Grassobbio
è un comune della provincia di Bergamo, situato
sulla destra orografica del fiume Serio, a circa 7
chilometri a sud-est del capoluogo orobico.
DA VEDERE
In ambito naturalistico, il paese è inserito
nel Parco del Serio, recentemente interessato da numerosi
interventi volti a riqualificarne il territorio, tra
cui la realizzazione di una pista ciclopedonale ed
il recupero degli argini del fiume.
Molto importante in ambito storico è anche
ciò che resta del castello medievale, identificato
in un edificio rustico posto a sud del centro abitato,
nel quale si possono ancora riconoscere elementi della
vita di allora.
Degno di nota è anche il settecentesco Palazzo
Belli, una grande costruzione residenza del Conte
Giampaolo Belli, ora sede della Biblioteca Comunale
e del Museo della Guerra. Sono conservate al suo interno
alcune sale dall'alto valore artistico.
In località Padergnone è inoltre presente
un edificio settecentesco, ai tempi rinomata residenza
nobiliare dotata di opere di valore e di un grande
parco.
Notevole è anche il Santuario dedicato a Santa
Maria Assunta, all'interno dell'oratorio, del 1250,
contenenti pregevoli opere di scuola bergamasca.
Rilevante è la Nuova Chiesa dedicata alla Santa
Famiglia in costruzione nelle adiacenze del santuario.
Infine merita menzione la chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro:
edificata nel 1295 e successivamente rifatta in seguito
allo straripamento del Serio nel 1646, presenta al
proprio interno una serie di opere pittoriche di artisti
locali dall’alto contenuto artistico.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini di questo paese risalgono all'epoca romana,
quando vennero insediati piccoli accampamenti considerati
luoghi di avvistamento nonché avamposti difensivi
della città di Bergamo. A suffragare questa
ipotesi vi sono alcuni ritrovamenti di lapidi ed iscrizioni
funerarie, che lasciano intendere che questo insediamento
fosse interessato dal passaggio di una via che metteva
in comunicazione la pianura bergamasca con la val
Seriana. Al termine della dominazione romana si pensa
che Grassobbio abbia attraversato una fase di spopolamento,
come si evince dall’assoluta mancanza di reperti
e di riferimenti scritti. Il primo documento che ne
attesta l’esistenza risale addirittura al 1186,
quando viene menzionato in un atto redatto per conto
dell’imperatore Federico Barbarossa. Fu in questo
periodo medievale che il borgo venne interessato da
un consistente sviluppo abitativo e demografico, favorito
dalle migliorate condizioni economiche. Tuttavia in
ambito sociale e politico venne investito dalle lotte
fratricide tra guelfi e ghibellini, che imperversavano
in quasi tutta la provincia bergamasca. A tal proposito
dovette dotarsi di edifici fortificati, tra cui un
castello, volti alla difesa del territorio e degli
abitanti. La situazione ritornò alla normalità
soltanto all’inizio del XV secolo, quando irruppe
la Repubblica di Venezia che, grazie ad una serie
di interventi mirati, riuscì a ristabilire
un equilibrio sociale ponendo fine alle lotte ed a
risollevare l’economia, favorendo lo sviluppo
agricolo. Tuttavia la popolazione visse ancora momenti
di grande difficoltà, tra cui alcune epidemie
di peste (la più devastante nel XVII secolo),
carestie e straripamenti del fiume Serio, che distrusse
parte del centro abitato nel 1646 e nel 1920. I secoli
successivi videro l’arrivo della dominazione
francese al termine del XVIII secolo, a cui poi subentrarono
gli austriaci, per poi passare definitivamente al
Regno d'Italia nel 1859, senza che nel paese di Grassobbio
avvenissero episodi di rilevanza politica. Soltanto
a partire dalla seconda metà del XX secolo
il territorio comunale ha visto una progressiva trasformazione
economica, che lo ha portato ad abbandonare l’anima
rurale che lo aveva contraddistinto per secoli, per
trasformarsi in piccolo centro industriale, a cui
margini sorge l’aeroporto di Orio al Serio,
con un grande sviluppo demografico ed edilizio.
ETIMOLOGIA
Potrebbe essere un diminutivo di grasso, nel senso
di "ben coltivato" con l'aggiunta del suffisso
-ubulus.
MUSEI
Museo delle Guerre.