Martinengo
Lombardia

Martinengo è una città della provincia di Bergamo. Situato nella pianura orientale bergamasca, dista circa 20 chilometri dal capoluogo orobico. Il 13 dicembre 2011 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto che conferisce a Martinengo il titolo di città. A Martinengo e nei limitrofi comuni di Palosco, Mornico al Serio e Cividate al Piano sono state girate le scene del film di Ermanno Olmi L'albero degli zoccoli, Palma d'oro per il miglior film del festival di Cannes del 1978, benché ambientate a Treviglio.

MANIFESTAZIONI
Tutte le prime domeniche del mese: Mercato dell'antiquariato sotto i portici medievali.
5 febbraio: S.Agata, festività patronale.
Autunno a Martinengo: fra settembre e novembre, oltre 50 manifestazioni, fra le quali:
-I e II domenica di ottobre: Festa del santuario della "Madonna della Fiamma". -II domenica di ottobre: concorso pittura: sezione contemporanea, sezione estemporanea -II sabato di ottobre: Palio delle Porte - Gara internazionale di atletica su strada. -III domenica di ottobre: Palio dei Cantù, con sfilata storica di 500 figuranti e corsa con asini.

DA VEDERE
Chiesa prepositurale di Sant'Agata, risalente al XIII secolo, ma rifatta completamente due secoli più tardi in stile gotico-lombardo. Successive sostanziali modifiche ne modificarono la struttura, ora in stile neoclassico, in cui spicca la facciata in marmo eseguita su progetto di Angelo Cattò. All'interno presenta una grande quantità di opere pittoriche eseguite da artisti locali, nonché stucchi ed intarsi di ottima fattura. Il tabernacolo col Cristo morto con angeli, ora alla Walters Art Museum di Baltimora venne scolpito da Martino Benzoni. Il capomastro Carlo Antonio Crivelli esegue la sopraelevazione delle volte del presbiterio il 30 marzo 1838; la Fabbriceria della parrocchiale approva i preventivi di spesa da lui presentati in base al relativo progetto dell'architetto Giacomo Bianconi.
Chiesa dell'Addolorata, risalente al termine del XVIII secolo. Un tempo adibito a sede della Congregazione dei Giovani, presenta una struttura a tre navate sormontate da piccole cupole.
Ex-monastero di Santa Chiara, edificato per volere di Bartolomeo Colleoni in seguito alla morte della moglie Tisbe Martinengo, presenta due serie di affreschi di autore anonimo di pregevole fattura (un'aula presenta una parete interamente ricoperta di affreschi quattrocenteschi attribuiti ad un ignoto “Maestro di Martinengo” che si ispirò alle opere del Mantegna; La Grande Crocifissione, centrale del registro superiore, tra i riquadri dell‘arcangelo Gabriele e della Vergine Annunciata, e, sotto, la Deposizione dalla croce tra S.Francesco alla Verna e S.Girolamo penitente sono considerati tra i primi affreschi “rinascimentali” della Lombardia). Nel 1698 lo scultore Bartolomeo Manni di Rovio vi realizza l'altare maggiore in marmo.
Chiesa di santa Maria Maddalena, citato in documenti del XV secolo ed un tempo sede della Confraternita dei Disciplini di Santa Maria Maddalena. Santuario della Madonna della Fiamma, risalente al XVII secolo.
Chiesetta di San Fermo e Rustico, di origine longobarda ma con modifiche risalenti al XV secolo.
Chiesa della Madonna della Neve, del XVII secolo.
Chiesa di San Michele arcangelo che, nonostante le ridotte dimensioni, è di origine longobarda e già citata in documenti del VII secolo.
Monastero dell'Incoronata con annessa chiesa. Edificato anch'esso per volere del condottiero Bartolomeo Colleoni, si caratterizza per la semplicità del proprio aspetto, a partire dalle linee e dai materiali di cui è composta. All'interno si possono ammirare numerosi affreschi tra cui spiccano quelli secenteschi di Pietro Baschenis.
Il centro storico del paese è un limpido esempio di borgo medievale, nel quale si sono fuse le architetture dei secoli successivi, senza snaturarne l'anima originale. Compreso all'interno di una cinta muraria dotata di terrapieni ancora visibili, presenta vie lastricate, edifici con portici molto caratteristici. In tale contesto si inseriscono:
il Castello di antichissima origine, sede delle principali istituzioni per tutta l'epoca medievale, ora in fase di restauro;
la Casa del capitano, edificio costruito nel XV secolo da Bartolomeo Colleoni, e posto addossato al fossato con una torre con bifore, l'unica ancora esistente sul territorio comunale.

ORIGINI ETIMOLOGIA E CENNI STORICI
I primi insediamenti sul territorio comunale risalgono all'epoca romana. In tal senso numerosi sono i reperti venuti alla luce tra il XIX ed il XX secolo che richiamano chiaramente la presenza di insediamenti stabili. Numerose sepolture, con annessi corredi funerari comprendenti monete, utensili e suppellettili, evidenziano tuttavia la presenza di numerose villae rusticae sparse, senza che si fosse sviluppato un vero e proprio borgo: queste infatti facevano riferimento al pagus del vicino borgo di Ghisalba. La caduta dell'impero romano portò un periodo di instabilità politica, causato dalle invasioni barbariche, durante le quali giunsero in Italia i Longobardi. Questa popolazione si stabilì sul territorio di Martinengo, come si evince dai ritrovamenti inerenti quel periodo, ed in particolar modo dal significato del toponimo: Martinengo, difatti sta a significare proprietà di Martino, con la caratteristica desinenza longobarda -engo. I nuovi colonizzatori, dopo la loro conversione al cristianesimo, vi fondarono alcuni edifici sacri dedicati al culto dei loro santi protettori, tra cui San Giorgio, Santa Agata e San Michele, ma soprattutto edificarono una cinta muraria comprensiva di castello, attorno al quale cominciò a svilupparsi un nucleo abitativo.

Il primo documento scritto in cui viene fatta menzione di Martinengo è un testamento risalente al 774, nell'epoca a cavallo tra la dominazione longobarda e quella dei Franchi. Con questi nuovi occupanti, che diedero vita al Sacro Romano Impero, si verificò lo sviluppo del feudalesimo che segnò una nova epoca per il borgo di Martinengo. Inizialmente assegnato dalla diocesi di Bergamo, venne presto messo sotto la giurisdizione della famiglia dei Gisalbertini. Questi posero la loro dimora nel castello longobardo, a cui apportarono sostanziali modifiche tra cui un fossato ed un'imponente terrapieno difensivo, a cui si poteva accedere tramite due ingressi: la Porta del Tombino (oggi porta Garibaldi) e la Porta del Bonovo (oggi porta Giovanni XXIII), rendendolo il centro della vita della popolazione. L'importanza che questa famiglia ebbe per il paese è ancora visibile nello stemma comunale in cui capeggia un'aquila rossa su sfondo oro, simbolo della famiglia, che ben presto sostituì il nome del casato con quello del paese stesso.

I conti Martinengo però, nel corso del XII secolo, decisero di trasferirsi nel vicino castello di Cortenuova, costruito in seguito alla concessione di quei territori da parte del vescovo di Bergamo Ambrogio Martinengo, loro parente. La loro partenza pose di fatto termine alla signoria nel paese, che acquisì l'autonomia comunale come testimoniato da documenti datati 1221. Questa esperienza politica ebbe vita breve, dato che Martinengo venne coinvolto nelle lotte tra guelfi e ghibellini e cominciò a gravitare nell'orbita della città di Bergamo. Il XIII secolo si caratterizzò anche per un grande incremento demografico, dovuto in gran parte all'immigrazione di numerose famiglie in fuga dal vicino territorio di Cortenuova, borgo raso al suolo da Federico II nella battaglia di Cortenuova il 27 novembre 1237. Nel XIV secolo il potere passò nelle mani della famiglia milanese dei Visconti che concesse al paese numerosi privilegi, ma lo impegnò in ulteriori scontri con la Repubblica di Venezia, intenzionata ad impossessarsi di questi territori. Le dispute terminarono con la pace di Ferrara che, il 5 maggio 1428, sancì il passaggio di Martinengo alla Serenissima, la quale diede in concessione i territori comunali al condottiero Bartolomeo Colleoni. Quest'ultimo vi costruì numerosi edifici, tra cui la Casa del Capitano, sua residenza nel paese, il monastero di Santa Chiara ed un convento francescano, nonché compì nuovi interventi sulla cinta muraria del borgo. La dominazione veneta durò, salvo qualche piccola parentesi, fino al 1797, anno nel quale vi subentrò la Repubblica Cisalpina. La nuova dominazione durò poco tempo, dal momento che già nel 1815 venne sostituita dal Regno Lombardo-Veneto, inserito nell'Impero austriaco. L'ultimo avvicendamento avvenne nel 1859 quando Martinengo, unitamente al resto della provincia bergamasca, entrò a fare parte del Regno d'Italia. Da quel momento il comune di Martinengo ha visto una progressiva trasformazione del proprio territorio da prevalentemente rurale a piccolo centro industriale.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

.