Corbetta
Lombardia

Corbetta (Curbéta in dialetto locale) è un comune della città metropolitana di Milano, in Lombardia. Il territorio comunale ha forma di quadrilatero e confina ad ovest e a sud-ovest rispettivamente con Magenta e Robecco sul Naviglio, a sud con Cassinetta di Lugagnano e Albairate, a sud-est con Cisliano, a est nord-est con Vittuone e infine a nord con Santo Stefano Ticino. All'interno dei suoi confini si trovano diverse località e quattro frazioni: Soriano, Castellazzo de' Stampi (la quale anticamente era un comune a sé stante), Cerello e Battuello; queste ultime due a volte sono indicate come un'unica frazione che prende il nome di Cerello con Battuello o Cerello-Battuello. Milano dista una ventina di chilometri.


MANIFESTAZIONI
17 gennaio: Falò di Sant'Antonio Abate in diversi punti della città.
19 marzo: Festa di san Giuseppe a Castellazzo de' Stampi.
17 aprile: Festa del Primo Miracolo.
Primo giovedì dopo Pasqua: Festa del Perdono ed indulgenza plenaria in forma giubilare in occasione della quale viene conferito il premio "Suor Michelina" ai cittadini benemeriti. In concomitanza con la festa si svolge la "Fiera per lo sviluppo ecosostenibile del territorio".
Prima settimana dopo Pasqua (da giovedì a domenica): Fiera del Perdono.
Prima domenica di maggio: passeggiata tra le ville storiche. Unica occasione all'anno in cui la proloco locale apre tutte quante le ville storiche del paese e consente di visitarle ai turisti in gruppi o singolarmente.
1º maggio: Festa delle Associazioni.
8 maggio: Festa patronale di san Vittore.
22-23-24 giugno: Corbetta Japan Comics. Fiera dedicata ai fumetti giapponesi, con espositori manga, abbigliamento, action figures
Seconda domenica di settembre: Festa della Madonna Addolorata - rione Isola.


MUSEI
Le bellezze artistiche sono presenti su tutto il territorio comunale e si articolano su numerosi fronti. Oltre ai resti della basilica longobarda murati sulle fiancate laterali della canonica ed i resti del castello medioevale, Corbetta è divenuta famosa anche per le splendide ville gentilizie. La città vanta i seguenti musei e raccolte:
Museo del santuario arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli di Corbetta; via Mazzini, 2
Museo del legno Luigi Magugliani; via Caldara
Museo archeologico Villa Pisani Dossi; via Mussi
Archivio fotografico Gianni Saracchi; via Cattaneo (Municipio)
Presso la Sala delle Colonne, l'antica scuderia del palazzo comunale, vengono spesso organizzate delle mostre di pittura di artisti contemporanei o di fotografia ispirati alla storia della città.


Torre medievale
Risalente al XIII secolo, la torre fa parte dell'antico complesso difensivo delle mura della città. Dal 1997 è divenuta proprietà del comune di Corbetta che ne ha curato il restauro e la riqualificazione.


Castelletto
Il Castelletto di Corbetta (o Castello di Sant'Ambrogio o Castello del Crociato) è la principale fortificazione presente nel centro storico di Corbetta. Esso risale nella sua fondazione originaria al IX secolo ma ha subito ampi rimaneggiamenti tra XIII e XV secolo per poi giungere alle forme attuali dopo ulteriori restauri negli anni '40 del Novecento. Oltre a conservare nel suo parco le antiche vestigia delle mura romane dell'abitato, il castello è stato luogo di un famoso assedio ad opera di Corrado il Salico avvenuto nel 1037.


Lazzaretto
Il lazzaretto, luogo di antiche sofferenze, si trova a Corbetta nella frazione di Soriano, situato in prossimità delle cascine Fiandrina e Cantona, contraddistinto da una radura boschiva in cui è collocata una semplice colonna in pietra e una croce soprastante di ferro. Qui vennero sepolti gli appestati del comune tra gli anni 1576 e 1577. Durante l'epidemia era venuto a Corbetta il cardinale Carlo Borromeo (22 novembre 1577)[27]; la leggenda vuole che, visitando il lazzaretto, da sotto i suoi piedi sgorgasse il vicino fontanile che ancora oggi porta il suo nome in ricordo del presunto fatto miracoloso. Qui riposano anche le vittime della terza pestilenza, quella del 1630, descritta da Alessandro Manzoni. La prima condotta medica era già stata istituita a Corbetta (1612), ma i malati, raccolti nelle sale del palazzo Frisiani, venivano curati con terapie improvvisate a base d'incenso e di aceto. Nel 1685, per volere del cardinale Federico Visconti, i Corbettesi issarono la colonna votiva sulla piana del lazzaretto.


Chiesa prepositurale di San Vittore
La chiesa prepositurale di San Vittore martire è il luogo di culto cristiano più antico presente in Corbetta traendo le proprie origini attorno al III secolo. Venne ricostruita in stile romanico nel 1037, giungendo poi attraverso diversi lavori di rifacimento nel XVI e XVIII secolo ed approdando nel 1792 alla edificazione dell'attuale tempio neoclassico ad opera dell'architetto Taglioretti e l'apporto della facciata completata tra il 1845 ed il 1848 su disegno di Luigi Cerasoli. I lavori ripresero nel 1898 quando si alzò a 81 metri il campanile, crollato il 2 giugno 1902 e ricostruito a 71 metri nel 1908.
La chiesa nei suoi oltre mille anni di storia ha conosciuto il passaggio di molti personaggi di rilievo, data la posizione particolare della città e la prerogativa di essere sede della Pieve di Corbetta che radunava le parrocchie di buona parte dell'ovest milanese, ed a cui capo sta oggi come un tempo un prevosto, il che la rende sede religiosa privilegiata.
Attualmente la chiesa ha il ruolo di parrocchia unicamente per la città di Corbetta, dopo la soppressione delle pievi nel 1972, ma continua a mantenere alcune prerogative specifiche di antico retaggio.


Santuario arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli
L'edificio sacro più notevole dell'arte rinascimentale e barocca corbettese è senza dubbio il Santuario Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli; una volta alla periferia della città, costruito su un'area ove sorgeva una precedente chiesa dedicata a San Nicola, si trova oggi in pieno centro storico.
Grazie ad un presunto evento miracoloso avvenuto nel 1555, la chiesa divenne il più grandioso altare mariano della città, cambiando la propria architettura in un santuario suddiviso su due livelli: quello inferiore tuttora dedicato a San Nicola e quello superiore (con l'immagine miracolosa ad affresco) consacrato alla Madonna.
Nel corso dei secoli grandi artisti del calibro di Francesco Croce, Fabio Mangone, Vincenzo Seregni, Francesco Pessina, Carlo Francesco Nuvolone, Giulio Cesare Procaccini, Giovan Battista Discepoli, Mosè Bianchi e Luigi Pellegrini Scaramuccia detto il Perugino hanno contribuito con le loro opere ad aumentarne lo splendore, ed è stato visitato da personalità eminenti tra cui San Carlo Borromeo che durante il suo episcopato si fece promotore presso la Santa Sede del culto mariano in questo santuario, riuscendo ad ottenere per Corbetta la concessione dell'indulgenza annua in forma giubilare, tradizione che ancora oggi, tramite la Confraternita del Santo Rosario, rimane viva grazie ad una serie di celebrazioni definite "Perdono di Corbetta".


Chiesa di Sant'Ambrogio
L'oratorio della Beata Vergine di Sant'Ambrogio è parte di un consistente numero di edifici religiosi edificati nel XVII secolo nella Pieve di Corbetta. L'attuale costruzione fu eretta su un'area già occupata nella seconda metà del cinquecento da un piccolo e fatiscente edificio religioso. Una visita pastorale lo descrive come segue "...non vi era il pavimento, il tetto era rotto, l'altare distrutto e di conseguenza non vi si celebrava la messa..."[22]. L'edificio venne completamente ricostruito a partire dal 1667 e venne inaugurato nel 1680 dal prevosto di allora, Pietro Antonio Vigorè. Nel 1732 i deputati di questo oratorio decisero di erigere il campanile che venne poi distrutto nel 1938 perché pericolante.


Chiesa di San Sebastiano
Si possono far risalire le origini della chiesa di San Sebastiano al 1609, quando il Conte Carlo Borri e Giovanni Battista Lampugnano posarono rispettivamente la prima e la seconda pietra dell'oratorio.[23] Notevoli donazioni provengono al capitolo dal testamento del prevosto Orsino Spadense da Urbino deceduto il 28 marzo 1620. Nel 1635 l'edificio è una chiesa sussidiaria e come tale non dispone di alcun prete; rimane in questo stato sino al 1787 quando viene definitivamente profanata. Nel 1880 la chiesetta viene abbellita e ristrutturata negli interni, per poi essere venduta al capitolo della parrocchia nel 1921, inaugurandone un nuovo altare nel 1927.
L'esterno, costituito da una struttura estremamente semplice, è preceduto da un piccolo cortile con cancello, mentre la facciata della chiesetta è realizzata con la classica struttura terminante a timpano, sovrastato da una croce in pietra. Uniche decorazioni presenti, oltre alle alte lesene, sono due statue poste in due nicchie nella parte superiore della facciata, rappresentanti San Rocco e San Fermo.
L'interno, strutturato su una sola navata che conduce sino al presbiterio, è interamente decorato ad affreschi: sul soffitto della chiesa sono rappresentati quattro scene della vita di San Sebastiano. Sulla controfacciata si trovano due grandi affreschi: il primo, sovrastante la porta d'ingresso, rappresenta San Pietro e sopra di lui, in gloria, spicca l'immagine di San Fermo (ai lati si trovano due targhe commemorative dei restauri subiti in precedenza). Le pareti accolgono anche due cappelle devozionali decorate a finte strutture in gusto barocco, una dedicata alla Madonna e l'altra a San Giuseppe. Il presbiterio è distinto dalla navata da una stupenda balaustra in marmo rosa e da un arco trasversale decorato a vista con piccoli medaglioni rappresentanti San Carlo Borromeo (a sinistra), Sant'Attilio (in centro) e Sant'Ambrogio (a destra). Più in basso, ai lati di questo arco introduttivo, due nicchie accolgono le statue di San Sebastiano (a sinistra) e Sant'Antonio da Padova (a destra). L'area dell'altare è decorata sulla volta a crociera del soffitto con quattro grandi affreschi rappresentanti i quattro evangelisti, mentre le pareti laterali sono completate da due quadroni rappresentanti i momenti culminanti della vita di San Sebastiano, "San Sebastiano si reca dall'Imperatore Diocleziano" e "Il martirio di San Sebastiano", realizzati dal pittore corbettese Natale Penati tra il 1948 ed il 1949. L'altare, di forme sobrie, è integralmente ligneo e dipinto a simulare il marmo.


ORIGINI
Le origini dell'abitato sono riconducibili già all'epoca celtica tra il VII ed il VI secolo a.C., periodo al quale risalgono i più antichi reperti trovati nel territorio del Comune. Grazie al suo ruolo di capopieve, per secoli ha rappresentato un punto di forza religioso fondamentale per lo sviluppo del cristianesimo nell'area, proseguito in epoca moderna dal locale santuario, divenuto uno dei maggiori centri di fede mariana del magentino e dell'abbiatense.

CENNI STORICI
I ritrovamenti di vasellame vitreo nei vecchi pozzi del castello attestano il popolamento dell'area nel VII-VI secolo a.C. ad opera di tribù celto-liguri. Nel IV secolo a.C. vi era un insediamento (pagus) gallo-celtico (Insubri) e, probabilmente dopo le battaglie di Talamone (225 a.C.) e Casteggio (222 a.C.), o comunque attorno al II secolo a.C., una colonia romana con l'evidente scopo di proteggere Milano ed i territori ad est del Ticino dalle razzie dei galli burgundi.

La configurazione delle mura, che circondano per un terzo il castello, e il corso d'acqua attiguo delineano le caratteristiche difensive di base del campo trincerato romano. A testimonianza dell'impronta romana rimangono resti di are votive dedicate a Giove, agli dei Mani ed alle sacre matrone (già venerate dai Celti), divinità tutelari della famiglia (reperti inglobati nelle fiancate esterne della chiesa prepositurale di San Vittore Martire), e svariate monete con l'effigie di Giulio Cesare, Claudio e Traiano.

La vicinanza di Milano, divenuta poi sede imperiale, e l'ubicazione su vie romane (come la vetustissima strada, battuta già da Celti ed Etruschi, che da Corbetta porta a Castellazzo de' Stampi e di lì al capoluogo) non potevano certo non favorire lo sviluppo civile di Curia Picta, nella quale risiedeva forse anche un pubblico magistrato (curia = senato).
A seguito della caduta dell'Impero romano d'Occidente e l'assedio di Milano nel 539 d.C., la città si popolò maggiormente, accogliendo gli esuli provenienti dal capoluogo.

È di questo periodo la diffusione nell'Italia Settentrionale del Cristianesimo che raggiunge anche Corbetta, com'è dimostrato dal ritrovamento nel 1971 della basilica paleocristiana sotto il pavimento della chiesa di San Vittore.
Nel 569 d.C. l'arrivo dei Longobardi fu segnato da una migliore legislazione e dalla comparsa delle prime testimonianze che citano espressamente la presenza del borgo.

Nel IX secolo la borgata ed il castello di Corbetta passarono sotto la signoria dell'arcivescovo di Milano. Nel 1037 iniziano le ostilità tra l'arcivescovo Ariberto da Intimiano e l'imperatore Corrado II il Salico che, vedendo inutile porre l'assedio a Milano per la moltitudine dei difensori, il 28 maggio si dirige verso Corbetta e ne occupa il castello con le proprie truppe. Diverse fonti raccontano che l'improvviso scoppiare di fulmini a ciel sereno gettò nello scompiglio l'esercito di Corrado, mentre all'esterno dell'area tali fenomeni non si manifestarono. Secondo la cronaca di Landolfo il Vecchio sant'Ambrogio apparve all'imperatore in atto di minaccia.

Corbetta rimane nel tempo fedele ai Milanesi contro gli imperatori e nel 1100 la borgata assume nuova importanza come luogo principale della Burgaria, uno dei quattro contadi del milanese, la quale si dice divisa in due parti con capoluogo rispettivamente Rosate e Corbetta.
Nel 1154, l'imperatore Federico Barbarossa mise a ferro e fuoco la borgata durante il conflitto con la coalizione dei comuni lombardi.

In un documento del 1162 - actum in loco Corbetta, Frederico imperatore regnante - col quale un tale Passavino detto Burro professava di vivere secondo la legge, Curia Picta viene per la prima volta ufficialmente indicata con il nome di Corbetta, anche se in una bolla del medesimo anno, con la quale papa Alessandro III conferma all'arcivescovo Umberto I da Pirovano ed alla sua chiesa tutti i diritti e possessi, non si fa menzione del luogo e del castello, che si suppone fossero già stati perduti a favore dell'Impero. Nei secoli precedenti, invece, Corbetta è chiamata Curbitum dallo storico Wippone, Corio-Picta dallo storico Landolfo il Vecchio, altrove Curia-picta (o Curia pincta) Sancti Ambrosii e Castrum Sancti Ambrosii.

Un'ipotesi relativamente recente propende a spiegare il nome della città con i due termini celto-liguri di cur (anello) e betda (casa di legno): una fortificazione circondata da un fossato.

I Corbettesi combattono nelle file dell'esercito milanese nel 1239 contro Federico II che, sconfitto a Rosate, si riversa nuovamente con le sue truppe su Corbetta, oltrepassando poi il Po e raggiungendo in seguito la Toscana.Seguendo le sorti di Milano, Corbetta nel 1270 passò sotto la dominazione viscontea, che fu un ritorno quasi alla signoria arcivescovile, perché Ottone Visconti eletto arcivescovo nel 1262, con la battaglia di Desio nel 1277, diventò effettivamente arbitro di Milano, sebbene fossero mantenute le prerogative comunali.

Scarsino (o Scarsio o Squarcino) di Lanfranco dei Borri, capitano generale dei nobili esuli milanesi, per i servigi resi ad Ottone e a Matteo I Visconti (appoggiò infatti i Visconti contro i Torriani), ottiene nel 1275 a ricompensa molti feudi nel borgo di Corbetta, così che i Borri, originari di Santo Stefano Ticino, ne diventano i principali proprietari. Nel luglio 1289 a Corbetta convengono i rappresentanti della Repubblica Milanese e il Marchese Guglielmo VII del Monferrato al fine di concludere un'alleanza in funzione anti-viscontea. Nel 1292, ripreso il potere a Milano, Matteo Visconti, trovandosi il figlio alla corte di Carlo II di Napoli, facendosi precedere dal Podestà di Milano a Bernate Ticino, raccolse a Corbetta il grosso dell'esercito per poi dirigersi a Novara al fine di conquistarla. Con il successo dell'impresa il figlio del Visconti, Galeazzo, venne costituito dal padre podestà o vicario a Novara. Qui nel 1299 si ordì la congiura dei sostenitori del Monferrato che conquistano la città: Galeazzo Visconti ha appena il tempo di fuggire e di rifugiarsi presso il castello di Corbetta.

Sul finire del secolo XIII si distinse il pittore Simone da Corbetta, esponente della scuola lombarda: ci rimangono alcuni affreschi da lui eseguiti nella chiesa e nel chiostro di Santa Maria dei Servi a Milano ed ora conservati nella Pinacoteca di Brera. Il 4 gennaio 1363 Magenta e Corbetta vennero conquistate da una compagnia di Inglesi al soldo del Marchese del Monferrato ma solo al fine di compiere delle razzie: per questo motivo, Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, è mandato dal padre Galeazzo II nel 1376 contro l'esercito del Monferrato in una campagna che costringe il Visconti a ritirarsi a Corbetta dove viene assediato. Gian Galeazzo, divenuto primo Duca di Milano nel 1385 tolse il paese dalla giurisdizione della Burgaria, ponendolo sotto quella del Podestà di Milano assieme a Cisliano, Sedriano, Bareggio, San Vito, Bestazzo e San Pietro di Bestazzo.

L'edificio politico costruito da Gian Galeazzo minacciò di crollare invece sotto il rovinoso governo del figlio Giovanni Maria che finì ucciso da congiurati sulla soglia della chiesa di San Gottardo a Milano, il 16 maggio 1412; egli aveva assoldato nel 1407 alcuni avventurieri spagnoli per la difesa del Ticino e li aveva stanziati nel castello di Corbetta. Nel XIV secolo di quattro contadi se ne erano formati due: Seprio-Burgaria e Martesana-Barzana, divenendo poi (sotto il governo di Carlo V d'Asburgo) semplicemente Seprio e Martesana.

Con la salita al potere di Francesco Sforza, Corbetta cambiò nuovamente signoria. Nel 1499 le truppe francesi di Luigi XII invasero il territorio milanese ed il territorio di Corbetta, trovando debole difesa nei mercenari svizzeri assoldati da Ludovico il Moro per la difesa del ducato. Per questo lo Sforza si rifugiò dapprima in Germania da dove, nel febbraio 1500, con l'aiuto degli imperiali, riuscì a riprendere il governo del ducato per due mesi: quando i Francesi sconfissero le truppe milanesi a Novara lo imprigionarono in Francia dove morì. Luigi XII tornò padrone di Milano ma per breve tempo.

Nel 1513 il comandante delle truppe svizzere Matteo Schiner, vescovo di Sion e cardinale, assoldato da Massimiliano Sforza, primo figlio di Ludovico il Moro, riconquistò il ducato e lo cedette agli Sforzeschi. nel 1515, Francesco I di Francia riprendeva Milano, passando il governo da Carlo III di Borbone-Montpensier a Odet de Foix, Conte di Lautrec. Per l'ultima volta Milano viene restituita per opera di Carlo V e di papa Leone X a un altro figlio del Moro, Francesco II, alla morte del quale, il 19 novembre 1535, i territori del ducato milanese passarono definitivamente sotto il dominio imperiale.

Gli Aliprandi, antica famiglia patrizia originaria di Milano, furono presenti a Corbetta tra il Cinque e il Settecento ed ebbero un certo peso nella gestione amministrativa del santuario. Gli stessi possedevano beni immobili nel paese di Santo Stefano Ticino.
Carlo V annetté il milanese ai domini spagnoli inaugurando uno dei periodi più nefasti della città di Milano. Di questo periodo sono Carlo e Federico Borromeo. Al 17 aprile 1555 risalirebbe l'evento del primo presunto miracolo (cfr. Il Santuario Arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli). Il 22 novembre 1577 Carlo Borromeo, in occasione di una sua visita, consacrò solennemente la nuova campana maggiore della chiesa ed amministrò la cresima sul sagrato. Nel 1581, il 17 giugno, si ricorda un'altra visita del cardinale. Nel 1582 la popolazione corbettese si rivoltò al dominio degli Spagnoli assalendoli nei loro quartieri e saccheggiando anche la chiesa che fu riconsacrata il 29 luglio dello stesso anno.

Dopo la peste del 1630, nel 1631 le milizie tedesche, di ritorno dall'assedio di Mantova, saccheggiarono il paese e nel 1650 il castello, già in parte rovinato dagli assalti sostenuti, venne quasi interamente smantellato e i pochi resti adibiti ad abitazione signorile. A questo periodo risale la costruzione di alcuni edifici storici dell'attuale corso Garibaldi, definiti "Quartiere Spagnolo" o "degli Umiliati" in quanto risultavano di proprietà della compagnia dei frati Umiliati di Brera.Il primo periodo della dominazione austriaca sotto Giuseppe I (1711) e Carlo VI non fu molto più felice del precedente e nemmeno più pacifico. Per le mire espansionistiche di Filippo V di Spagna e dell'alleato Carlo Emanuele III di Savoia, il Ducato di Milano venne occupato nuovamente dagli spagnoli ma, con la pace di Vienna (1736), lo stato di Milano tornava all'Austria di Maria Teresa d'Asburgo. È questo inoltre il periodo in cui il territorio viene per la prima volta ufficialmente mappato nell'opera del Catasto Teresiano.

In questo periodo Corbetta si abbellisce delle sue più sontuose ville gentilizie e ritrova il perduto splendore grazie alla mano di abili architetti del calibro di Francesco Maria Richini o Francesco Croce che attuano importanti ammodernamenti sulle strutture già esistenti, creando anche nuove residenze per gli aristocratici milanesi, ville e palazzi che oggi costituiscono per il paese una perla nel circolo delle Ville di Delizia del Naviglio Grande.

Nel 15 maggio 1796, però, il Generale Napoleone Bonaparte entrò a Milano, vincitore degli Austriaci, succedendosi al governo della I e della II Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e infine del Regno d'Italia con il quale Milano ha un nuovo periodo di preminenza politica e civile. A Corbetta viene soppresso il Capitolo e viene eretta l'attuale chiesa parrocchiale.

A partire dal 1706, in seguito alla crisi del Regno di Spagna avvenne l'occupazione di tutto il territorio milanese ad opera di Eugenio di Savoia, che passò il dominio agli austriaci, formalizzando la Pace di Rastatt del 1714.

Il primo periodo della dominazione austriaca sotto Giuseppe I (1711) e Carlo VI non fu molto più felice del precedente e nemmeno più pacifico. Per le mire espansionistiche di Filippo V di Spagna e dell'alleato Carlo Emanuele III di Savoia, il Ducato di Milano venne occupato nuovamente dagli spagnoli ma, con la pace di Vienna (1736), lo stato di Milano tornava all'Austria di Maria Teresa d'Asburgo. È questo inoltre il periodo in cui il territorio viene per la prima volta ufficialmente mappato nell'opera del Catasto Teresiano.

In questo periodo Corbetta si abbellisce delle sue più sontuose ville gentilizie e ritrova il perduto splendore grazie alla mano di abili architetti del calibro di Francesco Maria Richini o Francesco Croce che attuano importanti ammodernamenti sulle strutture già esistenti, creando anche nuove residenze per gli aristocratici milanesi, ville e palazzi che oggi costituiscono per il paese una perla nel circolo delle Ville di Delizia del Naviglio Grande.

Nel 15 maggio 1796, però, il Generale Napoleone Bonaparte entrò a Milano, vincitore degli Austriaci, succedendosi al governo della I e della II Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e infine del Regno d'Italia con il quale Milano ha un nuovo periodo di preminenza politica e civile. A Corbetta viene soppresso il Capitolo e viene eretta l'attuale chiesa parrocchiale.

Il 3 giugno 1859, alla vigilia della Battaglia di Magenta, la Villa Massari a Corbetta divenne uno dei quartieri generali del feldmaresciallo austriaco Ferencz Gyulai, arretrato poi ad Abbiategrasso il 5 giugno dopo che i soldati francesi (46.883 uomini) con uno sparuto gruppo di bersaglieri piemontesi (634 uomini) avevano sconfitto la seconda armata austriaca (55.792 uomini) permettendo a Vittorio Emanuele II d'Italia ed a Napoleone III di Francia di entrare trionfanti a Milano l'8 giugno dello stesso anno. La 2ª divisione di cavalleria austro-ungarica del 7º Corpo d'armata al comando del Feldmaresciallo Luogotenente von Lilia, comprendente le brigate von Weigl e von Dondorf, era acquartierata nei giardini e nelle scuderie del Castello, mentre nella frazione di Cerello sostava il reggimento di cavalleria di riserva agli ordini del conte Alessandro di Mensdorff ed a Castellazzo de' Stampi la brigata conte Palffy: tutte queste forze non vennero impegnate in maniera diretta nelle operazioni militari.

La memoria popolare narra che all'imbrunire, sul finire della battaglia di Magenta, numerosi fanti austro-ungarici sbandati in rotta verso Corbetta vennero raggiunti da "zuav frances cont la faccia da demòni" (in realtà si trattava del 9º Battaglione Bersaglieri e di alcuni reparti di Cacciatori della Guardia Imperiale) all'altezza dell'attuale Piazza del Popolo ed ivi passati per le armi o fatti prigionieri.

Nel 1866, con la nascita della Guardia Nazionale, anche Corbetta ebbe un suo distaccamento con sede nel castello: era composto di centocinquanta uomini divisi in quattro squadre.

Tra il 1885 ed il 1889 in diversi paesi del milanese si registrarono numerosissimi scioperi agrari. I contadini, ridotti alla fame dai "pendizzi" (debiti ma anche vergognose "appendici" nei contratti d'affitto) e da paghe miserevoli, oltre che esasperati a causa di annate sfortunate ed improvvise morie di "cavaler" (bachi da seta), spesso l'unica fonte di sostentamento per le famiglie degli "obbligàa" (salariati), scesero in piazza contro i padroni. In particolare nel 1889, dopo Casorezzo, si mossero i braccianti di Ossona, Arluno, Santo Stefano Ticino, Vittuone, Sedriano, Bareggio ecc. Domenica 19 maggio, davanti al Municipio di Corbetta (allora sito in Via Cavour e corrispondente all'attuale numero civico 5), una trentina tra Regi Carabinieri e agenti di pubblica sicurezza sparò sulla folla uccidendo il diciottenne Enrico Lovati, ferendo in maniera grave almeno sette persone ed arrestando ventuno manifestanti.

Nel 1891 venne inaugurata la nuova chiesa, ma il rovinoso crollo del campanile (2 giugno 1902), dovuto all'altezza di 81 metri e al peso delle nove campane, ne ritardò il completamento sino al 1908.

Durante la Grande Guerra Corbetta ebbe 158 caduti.

Nel 1921 il comune ha 7.689 abitanti e in quel periodo la struttura urbanistica del paese subisce radicali cambiamenti. La forza lavoro è principalmente occupata nelle industrie sparse sul territorio ma una buona parte di lavoratori rimane comunque dedita all'agricoltura.

Ad Abbiategrasso nell'agosto del 1944 furono arrestati, per ordine del capitano tedesco Theodor Saevecke, responsabile della Strage di Piazzale Loreto a Milano, otto civili tra cui il partigiano corbettese Pierino Beretta, poi torturato e trucidato presso Torriano di Pavia perché ritenuto responsabile assieme ai compagni di due attacchi a truppe tedesche.A questo tragico fatto fece seguito l'esecuzione di quattro ex rappresentanti del fascio locale presso il Naviglio Grande.

Il 5 febbraio 1988 a Corbetta viene conferito il titolo di città dal presidente della repubblica italiana Francesco Cossiga. Oggi Corbetta si sta consolidando sempre più come polo culturale e naturalistico, e per rendere ancora più realistiche queste prerogative nel 2007 ha preso il via il progetto "ecosostenibilità", che si propone lo scopo di rendere il comune ecosostenibile a basso impatto ambientale.

DATI RIEPILOGATIVI

in aggiornamento

.
AMIACQUE srl - Milano
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI