Corbetta (Curbéta in
dialetto locale) è un comune della città
metropolitana di Milano, in Lombardia. Il territorio
comunale ha forma di quadrilatero e confina ad ovest
e a sud-ovest rispettivamente con Magenta e Robecco
sul Naviglio, a sud con Cassinetta di Lugagnano e
Albairate, a sud-est con Cisliano, a est nord-est
con Vittuone e infine a nord con Santo Stefano Ticino.
All'interno dei suoi confini si trovano diverse località
e quattro frazioni: Soriano, Castellazzo de' Stampi
(la quale anticamente era un comune a sé stante),
Cerello e Battuello; queste ultime due a volte sono
indicate come un'unica frazione che prende il nome
di Cerello con Battuello o Cerello-Battuello. Milano
dista una ventina di chilometri.
MANIFESTAZIONI
17 gennaio: Falò di Sant'Antonio Abate in diversi
punti della città.
19 marzo: Festa di san Giuseppe a Castellazzo de'
Stampi.
17 aprile: Festa del Primo Miracolo.
Primo giovedì dopo Pasqua: Festa del Perdono
ed indulgenza plenaria in forma giubilare in occasione
della quale viene conferito il premio "Suor Michelina"
ai cittadini benemeriti. In concomitanza con la festa
si svolge la "Fiera per lo sviluppo ecosostenibile
del territorio".
Prima settimana dopo Pasqua (da giovedì a domenica):
Fiera del Perdono.
Prima domenica di maggio: passeggiata tra le ville
storiche. Unica occasione all'anno in cui la proloco
locale apre tutte quante le ville storiche del paese
e consente di visitarle ai turisti in gruppi o singolarmente.
1º maggio: Festa delle Associazioni.
8 maggio: Festa patronale di san Vittore.
22-23-24 giugno: Corbetta Japan Comics. Fiera dedicata
ai fumetti giapponesi, con espositori manga, abbigliamento,
action figures
Seconda domenica di settembre: Festa della Madonna
Addolorata - rione Isola.
MUSEI
Le bellezze artistiche sono presenti su tutto il territorio
comunale e si articolano su numerosi fronti. Oltre
ai resti della basilica longobarda murati sulle fiancate
laterali della canonica ed i resti del castello medioevale,
Corbetta è divenuta famosa anche per le splendide
ville gentilizie. La città vanta i seguenti
musei e raccolte:
Museo del santuario arcivescovile della Beata Vergine
dei Miracoli di Corbetta; via Mazzini, 2
Museo del legno Luigi Magugliani; via Caldara
Museo archeologico Villa Pisani Dossi; via Mussi
Archivio fotografico Gianni Saracchi; via Cattaneo
(Municipio)
Presso la Sala delle Colonne, l'antica scuderia del
palazzo comunale, vengono spesso organizzate delle
mostre di pittura di artisti contemporanei o di fotografia
ispirati alla storia della città.
Torre medievale
Risalente al XIII secolo, la torre fa parte dell'antico
complesso difensivo delle mura della città.
Dal 1997 è divenuta proprietà del comune
di Corbetta che ne ha curato il restauro e la riqualificazione.
Castelletto
Il Castelletto di Corbetta (o Castello di Sant'Ambrogio
o Castello del Crociato) è la principale fortificazione
presente nel centro storico di Corbetta. Esso risale
nella sua fondazione originaria al IX secolo ma ha
subito ampi rimaneggiamenti tra XIII e XV secolo per
poi giungere alle forme attuali dopo ulteriori restauri
negli anni '40 del Novecento. Oltre a conservare nel
suo parco le antiche vestigia delle mura romane dell'abitato,
il castello è stato luogo di un famoso assedio
ad opera di Corrado il Salico avvenuto nel 1037.
Lazzaretto
Il lazzaretto, luogo di antiche sofferenze, si trova
a Corbetta nella frazione di Soriano, situato in prossimità
delle cascine Fiandrina e Cantona, contraddistinto
da una radura boschiva in cui è collocata una
semplice colonna in pietra e una croce soprastante
di ferro. Qui vennero sepolti gli appestati del comune
tra gli anni 1576 e 1577. Durante l'epidemia era venuto
a Corbetta il cardinale Carlo Borromeo (22 novembre
1577)[27]; la leggenda vuole che, visitando il lazzaretto,
da sotto i suoi piedi sgorgasse il vicino fontanile
che ancora oggi porta il suo nome in ricordo del presunto
fatto miracoloso. Qui riposano anche le vittime della
terza pestilenza, quella del 1630, descritta da Alessandro
Manzoni. La prima condotta medica era già stata
istituita a Corbetta (1612), ma i malati, raccolti
nelle sale del palazzo Frisiani, venivano curati con
terapie improvvisate a base d'incenso e di aceto.
Nel 1685, per volere del cardinale Federico Visconti,
i Corbettesi issarono la colonna votiva sulla piana
del lazzaretto.
Chiesa prepositurale di San Vittore
La chiesa prepositurale di San Vittore martire è
il luogo di culto cristiano più antico presente
in Corbetta traendo le proprie origini attorno al
III secolo. Venne ricostruita in stile romanico nel
1037, giungendo poi attraverso diversi lavori di rifacimento
nel XVI e XVIII secolo ed approdando nel 1792 alla
edificazione dell'attuale tempio neoclassico ad opera
dell'architetto Taglioretti e l'apporto della facciata
completata tra il 1845 ed il 1848 su disegno di Luigi
Cerasoli. I lavori ripresero nel 1898 quando si alzò
a 81 metri il campanile, crollato il 2 giugno 1902
e ricostruito a 71 metri nel 1908.
La chiesa nei suoi oltre mille anni di storia ha conosciuto
il passaggio di molti personaggi di rilievo, data
la posizione particolare della città e la prerogativa
di essere sede della Pieve di Corbetta che radunava
le parrocchie di buona parte dell'ovest milanese,
ed a cui capo sta oggi come un tempo un prevosto,
il che la rende sede religiosa privilegiata.
Attualmente la chiesa ha il ruolo di parrocchia unicamente
per la città di Corbetta, dopo la soppressione
delle pievi nel 1972, ma continua a mantenere alcune
prerogative specifiche di antico retaggio.
Santuario arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli
L'edificio sacro più notevole dell'arte rinascimentale
e barocca corbettese è senza dubbio il Santuario
Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli; una
volta alla periferia della città, costruito
su un'area ove sorgeva una precedente chiesa dedicata
a San Nicola, si trova oggi in pieno centro storico.
Grazie ad un presunto evento miracoloso avvenuto nel
1555, la chiesa divenne il più grandioso altare
mariano della città, cambiando la propria architettura
in un santuario suddiviso su due livelli: quello inferiore
tuttora dedicato a San Nicola e quello superiore (con
l'immagine miracolosa ad affresco) consacrato alla
Madonna.
Nel corso dei secoli grandi artisti del calibro di
Francesco Croce, Fabio Mangone, Vincenzo Seregni,
Francesco Pessina, Carlo Francesco Nuvolone, Giulio
Cesare Procaccini, Giovan Battista Discepoli, Mosè
Bianchi e Luigi Pellegrini Scaramuccia detto il Perugino
hanno contribuito con le loro opere ad aumentarne
lo splendore, ed è stato visitato da personalità
eminenti tra cui San Carlo Borromeo che durante il
suo episcopato si fece promotore presso la Santa Sede
del culto mariano in questo santuario, riuscendo ad
ottenere per Corbetta la concessione dell'indulgenza
annua in forma giubilare, tradizione che ancora oggi,
tramite la Confraternita del Santo Rosario, rimane
viva grazie ad una serie di celebrazioni definite
"Perdono di Corbetta".
Chiesa di Sant'Ambrogio
L'oratorio della Beata Vergine di Sant'Ambrogio è
parte di un consistente numero di edifici religiosi
edificati nel XVII secolo nella Pieve di Corbetta.
L'attuale costruzione fu eretta su un'area già
occupata nella seconda metà del cinquecento
da un piccolo e fatiscente edificio religioso. Una
visita pastorale lo descrive come segue "...non
vi era il pavimento, il tetto era rotto, l'altare
distrutto e di conseguenza non vi si celebrava la
messa..."[22]. L'edificio venne completamente
ricostruito a partire dal 1667 e venne inaugurato
nel 1680 dal prevosto di allora, Pietro Antonio Vigorè.
Nel 1732 i deputati di questo oratorio decisero di
erigere il campanile che venne poi distrutto nel 1938
perché pericolante.
Chiesa di San Sebastiano
Si possono far risalire le origini della chiesa di
San Sebastiano al 1609, quando il Conte Carlo Borri
e Giovanni Battista Lampugnano posarono rispettivamente
la prima e la seconda pietra dell'oratorio.[23] Notevoli
donazioni provengono al capitolo dal testamento del
prevosto Orsino Spadense da Urbino deceduto il 28
marzo 1620. Nel 1635 l'edificio è una chiesa
sussidiaria e come tale non dispone di alcun prete;
rimane in questo stato sino al 1787 quando viene definitivamente
profanata. Nel 1880 la chiesetta viene abbellita e
ristrutturata negli interni, per poi essere venduta
al capitolo della parrocchia nel 1921, inaugurandone
un nuovo altare nel 1927.
L'esterno, costituito da una struttura estremamente
semplice, è preceduto da un piccolo cortile
con cancello, mentre la facciata della chiesetta è
realizzata con la classica struttura terminante a
timpano, sovrastato da una croce in pietra. Uniche
decorazioni presenti, oltre alle alte lesene, sono
due statue poste in due nicchie nella parte superiore
della facciata, rappresentanti San Rocco e San Fermo.
L'interno, strutturato su una sola navata che conduce
sino al presbiterio, è interamente decorato
ad affreschi: sul soffitto della chiesa sono rappresentati
quattro scene della vita di San Sebastiano. Sulla
controfacciata si trovano due grandi affreschi: il
primo, sovrastante la porta d'ingresso, rappresenta
San Pietro e sopra di lui, in gloria, spicca l'immagine
di San Fermo (ai lati si trovano due targhe commemorative
dei restauri subiti in precedenza). Le pareti accolgono
anche due cappelle devozionali decorate a finte strutture
in gusto barocco, una dedicata alla Madonna e l'altra
a San Giuseppe. Il presbiterio è distinto dalla
navata da una stupenda balaustra in marmo rosa e da
un arco trasversale decorato a vista con piccoli medaglioni
rappresentanti San Carlo Borromeo (a sinistra), Sant'Attilio
(in centro) e Sant'Ambrogio (a destra). Più
in basso, ai lati di questo arco introduttivo, due
nicchie accolgono le statue di San Sebastiano (a sinistra)
e Sant'Antonio da Padova (a destra). L'area dell'altare
è decorata sulla volta a crociera del soffitto
con quattro grandi affreschi rappresentanti i quattro
evangelisti, mentre le pareti laterali sono completate
da due quadroni rappresentanti i momenti culminanti
della vita di San Sebastiano, "San Sebastiano
si reca dall'Imperatore Diocleziano" e "Il
martirio di San Sebastiano", realizzati dal pittore
corbettese Natale Penati tra il 1948 ed il 1949. L'altare,
di forme sobrie, è integralmente ligneo e dipinto
a simulare il marmo.
ORIGINI
Le origini dell'abitato sono riconducibili già
all'epoca celtica tra il VII ed il VI secolo a.C.,
periodo al quale risalgono i più antichi reperti
trovati nel territorio del Comune. Grazie al suo ruolo
di capopieve, per secoli ha rappresentato un punto
di forza religioso fondamentale per lo sviluppo del
cristianesimo nell'area, proseguito in epoca moderna
dal locale santuario, divenuto uno dei maggiori centri
di fede mariana del magentino e dell'abbiatense.
CENNI STORICI
I ritrovamenti di vasellame vitreo nei vecchi pozzi
del castello attestano il popolamento dell'area nel
VII-VI secolo a.C. ad opera di tribù celto-liguri.
Nel IV secolo a.C. vi era un insediamento (pagus)
gallo-celtico (Insubri) e, probabilmente dopo le battaglie
di Talamone (225 a.C.) e Casteggio (222 a.C.), o comunque
attorno al II secolo a.C., una colonia romana con
l'evidente scopo di proteggere Milano ed i territori
ad est del Ticino dalle razzie dei galli burgundi.
La configurazione delle mura,
che circondano per un terzo il castello, e il corso
d'acqua attiguo delineano le caratteristiche difensive
di base del campo trincerato romano. A testimonianza
dell'impronta romana rimangono resti di are votive
dedicate a Giove, agli dei Mani ed alle sacre matrone
(già venerate dai Celti), divinità tutelari
della famiglia (reperti inglobati nelle fiancate esterne
della chiesa prepositurale di San Vittore Martire),
e svariate monete con l'effigie di Giulio Cesare,
Claudio e Traiano.
La vicinanza di Milano, divenuta
poi sede imperiale, e l'ubicazione su vie romane (come
la vetustissima strada, battuta già da Celti
ed Etruschi, che da Corbetta porta a Castellazzo de'
Stampi e di lì al capoluogo) non potevano certo
non favorire lo sviluppo civile di Curia Picta, nella
quale risiedeva forse anche un pubblico magistrato
(curia = senato).
A seguito della caduta dell'Impero romano d'Occidente
e l'assedio di Milano nel 539 d.C., la città
si popolò maggiormente, accogliendo gli esuli
provenienti dal capoluogo.
È di questo periodo
la diffusione nell'Italia Settentrionale del Cristianesimo
che raggiunge anche Corbetta, com'è dimostrato
dal ritrovamento nel 1971 della basilica paleocristiana
sotto il pavimento della chiesa di San Vittore.
Nel 569 d.C. l'arrivo dei Longobardi fu segnato da
una migliore legislazione e dalla comparsa delle prime
testimonianze che citano espressamente la presenza
del borgo.
Nel IX secolo la borgata ed
il castello di Corbetta passarono sotto la signoria
dell'arcivescovo di Milano. Nel 1037 iniziano le ostilità
tra l'arcivescovo Ariberto da Intimiano e l'imperatore
Corrado II il Salico che, vedendo inutile porre l'assedio
a Milano per la moltitudine dei difensori, il 28 maggio
si dirige verso Corbetta e ne occupa il castello con
le proprie truppe. Diverse fonti raccontano che l'improvviso
scoppiare di fulmini a ciel sereno gettò nello
scompiglio l'esercito di Corrado, mentre all'esterno
dell'area tali fenomeni non si manifestarono. Secondo
la cronaca di Landolfo il Vecchio sant'Ambrogio apparve
all'imperatore in atto di minaccia.
Corbetta rimane nel tempo fedele
ai Milanesi contro gli imperatori e nel 1100 la borgata
assume nuova importanza come luogo principale della
Burgaria, uno dei quattro contadi del milanese, la
quale si dice divisa in due parti con capoluogo rispettivamente
Rosate e Corbetta.
Nel 1154, l'imperatore Federico Barbarossa mise a
ferro e fuoco la borgata durante il conflitto con
la coalizione dei comuni lombardi.
In un documento del 1162 -
actum in loco Corbetta, Frederico imperatore regnante
- col quale un tale Passavino detto Burro professava
di vivere secondo la legge, Curia Picta viene per
la prima volta ufficialmente indicata con il nome
di Corbetta, anche se in una bolla del medesimo anno,
con la quale papa Alessandro III conferma all'arcivescovo
Umberto I da Pirovano ed alla sua chiesa tutti i diritti
e possessi, non si fa menzione del luogo e del castello,
che si suppone fossero già stati perduti a
favore dell'Impero. Nei secoli precedenti, invece,
Corbetta è chiamata Curbitum dallo storico
Wippone, Corio-Picta dallo storico Landolfo il Vecchio,
altrove Curia-picta (o Curia pincta) Sancti Ambrosii
e Castrum Sancti Ambrosii.
Un'ipotesi relativamente recente
propende a spiegare il nome della città con
i due termini celto-liguri di cur (anello) e betda
(casa di legno): una fortificazione circondata da
un fossato.
I Corbettesi combattono nelle
file dell'esercito milanese nel 1239 contro Federico
II che, sconfitto a Rosate, si riversa nuovamente
con le sue truppe su Corbetta, oltrepassando poi il
Po e raggiungendo in seguito la Toscana.Seguendo le
sorti di Milano, Corbetta nel 1270 passò sotto
la dominazione viscontea, che fu un ritorno quasi
alla signoria arcivescovile, perché Ottone
Visconti eletto arcivescovo nel 1262, con la battaglia
di Desio nel 1277, diventò effettivamente arbitro
di Milano, sebbene fossero mantenute le prerogative
comunali.
Scarsino (o Scarsio o Squarcino)
di Lanfranco dei Borri, capitano generale dei nobili
esuli milanesi, per i servigi resi ad Ottone e a Matteo
I Visconti (appoggiò infatti i Visconti contro
i Torriani), ottiene nel 1275 a ricompensa molti feudi
nel borgo di Corbetta, così che i Borri, originari
di Santo Stefano Ticino, ne diventano i principali
proprietari. Nel luglio 1289 a Corbetta convengono
i rappresentanti della Repubblica Milanese e il Marchese
Guglielmo VII del Monferrato al fine di concludere
un'alleanza in funzione anti-viscontea. Nel 1292,
ripreso il potere a Milano, Matteo Visconti, trovandosi
il figlio alla corte di Carlo II di Napoli, facendosi
precedere dal Podestà di Milano a Bernate Ticino,
raccolse a Corbetta il grosso dell'esercito per poi
dirigersi a Novara al fine di conquistarla. Con il
successo dell'impresa il figlio del Visconti, Galeazzo,
venne costituito dal padre podestà o vicario
a Novara. Qui nel 1299 si ordì la congiura
dei sostenitori del Monferrato che conquistano la
città: Galeazzo Visconti ha appena il tempo
di fuggire e di rifugiarsi presso il castello di Corbetta.
Sul finire del secolo XIII
si distinse il pittore Simone da Corbetta, esponente
della scuola lombarda: ci rimangono alcuni affreschi
da lui eseguiti nella chiesa e nel chiostro di Santa
Maria dei Servi a Milano ed ora conservati nella Pinacoteca
di Brera. Il 4 gennaio 1363 Magenta e Corbetta vennero
conquistate da una compagnia di Inglesi al soldo del
Marchese del Monferrato ma solo al fine di compiere
delle razzie: per questo motivo, Gian Galeazzo Visconti,
Conte di Virtù, è mandato dal padre
Galeazzo II nel 1376 contro l'esercito del Monferrato
in una campagna che costringe il Visconti a ritirarsi
a Corbetta dove viene assediato. Gian Galeazzo, divenuto
primo Duca di Milano nel 1385 tolse il paese dalla
giurisdizione della Burgaria, ponendolo sotto quella
del Podestà di Milano assieme a Cisliano, Sedriano,
Bareggio, San Vito, Bestazzo e San Pietro di Bestazzo.
L'edificio politico costruito
da Gian Galeazzo minacciò di crollare invece
sotto il rovinoso governo del figlio Giovanni Maria
che finì ucciso da congiurati sulla soglia
della chiesa di San Gottardo a Milano, il 16 maggio
1412; egli aveva assoldato nel 1407 alcuni avventurieri
spagnoli per la difesa del Ticino e li aveva stanziati
nel castello di Corbetta. Nel XIV secolo di quattro
contadi se ne erano formati due: Seprio-Burgaria e
Martesana-Barzana, divenendo poi (sotto il governo
di Carlo V d'Asburgo) semplicemente Seprio e Martesana.
Con la salita al potere di
Francesco Sforza, Corbetta cambiò nuovamente
signoria. Nel 1499 le truppe francesi di Luigi XII
invasero il territorio milanese ed il territorio di
Corbetta, trovando debole difesa nei mercenari svizzeri
assoldati da Ludovico il Moro per la difesa del ducato.
Per questo lo Sforza si rifugiò dapprima in
Germania da dove, nel febbraio 1500, con l'aiuto degli
imperiali, riuscì a riprendere il governo del
ducato per due mesi: quando i Francesi sconfissero
le truppe milanesi a Novara lo imprigionarono in Francia
dove morì. Luigi XII tornò padrone di
Milano ma per breve tempo.
Nel 1513 il comandante delle
truppe svizzere Matteo Schiner, vescovo di Sion e
cardinale, assoldato da Massimiliano Sforza, primo
figlio di Ludovico il Moro, riconquistò il
ducato e lo cedette agli Sforzeschi. nel 1515, Francesco
I di Francia riprendeva Milano, passando il governo
da Carlo III di Borbone-Montpensier a Odet de Foix,
Conte di Lautrec. Per l'ultima volta Milano viene
restituita per opera di Carlo V e di papa Leone X
a un altro figlio del Moro, Francesco II, alla morte
del quale, il 19 novembre 1535, i territori del ducato
milanese passarono definitivamente sotto il dominio
imperiale.
Gli Aliprandi, antica famiglia
patrizia originaria di Milano, furono presenti a Corbetta
tra il Cinque e il Settecento ed ebbero un certo peso
nella gestione amministrativa del santuario. Gli stessi
possedevano beni immobili nel paese di Santo Stefano
Ticino.
Carlo V annetté il milanese ai domini spagnoli
inaugurando uno dei periodi più nefasti della
città di Milano. Di questo periodo sono Carlo
e Federico Borromeo. Al 17 aprile 1555 risalirebbe
l'evento del primo presunto miracolo (cfr. Il Santuario
Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli). Il
22 novembre 1577 Carlo Borromeo, in occasione di una
sua visita, consacrò solennemente la nuova
campana maggiore della chiesa ed amministrò
la cresima sul sagrato. Nel 1581, il 17 giugno, si
ricorda un'altra visita del cardinale. Nel 1582 la
popolazione corbettese si rivoltò al dominio
degli Spagnoli assalendoli nei loro quartieri e saccheggiando
anche la chiesa che fu riconsacrata il 29 luglio dello
stesso anno.
Dopo la peste del 1630, nel
1631 le milizie tedesche, di ritorno dall'assedio
di Mantova, saccheggiarono il paese e nel 1650 il
castello, già in parte rovinato dagli assalti
sostenuti, venne quasi interamente smantellato e i
pochi resti adibiti ad abitazione signorile. A questo
periodo risale la costruzione di alcuni edifici storici
dell'attuale corso Garibaldi, definiti "Quartiere
Spagnolo" o "degli Umiliati" in quanto
risultavano di proprietà della compagnia dei
frati Umiliati di Brera.Il primo periodo della dominazione
austriaca sotto Giuseppe I (1711) e Carlo VI non fu
molto più felice del precedente e nemmeno più
pacifico. Per le mire espansionistiche di Filippo
V di Spagna e dell'alleato Carlo Emanuele III di Savoia,
il Ducato di Milano venne occupato nuovamente dagli
spagnoli ma, con la pace di Vienna (1736), lo stato
di Milano tornava all'Austria di Maria Teresa d'Asburgo.
È questo inoltre il periodo in cui il territorio
viene per la prima volta ufficialmente mappato nell'opera
del Catasto Teresiano.
In questo periodo Corbetta
si abbellisce delle sue più sontuose ville
gentilizie e ritrova il perduto splendore grazie alla
mano di abili architetti del calibro di Francesco
Maria Richini o Francesco Croce che attuano importanti
ammodernamenti sulle strutture già esistenti,
creando anche nuove residenze per gli aristocratici
milanesi, ville e palazzi che oggi costituiscono per
il paese una perla nel circolo delle Ville di Delizia
del Naviglio Grande.
Nel 15 maggio 1796, però,
il Generale Napoleone Bonaparte entrò a Milano,
vincitore degli Austriaci, succedendosi al governo
della I e della II Repubblica Cisalpina, della Repubblica
Italiana e infine del Regno d'Italia con il quale
Milano ha un nuovo periodo di preminenza politica
e civile. A Corbetta viene soppresso il Capitolo e
viene eretta l'attuale chiesa parrocchiale.
A partire dal 1706, in seguito
alla crisi del Regno di Spagna avvenne l'occupazione
di tutto il territorio milanese ad opera di Eugenio
di Savoia, che passò il dominio agli austriaci,
formalizzando la Pace di Rastatt del 1714.
Il primo periodo della dominazione
austriaca sotto Giuseppe I (1711) e Carlo VI non fu
molto più felice del precedente e nemmeno più
pacifico. Per le mire espansionistiche di Filippo
V di Spagna e dell'alleato Carlo Emanuele III di Savoia,
il Ducato di Milano venne occupato nuovamente dagli
spagnoli ma, con la pace di Vienna (1736), lo stato
di Milano tornava all'Austria di Maria Teresa d'Asburgo.
È questo inoltre il periodo in cui il territorio
viene per la prima volta ufficialmente mappato nell'opera
del Catasto Teresiano.
In questo periodo Corbetta
si abbellisce delle sue più sontuose ville
gentilizie e ritrova il perduto splendore grazie alla
mano di abili architetti del calibro di Francesco
Maria Richini o Francesco Croce che attuano importanti
ammodernamenti sulle strutture già esistenti,
creando anche nuove residenze per gli aristocratici
milanesi, ville e palazzi che oggi costituiscono per
il paese una perla nel circolo delle Ville di Delizia
del Naviglio Grande.
Nel 15 maggio 1796, però,
il Generale Napoleone Bonaparte entrò a Milano,
vincitore degli Austriaci, succedendosi al governo
della I e della II Repubblica Cisalpina, della Repubblica
Italiana e infine del Regno d'Italia con il quale
Milano ha un nuovo periodo di preminenza politica
e civile. A Corbetta viene soppresso il Capitolo e
viene eretta l'attuale chiesa parrocchiale.
Il 3 giugno 1859, alla vigilia
della Battaglia di Magenta, la Villa Massari a Corbetta
divenne uno dei quartieri generali del feldmaresciallo
austriaco Ferencz Gyulai, arretrato poi ad Abbiategrasso
il 5 giugno dopo che i soldati francesi (46.883 uomini)
con uno sparuto gruppo di bersaglieri piemontesi (634
uomini) avevano sconfitto la seconda armata austriaca
(55.792 uomini) permettendo a Vittorio Emanuele II
d'Italia ed a Napoleone III di Francia di entrare
trionfanti a Milano l'8 giugno dello stesso anno.
La 2ª divisione di cavalleria austro-ungarica
del 7º Corpo d'armata al comando del Feldmaresciallo
Luogotenente von Lilia, comprendente le brigate von
Weigl e von Dondorf, era acquartierata nei giardini
e nelle scuderie del Castello, mentre nella frazione
di Cerello sostava il reggimento di cavalleria di
riserva agli ordini del conte Alessandro di Mensdorff
ed a Castellazzo de' Stampi la brigata conte Palffy:
tutte queste forze non vennero impegnate in maniera
diretta nelle operazioni militari.
La memoria popolare narra che
all'imbrunire, sul finire della battaglia di Magenta,
numerosi fanti austro-ungarici sbandati in rotta verso
Corbetta vennero raggiunti da "zuav frances cont
la faccia da demòni" (in realtà
si trattava del 9º Battaglione Bersaglieri e
di alcuni reparti di Cacciatori della Guardia Imperiale)
all'altezza dell'attuale Piazza del Popolo ed ivi
passati per le armi o fatti prigionieri.
Nel 1866, con la nascita della
Guardia Nazionale, anche Corbetta ebbe un suo distaccamento
con sede nel castello: era composto di centocinquanta
uomini divisi in quattro squadre.
Tra il 1885 ed il 1889 in diversi
paesi del milanese si registrarono numerosissimi scioperi
agrari. I contadini, ridotti alla fame dai "pendizzi"
(debiti ma anche vergognose "appendici"
nei contratti d'affitto) e da paghe miserevoli, oltre
che esasperati a causa di annate sfortunate ed improvvise
morie di "cavaler" (bachi da seta), spesso
l'unica fonte di sostentamento per le famiglie degli
"obbligàa" (salariati), scesero in
piazza contro i padroni. In particolare nel 1889,
dopo Casorezzo, si mossero i braccianti di Ossona,
Arluno, Santo Stefano Ticino, Vittuone, Sedriano,
Bareggio ecc. Domenica 19 maggio, davanti al Municipio
di Corbetta (allora sito in Via Cavour e corrispondente
all'attuale numero civico 5), una trentina tra Regi
Carabinieri e agenti di pubblica sicurezza sparò
sulla folla uccidendo il diciottenne Enrico Lovati,
ferendo in maniera grave almeno sette persone ed arrestando
ventuno manifestanti.
Nel 1891 venne inaugurata la
nuova chiesa, ma il rovinoso crollo del campanile
(2 giugno 1902), dovuto all'altezza di 81 metri e
al peso delle nove campane, ne ritardò il completamento
sino al 1908.
Durante la Grande Guerra Corbetta
ebbe 158 caduti.
Nel 1921 il comune ha 7.689
abitanti e in quel periodo la struttura urbanistica
del paese subisce radicali cambiamenti. La forza lavoro
è principalmente occupata nelle industrie sparse
sul territorio ma una buona parte di lavoratori rimane
comunque dedita all'agricoltura.
Ad Abbiategrasso nell'agosto
del 1944 furono arrestati, per ordine del capitano
tedesco Theodor Saevecke, responsabile della Strage
di Piazzale Loreto a Milano, otto civili tra cui il
partigiano corbettese Pierino Beretta, poi torturato
e trucidato presso Torriano di Pavia perché
ritenuto responsabile assieme ai compagni di due attacchi
a truppe tedesche.A questo tragico fatto fece seguito
l'esecuzione di quattro ex rappresentanti del fascio
locale presso il Naviglio Grande.
Il 5 febbraio 1988 a Corbetta
viene conferito il titolo di città dal presidente
della repubblica italiana Francesco Cossiga. Oggi
Corbetta si sta consolidando sempre più come
polo culturale e naturalistico, e per rendere ancora
più realistiche queste prerogative nel 2007
ha preso il via il progetto "ecosostenibilità",
che si propone lo scopo di rendere il comune ecosostenibile
a basso impatto ambientale.