Cesate
Lombardia

Cesate (Cesaa in dialetto milanese) è un comune integrato nella conurbazione dell'hinterland milanese, facente parte della Città metropolitana di Milano in Lombardia, situato a circa 18 chilometri a nord dal centro della città di Milano. Il comune di Cesate è caratterizzato da un territorio pianeggiante (le quote sono comprese fra i 200 e i 185 metri sul livello del mare) ed ancora ricoperto per buona parte da boschi e brughiere che per la loro particolarità e peculiarità ecologica sono stati individuati dalla Comunità Europea quale Sito di Interesse Comunitario (SIC). Il territorio, che ha un'estensione pari a circa 6 km², si trova all´estremo nord della città metropolitana di Milano, al confine con la provincia di Varese e con la provincia di Monza-Brianza, e rimane posizionato fra due grandi arterie stradali di collegamento con la metropoli milanese, la strada statale ‘Varesina´ e la strada provinciale ‘Saronno-Monza´, mentre è collegato con Milano tramite la stazione delle Ferrovie Nord Milano. Il territorio comunale è caratterizzato da una prevalente destinazione residenziale (circa il 40%) e da una forte attenzione all´ambiente con circa il 40% del proprio territorio destinato a Parco delle Groane; il restante territorio è destinato per attività commerciali, artigianali, industriali ed agricole. La città è collegata con il capoluogo lombardo tramite le Ferrovie Nord e può essere raggiunta prendendo il treno omnibus verso Saronno sia da Cadorna sia con il servizio Passante. Geograficamente Cesate è diviso in due parti, Cesate Villaggio costruito attorno agli anni cinquanta con un progetto di architettura popolare d'avanguardia di villette a schiera. La zona è servita dalla parrocchia San Francesco. Cesate Vecchio è il nucleo più antico dove si possono notare le vecchie corti che ricordano ai cittadini la vita del borgo di alcuni secoli fa. In questa parte della città si trova l'edificio del comune e l'antica parrocchia dei Santi Alessandro e Martino. Da Cesate si raggiunge il percorso della salute del Parco delle Groane, una delle poche zone boschive della città metropolitana di Milano.

ETIMOLOGIA
In "Cesate: abitanti, storia e arte, territorio - dall'invasione gallica ad oggi", volume edito dall'Amministrazione comunale nel 1980, a cura di A. Deiana, S. Ettorre, Y. Panin, si legge: "il nome del paese compare, per la prima volta, in un'iscrizione funeraria su un antico sarcofago in pietra, tuttora conservato in Cesate", presso la sede storica della biblioteca civica, sita in via Piave al n. 5. L'iscrizione risalirebbe all'età carolingia (secc. VIII-IX): Hoc. Est. Sepvl. Illorum. De. Cixate, che significa tagliare.


La pineta di Cesate
L'area in questione è compresa tra i comuni di Cesate, Solaro e Garbagnate Milanese ed è inserita completamente (così come l'adiacente Parco delle Groane) all'interno del Parco Regionale delle Groane, istituito nel 1976. Pertanto l'area è gestita congiuntamente dal consorzio dei comuni aderenti, dal Comune di Milano e dalla Città metropolitana di Milano. Inoltre, dal 1984 il Parco delle Groane è dotato di un piano di coordinamento territoriale, che disciplina l'uso delle aree e ne gestisce i piani di intervento per la conservazione. All'interno del sito in questione, come elemento di particolare pregio, è presente un biotopo sottoposto ad un maggior grado di tutela: si tratta dello stagno Manuè, incluso anche in un progetto Life Natura (1996).
L'area del SIC si trova in un tessuto paesaggistico di matrice agricola (confine est) e urbano-industriale (confini nord, sud, ovest). Il suolo della pineta di Cesate è di tipo ferrettizzato, impostato su un substrato fluvio-glaciale mindelliano, con un impasto mediamente pesante e un grado di lisciviazione accentuato (Banfi, 1982), che causa da un lato un forte ristagno d'acqua, dall'altro un impoverimento di sali minerali che consente la sopravvivenza solo di specie oligotrofe. Solo in rare zone il suolo è più arricchito, con un humus migliore.
Il clima appartiene al tipo C della sottoregione ipomesaxerica, secondo la classificazione di Tomaselli, Filipello e Balduzzi (Banfi, 1982): vi sono picchi di piovosità primaverile e autunnale e moderata siccità invernale ed estiva.
Il sito è caratterizzato da cenosi boschive, con boschi misti di latifoglie, aree a brughiera basso arbustiva, prati igrofili, con crescita soprattutto di Molinia arundinacea, campi coltivati, soprattutto nella porzione sud del sito, una piccola zona umida (lo stagno Manuè) e aree in fase di rimboschimento. All'interno della zona sono inoltre presenti numerose ville, soprattutto lungo la strada pedonale che taglia in senso est-ovest il bosco.


Affresco della madonna del latte
Affresco di anonimo luinesco, detto della Madonna del latte, in quanto in origine, la Madonna raffigurata allattava effettivamente il bambino. Le madri cesatesi pare offrissero i loro averi più preziosi, sete finemente ricamate, gioielli e ori, alla Madonna, affinché donasse latte ricco e nutriente. Gli oggetti venivano poi messi all'asta l'ultima domenica di ottobre ed il ricavato serviva per la manutenzione della chiesetta dedicata a Santa Maria delle Grazie.

Affresco della Madonna e dei santi
Quasi certamente opera di bottega, l'affresco appare assimilabile ad alcune opere contemporanee di Bernardino Luini. La schematicità delle figure, alcune rigidezze nel disegno e, a tratti, la pesantezza nei panneggi delle vesti della Madonna fanno attestare la datazione del dipinto intorno alla metà del Quattrocento. Volti assorti e fortemente rilevati, gesti ieratici e didascalici nei profili dei santi: S. Bernardino con il libro aperto e con le tre tiare a terra, simbolo della predicazione, e S. Rocco, protettore degli appestati, la cui mano vistosamente mostra la piaga aperta. Predominano i colori bruni, gli ocra caldi e terrosi, le terre bruciate, in una splendida osmosi cromatica.

Ambrogio da Cesate
Pittore, nel 1507 riceve dall'Amadeo 3 Lire per le cornici di rame dorato da lui poste allo scudo reale posto all'entrata del Lazzaretto di Milano; al termine dei lavori dorò nel 1519 la banderuola della statua posta alla sommità del gugliotto dell'Amadeo sul Duomo di Milano.

La Via crucis e L'ultima cena di Nastasio
Nella chiesa di San Francesco, quattordici tavole di legno incise, suggestioni potenti di arte astratta, tratto forte e deciso a sottolineare con vigoroso figurativismo i momenti più struggenti della Via Crucis. Linee vibranti, stacchi netti, irregolari, definiscono le figure, dove è leggibile solo la tensione estrema. Un'impaginazione volutamente dimessa ne evidenzia l'intensa drammaticità. Al centro della navata, dietro l'altare, un'immensa opera di 20 m2: "L'ultima cena" interpretata da Nastasio. Come nelle incisioni lignee della via Crucis.


CENNI STORICI
L'antico nome del paese era quindi Cixate, lo stesso compare tre volte anche nel manoscritto della fine del XIII secolo di Goffredo da Bussero (1220-1289), come sede di chiese. Il nome del paese compare anche più tardi, alla fine del secolo XIV, in un altro manoscritto, il Notizia cleri mediolanensis de anno 1398, quantunque scritto in modo diverso: Cixate, Cizate, Cyzate, Cyxate. Secondo alcuni, in realtà, il nome Cesate è composto dal radicale Caesa e dal suffisso -ate. Ablativo locativo, allusivo a proprietà di famiglie o di persone; in tal senso, quindi Cesate equivarrebbe a tenuta, proprietà, possedimento di Cesar. Talvolta però il suffisso -ate è inteso come una forma addolcita e attenuata di un suffisso di origine gallica, nel qual caso si dovrebbe pensare a Cesate come ad un insediamento di origine gallica, poi romanizzato.

DATI RIEPILOGATIVI

in aggiornamento

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AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI