponenti dei governi municipali precedenti; nel frattempo circa il 70% della produzione industriale locale è rivolto nel campo calzaturiero, Parabiago è conosciuta in Italia e all'estero come la Città della calzatura.
Nell'anno 2000 all'interno del territorio comunale, viene avvistato per la prima volta in Italia ed in Europa un coleottero chiamato Anoplophora chinensis malasiaca (o comunemente Cerambice dalle lunghe antenne), originario dell'Estremo Oriente, introdotto per errore dal Giappone, che nel giro di qualche mese, ha provocato un grave disastro ecologico per la Regione Lombardia.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 26.952 (M 13.164, F 13.788)
Densità per Kmq: 1.902,0
Superficie: 14,17 Kmq

CAP 20015
Prefisso Telefonico 0331
Codice Istat 015168
Codice Catastale G324

Denominazione Abitanti parabiaghesi
Santo Patrono SS. Gervasio e Protasio
Festa Patronale 19 giugno

Il Comune di Parabiago fa parte di:
Regione Agraria n. 2 - Pianura di Legnano
Polo Culturale ScenAperta

Località e Frazioni di Parabiago
Villastanza, Villapia, Ravello, San Lorenzo.

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ENTE MORALE ASILO INFANTILE - SAN VITTORE OLONA (MI)