Morbegno
Lombardia

Morbegno è un comune in provincia di Sondrio. Situata nella bassa Valtellina, Morbegno è circondata a nord dalle Alpi Retiche e a sud dalle Prealpi Orobiche. Il fiume Adda divide la città dalle frazioni di Campovico, Paniga e Desco. Il centro storico è attraversato dal torrente Bitto affluente del fiume Adda.

MORBEGNO 2020
Nell'anno 2007 Morbegno ha avviato, in convenzione con la non profit internazionale The Natural Step, il progetto Morbegno 2020, per mobilitare l'intero mandamento in una direzione di sviluppo sostenibile. Il progetto è già stato premiato da Fondazione Cariplo e indicato come pilot a livello italiano da ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani.

MANIFESTAZIONI
Mostra del Bitto
Morbegno la sera - Serie di visite guidate gratuite al patrimonio storico artistico di Morbegno e del sua monadamento curato dal gruppo culturale Le nevi di un tempo (solitamente nel periodo estivo)
Morbegno in cantina
Morbegno Film Festival - Rassegna Internazionale del Corto e Lungometraggio.
Trofeo Vanoni - Gara Internazionale di Corsa in montagna.

DA VEDERE
L'Insigne Collegiata di San Giovanni Battista (sec. XVII-XVIII); sede parrocchiale dal 1560, conserva un reliquario della Sacra Spina (della corona di Cristo) e le spoglie del Beato Andrea Grego da Peschiera. È l'edifico barocco più importante della Valtellina e tra i più interessanti della Lombardia. La chiesa, dalla sbalorditiva facciata elaborata secondo il più squisito barocchetto, vanta al suo interno opere di rilievo tra le quali: La Madonna col Bambino e San Filippo Neri del veneziano Giovan Battista Pittoni, 36 dipinti ovali del pittore ticinese Giuseppe Antonio Petrini, La morte di San Giuseppe del milanese Andrea Lanzani e moltissime opere degli artisti valtellinesi Pietro e Cesare Ligari che fanno del San Giovanni una vera e propria pinacoteca della miglior arte del Settecento lombardo (nonostante il clamoroso furto di ben 37 dipinti nel marzo del 1993). Tra le sculture vanno segnalate le statue della facciata di Stefano Salterio e i bellissimi angeli oranti ai lati dell'altar maggiore opera di Elia Buzzi attivo anche nel Duomo di Milano. La Collegiata morbegnese vanta inoltre importanti reliquie: la Sacra Spina, donata dal vescovo Feliciano Ninguarda, le spoglie terrene del Beato Andrea da Peschiera conosciuto come l'apostolo della Valtellina e il corpo di Santa Costanza, solo per citarne alcune. Infine da segnalare il ricco patrimonio di argenteria sacra, stendardi settecenteschi e paramenti.
Il Palazzo Malacrida (sec. XVIII). Più volte definito il più bel palazzo veneziano fuori da Venezia, l'aristocratica dimora spicca nel panorama delle dimore nobiliari valtellinesi per la bellezza dei cicli pittorici e la privilegiata ubicazione nel cuore del centro storico della Città del Bitto. L'atrio si presenta come una raccolta bomboniera rococò da cui parte lo scalone d'onore arricchito dalle belle balaustre in marmo bianco di Viggiù rifinite in oro zecchino e dal medaglione affrescato sul plafone con Il ratto di Ganimede opera del pittore morbegnese Giovan Battista Romegialli (1761). Il cuore del palazzo è il Salone d'onore che occupa in altezza due piani del palazzo ed è interamente decorato dalle quadrature di Giuseppe Coduri detto il Vignoli (annoverato tra i più valenti decoratori del Settecento lombardo). Il soffitto è arricchito dal Trionfo della Verità tramite le Arti e le Scienze sopra l'Ignoranza, soggetto illuminista interpretato con squisito gusto veneziano da Cesare Ligari. Sempre del Ligari è da segnalare l'affresco delle Tre grazie nell'attiguo saloncello. Altre stanze si presentano decorata da affreschi, stucchi e camini. Infine ma non ultimo è il giardino all'italiana (trascurato nell'assetto originale e bisognoso di un radicale restauro filologico)terrazzato su tre piani da cui si gode uno splendido panorama che si apre su tutto il terziere morbegnese.
La Chiesa di San Pietro costruita tra il 1337 e il 1341 fu sede parrocchiale fino al 1560 quando venne convertita al rito protestante, in accordo con le leggi grigionesi per la convivenza di Cattolici e Protestanti (fino al 1620, anno del Sacro Macello di Valtellina). Piccolo gioiello sito nel cuore dell'antico borgo, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, comunemente detta di San Pietro, è l'edificio con cui si vuole essere nata, nel 1337, la comunità di Morbegno di cui è stata prima parrocchia. Oggi si presenta in forme barocche dopo la riedificazione avvenuta dopo il 1620 quando la chiesa andata al culto protestante torna ad essere dedita al culto cattolico. L'esterno semplice ed elegante al contempo, mostra un bel portale in marmo nero di Varenna ed un portone ligneo secentesco recante i simboli dei santi a cui la chiesa è dedicata. Di notevole interesse è poi il campanile barocco con copertura a cipolla e un leggiadro balconcino in ferro battuto. L'interno è un piccolo ma prezioso scrigno perfettamente conservato grazie anche alla amorevoli cure prtestate dalla Confraternita del Santissimo Sacramento a cui ancora oggi il tempio appartiene. Da segnalare i freschissimi affreschi pre-barocchetti della volta eseguiti da Pietro Bianchi detto il Bustino, le tele di Giacomo Parravicini detto il Gianoli, gli altari in marmi policromi e il ricco corredo di argenterie.
La Chiesa di San Martino. Secondo un'antica e fantasiosa leggenda, l'antica chiesa di San Martino sorse su un tempio dedicato ad Ercole; in realtà niente della sua struttura si può far risalire a prima del XV-XVI secolo. La chiesa situata all'interno del cimitero cittadino, si presenta in forme semplici con un grande pronao a tre arcate e una copertura a capanna. L'interno intimo e raccolto è diviso in tre navate da 4 belle colonne in granito locale, al termine delle quali si trovano altrettanti cappelle di cui la centrale maggiore. Un tempo ricca di suppellettili sacre spedite nel corso dei secoli dagli emigrati a Roma, andate distrutte e disperse a causa dell'alluvione del 1987 (la chiesa fu per un terzo sommersa dalle acque del fiume Adda) restano comunque da ammirare alcuni interessanti dipinti tra cui si segnala la pala d'altare eseguita da Giacomo Parravicini detto il Gianolo, collocata sull'altar maggiore e raffigurante il santo titolare. Sul lato destro è molto venerata una delicata Madonna col Bambino affrescata nel primo '500.
Il Santuario dell'Assunta. Il Santuario rappresenta una felice matrimonio di arte rinascimentale (esterno) e arte barocca (interno). Ristrutturato intorno al 1503 secondo il gusto rinascimentale diffuso a Milano, Pavia e Como dall'architetto Giovanni Antonio Amadeo e dai suoi seguaci, l'esterno si presenta in tutta la sua sobria eleganza; la facciata è ingentilita dal portale opera di Tommaso Rodari e dallo splendido rosone fiammato. Il capanile rialzato in epoca barocca con i suoi 51 metri di altezza è il più alto della città; ai piedi della torre campanaria trova posto il settecentesco ossario decorato con scene macabre nella seconda metà del XVIII secolo. L'interno è un vero scrigno. Trionfa su tutto la splendida ancona lignea cinquecentesca opera di Gaudenzio Ferrari e Fermo Stella, vero e proprio capolavoro di arte lignea a livello europeo vanta nella predella raffigurazioni direttamente tratte da alcune incisioni di Albrecht Dürer. Degni di nota sono poi l'altare delle Reliquie che conserva all'interno di un ricco reliquiario a teca le spoglie di San Prospero, una tela di Gaudenzio Ferrari raffigurante la Natività della Vergine e un quadro secentesco copia da Luca Giordano. Il Santuario presenta inoltre un diffuso ciclo di affreschi di squisito gusto barocchetto opera di Pietro Bianchi detto il Bustini, Giuseppe Prina (o Brina) e del morbegnese Giovan Battista Romegialli.
La Statua di San Giovanni Nepomuceno. Collocata sull'antico ponte che attraversa il torrente Bitto sopra ad un basamento barocco impreziosito dallo stemma del Comune di Morbegno, la statua eseguita dall'artista ticinese Giovanni Battista Adami di Carona (Svizzera) nella seconda metà del XVIII secolo è posta a protezione dell'abitato dalla furia delle acque del torrente che più di una volta nella storia hanno allagato il centro storico della città. San Giovanni Nepomuceno, potente santo boemo, martire del sigillo sacramentale della confessione, è uno dei santi più diffusi in Europa ed è invocato proprio contro le inondazioni essendo stato ucciso per annegamento.

FRAZIONI
Le cinque frazioni principali sono: Campo Erbolo, Campovico, Desco, Paniga e Valle. Paniga è una piccola frazione di circa 300 abitanti e si trova a nord della città, oltre il fiume Adda e confina a ovest con la frazione di Campovico e a est con quella di Desco. Le frazioni di Campo Erbolo e Valle si trovano invece in valle di Albaredo, a sud della città, ad un'altezza di 800 metri sul livello del mare. Altre località del comune di Morbegno sono Arzo, Cerido, Cermeledo e Ganda. Nella località di Ganda sorge il ponte in pietra eretto da Giovanni Antonio Amadeo.

ORIGINI E CENNI STORICI
Delle origini di Morbegno si sa ben poco. Si comincia a parlare di un toponimo Mosergia e della chiesa di San Martino fin dal IX secolo. Nel XI secolo compaiono i nomi di Morbinium, Morbenio e Morbenno ma è dal XII secolo che si hanno notizie certe di un borgo sorto sulle rive del torrente Bitto. Si ritiene che il nome Morbegno derivi dal latino Morbus, morbo. Il borgo originario era infatti collocato in una zona paludosa nella attuale parte est, successivamente si situò allo sbocco del torrente Bitto nella piana proprio per sfuggire alle cattive condizioni della zona dove sorge attualmente il cimitero Nel XIV quando sorge la Chiesa di San Pietro Morbegno è già un centro importante dove le principali famiglie comasche e milanesi danno impulso al commercio. La città passa dalla dominazione dei Visconti a quella degli Sforza. A metà del quattrocento viene eretto il convento domenicano di Sant'Antonio e il capolavoro rinascimentale del Santuario dell'Assunta. Il paese passa sotto il dominio dei Grigioni che durerà, a fasi alterne, fino al 1797 quando fu occupata dalle truppe napoleoniche ed inglobato alla Repubblica Cisalpina. Nel 1517 viene eretta la chiesa di San Giovanni che dal 1560 divenne sede della parrocchia; la chiesa venne poi riedificata nel 1680 ed è tutt'ora la Chiesa principale della città. Con il Congresso di Vienna passa sotto il dominio austriaco fino al 1859 quando viene annessa al Regno di Sardegna e poi a quello d'Italia. Nel 1885 viene inaugurata la ferrovia, nel 1898 arriva l'elettricità e viene fondata la Società Elettrica Milanese. Nel 1939 il comune di Campovico viene soppresso e agglomerato a quello di Morbegno. Il 23 gennaio 1943 a Warwarowka (URSS) il battaglione Morbegno viene massacrato dopo un'eroica resistenza mentre due anni dopo, il 26 aprile 1945 il paese viene liberato dalle truppe partigiane. Nel dopoguerra emerge a livello nazionale la figura di Ezio Vanoni, Ministro delle Finanze che sarà fautore della riforma tributaria nazionale. Nel 1966 Morbegno diventa ufficialmente città. Negli anni novanta viene costruita la nuova Chiesa di San Giuseppe.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

.
RISTORANTE TORRE DELLA SASSELLA - SONDRIO
HOTEL CONCORDIA - LIVIGNO (SO)
HOTEL LAC SALIN - LIVIGNO (SO)