Cigognola

Il territorio di Cigognola, situato nell'Oltrepò Pavese sul confine fra la Pianura Padana e l'Appennino, offre un meraviglioso scenario di itinerari storico-culturali ed enogastronomici.

ORIGINI E STORIA
La prima notizia risale al 982 quando Gandolfo De Ticino donò i suoi beni per la costruzione di un cenobio dedicato a S. Maiolo; nel rogito c'è il nome di 'Cigognole'. Intorno all'anno 1000 si paventava la fine del mondo e donazioni come questa a favore della Chiesa furono fatte nel timore del giudizio universale. Il Castello di Cigognola (sec. XI), posto su una rocca che domina il paese e composto da varie unità e da una torre, è circondato da una cinta muraria; da segnalare i vigneti del Castello dei quali parliamo a parte in questa pagina. Molte sono le aziende del settore vitivinicolo, soprattutto riguardo alle filiere e alla commercializzazione del prodotto; il Sindaco Marco Ruggeri stesso ci ha riferito del progetto di far conoscere questa realtà che vanta prodotti di ottima qualità. Tra le attività produttive segnaliamo Xilopan SpA, produttrice di Pannelli Truciolari Grezzi e Nobilitati che, grazie ad importanti investimenti, al potenziamento degli impianti di produzione e all'esperienza acquisita si è rivelata una delle realtà emergenti del settore.

IL CASTELLO
La costruzione del castello di Cigognola viene fatta risalire al secolo XIII, ad opera dei Sannazzaro, in una posizione strategicamente importante, a guardia della Valle Scuropasso. Oltre alla sua posizione strategica per l'avvistamento, il castello possedeva anche due cerchia di mura atte, l'una, meno fortificata,ancora oggi ben visibile sul versante della Chiesa parrocchiale, a dar rifugio al popolo in caso di attacco. L'altra, più robusta, corrispondente al manufatto volto a sud, nel quale fu ricavato il portale d'ingresso al cortile del castello a difendere il castello stesso . La costruzione era anche dotata di un ponte levatoio che serviva ad attraversare uno scavo, detto "falsa braza", posto fra le due cerchia murarie e completamente diverso dai tradizionali fossati dei castelli di pianura. La parte più antica della costruzione si presenta verso nord- est, ed è contrassegnata da mattoni di cotto a vista e pietre di notevole dimensione. La rocca si accresce materialmente, adeguandosi alle esigenze difensive, ma la sua posizione la pone al centro delle continue lotte locali che devono lasciare vistosi segni se tra il 1444 e il 1447 la famiglia Astori, investita dallo Scaramuzza Visconti della terra di Cigognola, fa "riparare il castello che andava in rovina". La parte di edificio volgente a sud è di epoca successiva. Essa dovrebbe risalire al 1663, come testimonia una lapide in pietra bianca infissa nella muratura; la sua formazione fu certamente dovuta alle mutate esigenze d'uso del castello che, da prettamente difensivo si fece, col trascorrere dei secoli, residenziale. Nel cortile del castello è presente un finto pozzo con una sottostante cisterna, usata un tempo per la raccolta dell'acqua piovana, nella quale, durante il periodo nazifascista, venivano gettati, dopo averli torturati, i partigiani. Il vero pozzo si trova a poca distanza e forniva acqua potabile per gli abitanti del castello. Il più consistente rimaneggiamento, effetto dell'epoca romantica ottocentesca, è dovuto alla famiglia Arnaboldi. E' grazie agli Arnaboldi si intraprendono una serie di lavori per "ridurre all'antica" il fortilizio. Con queste opere di risanamento il castello fu definitivamente trasformato in una dimora di villeggiatura. L'intervento, svoltosi in tempi differenti, riguarda inizialmente il ripristino dell'immagine medievale della rocca: le mura vengono ornate alla ghibellina e si procede alla costruzione dell'imponente torre quadrangolare conclusa alla sommità da beccatelli coronati da merli ghibellini. Sotto a tanto coronamento vengono aperte, su ogni lato, due finestre ogivali. La torre viene eretta seguendo le forme di quella superstite della rocca di Stradella. Alla fine dell'800 il conte Bernardo Arnaboldi prosegue l'intervento. L'attenzione si sposta sul cortile e su alcune sale interne che vengono ornate con decori di gusto medievaleggiante. Labili tracce di queste decorazioni sono ancora visibili dopo l'incendio del 1982 che distrusse completamente l'interno del castello.


DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente: 12.642 (M 6.164, F 6.478)
Densità per Kmq: 2.612,0 (dati Istat 2001)

CAP 20039
Prefisso Telefonico 0362
Codice Istat 015231
Codice Catastale L677

Numero Famiglie 4.750
Numero Abitazioni 5.123
Denominazione Abitanti: varedesi

Etimologia (origine del nome):
deriva dal latino viridetum che a sua volta proviene da viridis (verde)
in riferimento all'abbondante vegetazione presente in zona.

Il Comune di Varedo fa parte di:
(costituenda) Provincia di Monza e della Brianza
Regione Agraria n. 3 - Pianura di Seveso

Comuni Confinanti
A est: Desio, Nova Milanese; a nord: Bovisio Masciago;
a ovest: Limbiate; a sud: Paderno Dugnano

Il comune è gemellato con:
Champagnole (Regione Franche-Comtè, Francia), dal maggio 2000.