Cilavegna


Cilavegna è un comune di 5.352 abitanti della provincia di Pavia. È una moderna cittadina con importanti insediamenti di industrie meccaniche, tessili e calzaturiere, che non hanno però cancellato l'amore per le tradizioni e per la coltivazione scandita dai ritmi di una natura ancora tanto presente in Lomellina, che si ritrova tutto nella produzione dell'asparago, un ortaggio semplice e nobile che ha trovato nel terreno sabbioso di Cilavegna la dimora ideale per una produzione unica per pregio e qualità.

ETIMOLOGIA
Il nome di Cilavegna si trova per la prima volta in un documento del X secolo, in cui era citato come "Cilavinnis". Il nome, nei secoli successivi, si trasformerà via via in "Celavegna, Cellavegna, Cillavegna, Cellavigna". La prima parte del nome, "cella", è un toponimo che fa riferimento all'abitudine in epoca romana di costruire anche lungo le strade secondarie, una delle quali passava per Cilavegna, delle celle, o depositi, per l'annona militare; la seconda parte del nome, "vegna", fa riferimento alla cultura della vite particolarmente adatta a terreni non ancora irrigui. I due termini ci portano al significato finale del nome del paese: "Deposito presso le vigne".

L'ASPARAGO DI CILAVEGNA
L'asparago di Cilavegna si distingue da più di cinquecento anni, per la sua tenerezza e per il sapore delicato e raffinato. Ogni anno, nella seconda domenica di maggio, il gustoso ortaggio viene riproposto ai visitatori, durante la sagra dell'Asparago, che, da oltre trent'anni, offre al turista sollecitazioni gastronomiche e folcloristiche. Carri allegorici e sfilate in costume, la Mostra Mercato dell'Asparago DOC, la grande frittata in piazza ed il Palio dei Maiali, fra le quattro contrade dei Dosso, del Castello, di Oropa e di Sant'Antonio, sono i momenti più caratteristici della manifestazione.

DA VEDERE
Incantevoli scorci dal sapore semplice ed austero, ma non privo di gusto artistico. Da visitare, l'imponente parrocchiale barocca dedicata ai SS. Pietro e Paolo, la chiesetta di San Martino con i suoi affreschi della Vergine risalenti al cinquecento ed il delizioso santuario di Sant'Anna, immerso nel verde della campagna, costruito nel Seicento e meta della devozione delle future mamme.

SANTUARIO DI S. ANNA
Si trova in mezzo ai campi verso Parona, anzi la tradizione narra che un giorno dipendeva da quella parrocchia. Invero dicesi che il prezioso affresco di S. Anna si trovava in una cappelletta campestre in una regione o località chiamati la Calderina. Nella divisione dei terreni fatta coi novelli comuni di Albonese e di Parona la cappella passò a Parona. Allora i Cilavegnesi, che amavano assai Sant'Anna, trasportarono di nottetempo l'affresco nel loro territorio ponenedolo tra le vigne, dove ora si trova.

Qui vi eressero una chiesetta in suo onore perchè dovesse proteggere le vigne, allora principale sorgente del loro guadagno. Se questa chiesa non è stata atterrata per il corso tracciato nel 1871 del Canale Cavour, lo si deve al Cilavegnese Ing. Giuseppe Pisani che fece di tutto per salvare il Santuario di S. Anna. Ora sorge tra un castagneto ed è metà di molti pellegrini. Vi è sopra l'altare un bell'affresco di S. Anna con la beata V. Maria e S. Gioacchino, che fu attribuito alla scuola di Ferrari.

La chiesa non aveva stile ed era ad una sola navata. Nel 1889 si incominciò l'ampliamento su disegno del Sac. Del Console. Oggi s'innalza bella a tre navate, in volta con tre altari: il maggiore, quello della B. V. di Lourdes e quello di S. Rita da Cascia. Fu dipinta dal pittore F. Villa di Vigevano. E' lunga 21 ed è larga nel transetto metri 19. Il Santuario è degno di essere meta crescente dei devoti pellegrini. Caratteristica è la festa di S. Anna - 26 luglio - che si celebra con grande concorso e solennità tradizionale.

CHIESA DELLA B.V. DEL ROSARIO
In antico è detta semplicemente S. Maria. Non si conosce l'anno di fondazione, comunque dovrebbe risalire al primi del 1660. Questa chiesa aveva unito un convento di Padri Domenicani. Si chiamava Vicariato dei Frati O. Predicat. Sti petri Martyris Viglevani. S. Pio V, come priore di S. Pietro Martire, fu a Cilavegna, conobbe la prepositura, e fatto Papa la unì al Convento di Vigevano. Questa chiesa fu rifatta nel 1660, come dice una lapide e divenne pure sede della confraternita del S. Rosario. E' a croce greca di stile moderno ed ha tre altari: il maggiore (vedi foto) della B. V. del Rosario con statua, a destra il Cristo morto e a sinistra S. Giuseppe, altare magnifico in legno. Ha alcuni ruderi di statue in legno cinquecentesche. E' ancora aperta al culto.

CHIESA DI S.ANTONIO ABATE
Era una chiesa extramurata, antichissima. Fu visitata nel 1576 e trovata indecente e aperta. Non aveva porta ed era piena di rovi. Il Card. Mons. Rossi ne ordinò la demolizione, ordinavil demoliri nel 1584. Ciò non avvenne che molto più tardi e cioè nel 1779 quando fu demolito il muro della chiesa eccetto l'abside che rimaneva scoperto a mo' di edicola. Ma per allontanare irriverenze e danneggi nel 1978 si racchiuse l'altare in una chiesuola più ridotta che fu decorata a spese del Sac. Giuseppe Fiocchi.

CENNI STORICI
Appare nel X secolo come Cilavinnis; apparteneva allora al vescovo di Pavia, cui il re Berengario I concesse nel 911 il privilegio di costruirvi un castello. Nel 1164 venne assoggettata politicamente al comune di Pavia da Federico I. Nel 1250 appare come Cellavegna nell'elenco delle terre pavesi. Nel secolo successivo venne in potere dei Beccaria di Pavia, e nel 1412 entrò a far parte di uno sparso gruppo di paesi assegnato a Castellino Beccaria (conte di Voghera), ma ben presto confiscata. Seguono brevi infeudazioni ai Castelbarco e ai Maletti (1466), e nel 1483 a Vercellino Visconti, legato ai Beccaria per parte della moglie (sorella del conte di Gambolò). Il feudo subì confische e reintegrazioni durante le guerre d'Italia; comunque dopo il 1525 la signoria di Cilavegna pare appartenesse agli Antellani, che si estinsero nel 1615. Cilavegna fu acquistata nel 1636 dai Taverna, conti di Landriano, e a loro rimase fino all'abolizione del feudalesimo (1797).
Nel 1532 Cilavegna era stata staccata dal Principato di Pavia (cui apparteneva la Lomellina) e unita coi paesi vicini al nuovo Contado di Vigevano o Vigevanasco. Esso passò dal Ducato di Milano al Piemonte sabaudo nel 1743 (la Lomellina già nel 1707). Nel 1818 il Vigevanasco fu riunito alla Lomellina e nel 1859 entrò a far parte della provincia di Pavia.


DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 4.979 (M 2.324, F 2.655)
Densità per Kmq: 277,2 (Censimento Istat 2001)

CAP 27024
Prefisso Telefonico 0381
Codice Istat 018050
Codice Catastale C686

Denominazione Abitanti cilavegnesi
Santo Patrono SS. Pietro e Paolo
Festa Patronale 29 giugno

Numero Famiglie (2001) 1.973
Numero Abitazioni (2001) 2.043

Comuni Confinanti
Albonese, Borgolavezzaro (NO), Gravellona Lomellina, Parona, Tornaco (NO), Vigevano.