Colico
è un comune italiano di 7.485 abitanti della
provincia di Lecco in Lombardia. Si trova sul punto
d'incontro di strade importanti, come la SS 36 del
Lago di Como e del Passo dello Spluga, che collega
Milano e la Brianza con il Lario e la Valchiavenna,
e la SS 38 dello Stelvio. Il paese è dominato
dall'imponente Monte Legnone (2609 metri). È
una località di villeggiatura con buone strutture
ricettive ed è molto frequentata durante la
stagione estiva. Ospita dal 2006 la tappa italiana
della Coppa del Mondo di kitesurfing. Colico si trova
nella parte orientale dell'Alto Lario, dominato dalla
prealpe più alta, l'imponente Monte Legnone
con i suoi 2610 m. Anche il suo gemello, il Monte
Legnoncino con i suoi 1714 m, è parte importante
del panorama colichese. Vicino a Colico si trova un'importante
riserva naturale, il corridoio di migrazione del Pian
di Spagna che però è già in territorio
della Provincia di Como. I due principali corsi d'acqua
di Colico sono l'Inganna ed il Perlino. Poi c'è
anche il fiume Adda che fa da confine naturale con
la Provincia di Como. Il centro cittadino si sviluppa
tra Piazza Garibaldi, Via Vitali, Largo San Giorgio
e Via Pontile. Questo quartiere racchiude i principali
servizi di Colico. Tra Via Municipio e Piazza Quinto
Alpini si trovano municipio, chiesa di San Giorgio
e le principali scuole. In Via Villatico ha sede l'ufficio
postale. L'economia colichese è principalmente
turistica, ma l'industria ottiene un ottimo secondo
posto dall'imponenza della zona industriale, sempre
in espansione, e inoltre vi è una numerosa
presenza di banche. Il turismo è soprattutto
incentrato sui numerosi camping, ma ci sono anche
altre strutture ricettive quali hotel, agriturismi
e bad & breakfast. L'industria vanta di importanti
marchi di costruzione di autocarri (Iveco) e yacht
(Cranchi). Colico è piena di banche grazie
alla favorevole posizione e ai numerosi stabilimenti
industriali.
ETIMOLOGIA
Potrebbe essere ricondotto all'aggettivo latino collicus,
da collis, colle. Anticamente 'Colicum'.
MANIFESTAZIONI
L'evento più importante che si svolge a Colico
è la tappa italiana della Coppa del Mondo di
kitesurfing. A seguire l'importante festival di musica
classica Musica sull'Acqua che si svolge in Piazza
Garibaldi e all'Abbazia di Piona. Inoltre si ricorda
la Notte Bianca di Colico assieme alle serate danzanti.
Tra le feste più importanti ricordiamo la festa
di San Rocco il 16 agosto nell'omonima chiesa.
DA VEDERE
Forte
Montecchio
Costruito tra il 1911 ed il 1914, il Forte Montecchio
è l'unico forte militare italiano della Grande
Guerra che abbia conservato ancora intatto il suo
armamento originario. Funzione principale del Forte
era quella di controllare le strade dello Spluga,
del Maloja e dello Stelvio nel caso che gli Imperi
Centrali, violando la neutralità della Svizzera,
avessero deciso di invadere il Nord Italia. Dati gli
eventi bellici il forte, che costituiva il punto di
forza di un complesso sistema di sbarramento che si
prolungava fino al Monte Legnone, rimase inattivo
durante tutta la Prima guerra mondiale. Il forte non
venne impiegato in azioni militari neanche durante
la Seconda guerra mondiale: gli unici colpi di cannone
furono infatti sparati contro una colonna tedesca
che risaliva l'opposta sponda del lago dopo che il
forte era stato occupato dai partigiani. In seguito
venne utilizzato come deposito di munizioni ed infine
ceduto al demanio pubblico. La visita del forte consente
oggi di osservare le soluzioni architettoniche, tecniche
ed organizzative, alcune delle quali davvero innovative
per l'epoca, adottate all'inizio del secolo nell'edificazione
dei forti militari. L'attrattiva principale del forte
è comunque rappresentato l'armamento: quattro
cannoni, con una gittata di 14 km, con installazioni
a pozzo protetti ciascuno da una cupola in ghisa.
Il Forte, per il quale recentemente è iniziata
un'opera di restauro finalizzata a migliorarne la
fruibilità turistica, è sostanzialmente
diviso in due parti: la zona bassa che contiene gli
alloggi e le polveriere e la zona alta ospitante i
cannoni. Le due aree sono collegate da una suggestiva
galleria curvilinea.
Forte
Fuentes
Tra il 1603 ed il 1606, il conte di Fuentes, governatore
di Milano, fece costruire sul Montecchio una fortezza
a scopo di difendere il confine settentrionale del
Ducato di Milano da francesi e Grigioni svizzeri,
che all'epoca occupavano la Valtellina e la Valchiavenna.
La piana del forte era allungata, con opere a corno
nelle estremità, mentre l'andamento irregolare
delle mura, che uscivano e rientravano come cunei,
consentiva una migliore difesa della bastionata. Il
forte si sviluppava su diversi livelli: in alto, ancora
visibile, il palazzo del governatore, che però,
a causa dell'insalubrità dell'aria, risiedeva
a Gravedona; ai livelli più bassi i quartieri
del soldati. In tutto il forte poteva ospitare 300
uomini. L'ubicazione del forte consentiva di dominare
tutta la pianura sottostante, che da allora venne
appunto chiamata Pian di Spagna, ma soprattutto permetteva
di controllare le strade per la Valtellina e per il
passo dello Stelvio, per la Valchiavenna e per il
passo dello Spluga, ed, infine, per Como e Milano.
Ancora oggi la zona viene indicata come Trivio di
Fuentes. A completare il progetto difensivo spagnolo
furono inoltre costruiti due fortilizi, uno sopra
Sorico, l'altro detto Fortino d'Adda a Gera Lario
e rivolto verso la Valchiavenna. Il forte era inoltre
collegato ad una serie di avamposti preesistenti,
noti con il generico nome di Torrette. Nonostante
il Forte di Fuentes nel corso del XVII e XVIII secolo
fosse una delle principali fortificazioni della Lombardia,
la sua vita non ebbe eventi militari degni di nota:
solo nel 1706, durante la Guerra di successione spagnola,
il Forte venne assediato per la prima volta dagli
austriaci che lo espugnarono solo dopo tre settimane.
Nel 1714 in Lombardia al dominio spagnolo si sostituì
quello austriaco: il Forte di Fuentes si trovò
così coinvolto in due altri assedi, nel 1733,
da parte di spagnoli e Piemontesi, durante la Guerra
di successione polacca, e nel 1746 da parte degli
spagnoli, durante la Guerra di successione austriaca.
Nel 1782, in seguito alla riforma voluta dell'imperatore
Giuseppe II d'Austria, la fortezza venne dismessa
e venduta a privati. Nel 1796, per volere di Napoleone,
venne completamente smantellata ed in seguito abbandonata.
Dell'antica fortezza oggi rimangono in piedi solo
alcuni ruderi, in parte sommersi dalla vegetazione,
ricchi tuttavia ancora di fascino ed interesse. L'affresco
staccato dalla chiesetta del forte, una Santa Barbara,
patrona degli artiglieri, opera non particolarmente
pregevole, ma di notevole importanza storica, è
ora posta nel mezzo della navata laterale sinistra
della chiesa parrocchiale di San Giorgio, nel centro
di Colico.
Torrette
Essendo stata nei secoli passati crocevia di importanti
vie di comunicazioni, tutta l'area di Colico fu munita
fin dall'età medievale di numerose fortificazioni,
ancora prima della costruzione del Forte di Fuentes.
Sul Montecchio settentrionale sono ancora visibili
due torrette di guardia, che costituivano il cosiddetto
Castello di Colico, di epoca comunale, ma largamente
rimaneggiate, a controllo delle strade provenienti
dalla Valtellina. Più importante sotto il profilo
strategico della Torre di Fontanedo, che faceva parte
di una più complessa opera di fortificazioni
edificata nel corso del XIV secolo dai Visconti. Dalla
torre era possibile dominare tutto l'Alto Lago, l'entroterra
di Colico e la zona dell'attuale lago di Novate Mezzola.
A difesa dell'antica strada che collegava il Lago
di Como con la Valtellina, nel territorio di Curcio,
troviamo un'altra torre di vedetta, probabilmente
collegata al Forte Fuentes e oggi trasformata in abitazione
agricola e chiamata la Torretta di Curcio. Sempre
del sistema difensivo del Forte doveva far parte il
cosiddetto Fortino d'Adda, o Stallone, che sorge fuori
dai confini comunali, nel territorio di Gera Lario.
Doveva servire come punto protetto per le attività
di sorveglianza e come magazzino. Molto singolare
la sua struttura che presenta feritoie per il tiro
delle armi da fuoco e un ponte in muratura che raccorda
l'ingresso principale al piano. Attualmente è
usato come magazzino. Un'ultima fortificazione è
posta nel territorio di Olgiasca. Si tratta in questo
caso di una casaforte, che dalla cima del colle controlla
l'abitato sottostante. È nota come il Castello
di Mirabello e dovrebbe essere stata edificata prima
della metà del 1500.
Roccoli
Vere e proprie architetture arboree, provviste di
reti poste verticalmente, che attorniano una sorta
di torre in pietra dalla quale si dirigeva la caccia,
i roccoli sono stati per lungo tempo formidabili armi
di cattura degli uccelli migratori con un riscontro
economico per un territorio, come quello di Colico,
posto sulla rotta degli stormi, che, con l'avvicinarsi
della brutta stagione, migrano verso sud. Dei moltissimi
roccoli attivi fino a una quarantina di anni fa, risultano
ancora ben conservati quello in località Piona
e quello posto lungo la strada che sale al Forte di
Fuentes.
Abbazia
di Piona
L'Abbazia di Piona, storicamente collegata a quella
di Vallate, i cui suggestivi ruderi sono visitabili
a pochi chilometri dal paese, in direzione di Morbegno,
rappresenta uno dei complessi conventuali più
suggestivi del luogo, sia per il fascino dell'ambiente
naturale, sia per la presenza di testimonianze artistiche
molto rilevanti. La chiesa, sorta nella metà
del XI secolo, ma soggetta ad ampliamento già
nel secolo successivo, presenta una facciata a capanna,
con una grande finestra centrale a tutto sesto. L'interno
è costituito da un'unica navata. All'ingresso
troviamo due leoni in marmo reggenti acquasantiere,
ma che in origine dovevano sostenere una colonna o
un pulpito. Di notevole interesse artistico il ciclo
pittorico, risalente al XIII secolo, presente dell'abside:
nel centro del catino troviamo la grande figura di
Cristo che sostiene un libro aperto attorniato dai
quattro simboli degli evangelisti, mentre nell'area
sottostante sono rappresentati i dodici apostoli;
nella volta, attorno alla figura del Cristo benedicente
fra angeli, troviamo ancora raffigurati i dodici apostoli,
divisi in gruppi di sei, in gesto di acclamazione.
Dietro l'edificio della chiesa si erge il rudere di
un'abside di origine altomedievale, la cui destinazione
originaria è incerta. Il campanile esterno,
sul fianco nord, risale invece al XVIII secolo. A
destra della facciata si accede, attraverso un portale
ad arco acuto, al chiostro, risalente al XIII secolo,
di particolare fascino: lungo il perimetro del cortile
corrono quarantuno colonne e quattro pilastri di marmo,
i cui capitelli, finemente decorati con motivi di
foglie, fiori ed animali, sostengono un piano superiore
con ghiere in cotto e in fasce in marmo bianco, rosso
e nero interrotte da eleganti bifore. All'ingresso
del chiostro si trova un affresco, risalente al XV-XVI
secolo, raffigurante l'apparizione di Cristo alla
Madonna, mentre sopra all'ingresso del portico che
porta alla chiesa è raffigurato un busto di
Cristo. Sotto il portico, a ridosso della chiesa,
in uno stile semplice e dal tono popolare, si trova
un calendario affrescato, elemento decorativo singolare
di cui esistono pochi esempi in tutta Europa. Si tratta
di una lunga fascia divisa in due registri: in quello
superiore sono rappresentati i singoli mesi attraverso
le occupazioni agricole caratteristiche, settembre,
ad esempio, è caratterizzato dalla preparazioni
delle botti, luglio dalla battitura del grano; in
quello inferiore è rappresentata una serie
di undici santi raffigurati nel momento del martirio.
L'affresco risale ad un'epoca precedente la costruzione
del chiostro ed era situato in origine all'esterno
della chiesa.
Chiesa
di San Rocco
La piccola chiesa, intitolata originariamente ai Santi
Fabiano e Sebastiano, sorge fuori dall'abitato sulle
pendici del Monte Legnone, quasi a metà strada
tra il corso del Perlino e quello dell'Inganna, all'altezza
di cinquecento metri. L'impianto è romanico,
come evidenziato dall'abside semicircolare, ma a partire
dal 1401 subì diversi rimaneggiamenti. Conserva,
specialmente nell'abside, tracce pittoriche abbastanza
consistenti, dovuto a un ignoto, ma capace pittore
che dovrebbe aver operato nei primi anni del XV secolo.
Particolarmente notevoli il Cristo in mandorla, o
Pantocratore, ai cui lati stanno i profeti Geremia
ed Isaia. Nel corso di una campagna di restauro svoltasi
negli ultimi anni, è stato rinvenuto un'interessante
affresco raffigurante l'Ultima Cena.
Villa
Malpensata
La villa sorge in posizione isolata, sulla sponda
del lago, in località Olgiasca. L'impianto
ottocentesco, che incorpora una precedente struttura,
è molto semplice. La facciata principale è
quella rivolta verso il lago. Attualmente proprietà
del Priorato di Piona, è al momento sede della
Comunità Il Gabbiano.
Villa
Osio
La villa si trova alla fine di Via Lungolario Polti
e fa da confine per il lido. Originariamente Villa
Lattuada e attualmente non accessibile al pubblico,
fu edificata nei primi del Novecento (1914) nell'area
del Montecchio Sud. Passata negli anni Venti alla
famiglia Stampa, poi nel 1934 alla famiglia Osio.
La famiglia Stampa, originaria di Gravedona, aveva
infatti molti possedimenti nella zona. La villa divenne
nota quando, all'inizio del XX secolo, il dott. Stampa,
il proprietario, divenne medico condotto di Colico.
Egli usciva col calesse per effettuare le visite e
non poteva muoversi nei periodi di grandi piogge,
perché le ruote del calesse affondavano nel
fango.
FRAZIONI
Colico
Piano
La frazione di Colico Piano (antica denominazione
Colicum) non è altro che il centro del paese
ed il luogo della Parrocchia di S. Giorgio (festa
patronale 23 aprile), smembrata da Villatico ed eretta
il 22/12/1914. La chiesa costruita negli anni 1925/1927,
fu consacrata il 24 settembre 1978 dal Vescovo T.
Ferraroni.
Villatico
La frazione di Villatico (antica denominazione Villarichum)
ospita la Parrocchia di S. Bernardino (festa patronale
20 maggio) che fu eretta intorno al 1500. La chiesa
risale alla seconda metà del sec. XV (subito
dopo la canonizzazione di S. Bernardino, a. 1450).
Nel 1239 dei documenti comprovano l'esistenza di un
mulino situato a Villatico. Dopo l'alluvione del 1496,
che distrusse il centro abitato di San Giorgio (l'attuale
Colico Piano), Villatico diventò il maggior
centro abitato del Colichese. Nel frattempo si diffuse
la devozione di San Bernardino da Siena, noto per
aver curato gli appestati. Nel XVIII secolo, finite
le pestilenze, venne costruito il primo porto e Colico
Piano divenne sempre più importante.
Curcio
A Curcio (antica denominazione Curcium) vi è
un'importante fonte naturale di acqua. Curcio è
una delle frazioni in cui il passato di Colico è
rappresentato da case di una certa età e un
lavatoio pubblico che si usava in passato. La prima
traccia del toponimo è in una lastra datata
1585 che fa ancora parte della fontana del lavatoio
pubblico. Dedicata fin d'allora ai Ss. Angeli Custodi,
la prima chiesetta del nascente borgo di Curcio venne
costruita nel 1842; il 3 dicembre 1934 fu eretta la
parrocchia dei SS. Angeli Custodi (festa patronale
ultima domenica di settembre) con territorio smembrato
da Villatico e Colico Piano. Posta la prima pietra
nel 1938, i lavori della nuova chiesa iniziarono solo
nel 1946 per concludersi nel 1957.
Laghetto
Laghetto (antica denominazione Parvus lacus) è
l'unione di due località maggiori (Borgonuovo
e Fiumarga) con altre minori (La Cà e Corte);
il toponimo comparì ufficialmente nel 1770.
Nel 1760 iniziò l'emigrazione di alcune famiglie
che abitavano a Olgiasca in seguito a una vertenza
fiscale con gli Austriaci. A Laghetto ci sono molti
campeggi affacciati al laghetto di Piona. Antica comunità
vice-cura, dove risiede la parrocchia di S. Fedele
(festa patronale ultima domenica di ottobre) che fu
staccata da Villatico solo il 9/9/1857. La chiesa
fu ampliata negli anni 1854/57 e restaurata negli
anni 1965/68. Nel 1957 fu innalzato il nuovo campanile.
Olgiasca
Olgiasca (antica denominazione Piona) è situata
nell'omonima penisola. Un manso, costituito dal colle
di Olgiasca, nel 1241 fu dato in affitto dalla chiesa
di San Vincenzo di Gravedona all'Abbazia di Piona.
Vi era un'intensa attività agricola. Nel XIV
secolo venne edificato il Castel Mirabei, mentre nel
XVII secolo Olgiasca perse la sua autonomia diventando
parte del comune di Colico. A Olgiasca si trova l'Abbazia
di Piona ed è sede della parrocchia di S. Nicola
di Bari (festa patronale 6 dicembre); si fa risalire
la sua erezione all'anno 1252; la serie continua di
parroci inizia col 1693. Un documento del 7/11/1593
parla della "Chiesa parrocchiale priorata o Abbadia
di Piona". Affidata ai Monaci Cistercensi.