Edolo
Lombardia

Edolo è un comune della Lombardia nella provincia di Brescia. Il paese di Edolo sorge all'inizio dell'Alta Val Camonica, alla confluenza con la Val di Corteno, lungo la Linea Insubrica. Ad Edolo è attiva una stazione meteo gestita in collaborazione con il Centro Meteorologico Lombardo. Al centro dell'abitato di Edolo confluicono la Strada statale 42 del Tonale e della Mendola e la Strada statale 39 del Passo di Aprica. La stazione di Edolo si trova in località nella zona più occidentale del paese. È il capolinea della linea Brescia-Iseo-Edolo. Nel territorio di Edolo è presente un'importante centrale idroelettrica di proprietà dell'Enel, principale impianto di questo tipo d'Italia e uno tra i maggiori d'Europa.

EDIFICI STORICI
Chiesa di San Giovanni Battista, di origine antica, ricostruita nel XVI secolo. All'interno affreschi di Paolo da Cailina (il giovane)
Parrocchiale di santa Maria Nascente, la pieve di Edolo-Mù, una delle più antiche della Valle Camonica, ristrutturata nel XVII secolo. All'interno ancona e paliotto di Pietro Ramus, e affreschi di Paolo da Cailina (il giovane). Possiede il campanile più alto della Valle Camonica (68 mt).
Chiesetta di San Clemente alla Costa, in località Costa, a nord di Edolo. Sarebbe qui esistito un tempo un Idolo pagano dedicato a Saturno, da cui proviene il nome Edolo (in latino: Iduli). La struttura è del X-XI secolo, rimaneggiata nel XVI.
Chiesa di San Sebastiano, del XV secolo.

ORIGINI E CENNI STORICI
La domenica 15 marzo 1299 Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi, inizia da Mù la stesura dei beni vescovili in Valle Camonica. Nel pomeriggio sarà ad Edolo dove riceverà le delegazioni di Incudine, Corteno, Cortenedolo e Vezza.
In paese è accolto dai presbiteri della pieve di Edolo-Mù: Ventura di Niardo, Alberto de Beldieis, e dall'assemblea dei vicini di Edolo. I due consoli giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta. Vi sono 30 manenti. Viene vietato di erigere turim vel domum de batalia sine licentia episcopi. Inoltre Mù, Sonico ed Edolo dovevano provvedere al servizio di guardia del castello di Mù con due uomini giornalieri.
Nel 1371 si firma presso la casa dei Federici di Edolo un accordo tra i pastori di Mù e quelli di Dalegno che vietavano loro di accedere alle malghe sul monte Avio.Il 15 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Edolo Giovannino Gaioni, di Edolo.
Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Edolo,Bottino di Giovanni da Edolo e il notaio Ottobono da Saviore, si schierarono sulla sponda ghibellina.
Il 9 aprile 1411 Giovanni Federici viene ricompensato da Giovanni Maria Visconti di Milano della Contea di Edolo e Dalegno, separata dalla Comunità di Valle Camonica.
Tra il 1521 ed il 1526 Edolo è colpito dalla peste. I terrazzani della vicinia si rivolsero a Dio proibendo le maschere (sotto proclama del giusdicente di Breno), con multe e pene detenetive fino a due mesi, si proibirono le armi; si proibirono i balli privati quanto pubblici. Nel 1523 la peste non diminuiva, quindi si impose, pena un grosso d'argento, di partecipare, almeno un membro per famiglia, alle processioni che si tenevano ogni venerdì di gennaio e febbraio. Cessata infine nel 1526 si elessero guardie fidate che vigilassero gl'ingressi degli infetti al paese presso i confini con Monno, nella contrada della Croce, in via Piana, ut conservetur munda et nitida a morbo.
Il 7 agosto 1558 la Vicinia di Edolo confina, con una curiosa deliberaziona, le Rughe (dei vermi) lontani dai campi coltivati. Le Rughe possiedo pure un loro avvocato difensore, tale Bernardo di Fonatti.
Colpito duramente dalla paste del 1630, i cadaveri erano così tanti che venivano sepolti troppo in superficie, tanto che i lupi affamati ne facevano strazio dei cadaveri. Tra il 2 luglio 1630 ed il 5 febbraio 1631 morirono 720 persone.
Il ponte che metteva in contatto Capo di Ponte di Mù ed Edolo fu soggetto a pedaggio per tutto il medioevo, prima dai Federici, poi, sotto il dominio veneziano, dai Griffi di Losine. Venne abolito solo nel 1836 dal governo austriaco.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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