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Collebeato
è un comune della provincia di Brescia, nella
bassa Val Trompia. Collebeato è racchiuso all'interno
dei monti Picastello, Campiani, Peso, Dosso Boscone
e Sasso nella parte in cui la bassa Val Trompia si
incontra con la pianura padana. Collebeato è
una estesa la coltivazione delle pesche. Sono presenti
numerosi agriturismi.
ETIMOLOGIA
Indicato nel XII secolo come Cubiado, Cubiate o Cobiado,
fu poi chiamato "Collebeato" basandosi su
una errata interpretazione etimologica. Mentre i toponimi
originali derivavano, molto probabilmente, da Colombiacum,
dal nome di persona latino Colombius.
MANIFESTAZIONI
Nel mese di luglio si tiene la Sagra delle Pesche:
fastosi carri compiono un giro del paese distribuendo
gratuitamente le rinomate pesche ai collebeatesi.
DA
VEDERE
Palazzo Pancera di Zoppola
L'affresco del salone principale di palazzo Pancera
di Zoppola Bona (già villa Martinengo di Padernello),
con l'Allegoria della Pace tra Marte e Venere, databile
intorno al 1741, è attribuito al pittore Giovan
Francesco Gaggini da Bissone.
Il palazzo è situato a pochi metri dalla chiesa
nella piazza centrale del paese.
Altre architetture civili
Palazzo Conti Martinengo, già Maggi Via (XV
e XVI secolo);
Villa Nobili Quaglieni (XV - XIX secolo);
Palazzo ex-Congrega Apostolica, già Villa Conti
Durandi (XV - XVII secolo);
Municipio, già Villa Nobili Ferrari (XV - XX
secolo);
Villa Peschiera (XVIII secolo);
Villa Del Bono, già Conti Torre (XIX secolo);
Villa Rota, già Rovetta (XVII secolo);
Villa Trebeschi, già Uberti (XIX secolo);
Palazzo Galesi (XIX secolo).
Architetture religiose
Seppur le prime notizie di una comunità a Collebeato
siano attestate all'XI secolo, la parrocchia di Collebeato
fu costituita, staccandosi dalla Pieve di Concesio,
solo nel XV secolo ed intitolata a San Paolo. L'attuale
chiesa parrocchiale fu costruita ingrandendo la precedente
a fine XIX secolo e inaugurata nel 1901. Essa contiene
opere d'arte del XVI/XX secolo tra le quali i cicli
di affresco del Rubagotti sulla Conversione di San
Paolo e un Sant'Antonio Adorante opera di Piero Agnetti
(1982).
Più antiche le fondamenta del Santuario della
Madonna della Calvarola con resti pavimentali del
XII secolo. L'attuale edificio è una costruzione
settecentesca al cui interno sono presenti affreschi
dello Scalvini.
Altri edifici ecclesiali presenti nel territorio:
chiesa parrocchiale Conversione di San Paolo (XIX
secolo);
santuario Madonna della Calvarola (XVIII secolo);
cappella di Sant'Antonio ai Campiani (XVIII secolo).
ORIGINI
E CENNI STORICI
In epoca romana il territorio di Collebeato era una
zona collinare poco abitata a ridosso delle paludi create
dal fiume Mella. Vi sono stati rinvenuti pochissimi
reperti: quattro cippi sepolcrari di età imperiale
e i resti dell'antico tracciato romano che da Brixia
attraverso il Ponte Crotte portava alla Valle Trompia
salendo sulle colline.
Nel 1014 il nome Cubiadum (Cubiado) compare per la prima
volta fra le proprietà dell'Abbazia di Leno nel
diploma impaeriale di Enrico II. L'etimologia del nome
deriva dal latino "copulatum" e sta a significare
"accoppiato". Il nome ricorre anche nel diploma
di Enrico II del 1019 e poi in quelli di Corrado II
del 1026 e 1036 e risulta presente in bolle papali e
diplomi imperiali fino al 1434. I monaci benedettini
di Leno provvedono ad ampie bonifiche delle paludi del
Mella. A fianco dei territori gestiti dagli abati sorge
una vicinia comunale nelle terre da cui trae le decime
il vescovo di Brescia.
Dal 1186 al 1194 risulta attivo il notaio Gerardus de
Cubiado, nominato dall'imperatore Federico Barbarossa.
Ci sono pervenuti otto documenti da lui firmati.
Nel 1194 (15 novembre) si tiene un processo per determinare
se le proprietà terriere di Cubiado fossero sotto
l'Abate di Leno o sotto il Vescovo di Brescia. Testimoniano
i due capofamiglia anziani di Cubiado Villano di Fra
Le Corti e Alberto da Pozzo.
Nel 1274 Padre Giovanni da Cobiado è direttore
del complesso ospitaliero della Chiesa di San Giacomo
al Mella, sulla via che da Brescia porta a Milano.
Nel 1280 Cobiato è annoverato tra i comuni che
debbono mantenere il Ponte delle Crotte sulla strada
verso Brescia.
Nel 1483 il nobile veneziano Marco Sanuto descrive nel
suo itinerario nella terraferma veneziana il "giarino
bellissimo" del nobile conte Antonio Martinengo.
Nel secolo XV Collebeato diviene luogo di villeggiatura
per nobili e religiosi della città di Brescia
per la stagione estiva, sono edificate importanti ville
e due monasteri (Santa Croce e Santo Stefano).
Nel 1512 Collebeato subì assedio militare da
parte di soldatesche francesi che attaccavano la veneziana
Brescia. Mariotto Martinengo, ispirato dalla distruzione
delle battaglie, scrive il poemetto in volgare italiano
"Il Pianto del dio Pan per la rovina del Colle
beato", utilizzando per la prima volta il nome
poetico "Colle-beato" in vece del più
medievale "Cobiato". Nel clima rinascimentale
e di umanesimo portato dai nobili che villeggiavano
a Collebeato, oltre allo sviluppo di ville e palazzi,
nascono anche maestranze artistiche locali, tra queste
risulta attivo nel XVI secolo un pittore e decoratore
nativo del paese Jacobino da Cobiato, di cui però
non si conoscono opere.
Nel 1554 Galeazzo dagli Orzi, segretario di Mariotto
Martinengo, pubblica a Brescia una prima edizione del
poema in volgare bresciano "La massera da bé"
(la brava massaia) primo libro che nobilita la lingua
bresciana come lingua letteraria. La protagonista del
libro è la massaia Flor da Coblat. Nel 1565 esce
la versione veneziana del libro.
Nel 1609 il veneziano Giovanni Da Lezze descrive nel
Catastico Bresciano il territorio di Cobiato, le ville
e gli edifici religiosi.
Nel 1640 il Comune di Cobiato si dota di precisi statuti
per l'amministrazione delle acque e per regolare la
vita comune.
Nel 1701 inizia l'uso ufficiale del nome Collebeato
sulle cartine francesi e dal 1779 sulle carte lombardo-venete
il nome resterà ufficialmente questo.
Dal 1770 al 1794 risulta attivo a Collebeato il notaio
Bartolomeo Mattanza.
Dal 1737 al 1800 risulta attivo il notaio Gaetano Bonera.
Nel 1833 il patrimonio dei Conti Martinengo, alla morte
di Girolamo Silvio Martinengo, nobile veneziano (traduttore
nel 1801 del Paradiso Perduto di Milton), passò
al cugino Alessandro Molin e attraverso la figlia di
questi, Maria ai conti friulani Panciera di Zoppola
tuttora possessori dei giardini e della splendida villa.
Nel 1850 il Conte Giuseppe Torre presso i giardini della
sua villa (l'attuale Parco 1ºMaggio) seleziona
un nuovo tipo di fiore, la Camelia Japonica "Vergine
di Collebeato", un particolarissimo tipo di camelia
bianca a spirali concentriche, descritto e ammirato
nel 1857 dallo statista Giuseppe Zanardelli in una sua
lettera.
Dal 1851 al 1856 Collebeato fu centro dei moti risorgimentali
bresciani, vi si rifugiavano i mazziniani ospitati e
nascosti presso le ville e le corti del paese; vi era
installata una stamperia clandestina. Il patriota Tito
Speri radunava e allenava le truppe rivoluzionarie antiaustriache
presso i campi del paese.
Nel 1889 nasce a Collebeato il sacerdote, scrittore
e intellettuale Pietro Rigosa. Ebbe come allievo e amico
Giovan Battista Montini (futuro papa Paolo VI), scrisse
molti racconti, tra questi Il leone di Brescia (Gatti,
Brescia 1932) romanzo ambientato a Collebeato e dedicato
alla vita di Tito Speri.
Nel 1910 l'industriale e benefattore Filippo Rovetta
importa dalla Louisiana piantine di pesco americano
e nel 1919 avvia una produzione di pesche su larga scala,
dissodando ampi appezzamenti di terreno nella zona nord
del paese, frutteti ancora oggi esistenti. L'esempio
fu seguito ben presto da tutti i proprietari terrieri
del paese trasformando l'agricoltura locale in modo
radicale. Collebeato fu il principale produttore di
pesche nel bresciano fino agli anni Quaranta e tra i
principali a livello nazionale producendo oltre novanta
specie diverse di pesche. Nel 1940 il "Dopolavoro"
organizza la prima Sagra delle Pesche, festa per cui
ancora oggi il paese è rinomato nella provincia
di Brescia.
Dal 1956 al 1965 fu attiva la cava e la fabbrica del
cementificio CEMBRE, attività che portò
al declino della peschicoltura per l'incompatibilità
ambientale tra le due attività produttive che
insistevano sullo stesso territorio. Nel dopoguerra
iniziò l'espansione edilizia del paese, prima
con i villaggi delle cooperative bianche di padre Ottorino
Marcolini negli anni Cinquanta e Sessanta e negli anni
successivi con cooperative rosse. Oggi il territorio
pianeggiante è quasi completamente costruito
di ville e condomini con ampio giardino. L'abitato residenziale
di pregio è inserito nel locale "Parco delle
Colline".
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Popolazione
Residente 4.771 (M 2.291, F 2.480)
Densità per Kmq: 891,8
Superficie: 5,35 Kmq
CAP
25060
Prefisso Telefonico 030
Codice Istat 017057
Codice Catastale C850
Denominazione
Abitanti collebeatesi
Santo Patrono Conversione di San Paolo
Festa Patronale 25 gennaio
Il
Comune di Collebeato fa parte di:
Regione Agraria n. 10 - Colline di Brescia
Località
e Frazioni di Collebeato
Campianelli, Campiani, Villa di Sopra, Villa di
Sotto
Comuni
Confinanti
Brescia, Cellatica, Concesio.
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