Dairago
Lombardia

Dairago (Dairagh o Dairàa nei dialetti bustocco e legnanese) è un comune situato nella città metropolitana di Milano, in Lombardia, a circa 32 chilometri a nord-ovest dal capoluogo, nell'alta pianura al limite con la provincia di Varese, in un territorio ancora in parte coperto da boschi, non lontano dai fiumi Olona (che scorre a 5 chilometri a levante) e Ticino (distante 10 chilometri a ponente).

ETIMOLOGIA
Composto dall'unione di ad e Alliariacum, deriva probabilmente dal nome latino di persona Alliarius con l'aggiunta del suffisso -acus.

IL PALIO DELLE CONTRADE
Il Palio delle Contrade è una manifestazione ludica, culturale e sportiva nata nel 1981. A cadenza annuale in un primo tempo, è ora scandito con ritmi biennali. Il palio dairaghese vede fronteggiarsi le quattro contrade o rioni in competizioni che spaziano dallo sport classico ai giochi della tradizione sino alle più artistiche espressioni del concorso fotografico, dai murales a tema libero alla costruzione di un carro a tema che consiste nella riproposizione di ambienti tradizionali e scene del passato. La gara più rappresentativa, insieme con la staffetta dei bambini che si tiene la domenica conclusiva, è la corsa con gli asini per le vie del paese, prima gara della manifestazione, che si tiene appena dopo la conclusione della sfilata d'apertura. Il palio dura una settimana, ma la preparazione costa lavoro e sforzi per quasi l'intero anno della manifestazione stessa a tutte le quattro contrade partecipanti:

Solid orange.pngSolid blue.png "Madona in Campagna", zona sud est
Solid white.pngSolid green.png "San Ginis", zona sud ovest
Solid white.pngSolid red.png "A Monda", zona nord est
Solid blue.pngSolid white.png "A Kruzeta", zona nord ovest

Le quattro contrade prendono il nome da simboli realmente esistenti sul territorio dairaghese e con un significativo valore storico al quale si ricollegano per cultura e tradizione le contrade stesse: la Madona in Campagna deve la sua denominazione all'omonimo santuario, storica meta di pellegrini e viandanti; il "San Ginis" è invece ispirato al Santo Patrono della storica chiesa parrocchiale sorgente sugli antichissimi resti di una chiesa romanica; la "Monda" spiega nel nome stesso la sua origine "contadina", zona di campi coltivati dalle Mondine appunto; infine la Kruzeta, dalla piccola croce posta da quasi un secolo su di una maestosa robinia al confine con la Dairago dei campi.

Dopo la conclusione dei giochi, l'ultima domenica, l'amministrazione comunale premia la contrada vincitrice con l'assegnazione e la consegna del Palio vero e proprio, un labaro giallo con i simboli del comune e delle quattro contrade che prendono parte alla manifestazione. La contrada vincitrice conserva il drappo per i due anni seguenti, solitamente esponendolo nei punti più in vista della contrada, per poi restituirlo all'amministrazione comunale dopo la sfilata di apertura del Palio successivo.


CHIESA DI SAN GENESIO
La chiesa di San Genesio fu chiesa capopieve della pieve di Dairago fino alla sua soppressione nel 1972. Le origini di un edificio di culto dove oggi sorge la chiesa si posso ritrovare già in epoche remote: durante gli scavi archeologici effettuati nel 1997, sotto il pavimento dell'edificio attuale è stato rinvenuto un sacello pagano, probabilmente dedicato al padre degli dei come testimoniato dall'ara, rinvenuta alla fine del XIX secolo, intitolata a Giove Ottimo Massimo. Il piccolo sacello, dopo l'evangelizzazione della zona, fu trasformato in un edificio paleocristiano di cui rimane, sempre sotto l'attuale chiesa, la base circolare e qualche frammento del pavimento in marmo. Insieme al sacello furono ritrovate anche numerose sepolture che fanno pensare all'esistenza di un'intera area sacra. Tra i ritrovamenti, sono di notevole interesse le fondamenta dell'abside semicircolare, della navata e del nartece della pieve romanica risalente a prima dell'XI secolo. Sopra a queste fondazioni nel XII-XIV secolo fu edificata la chiesa medievale orientata, secondo le usanze dell'epoca, con l'ingresso a ovest e l'altare a est. Il primo ampliamento della chiesa medievale fu voluto dal cardinale Giuseppe Archinto nel 1703: l'aula fu ampliata sul lato meridionale per permettere la costruzione della cappella della Vergine del Rosario. Nel 1785 Giorgio Olgiati portò a compimento la cappella del Crocifisso, edificata per accogliere un crocifisso ligneo intagliato tra il XVII e il XVIII secolo. L'edificio attuale risale invece alla fine del XIX secolo: nel 1877-78 l'edificio medievale fu completamente riorganizzato con la costruzione di una nuova campata verso ovest, del presbiterio, del coro semicircolare e della sacrestia sul fianco meridionale. In questo modo l'orientamento della chiesa fu ribaltato, trovandosi l'altare a ovest e l'ingresso a est, aperto nel muro dell'antica abside. Questi lavori furono ultimati nel 1888 con il rifacimento del tetto e la realizzazione della facciata, mentre rimasero quasi immutate le cappelle settecentesche poste lungo il lato meridionale. Durante questi interventi, precisamente nel 1882, venne anche costruito l'organo dal varesino Pietro Bernasconi. L'attuale campanile è il risultato di un innalzamento risalente al 1892: sorge sulle basi dell'antico campanile in stile gotico di cui oggi rimane solo una parte del basamento. Il progetto fu affidato agli ingegneri Enrico Strada e Cesare Nava. Il concerto di sei campane fu realizzato nello stesso periodo da Pasquale Mazzola. Nel 1906 nuovi lavori di ampliamento portarono all'aggiunta di tre nuove cappelle sul lato settentrionale della chiesa, mentre ai piedi del campanile venne realizzata la cappella battesimale. Nel 1929 l'edificio fu interessato da importanti interventi di restauro che portarono al rifacimento delle pitture e alla decorazione pittorica della copertura ad opera di Giovanni Briani con affreschi raffiguranti il Bacio di Giuda, la Pietà, gli Evangelisti e santi, le Scene della Passione e la Gloria di San Genesio mimo di Roma. Nel 1923 la cupola del campanile assunse la sua forma attuale portando l'altezza della torre campanaria a 35 m. L'altare maggiore fu realizzato nel 1936 e andò a sostituire il precedente altare ligneo cinquecentesco.


SANTUARIO DELLA MADONNA IN CAMPAGNA
Il santuario della Madonna in Campagna è risalente al XVI secolo. La chiesa fu realizzata nel 1522 per volere di Bernardino Casati, uomo di grande importanza per il borgo nella prima metà del XVI secolo: tale data è ancora oggi presente sul muro esterno dell'abside. Subito dopo la costruzione dell'edificio, al suo interno venne collocato un affresco raffigurante la Madonna del Latte, staccato dal suo supporto originale e posto nella chiesa come pala d'altare. In origine tale opera pittorica era probabilmente collocata presso una chiesetta di epoca longobarda dedicata a San Nazaro che sorgeva dove fu poi edificato il santuario. Le pareti dell'edificio furono affrescate nel 1551 inserendo figure di santi. Successivi interventi vennero compiuti solo due secoli dopo quando, nel 1751, Giovanni Battista Corte fece costruire per devozione la sacrestia, come riscontrabile dall'iscrizione posta sopra il suo ingresso: dom sacrarium devotione io bapte a cvrte errectvm anno mdccli (A Dio Ottimo Massimo, sacrestia eretta da Giovanni Battista Corte per devozione nell'anno 1751). Nel 1933, per volere del prevosto Attilio Barera, la volta fu affrescata dal pittore Carlo Pargoletti di Borsano. La prima importante opera di restauro dell'esterno della chiesa fu avviata nel 1937 da don Paolo Crespi, che fece anche aggiungere il pronao in facciata. A lavori conclusi, il 24 aprile 1938, monsignor Antonio Stoppani incoronò le figure della Madonna e del Bambino, affrescati sopra l'altare, con due diademi d'oro e gemme. Il campanile fu eretto nel 1946 e riporta la dedica: i soldati della guerra 1940-1945 clero e popolo a Maria SS. Alla fine del 1983 furono compiuti nuovi restauri da Bernardo Carli, soprattutto sull'apparato pittorico. Oggi il santuario, situato davanti all'ingresso del cimitero comunale, ha pianta con un'aula rettangolare e un'abside semicircolare. All'aula è addossata la sacrestia settecentesca, alla quale si addossa a sua volta la corre campanaria in muratura a base quadrata. La facciata intonacata è preceduta dal pronao aggiunto nel 1937, il quale presenta quattro colonne che sorreggono una copertura lignea chiusa da coppi. L'ingresso della chiesa, che si apre verso ovest secondo le tradizioni medievali, è affiancato da due finestrelle rettangolari e sormontato da un rosone circolare posto al di sopra del pronao e di una fascia orizzontale in laterizio a vista. I due lati esterni della chiesa sono in muratura non intonacata, dove è possibile distinguere chiaramente le quattro campate che costituiscono il corpo dell'edificio. Le decorazioni pittoriche all'interno della chiesa sono costituite dalla pala d'altare raffigurante la Madonna del Latte, nuovi affreschi furono realizzati nel 1551 sulle pareti laterali e raffigurano il Cavaliere inginocchiato davanti alla Madonna col Bambino, San Michele Arcangelo, le teste coronate di Davide e Salomone, l'Annunciazione, Santa Caterina d'Alessandria e Santa Lucia, San Francesco, San Rocco, San Sebastiano, Santa Liberata, un'altra Caterina d'Alessandria e San Donato, quest'ultimo aggiunto nel 1674


ORIGINI E CENNI STORICI

I primi abitanti del luogo furono le popolazioni liguri di stirpe preindoeuropea, seguiti poi dai Celti nel V secolo a.C. (da cui si fa derivare il toponimo "ago" che indicava le proprietà terriere). Dopo la conquista romana e la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Dairago conobbe un nuovo periodo di splendore nel basso medioevo, quando fu capopieve ed uno dei capoluoghi storici del Contado di Burgaria, una delle contee che suddividevano la marca di Lombardia, durante le dominazioni di Longobardi, Franchi e in parte sotto il Sacro Romano Impero Germanico.

Il più antico documento scritto conservato è una pergamena altomedioevale, risalente all'anno 922 in cui è nominato Domenico da Inveruno, arciprete della chiesa di San Genesio in "Dayrago", la quale fu retta in seguito da un prevosto ed ebbe considerevole importanza in campo religioso quanto in quello sociale: il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani", del 1280 di Goffredo da Bussero, elenca nella giurisdizione della pieve di Dairago ben 46 chiese.

San Genesio divenne successivamente una collegiata, ossia residenza di un capitolo di canonici. Col passare del tempo il potere della pieve si indebolì a scapito della pieve confinante di Corbetta ed il capitolo venne soppresso nel 1454. Di tutti questi secoli rimangono pochissime testimonianze: il borgo veniva considerato un comune rurale retto da un console ed un comune religioso, visto che la maggior parte dei terreni e quindi dei profitti da essi ricavati, erano devoluti a favore degli enti religiosi presenti sul territorio. La famiglia dairaghese più importante fu quella dei Della Croce che aveva rapporti con il potere ecclesiastico e con gli altri proprietari; inoltre a questa famiglia appartennero molti prevosti, nonché numerosi canonici.

Dopo l'arrivo degli spagnoli il territorio della pieve di Dairago, costituente feudo camerale, fu venduto a Castellano Maggi (1538), poi passò al nipote Cesare Maggi ed alla figlia di quest'ultimo, Ippolita, moglie del Marchese Alfonso Gonzaga di Castel Goffredo, che a sua volta vendette il feudo nel 1570 a Giovan Battista Arconati. Dopo una controversia, la Regia camera riprese il feudo e lo concesse a Giovanni Battista Lossetti di Vogogna nel 1652: Dairago e le altre località rimasero sotto la giurisdizione Lossetti-Mandelli fino alla soppressione del potere feudale.

Durante tutto il Medioevo il paese non conobbe sviluppi urbanistici né demografici, a tal punto che nel Settecento contava meno di 500 abitanti e venne ad essere uno dei centri minori della sua stessa pieve. Isolato nella campagna, retto da un'economia prevalentemente agricola fino al secondo dopoguerra, Dairago ebbe un progressivo degrado, con la conseguente perdita dell'indipendenza comunale (nel 1868 fu aggregato ad Arconate perché era di popolazione inferiore ai 1500 abitanti. L'indipendenza la riacquisterà solo nel 1957) ed il distacco di molte parrocchie dal suo vicariato, fino all'eliminazione dell'ordinamento plebano ed alla formazione dei decanati (1972): ora è membro del decanato di Castano Primo.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione 6.331 (M 3.123, F 3.208)
Densità per Kmq: 1.128,5
Superficie: 5,61 Kmq

CAP 20020
Telefonico Prefisso 0331
Codice Istat 015099
Codice Catastale D244

Denominazione Abitanti dairaghesi

Il Comune di Dairago fa parte di:
Regione Agraria n. 2 - Pianura di Legnano
Associazione Italiana Paesi Dipinti
Polo Culturale ScenAperta

Comuni Confinanti
A est: Villa Cortese; a nord: Busto Arsizio (VA), Legnano, Magnago; a ovest: Buscate; a sud: Arconate, Busto Garolfo.

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ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI