Moscazzano
è un comune della provincia di Cremona. Moscazzano
forma con altri 4 comuni (Castelleone, Formigara,
Madignano e Montodine) l'Unione di comuni del Gerundo.
ETIMOLOGIA
Menzionato nei documenti con la denominazione di Muscaciano,
deriva dal nome latino di persona Muscatius, a sua
volta da Musca con l'aggiunta del suffisso -anus.
DA VEDERE
La chiesa parrocchiale di san Pietro fu costruita
tra il 1797 ed il 1801 in uno stile che volge già
al neoclassico; conserva all'interno numerose tele,
alcune delle quali di Mauro Picenardi. La calotta
fu affrescata da Angelo Bacchetta.
L'oratorio di San Carlo presso le cascine Colombare,
forse di origini secentesche.
L'oratorio di san Donato, presso l'omonimo gruppo
di cascina, già esistente nel XVI secolo ma
ricostruito nel 1708.
Santuario della Madonna dei Prati, luogo di culto
di origini incerte, probabilmente anteriori al 1483.
Palazzo Marazzi, dimora di campagna probabilmente
già esistente nel 1650, ma l'aspetto attuale
deriva du una trasformazione attuata nel XVIII secolo.
Palazzo Albergoni, sontuosa villa in stile rinascimentale
(con modifiche successive) sorta ai margini del terrazzo
morfologico che degrada verso la piana dell'Adda e
inserita in un vasto parco.
Palazzo Groppelli, villa di stile tardo neoclassico
posta ai margini di un parco all'inglese.
IL PARCO ADDA SUD
Il Parco Adda Sud è un parco fluviale che si
sviluppa lunga l'asta del fiume Adda nel tratto compreso
tra le province di Cremona e Lodi, fino alla foce
nel Po a Castelnuovo Bocca d'Adda. Il Parco Adda Sud
è parco regionale della regione Lombardia dal
1983 ed occupa una superficie di 24.260 ettari. La
sede amministrativa è a Lodi. Consorzio tra
le Province di Lodi e Cremona e i Comuni di: Abbadia
Cerreto, Bertonico, Boffalora d'Adda, Camairago, Casaletto
Ceredano, Castelnuovo Bocca d'Adda, Castiglione d'Adda,
Cavacurta, Cavenago d'Adda, Cervignano d'Adda, Comazzo,
Cornovecchio, Corte Palasio, Credera Rubbiano, Crotta
d'Adda, Formigara, Galgagnano, Gombito, Lodi, Mairago,
Maccastorna, Maleo, Meleti, Merlino, Montanaso Lombardo,
Montodine, Moscazzano, Pizzighettone, Ripalta Arpina,
Rivolta d'Adda, San Martino in Strada, Spino d'Adda,
Terranova dei Passerini, Turano Lodigiano, Zelo Buon
Persico.
ARTURO CAPROTTI (Moscazzano,
22 marzo 1881 – Milano, 8 febbraio 1938)
E' stato un ingegnere italiano, uno degli ultimi progettisti
che hanno fatto la storia della trazione a vapore.
Fece i suoi studi e conseguì, a soli 21 anni,
la laurea in Ingegneria meccanica a Torino. Proseguì
i suoi studi e le sue ricerche anche all'estero in
maniera tanto impegnativa da portarlo a progettare
e poi brevettare intorno al 1916 un innovativo sistema
di distribuzione del vapore ai cilindri delle locomotive.
Ottenne in riconoscimento la Medaglia d'oro dell'Institution
of Locomotive Engineeres di Londra. Fino agli anni
venti le locomotive a vapore si avvalevano, per la
distribuzione del vapore prodotto dalla caldaia ai
cilindri motori, dei sistemi ideati da Stephenson,
Gooch, Walschäert ed Allan. Le locomotive più
recenti avevano adottato in buona parte la distribuzione
Walschaert che presentava migliore regolazione e rendimento.
Tuttavia, tutti i detti sistemi, essendo strettamente
legati a leve e rinvi comandati meccanicamente dal
biellismo della macchina, erano rigidamente dipendenti
dalle posizioni assunte dallo stesso ed inoltre, a
causa dei giochi e delle usure inevitabili per dei
mezzi sempre in movimento, ne traevano gli inconvenienti.
L'innovazione introdotta dall'ingegner Caprotti consisteva
nel sostituire il vecchio e complicato sistema con
un'apparecchiatura che mediante l'apertura di valvole,
comandate da camme, introduceva il vapore con regolazione
molto precisa e variabile entro un ampio raggio evitando
il problema principe che causava il basso rendimento
delle macchine a vapore, la cosiddetta laminazione
del vapore. Il sistema Caprotti richiedeva una precisione
costruttiva maggiore dei sistemi tradizionali ma per
contro consentiva grandi vantaggi: semplificazione
del biellismo delle locomotive e quindi anche del
peso dello stesso e riduzione delle forze inerziali
innescate dai vari elementi in movimento, miglioramento
del rendimento della locomotiva in virtù della
regolazione precisa della quantità di vapore
in funzione delle necessità, riduzione conseguente
del consumo di carbone ed aumento della potenza effettiva
della locomotiva. La prima applicazione della distribuzione
a valvole Caprotti venne fatta sulla locomotiva gr.740.324.
In seguito ai positivi esiti, entro il 1939 il sistema
era stato ampiamente esteso. In Italia fu applicato
su 411 locomotive (sia appartenenti alle Ferrovie
dello Stato che alle ferrovie in concessione), mentre
all'estero ne furono costruite 330. In Inghilterra,
patria del vapore, il dispositivo venne applicato
fino agli anni cinquanta su locomotive della LNWR,
Claughton class, e delle GCR a rodiggio 4-6-0. Venne
applicato anche a locomotive della Standard Class
5, di rodiggio 4-6-0 (costruite per la LMS) e all'ultima
locomotiva-passeggeri delle British Railways: la Pacific
n°71000 "Duke of Gloucester". Il sistema
ideato da Caprotti realizzò 14 brevetti tra
Europa e USA e trovò molte applicazioni anche
in campo navale. L'ing. Caprotti si spense a Milano
a soli 57 anni.