Olgiate
Olona è un comune della provincia di Varese
in Lombardia. Il paese è bagnato dal fiume
Olona, che scorre nell'omonima valle. La città
più vicina ad Olgiate Olona è Busto
Arsizio, dal cui centro dista 3 km. Olgiate Olona
fu teatro, nel 1959, della quinta peggiore sciagura
dell'aviazione civile in Italia, il disastro aereo
di Olgiate Olona, nel quale perirono 70 persone. Tra
le vittime, la più celebre è Maria Sacchetti,
sorella del fisico Enrico Fermi; tumulata rispettando
le sue volontà, secondo le quali avrebbe dovuto
essere sepolta nello stesso luogo della sua morte,
la sua tomba è tuttora visibile nel cimitero
del comune di Olgiate Olona. Olgiate Olona figura
tra i 6 comuni della Valle (Olgiate Olona, Solbiate
Olona, Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Gorla Minore,
Marnate) che hanno fondato il PLIS del Medio Olona
(Parco del Medio Olona), area protetta che si estende
sulla Bassa Valle Olona. Olgiate Olona sta conoscendo
una poderosa espansione demografica a causa della
frenetica attività edilizia e alla creazione
di numerose zone residenziali di pregio. Il comune
di Olgiate Olona è diviso in tre "rioni":
Centro, Gerbone e Buon Gesù. Ogni rione ha
una scuola elementare e una propria chiesa con annesso
oratorio. Il "Centro" è il rione
più antico e vi si trovano la sede del municipio,
la biblioteca comunale, la scuola media e la storica
villa Greppi-Gonzaga.
DA VEDERE
Villa Greppi-Gonzaga
Santi Stefano e Lorenzo martiri, (parrocchiale centro)
conserva il dipinto Cristo e la samaritana al pozzo
di Paolo Pagani.
S. Gregorio Magno (chiesa patrono comunità
pastorale istutuita il 4 settembre 2008)
S. Antonio Abate
SS. Innocenti (chiesa ex OPAI ora Municipio)
S. Genesio Martire (edicola)
S. Giovanni Bosco (parrocchiale località Gerbone)
S. Giuseppe (parrocchiale località cascina
Buon Gesù)
La chiesetta di S. Ambrogio è crollata nei
primi anni novanta
ETIMOLOGIA
Olgiate Olona o Olzate Olonae come risulta in latino
dotto nei documenti medioevali o Olgiàa (pr.:
Ulgià in dialetto bustocco), deriverebbe dalla
base medioevale "augia" e significherebbe
"porzione di terra arativa cinta da fossati e
siepi", con riferimento al primo dissodamento.
Il suffisso -ate, molto diffuso in Insubria, è
il tipico genitivo di origine celtica. Nel determinativo
Olonae od Oronae, che compare dopo il Mille per distinguere
questo centro da altri omonimi, si sottolinea l'appartenenza
di Olgiate alla Valle Olona affiancata e attraversata
dalla strada di collegamento tra il Ducato di Milano
e la vicina Confederazione Elvetica.
ORIGINI E CENNI STORICI
Alcune testimonianze archeologiche, venute alle luce
agli inizi del nostro secolo, ma ora purtroppo disperse,
ricordano di due necropoli presumibilmente di età
romana: una presso la chiesa parrocchiale, l'altra
ai lati della strada statale del Sempione, nelle vicinanze
della Cascina del Buon Gesù, probabile stazione
militare sulla direzione del Lago Maggiore. Sopra
il villaggio romano si sviluppò nel Medioevo
la pieve, la cui giurisdizione ecclesiastica si mantenne
fino all'anno 1583, quella civile fino al 1784. Per
il vasto circondario che si estendeva da Cairate a
Cislago e a Sacconago e comprendeva quindi anche Busto
Arsizio. Olgiate Olona fu quindi per tutto il Medioevo
centro di riferimento religioso e amministrativo,
prima all'interno del contado del Seprio, e dal 1395
nel Ducato di Milano. Dopo la distruzione di Castelseprio,
nel 1287, durante le lotte tra i Visconti e i Della
Torre, gli olgiatesi vennero a dipendere per la giustizia
criminale da Gallarate, dove fu posto l'ufficio del
capitano del Seprio.
Nel borgo originario era sito anche un bellissimo
castello, ancora in piedi nel XII secolo[senza fonte].
Le planimetrie sette-ottocentesche che rappresentano
un abitato ancora a forma anulare fanno pensare a
fortificazioni con fossati e palizzate. Testimoniano
l'attività della Pieve di Olgiate la presenza
documentata di ben due chiese matrici, dedicate quella
d'inverno a Santo Stefano, e quella estiva a S. Lorenzo.
Provengono da Olgiate alcuni codici pergamenacei,
custoditi oggi nella Biblioteca Capitolare di Busto
Arsizio e alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, tra
i quali un Evangeliario del IX secolo; infine una
lapide datata 1127, custodita al Museo Civico di Milano,
proviene appunto dal portale della chiesa di S. Lorenzo.
Nella pieve la massima autorità religiosa era
il prevosto, coadiuvato normalmente da 12 canonici.
Di taluni prevosti di Olgiate si conoscono le cariche
che ricoprivano nel contempo presso la curia o la
Chiesa metropolitana di Milano: indizio di residenza
saltuaria o mancata nella sede, di cui pur godevano
il titolo e i frutti. Questo comportamento, che si
estese quanto prima anche ai canonici, è spiegabile
da un lato nei richiami lusinghieri della città,
dall'altro nella progressiva perdita di importanza
di Olgiate.
Nomi di olgiatesi illustri e attivi a Milano e altrove
si conoscono già, a partire dal XII secolo:
artigiani, notai, ecclesiastici. La famiglia de Landriano
de Olzate Olonae figura nel catalogo della nobiltà
milanese del 1277; Guido Landriani fu il primo nel
1283 a sottoscrivere, quale plenipotenziario del comune
di Milano, la pace di Costanza tra il Barbarossa e
i comuni confederati della Lombardia storica. Altra
famiglia di spicco fu quella degli Olgiati, con una
serie di personaggi impegnati nella milizia e nella
politica: tra essi Gerolamo, che concorse ad assassinare
Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, nel 1476; Gian
Maria, che come ingegnere militare ideò e diresse,
a metà Cinquecento, la costruzione dei bastioni
di Milano.
Nel 1583 l'arcivescovo Carlo Borromeo decise di trasferire
prepositura e canonicato al vicino borgo di Busto
Arsizio, diventato assai più ricco e popoloso.
Ridotto a semplice parrocchia di 700 individui legati
all'agricoltura, falcidiati dalla peste del 1631,
Olgiate rimase in una situazione di stallo per due
secoli, divenendo feudo degli Alessandri e quindi
dei Prata nel 1709, famiglie nobili che non lasciarono
testimonianze nel paese, dove non risiedettero mai.
Nel Seicento si distinsero invece i Mola, nell'Ottocento
i Greppi, i Restelli e i Tovo. Lo sviluppo di tessiture,
tintorie e cartiere nella Valle Olona e l'opportunità
di un collegamento internazionale a rotaia in aggiunta
alla linea del Sempione motivarono la derivazione
dalle Ferrovie Nord Milano nel 1926 del tronco Castellanza
- Mendrisio, detto Ferrovia della Valmorea, totalmente
abbandonato come servizio passeggeri nel 1952 e in
seguito anche come trasporto merci.