Legnano
è un comune in provincia di Milano. Situata
nell'Alto Milanese ed attraversata dal fiume Olona,
è la tredicesima città più popolosa
della Lombardia. Le origini dell'abitato sono rintracciabili
tra il XXI ed il XIX secolo a.C., periodo al quale
risalgono i più antichi reperti trovati nel
territorio del Comune. Già in epoche remote,
infatti, le colline che costeggiano l'Olona si dimostravano
luoghi abitabili. Grazie ad una storica battaglia,
Legnano è l'unica città, oltre a Roma,
ad essere citata nell'inno Nazionale. Ogni anno i
legnanesi ricordano questa battaglia con il palio
delle Contrade. Legnano si trova in un territorio
che è tra i più industrializzati e sviluppati
d'Europa. Legnano è situata lungo il corso
la valle del fiume Olona, a sud delle Prealpi Varesine.
Il suolo è principalmente composto da ciottoli,
ghiaia, sabbia e argilla. Un tempo era coperto da
uno sottile strato di humus poco adatto alla crescita
di boschi e successivamente alla coltivazione agricola,
così da essere in gran parte groana. A causa
della presenza di strati argillosi sedimentati in
corrispondenza di antichi alvei dell'Olona, il terreno
fatica ad assorbire l'acqua piovana. Il territorio
ha una superficie di 17,72 km2 ed è distribuito
su un suolo che ha un'altitudine compresa tra i 192
m ed i 227 m s.l.m..
ETIMOLOGIA
Una delle ipotesi più probabili è che
"Legnano" derivi dal latino Liciniacum,
così chiamata in onore del console romano Lucio
Licinio Crasso. Nei documenti antichi è anche
chiamata Liniano, Livian, Legniano. In latino è
conosciuta come Ledegnanum.
PARCHI
In origine il territorio legnanese era caratterizzato
dalla crescita spontanea soltanto di cespugli, data
la bassa fertilità del terreno (in Lombardia
questo tipo di habitat è conosciuto come groana).
Nel corso dei secoli, grazie al lavoro di fertilizzazione
ad opera dei contadini e alla costruzione di canali
artificiali, è stato possibile rendere coltivabile
il terreno. Un tempo, infatti, vaste aree erano coltivate
e la flora delle zone boscose era composta prevalentemente
da farnie, carpini, castagni, noccioli, platani, frassini,
quercie, pioppi, olmi, aceri ed ontani.
Per l'allevamento dei bachi da seta fu introdotto
il gelso. Oggi, a causa di malattie che falcidiarono
la pianta, la specie risulta praticamente scomparsa.
Tra il XIX ed il XX secolo fu introdotta la robinia
per consolidare le massicciate stradali e ferroviarie.
La pianta risolse anche il problema della legna da
ardere, grazie alla sua rapida velocità di
crescita, soprattutto durante le guerre. Oggi questa
pianta infestante caratterizza la natura legnanese.
Nel Comune le aree verdi più importanti sono
il parco Alto Milanese, il Parco locale del bosco
di Legnano (conosciuto anche come parco Castello o
parco di Legnano), il parco dei Mulini, il parco bosco
dei ronchi ed il parco bosco Tosi.
Il più grande fra questi è il Parco
dei Mulini, che occupa una superficie di 264 ettari
distribuiti nei comuni di Legnano, Canegrate, San
Vittore Olona, Parabiago e Nerviano, perciò
considerato come parco agricolo Sovracomunale. Nell'area
interessata, lungo il fiume, sorgono ancora oggi sei
mulini. Si tratta dei mulini Meraviglia (già
Melzi Salazar), Cozzi, Cornaggia (lungo l'Olona, adiacente
al Parco comunale del Castello di Legnano), De Toffol,
Montoli di San Vittore Olona, Galletto di Canegrate
ed un altro a valle di Nerviano. L'unico con le macine
ancora in efficienza è il mulino annesso alla
fattoria agricola Meraviglia a San Vittore Olona,
che è certamente il più antico tra i
rimasti poiché risalirebbe al XIV secolo.
Il secondo per dimensione è il Parco locale
del bosco di Legnano o Parco Castello: nato[40] negli
anni settanta, è situato accanto al Castello
di San Giorgio, al confine con i comuni di Canegrate
e San Vittore Olona. All'epoca dell'istituzione, le
piantumazioni non vennero effettuate sulla base della
flora tipica locale; per questa ragione, il parco
è ricco di conifere. Dal 1981 è stato
realizzato un esteso sistema di ruscelli, laghetti,
langhe e paludi, alimentato da acque di falda e popolato
da un numero elevato di uccelli acquatici, oltre che
da numerose specie ittiche.
Il Parco Alto Milanese è situato a nord del
comune al confine con Castellanza, Busto Arsizio e
Rescaldina. È sorto per la salvaguardia degli
aspetti naturali (flora e fauna) e lavorativi (agricoltura
e allevamento) tipici della zona in questione, avente
anche funzione di polmone verde per la popolazione.
IL PALIO
L'ultima domenica del mese di maggio avviene la rievocazione
storica della battaglia con una sfilata in costumi
d'epoca medievale per le vie della città, a
cui segue il palio delle contrade. L'avvenimento,
nato nel 1935, è anche conosciuto come Palio
di Legnano e si conclude con una gara ippica in cui
partecipano le otto contrade.
La
corsa si svolge su manto erboso nello Stadio Giovanni
Mari, ed è composta da due batterie eliminatorie
di 4 giri dell'anello, seguite dalla batteria finale
di 5 giri, che vede la sfida tra le prime 2 classificate
di ognuna delle batterie precedenti. La contrada vincitrice
del Palio ha diritto a conservare nella propria chiesa,
fino all'anno successivo, la Croce di Ariberto da
Intimiano.
Il
centro delle attività e della vita associativa
della contrada è il maniero. Qui sono conservati
i costumi e gli ornamenti utilizzati per la sfilata
del palio. Nella sfilata storica, più di un
migliaio di figuranti in costume d'epoca passano per
le vie della città fino a raggiungere il campo
sportivo, sede del palio ippico. Il corteo si chiude
con il passaggio del Carroccio, dov'è posizionata
la riproduzione della croce di Ariberto da Intimiano,
trofeo per la contrada vincitrice del palio.
Il
palio si inserisce nel contesto del "Maggio Legnanese":
una serie di eventi organizzati in città nel
periodo del Palio. Tra essi, trova un posto di assoluto
rilievo la manifestazione corale La Fabbrica del Canto,
iniziativa nata nel 1992 dall'Associazione Musicale
Jubilate. È ritenuta una delle maggiori manifestazioni
non competitive d'Europa dedicate alla musica polifonica.
ORIGINI
Fin dai tempi più antichi gli abitanti di Legnano
vissero sui margini della valle scavata dall'Olona.
Questi terreni, più alti rispetto al corso
del fiume, non erano infatti allagati dalle regolari
piene del corso d'acqua. I più rilevanti ritrovamenti
archeologici, dalla preistoria fino alla dominazione
romana, sono stati scoperti lungo i margini della
valle dell'Olona anche a causa delle inondazioni che
si sono succedute durante i secoli, che hanno trasportato
a valle i reperti. I più antichi reperti archeologici
trovati a Legnano sono dei frammenti di un vaso riconducibili
alla cultura di Remedello. Venuti alla luce tra il
1926 ed il 1928, risalgono ad un periodo compreso
tra il XXI ed il XIX secolo a.C.. Da un sito archeologico
vicino alla Strada Statale del Sempione sono stati
ritrovati dei bronzi risalenti alla dominazione celtica,
databili tra il IV ed il I secolo a.C. (la cosiddetta
cultura di La Tène). I più importanti
reperti di epoca romana furono scoperti nel 1925 in
una necropoli nella zona est della città. Si
trattava di monete, piatti, coppe, bicchieri, balsamari,
specchi, utensili in ferro. Altre tombe risalenti
allo stesso periodo sono state trovate nel 1985 vicino
al centro storico e nel 1991 durante i restauri della
chiesa di Sant'Ambrogio. In un altro scavo archeologico
sono stati portati alla luce oggetti di tarda età
romana. Il corredo era formato da ciottoli, coltelli,
rasoi e fibbie. Tutti questi oggetti sono esposti
nel Museo civico di Legnano.
CENNI
STORICI
Il primo documento pervenuto sulla storia di Legnano
riguarda il quartiere di Legnanello (o Legnarello).
Si riferisce ad una permuta di terreni situati nella
piccola frazione ed è datato 23 ottobre 789.
Sembra che il rione esistesse già nel 687,
quando ebbe inizio la celebrazione della benedizione
e dell'offerta delle candele, introdotta da Papa Sergio
I, che si officiava ogni 2 febbraio.
Nel medioevo Legnano era divisa in due parti. La prima,
sulla riva destra dell'Olona, comprendeva l'abitato
principale e corrisponde all'attuale centro della
città (conosciuta, fino all'inizio del XX secolo,
come Contrada Granda, in dialetto legnanese). La seconda,
Legnanello, si trovava sulla riva sinistra del fiume
(da quest'ultima è derivato il nome della contrada
di Legnarello). L'abitato principale si sviluppò
con una pianta con forma allungata lungo un'importante
strada, che ne costituiva l'asse principale attraversandolo
da nord a sud. Proveniente dalla valle dell'Olona,
questa via di comunicazione attraversava Castellanza,
Legnano, l'odierno quartiere "costa di San Giorgio"
e proseguiva verso Milano. Nei punti in cui questa
strada entrava e usciva da Legnano si trovavano due
porte, di cui una, detta «porta di sotto»,
esisteva ancora nel XIX secolo. Era situata nell'attuale
corso Magenta, poco più avanti dell'ingresso
di Palazzo Leone da Perego.
Già
nel medioevo Legnano non era considerato un villaggio,
bensì un borgo, denominazione riservata ai
paesi dotati di un mercato e di una fortificazione.
Queste infrastrutture in genere sorgevano nei centri
più popolosi e servivano anche i centri limitrofi.
Nel 1549 la popolazione, decimata dalle epidemie di
peste del 1529 e del 1540, era di 576 abitanti, distribuiti
in 184 famiglie. Già in questi secoli l'agricoltura
legnanese era molto variegata. Le principali colture
erano cereali (miglio e frumento), la vite ed il gelso,
che è alla base dell'allevamento dei bachi
da seta.
Oltre
alla coltura di cereali, l'economia legnanese si basava
anche sull'allevamento del bestiame e l'artigianato.
Durante
il Rinascimento Legnano fu dominata da diverse famiglie
nobiliari. Le principali furono i Lampugnani, i Vismara,
i Visconti, i Crivelli, i Maino ed i Caimi. Nel corso
del XV secolo Legnano si arricchì di molte
abitazioni nobiliari, oltre al Castello di San Giorgio
ed al Palazzo Leone da Perego. Una di esse si trovava
a Legnanello tra l'attuale strada statale del Sempione
(anticamente conosciuto come "strada magna")
e l'Olona, dove ora si trova il largo Franco Tosi:
si trattava di una casa ampia e circondata da giardino,
con un ingresso sulla strada che scendeva al fiume.
L'edificio originale, che apparteneva a Oldrado Lampugnani,
è stato demolito nel 1927. Il Comune lo fece
ricostruire in corso Garibaldi, ed ora è sede
del Museo civico.
Al
periodo seguente la Controriforma risale la costruzione
dei conventi e della maggior parte delle chiese: le
famiglie nobiliari dell'epoca facevano infatti a gara
per accattivarsi il favore degli arcivescovi milanesi
o per legare il proprio nome in opere di beneficenza
o dirette alla comunità. Per quanto riguarda
i conventi, nel borgo si trovavano due importanti
monasteri: uno maschile, intitolato a Santa Maria
degli Angeli, detto comunemente Sant'Angelo, ed uno
femminile, intitolato a Santa Chiara.
L'elemento caratterizzante dei secoli XVIII e XIX
fu la costruzione di molti mulini ad acqua lungo l'Olona.
Nel periodo di massima espansione dell'attività
molinatoria si potevano contare diciassette mulini
che sfruttavano la forza motrice del fiume. Gli ultimi
sette sono stati demoliti tra il XIX ed il XX secolo
dalle grandi industrie cotoniere legnanesi per essere
sostituiti da impianti più moderni, che sfruttavano
la forza motrice del fiume con maggior efficienza.
I
bassi redditi che offriva l'economia agricola e d'allevamento
spingeva i contadini ad integrare il lavoro nei campi
con altre attività, alle quali si alternavano,
durante il giorno, le donne di casa. Alla sera i contadini
legnanesi si trasformavano in filatori e tessitori
di cotone, di lana e di seta, oppure in tintori.
Durante
l'epoca napoleonica fu potenziata un'opera che risulterà
decisiva, insieme alle attività artigianali
sopraccennate, per la nascita delle industrie. Il
governo potenziò infatti la strada del Sempione,
già esistente, che collegava Milano con Parigi
sul tragitto Rho - Legnano - Gallarate - Arona - Domodossola
- Briga, attraversando le Alpi al passo del Sempione.
Questa importante via di comunicazione contribuì
notevolmente anche ad accrescere l'importanza strategica
di Legnano, seconda stazione di posta da Milano.
Nel
XIX secolo l'Amministrazione comunale di Legnano era
governata dai grandi proprietari terrieri e da esponenti
della borghesia più abbiente. Era spesso costretta
ad intervenire per dettare norme in materia di agricoltura,
pascoli e tutela dei terreni, e per risolvere le accese
dispute tra gli agricoltori ed i mugnai, specialmente
in periodi di magra dell'Olona.
Il
16 giugno 1862, da un balcone di un edificio ora non
più esistente (nel luogo ora si trova la sede
centrale della Banca di Legnano), Giuseppe Garibaldi
esortò i legnanesi alla costruzione di un monumento
a ricordo della famosa battaglia del 29 maggio 1176.
L'opera fu poi inaugurata nel 1900.
Nel
1882 ci fu una disastrosa esondazione dell'Olona:
per le coraggiose e filantropiche azioni dei suoi
abitanti, come si può leggere nella motivazione
dell'onorificenza, a Legnano fu conferita la Medaglia
d'oro al valor civile.
L'industrializzazione
di Legnano è avvenuta tra il 1820 e il 1880.
Le tradizioni di artigianato e di manifattura domestica,
praticata per integrare il lavoro nei campi, ebbero
un peso determinante per la nascita dell'industria
nella città. Nella seconda metà del
secolo si ebbe la seconda fase della rivoluzione industriale
di Legnano, che portò alla nascita delle fabbriche
tessili e di quelle meccaniche. Diverse filature nate
nei primi decenni del XIX secolo si trasformarono
in vere e proprie industrie. Alcune di esse diventarono
tra i principali cotonifici lombardi. Le macchine
utilizzate nell'industria tessile, sempre più
efficienti e quindi complesse, comportavano la necessità
di disporre dell'attrezzatura per la manutenzione
e di rapidità nelle riparazioni. Di conseguenza,
negli ultimi decenni del XIX secolo nacquero le prime
industrie meccaniche di Legnano, che costruivano e
riparavano macchinari tessili. Successivamente si
raggiunse una produzione più ampia nel settore
meccanico: nel 1876 Eugenio Cantoni assunse l'ingegnere
Franco Tosi, appena rientrato da un periodo di tirocinio
in Germania, quale direttore della sua azienda.
Dopo
la guerra Legnano fu colpita, come il resto dell'Italia,
dalla forte recessione economica conseguente il conflitto.
Mancavano gli alimenti fondamentali, il trasporto
pubblico era ridotto al minimo e le strade erano dissestate.
Il 2 giugno 1945 si riunì, per la prima volta
dopo la dittatura fascista, la Giunta comunale, con
Sindaco Anacleto Tenconi. L'avvio della democrazia
e della ricostruzione dopo le distruzioni della guerra
fu lento e faticoso.
Normalizzatasi
anche la politica nazionale, l'economia di Legnano
riprese a crescere, riprendendo il vigore economico
del periodo precedente alla seconda guerra mondiale.
Durante la forte crescita economica dell'Italia nel
periodo del boom economico, Legnano si assicurò
tra il 1951 e il 1961, il più alto indice di
occupati nell'industria in rapporto alla popolazione
tra i Comuni lombardi (65,2%), seconda dopo Sesto
San Giovanni. Nella seconda metà del XX secolo
molte delle grandi aziende citate chiusero i battenti.
L'unica industria citata ancora attiva è la
Franco Tosi, specializzata nella produzione di turbine.
L'età
d'oro dell'industria legnanese iniziò all'inizio
del XX secolo e terminò negli anni sessanta
dello stesso secolo. La crisi peggiorò progressivamente
danneggiando l'economia, l'occupazione e il tessuto
industriale. Molte aziende chiusero, soprattutto nel
tessile, nell'abbigliamento e nella calzatura, e molte
altre furono coinvolte in un processo di ridimensionamento,
come ad esempio la Franco Tosi. Si tentò quindi
di puntare al settore terziario. Questi campi alternativi
non portarono però a un tasso di sviluppo sufficiente
a sopperire delle attività industriali. Iniziò
allora una fase caratterizzata dalla nascita di piccole
aziende. Tali processi continuano tuttora.
Legnano,
con la zona circostante, è ancora oggi tra
le aree più sviluppate ed industrializzate
d'Europa.