Palazzolo
sull'Oglio è una città della provincia di
Brescia. Il comune ebbe la denominazione di Palazzolo fino
al 1862, quando con Regio Decreto 24 agosto 1862, n. 802,
fu aggiunta la specificazione sull'Oglio al fine di distinguerla
da altre municipalità omonime e di sottolineare il
legame con il fiume Oglio, sulle cui rive sorge il principale
centro abitato. La città è posta a 166 metri
sul livello del mare. Al centro scorre il fiume Oglio.
ETIMOLOGIA
Il nome della città ha origini latine in quanto,
durante il dominio Romano, essa era chiamata "Palatium".
Durante i secoli successivi il nome ha subito un'evoluzione
dovuta al progressivo modificarsi della lingua che l'ha
portato a diventare in un primo tempo "Palazzuolo"
ed, infine, nella sua forma definitiva, ovvero Palazzolo
sull'Oglio.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il fiume Oglio ha determinato, fin dallantichità,
levoluzione e la conformazione del territorio palazzolese.
Fondamentale via di collegamento ed allo stesso tempo confine
naturale per i primi abitatori della Pianura Padana, esso
fu oggetto di stanziamenti ad est ed ad ovest di popolazioni
quali i Cenomani e gli Insubri. Successivamente, laddove
il suo corso si ramifica in due vie, si sviluppò
il nucleo del paese grazie alla sua posizione strategica
al centro di una fitta rete di comunicazioni. Durante l'Impero
Romano fu luogo di transito sulla strada Brixia - Mediolanum.
Gli scavi del 1977-78 hanno rinvenuto resti di una primitiva
chiesa di un'epoca risalente al VII - IX secolo. Alla pieve,
la prima sorta nella zona, facevano riferimento le località
limitrofe di Pontoglio, Palosco, Mura e Cividino. Nellanno
830 un privato effettuò una donazione di terre alla
Chiesa bergamasca: è la prima testimonianza scritta
in cui viene fatta menzione a Palazzolo. Al borgo palazzolese
si contrappose per un certo periodo il borgo fortificato
di Mura, sull'altra sponda del fiume Oglio. Tra le due fortezze
vi furono diversi scontri per il controllo del fiume i quali
cessarono nel 1192, quando con la cosiddetta Pace di Mura,
le due corti si fusero dando origine all'attuale Comune.
La nuova entità si ritrovava, quindi, dotata di una
Rocca (lattuale Castello), di mura difensive e di
una Rocchetta sulla riva opposta: strutture che si mostrarono
necessarie per difendere un confine sempre conteso. Inoltre
i vantaggi derivanti dal passaggio dellOglio per queste
terre permisero un rapido sviluppo economico-sociale della
nuova comunità palazzolese. Sotto il punto di vista
politico, il comune si suddivise in tre quadre: Mura, Mercato
e Riva. Le magistrature comunali furono poste presso l'edificio
che in tempi recenti è stata sede dell'ex Banca Popolare
di Palazzolo. La municipalità acquisì gradualmente
i diritti connessi all'uso delle acque, i quali originariamente
spettavano al Vescovo di Brescia. Nel 1259 Ezzelino da Romano,
il quale era diretto a Cassano d'Adda per affrontare le
truppe inviate da Papa Innocenzo II, fu accolto da Palazzolo
e quindi poté attraversare il ponte con 8000 cavalli.
Nel 1316 i ghibellini bresciani si rinchiusero nel castello
di Palazzolo, inseguiti dai guelfi che posero d'assedio
la fortificazione. Gli assediati tentarono una sortita ma
vennero sopraffatti, e quindi uccisi o fatti prigionieri[senza
fonte]. Nel 1324 i ghibellini si riunirono a parlamento
nella rocca di Palazzolo: erano presenti i rappresentanti
di Verona, Mantova, Ferrara, Milano e di altre città
lombarde. Chiesero così al Papa di demolire il ponte
sul Po a Piacenza, poiché era d'intralcio alla navigazione.
Nel 1329, l'Imperatore Ludovico il Bavaro nel confermare
gli statuti comunali, riconobbe al paese una certa autonomia
rispetto al comune di Brescia che però ebbe termine
nel 1337 quando il paese fu conquistato dai Visconti di
Milano. La nobile famiglia milanese controllò il
centro fino al 1405 quando dovette cederlo a Pandolfo Malatesta
per ottenere in cambio la liberazione di Estore Visconti.
Stando all'estimo visconteo, nel 1385 il comune era capoluogo
di quadra. Il comune fu incorporato dalla Repubblica di
Venezia a seguito del ducale 29 aprile 1428. Sotto la Serenissima
mantenne il ruolo di capoquadra e fu sede di Podesteria
con a capo nove paesi limitrofi. Fu governato da una vicinia,
formata da trentasei consiglieri, i quali nominavano tre
deputati e tre consoli, mentre il Podestà, che svolgeva
funzione di giudice, era un nobile proveniente da Brescia.
Nel 1441 le truppe viscontee comandate da Niccolò
Piccinino conquistarono la città, bombardando la
rocca che si arrese dopo alcuni giorni[senza fonte]. Nel
1448 i Palazzolesi chiesero di avere in dono il castello
per poterlo radere al suolo, considerate le ingenti spese
necessarie per la sua manutenzione. Pochi anni prima, nel
1430 erano state effettuate grandi opere di restauro del
fortilizio. Nel 1493, stando al Medin, Palazzolo aveva 1920
anime. L'economia fu fiorente: molte entrate provenivano
da dieci mulini lungo l'Oglio, da un frantoio da olio e
soprattutto dal transito sul Ponte Reale. Questa infrastruttura
fu allargata per decisione del consiglio comunale nel 1477.
In questo periodo furono costruite le rogge Vetra e Fusia,
derivate entrambe dall'Oglio. Il paese fu colpito pesantemente
dalla peste del 1630, propagatasi a causa dei rapporti commerciali
con Milano. Nella seconda metà del Seicento si assistette
ad una generale ripresa economica con la diffusione delle
coltivazioni del mais e del gelso. Quest'ultima permise
la diffusione dell'allevamento del baco da seta e l'apertura
delle prime filande, mosse dall'acqua delle seriole. Il
comune aderì alla Repubblica bresciana fin dal giorno
della sua proclamazione (18 marzo 1797). Fu inserito nel
cantone dell'Alto Oglio a norma della legge 1 maggio 1797
e quindi, con la confluenza dell'effimera repubblica in
quella cisalpina, fu inglobato nel distretto delle Sete
del Dipartimento del Mella. Con il riassetto della seconda
repubblica cisalpina (poi Repubblica Italiana) fu incorporato
nel Distretto II di Chiari del dipartimento del Mella (1801),
mentre dopo la riorganizzazione amministrativa del Regno
d'Italia fu assegnato al Cantone I di Chiari appartenente
al Distretto II di Chiari (1805). Con decreto 8 giugno 1805
fu definito comune di seconda classe. Durante il Regno Lombardo-Veneto,
l'ente municipale fu inserito nel Distretto VIII (dal 1853
IX) di Chiari appartenente alla Provincia di Brescia. Nel
1856 si costruì il primo impianto in Italia per la
produzione della calce e del cemento il quale sfruttava
il materiale calcareo proveniente dal lago d'Iseo. I prodotti
furono venduti al cantiere della costruenda linea Milano
Venezia, a quel tempo passante per il territorio
palazzolese, e successivamente furono richiesti anche per
la costruzione della stazione ferroviaria di Venezia Santa
Lucia. Unulteriore spinta all'industrializzazione
fu data dal tessile: nel 1862 fu aperta la ditta Sefferheld,
seguita nel 1867 dalla Gramer e, dal 1877, dalla Niggeler
& Schmid, poi Niggeler & Kupfer. Quest'ultima fu
la prima ad introdurre l'uso industriale dell'energia elettrica
in provincia di Brescia (1883). Nello stesso periodo furono
aperte anche delle fonderie, come la corderia di Rocco Zanelli
(1870), l'officina meccanica Gottardi (1860) e quella dei
fratelli Marzoli (1905), tutte orientate alla produzione
di macchinari e parti di ricambio destinate all'industria
tessile. Palazzolo fu anche sede del primo bottonificio
italiano, quello del milanese Edoardo Tacchi, che durante
la prima guerra mondiale fu convertito alla produzione di
cerniere lampo. L'industrializzazione fu sostenuta anche
dal capitale finanziario: il 13 gennaio 1864 fu aperto uno
sportello della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde,
mentre nel 1872 fu istituita la Banca mutua popolare agricola
di Palazzolo sull'Oglio. Sorsero anche le prime organizzazioni
operaie: la Società operaia maschile di mutuo soccorso
(1862), il Consolato Operaio (1881), la Camera del Lavoro
e l'Unione professionale cattolica del lavoro (1902). Il
paese, soprattutto per la presenza della stazione ferroviaria
e del ponte sulla Bergamo Brescia, subì trentadue
bombardamenti tra il 1944 e il 1945[14]. Il ponte ferroviario
fu riaperto al traffico solamente il 27 aprile 1945. Nel
1954 Palazzolo fu elevato al rango di città. Nel
1962 i suoi confini sono stati estesi inglobando la frazione
di San Pancrazio. Il 30 dicembre 1991, l'osservatorio di
Bassano Bresciano ha scoperto un asteroide della fascia
principale, il numero 6793, che è stato dedicato
alla città palazzolese.
Chiesa
di Santa Maria Assunta
La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta fu progettata
dall'architetto Giorgio Massari e fu costruita su di un
antecedente edificio ecclesiale dedicato alla Maria Maddalena.
Fu completata nel 1782, mentre la facciata è stata
realizzata nel 1848 su di un progetto dell'architetto Giovanni
Donegani. La pianta della chiesa è a croce latina
con tre navate. L'interno presenta un polittico del 1525
ad opera di Vincenzo Civerchio, una pala del 1620 di Grazio
Cossali e un'Ultima Cena frutto del lavoro di Pompeo Battoni
(1760).
Pieve
L'edificio attuale della Pieve, dedicata a San Fedele di
Como, è stato costruito nel XV secolo ed è
utilizzato dagli anni Settanta del XX secolo come Auditorium.
È composto da tre navate e da un protiro cinquecentesco
sul lato meridionale. Gli interni sono affrescati del Campi
da Cremona e di Pietro Marone. La chiesa sorge su due strutture
ecclesiali precedenti i cui resti sono visibili all'interno:
la pieve originaria fu costruita nei secoli VIII e IX; presentava
un'abside semicircolare realizzata impiegando ciottoli di
fiume e laterizi di tipo romano; la seconda pieve fu realizzata
nel XII secolo ed era dotata di due absidi in stile romanico
e di una torre quadrata, posta sul lato meridionale.
Rocca
Magna
La Rocca Magna o Rocha Magna è il castello della
borgata di Palazzolo costruito tra i secoli IX e XII. È
costituito da quattro torri le quali erano unite tra loro
da poderose mura circondate da un ampio fossato. Tre torri,
denominate Mirabella, Ruellina e Porta di fuori, sono a
pianta rotonda ed allineate al corso del fiume. La quarta
torre, detta Torre della Salvezza è a pianta quadrata
e fungeva da Mastio; era dotata di due porte, entrambe dotate
di ponte levatoio: una dava verso l'esterno ed era denominata
Porta del Soccorso, l'altra verso l'interno del fortilizio
ed era stata battezzata Porta di Riva. Dall'ampio cortile
si accede ai camminamenti di ronda ed ai passaggi sotterranei
alle mura, tuttora percorribili, che permettono di raggiungere
le torri.
Torre
del Popolo
La Torre del Popolo, detta anche Torre di San Fedele, è
il simbolo della città. La struttura si appoggia
su uno dei torrioni a pianta circolare del castello, la
Torre Mirabella, ed è alta cento metri; sulla sua
vetta si erge la statua del patrono San Fedele. Fu costruita
tra il 1813 e il 1830 su disegni e progetti di vari architetti,
che furono chiamati per risolvere la controversia sorta
fra i palazzolesi e i compartecipi della seriola Vetra di
Chiari, che volevano impedirne la costruzione. È
la torre a sezione circolare più alta d'Italia, seguita
da quella pendente di Pisa[senza fonte]. Dopo essere state
restaurata internamente, la Torre di San Fedele è
aperta al pubblico, gratuitamente, durante i giorni festivi
della stagione estiva.
Altri
monumenti
Rocchetta di Mura. È il castello della frazione murana.
Del fortilizio originario restano la Porta di Mura, ingresso
posto sul lato bergamasco della cittadina, la torre rotonda
e parte delle mura.
Palazzo del Comune. Sede delle magistrature medioevali,
fu costruito agli inizi del Duecento e fu ampliato nel 1618.
Ora è sede di una banca.
Teatro sociale. Inaugurato il 1º ottobre 1870 è
stato ricavato dalla originaria Chiesa di San Francesco
appartenuta alla congregazione dei Disciplini