Gussago
è un comune di 16.682 abitanti della provincia
di Brescia. Il territorio è caratterizzato
dai rilievi collinari che circondano l'abitato.
ETIMOLOGIA
Stando al Mazza (1986), il toponimo deriverebbe dal
latino Acutianus la cui radice proverrebbe dal personale
romano Acutius. La presenza di quest'ultimo nome è
attestata da quattro lapidi romane scoperte attorno
a Brescia. Dai documenti databili tra il X e il XIII
secolo, il paese erano noto come Gixiago, Gussiacho
e Gussiago, mentre nel XIV secolo è attestata
la forma Guxago. Nel X secolo è invalso l'uso
di Guxagum.
DA
VEDERE
Tra i tanti edifici di interesse storico, spiccano
le numerose chiese e conventi che popolano il territorio,
prima tra tutte la Santissima, antico convento domenicano
eretto nel 1479 che domina l'intero paese dall'alto
del colle Barbisone e che fu dimora per anni del pittore
Angelo Inganni. La chiesa è diventata negli
anni il simbolo del paese. Tra le altre vi è
poi la chiesa di San Rocco posta su di un'altura che
conduce tramite il Sentiero delle Croci al santuario
della Madonna della Stella, che sorge sul confine
dei Comuni di Gussago, Concesio e Cellatica. La chiesa
parrocchiale è invece dedicata a S. Maria Assunta
e risale alla seconda metà del Settecento.
Essa domina con l'imponente scalinata, Piazza Vittorio
Veneto, diventando il cuore sociale della comunità,
attorno a cui ruota la manifestazione più importante
del paese: la festa dell'uva. Gussago presenta scenari
suggestivi, grazie al gioco tra antichi sentieri e
le numerose alture: il punto più alto del paese
è Quarone (Quarù), da cui si snoda un
ruscello ed il sentiero recentemente sistemato. Vi
è poi anche la vecchia strada che da Casaglio
porta in cima al rilievo che fa da confine naturale
tra i comuni di Gussago e Cellatica, dove sono presenti
numerosi resti di muri e scalcinàcc, ovvero
portali antichi costruiti per le proprietà
private nei campi; lo stesso sentiero è un'alternativa
per raggiungere il Santuario della Stella.
La Santissima
La Santissima ha sempre rappresentato per i Gussaghesi
il simbolo stesso della comunità nel quale
identificarsi, ma è soprattutto l'antico convento
domenicano, che troneggia sulla cima del colle Barbisone
con i suoi merletti e le sue torri, a catturare di
giorno lo sguardo e ad offrirsi di notte come stella
cometa che indica la via del ritorno, emozionando
per le sue sembianze fiabesche. Non esistono attualmente
documenti che ci confermino la data di fondazione
dell'edificio intitolato alla Santissima Trinità,
le ricerche degli specialisti fanno pensare però
al tardo Medioevo. Una prima ipotesi si basa sulla
conoscenza del fatto che la festa della Santissima
Trinità è ufficialmente sancita dalla
chiesa romana nel 1331 da papa Giovanni XXII, anche
se la tradizione vuole che tale devozione fosse fervorosamente
caldeggiata già da Carlo Magno su suggerimento
di Alcuino. La seconda data è il 1423, anche
se relativa ad un'importante decorazione dell'interno
della chiesa e quindi pensabile cronologicamente posteriore
alla posa della prima pietra. L'esistenza di una chiesa
rurale "in monte de Barbisono" nel territorio
di Gussago è attestata per la prima volta da
un'indulgenza emanata nel 1460 da papa Pio II "Pro
loco Trinitatis Gussagi". Nei documenti la chiesa
è detta di antico giuspatronato della Comunità
di Gussago; si tratta quindi di una "chiesa civica"
sorta fuori dai poteri monastici presenti al tempo
ma per volere della gente semplice che vi sale a pregare
e a chiedere protezione per il vivere quotidiano.
Con bolla di papa Sisto IV, in data 2 maggio 1479,
la "ecclesia Sanctissimae Trinitatis de Guzago"
è affidata all'ordine dei frati Domenicani
che, restaurata la chiesa, costruirono il Convento
e i locali per i contadini. Il convento gussaghese
aveva la duplice funzione di presenza religiosa e
di centro di rifornimento di prodotti agricoli per
il grande convento della città di Brescia.
Per più di tre secoli questo fu luogo di preghiera
e di attività connessa a varie coltivazioni;
ospizio di salubre soggiorno contro le pestilenze,
in quanto dal 1478 Brescia fu colpita dalla peste
chiamata "mal de zuchèt o del mazuch",
causando la morte di 30.000 persone. Nell'anno 1580
vi è la visita apostolica del cardinale Carlo
Borromeo da Milano, in cui rimarca la bellezza e la
pace del luogo, ideali per pause di ristoro e di riflessione
dei frati predicatori. In seguito alla rivoluzione
del 1797, nella quale Brescia si staccò dalla
Serenissima con decreto del Governo Provvisorio del
Sovrano Popolo Bresciano, il convento venne assegnato
all'Ospedale Maggiore di Brescia. Nel tempo la Santissima
viene messa in vendita e nel 1823 viene acquistata
dal miniaturista Giovanbattista Gigola che la condivideva
con gli amici Luigi Basiletti e Angelo Inganni. Il
Gigola incaricò Rodolfo Vantini della trasformazione
dell'austero convento tramite finestre ogivali in
stile gotico, i merli ghibellini posti a ornamento
dei cornicioni del tetto, le torrette poste agli angoli
della facciata. Il Gigola nominò erede l'Ateneo
di Brescia, lasciandone l'usofrutto alla giovane moglie.
La vedova Aurelia Bertera sposò in seconde
nozze il pittore bresciano Angelo Inganni e con lui
abitò la Santissima come casa di villeggiatura.
Quando però nell'aprile del 1855 la Bertera
muore, l'Ateneo chiede a Inganni la restituzione della
proprietà o l'affitto. Nel settembre dello
stesso anno tuttavia l'amico Paolo Richiedei acquista
la Santissima e la concede in beneficio al pittore
ed alla sua nuova moglie, l'allieva Amanzia Guérillot.
Una sua Deposizione del 1858 è esposta alla
chiesa parrocchiale. Alla morte di Inganni la Santissima
rientra nella gestione dell'ingente patrimonio del
nobiluomo, il quale con il suo testamento redatto
nel 1860 lega il castello all'Opera Pia Richiedei
disponendo l'erezione di un "Ospedale per i malati
poveri" e di una "Casa di Ricovero per i
vecchi poveri", nel comune di Gussago, in contrada
Villa. Le recenti opere, volute dall''Opera Pia Nobile
Paolo Richiedei, hanno arrestato il degrado dell'edificio
e l'hanno restituito alle forme neogotiche che il
Vantini le aveva conferito all'inizio del secolo scorso.
Posta a fianco dell'ingresso carraio dell'ex convento
della Santissima, la cappella campestre presenta una
struttura architettonica semplice ma di armoniche
proporzioni, l'affresco con la Deposizione dalla Croce
fu eseguito da Angelo Inganni verso il 1860, denominata
Santella dell'Inganni. Nel 1991 si è provveduto
a riparare il tetto ed a consolidare le strutture
murarie; nel 1999 è stato predisposto l'attuale
sistema di illuminazione.
ORIGINI
E CENNI STORICI
In località Navezze sono state rinvenuti degli
avanzi di vertebrati di epoca quaternaria e si presume
l'esistenza di un tracciato preistorico, proveniente
dall'attuale Brescia e che percorreva a mezza costa
il territorio comunale toccando le attuali località
di Fantasina, Caporalino e Ronco, destinato a Iseo
e al territorio bergamasco. Testimoniano la presenza
romana sei lapidi, di cui una dedicata al dio Nettuno
e due grandi capitelli, ornamento di una villa romana,
questi ultimi rinvenuti presso la canonica della frazione
di Ronco. Durante quell'epoca Gussago fu pago e fu
attraversato dall'importante strada Bergamo-Verona.
La Pieve fu istituita nel secolo VIII come testimonia
l'unico reperto sopravvissuto dell'antico edificio
ecclesiale: il pulpito di Mayorans (o Mavioranus)
che un
tempo faceva parte di un sarcofago di forme barbariche,
forse longobarde, e che ora è utilizzato come
ambone nella pieve di Santa Maria a Pié del
Dosso. La presenza dei Longobardi è attestata
anche da una tomba scoperta in località Sale
al cui interno è stato trovato un frammento
di scudo e una catenella. Durante il IX secolo, gli
imperatori franchi donarono numerosi fondi nei pressi
di Gussago al monastero benedettino di Leno il quale
mantenne fino al XVII secolo il privilegio di nominare
il prevosto del paese. Come fundus Gussiago e colonia
del monastero è nominato in un diploma emesso
nel 958 dai Re d'Italia Berengario II e Adalberto
II. Come fundus dell'abbazia lenese è accennato
in documento successivi. Stando ad un documento del
960, il monastero di Santa Giulia possedeva una masseria.
Il 15 luglio 937 l'Imperatore Corrado II diede in
giurisdizione al Vescovo di Brescia il Territorium
Civitatis al quale apparteneva anche Gussago. Durante
il XII secolo, Papa Onorio II assegnò delle
proprietà ecclesiali presso la frazione di
Sale, che nel X secolo risultavano di proprietà
della famiglia dei Sala, al Capitolo della Cattedrale
di Brescia il quale costituì successivamente
un beneficio. Nel 1311 il castello fu fortificato
dai Guelfi allo scopo di contrastare l'avanzata dei
Ghibellini e dell'Imperatore Enrico VII. Due anni
dopo, presso la pieve di Santa Maria fu siglato un
trattato di pace tra le due forze politiche, grazie
al quale i rappresentanti fuorisciti poterono rientrare
a Brescia. Stando all'Estimo Visconteo del 1385, Gussago
era comune capoquadra. Nel XV secolo, durante le lotte
fra i Visconti e la Repubblica di Venezia per il controllo
del territorio bresciano, il paese fu centro dell'iniziativa
denominata Congiura di Gussago. Ordita da Pietro Averoldi
e Pietro Avogadro e sostenuta da alcuni nobili gussaghesi
guelfi e sostenitori di Pandolfo Malatesta, la congiura
sostenne armata le truppe del Carmagnola al suo ingresso
a Brescia nel 1425. Nel 1438, le truppe viscontee
comandate da Niccolò Piccinino occuparono il
paese, danneggiandolo. L'anno seguente il condottiero
perugino riparò nuovamente a Gussago, oltre
che a Cellatica, a seguito del fallito assedio a Brescia;
anche in questa occasione procurò notevolissimi
danni. Stabilizzato il dominio sul territorio bresciano,
la Repubblica di Venezia riconobbe a Gussago particolari
privilegi, premiando in questo modo le iniziative
volte a suo favore nei decenni precedenti. Fu confermato
il suo ruolo di comune capoluogo di quadra, la quale
assieme a quella di Rovato formava la Franciacorta.
Quest'ultima godeva delle stesse esenzioni che la
Serenissima riconobbe alla Val Trompia e alla Val
Sabbia, tuttavia, essendo parte del cosiddetto Territorio,
era comunque tenuta al pagamento delle tasse dei soldati.
Il comune di Brescia, che nei secoli precedenti era
subentrato al Vescovo per l'amministrazione del Territorium
Civitatis, entrò in conflitto con la municipalità
gussaghese per la creazione di un vicariato (1450).
A seguito della pacificazione definitiva della zona,
grazie alla Pace di Lodi, la Serenissima confermò
i privilegi al comune del paese, riducendo i poteri
di quello di Brescia sopra di esso. Il periodo di
pace consentì la costruzione della Pieve di
Santa Maria sull'edificio plebano preesistente (XV
secolo) e la costruzione di Palazzo Caprioli a Sale
(XVI secolo). Il comune si mantenne capoluogo di quadra
sia nel 1610, come testimonia il Catastico Bresciano
di Giovanni da Lezze, sia nel 1764, come dimostrato
dalla Descrizione Generale redatta in quell'anno.
Secondo gli studi di Annibale Marchina (1989), nel
1765 Gussago risultava essere suddiviso in tre contrade
(Casaglio, Navezze e Villa) ognuna delle quali forniva
dodici consiglieri. Sul finire del XVIII secolo è
attestato l'avvio dei lavori di costruzione dell'attuale
parrocchiale. Durante la breve esperienza della Repubblica
bresciana (marzo 1797) il comune di Gussago fu inserito
nel Cantone di Garza Orientale e ad esso rimase assegnato
con il passaggio di questa nel Dipartimento del Mella
della Repubblica Cisalpina (novembre 1797). Nel primo
riassetto amministrativo di questa istituzione napoleonica
(maggio 1798) divenne capoluogo del Distretto delle
Vigne, mentre in quello successivo (21 vendemmiaio
anno VII Repubblicano) fu inserito nel Distretto del
Garza Orientale. Fu in questa occasione che il comune
fu ribattezzato Gussago con Civine: è comunque
probabile che la frazione di Civine facesse già
parte del comune durante la Repubblica di Venezia.
Nell'ultimo riassetto della Repubblica Cisalpina (1801),
il comune fu assegnato al Distretto I di Brescia e
in tale veste si mantenne con la tramutazione di Cisalpina
in quella Italiana. Con la riorganizzazione del napoleonico
Regno d'Italia, la municipalità fu ribattezzata
Gussago con Ronco e fu inserita nel Distretto I di
Brescia a sua volta appartenente al Cantone I avente
medesimo capoluogo. Nel 1810, l'ennesima riforma amministrativa
napoleonica fece aggregare i soppressi comuni di Padergnone
e Brione al territorio comunale di Gussago con Ronco.
A seguito del Trattato di Vienna e dell'assegnazione
del territorio bresciano al Regno Lombardo-Veneto
(1815) il comune di Gussago con Ronco fu inserito
nel Distretto I di Brescia della Provincia di Brescia.
In tale organizzazione amministrativa si mantenne
anche a seguito delle riforme del 1844 e del 1853.
La municipalità fu coinvolta nelle lotte risorgimentali.
Durante l'insurrezione del 22 marzo 1848 il comune
fornì cinquanta fucili a Brescia, mentre l'anno
seguente durante le Dieci Giornate, da Gussago partirono
ottanta uomini per combattere nelle barricate. A seguito
della Pace di Zurigo e dell'assegnazione delle province
lombarde al Regno di Sardegna, prima a titolo temporaneo
e poi in maniera definitiva (1859 e 1860), il comune
fu assegnato Mandamento III di Brescia appartenente
al circondario I della provincia di Brescia. In tale
occasione riassunse l'antico nome di Gussago. Nel
secondo dopoguerra, il paese ha visto quasi raddoppiare
la propria popolazione, passando dagli 8159 abitanti
del censimento 1951 agli oltre  15000  015.000,
raggiunti nel primo decennio del XXI secolo.