Pandino 
Lombardia

Pandino è un comune della provincia di Cremona. Il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Gradella e Nosadello. Pandino è gemellata con Saint-Denis-en-Val dal 2001.

ETIMOLOGIA
Documentato con il nome di Pandium, deriva dal nome di persona Pandino che sarebbe il diminutivo di Bando di origine germanica.

IL CASTELLO VISCONTEO
Il castello di Pandino è una roccaforte risalente al XIV secolo. Contemporaneo di quello sito a Trezzo sull'Adda, il castello venne fatto erigere dal signore di Milano Bernabò Visconti e dalla moglie Beatrice Regina Della Scala, intorno al 1355-1370 come residenza di campagna per la caccia, grande passione di Bernabò. La costruzione ha la tipica forma dei castelli di pianura dell'epoca; pianta quadrata con quattro torri angolari, cortile interno con porticato scandito da archi acuti e loggiato superiore. All'esterno sono visibili le numerose finestre, monofore al piano terra, in origine destinato alla servitù, bifore al piano superiore, riservato ai nobili. Il lato est del piano inferiore era originariamente aperto come una sorta di secondo porticato ed era adibito a salone per i banchetti estivi (attualmente, corsi e ricorsi storici, è utilizzata dalla mensa della scuola agraria). Il castello al momento della realizzazione venne completamente affrescato persino nella zona delle stalle, ora utilizzate come biblioteca comunale. Le pitture del castello erano realizzate da svariate forme geometriche, tarsie a imitazione del marmo e alcune figure umane, variavando vano per vano. Nelle forme geometriche vennero rappresentati gli stemmi araldici dei Visconti e Della Scala. Alla morte di Beatrice Regina Della Scala sposò una Savoia ed in suo onore fece ridipingere gli stemmi scaligeri con lo stemma della casata Savoia. Passato agli Sforza ed in seguito ad altre nobili famiglie, è attualmente di proprietà del Comune.

SANTUARIO DI SANTA MARIA DELL'APPARIZIONE (DETTA "DEL TOMMASONE" O "DEL RIPOSO")
Il santuario di Santa Maria dell'Apparizione (noto anche come santuario del Tommasone o Madonna del Riposo) è un luogo di culto mariano situato a Pandino. Il moderno santuario si trova lungo la vecchia strada per Rivolta d'Adda, accanto ai resti di una più antica costruzione, ai margini settentrionali del centro abitato di Pandino. Secondo la tradizione ad un giovane di nome Tommaso Damici nell'anno 1432 gli apparve la Madonna del Riposo in una località prossima alla cascina Falconera. Damici riuscì a convincere le autorità a costruire sul luogo dell'apparizione una cappella, entro la quale vi fu collocata una statua lignea. Nel corso del XV secolo la cappella venne inglobata in un più ampio edificio, accanto al quale fu costruita anche l'abitazione per un eremita che provvedeva alla cura del luogo e all'ospitalità dei fedeli. Grazie agli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo monsignor Ignazio Maria Fraganeschi nel 1752 veniamo a sapere qualche dettaglio in più su come dovesse apparire l'edificio: aveva un andamento est-ovest, con la facciata rivolta ad occidente alla quale era addossato un portico parzialmente chiuso dalla cappella dell'apparizione con la statua lignea quattrocentesca, di seguito spostata sull'altare maggiore. L'interno era ad aula unica con due altari laterali: a quello di sinistra era collocata la pala dell'assunzione di Maria, opera di Andrea Mainardi detto il Chiaveghino, oggi conservata presso la chiesa parrocchiale. L'altare di destra era dedicato a san Rocco. Il resto della chiesa doveva apparire interamente affrescato. Dietro l'altare si trovava il coro con le principali aperture della chiesa. Sulla destra della chiesa si trovava la casa dell'eremita, sulla sinistra una fonte di acque benedetta. Il culto verso questo santuario declinò verso la metà del XVIII secolo, quindi il santuario fu soppresso, sconsacrato e venduto a privati che lo trasformarono in cascinale. Il denaro ottenuto dalla vendita fu impiegato per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Verso gli inizi degli anni novanta del XX secolo la parrocchia, soprattutto per volontà dell'allora parroco monsignor Gino Alberti, si impegnava a costruire accanto ai ruderi dell'antico edificio un nuovo santuario ad opera dell'arch. Claudio Bettinelli di Crema che aveva vinto il concorso d'architettura appositamente indetto. La prima pietra fu posata il 23 aprile 1995, la consacrazione avvenne il 5 ottobre 1997 alla presenza del vescovo di Cremona, monsignor Giulio Nicolini. I ruderi dell'antico edificio sono stati recuperati e ristrutturati. Dell'antico santuario rimane solo una parte della parete settentrionale, verso l'angolo con la controfacciata, sulla quale sono stati rimessi in luce alcuni affreschi raffiguranti san Fermo, i santi Gioacchino ed Anna, san Defendente, san Carlo Borromeo in adorazione della Madonna di Loreto, santa Margherita e santa Lucia. Nel contesto di una vasta area verde molto curata e con spazi porticati, a pochi metri dal vecchio santuario, fu costruito nella seconda metà degli anni '90 il nuovo edificio ad opera dell'arch. Claudio Bettinelli. È una chiesa moderna, dagli spigoli arrotondati, sulla quale emerge una copertura con cinque vele crescenti che si elevano fino al punto massimo nel luogo dove è conservata l'Eucarestia. Lo slancio delle vele è proseguito idealmente dal campanile, composto da due lame di calcestruzzo.

DA VEDERE INOLTRE
Oratorio di S. Marta
Chiesa di S. Margherita.

ORIGINI E CENNI STORICI
A partire dall'età medievale, il centro abitato apparteneva al territorio della Gera d'Adda, possedimento milanese. Le località di Gradella e Nosadello, oggi frazioni, appartenevano invece al Contado di Lodi. Nel 1786, anche Pandino fu aggregata alla provincia di Lodi, tornando però dopo soli cinque anni a quella di Milano. In età napoleonica (1809-16) al comune di Pandino furono aggregate Gradella e Nosadello, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Entrambe furono aggregate definitivamente nel 1869[3]. La prima notizia documentata su Pandino risale al 1144, quando la chiesa parrocchiale risultava dipendere da quella di S. Sigismondo di Rivolta d'Adda, dato che indica che il nostro paese all’epoca era probabilmente formato da pochissime case. Il piccolo villaggio sorge in un territorio caratterizzato dalla preminenza di boschi, inframmezzati da pascoli e qualche vigna. La storia dell'Italia cambia radicalmente quando il signore di Milano, Bernabò Visconti, vi fa costruire uno dei suoi castelli di caccia, intorno alla metà del ‘300. Da quel momento in poi possiamo immaginare che la presenza dei signori milanesi abbia fatto da attrattiva per molte persone che cercavano un luogo sicuro dove stabilirsi, sperando magari di trovare un lavoro presso il castello : la conseguenza fu che Pandino comincia pian piano ad ingrandirsi. I vari feudatari con il passare del tempo aggiungono altre costruzioni: nel corso del XV secolo gli Sforza ordinano ai pandinesi di costruire la cerchia muraria per proteggere il villaggio dai Veneziani, che ormai erano a pochi chilometri da Pandino. Nel medesimo secolo di fronte al castello viene innalzata la chiesa di S. Marta, la cui funzione iniziale è quella di chiesa collegata al castello, in quanto Bernabò Visconti non aveva voluto una cappella nel suo maniero di caccia. Ai primi decenni del XV secolo risale anche l’apparizione della Madonna del riposo che porta alla realizzazione del santuario a lei dedicato. I pandinesi non portano a conclusione la costruzione delle mura, che in alcuni punti vengono chiuse con dei terrapieni; i Veneziani ne approfittano , conquistano il borgo per due volte ( anche perché era protetto da pochi soldati ) , perdendolo però dopo la battaglia di Agnadello del 1509; questo fatto non impedisce qualche anno dopo ai Veneziani , uscendo da Crema che era in mano loro, di saccheggiare Pandino. I francesi non sono stati gli unici stranieri a passare da qui: dopo la fine degli Sforza ( 1535 ) il ducato di Milano passa agli spagnoli e agli inizi del ‘700 agli austriaci, e truppe di tali nazioni sono transitate anche in questo territorio; non abbiamo notizie di danni causati alla fine del XVIII secolo dalle truppe napoleoniche. Agli ultimi anni del ‘700 risale la ricostruzione della nostra parrocchiale in forme neoclassiche, in sostituzione della chiesa medievale ormai rovinata dal tempo. Nel 1868 Pandino diviene comune unitamente alle frazioni di Nosadello e Gradella, originariamente nella provincia di Lodi- Crema, poi soppressa, quindi in quella di Cremona. Nel 1928 , dopo un pubblico concorso, viene inaugurato il monumento ai caduti davanti al castello, in occasione del decennale della vittoria italiana nella prima guerra mondiale; ancora oggi avvicinandosi al monumento è possibile leggere sulle lapidi i nomi dei caduti pandinesi di tutte le guerre del XX secolo. Nel corso della II guerra mondiale, su una delle torri del castello, vengono portati i fili del telegrafo per segnalare al comando germanico il passaggio degli aerei alleati; a quel tempo il castello era abitato da famiglie in affitto, cui si erano aggiunti gli sfollati da Milano. A partire dagli anni ’50 il castello diventa sede del comune di Pandino.
DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 8.924 (M 4.401, F 4.523)
Densità per Kmq: 401,3
Superficie: 22,24 Kmq

CAP 26025
Prefisso Telefonico 0373
Codice Istat 019067
Codice Catastale G306

Denominazione Abitanti pandinesi
Santo Patrono Santa Margherita
Festa Patronale terza domenica di ottobre

Il Comune di Pandino fa parte di:
Regione Agraria n. 1 - Pianura cremasca
Club I Borghi più Belli d'Italia

Località e Frazioni di Pandino
Gradella, Nosadello

Comuni Confinanti
Agnadello, Dovera, Monte Cremasco, Palazzo Pignano, Rivolta d'Adda, Spino d'Adda

Il comune è gemellato con
Saint Denis en Val (Francia).

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