Castelleone
è un comune della provincia di Cremona. È
distante 28 km dal capoluogo. Nei suoi oltre 800 anni
di storia è stata molte volte al centro delle
contese tra Cremona da una parte e Milano e Crema
dall'altra. Castelleone è attraversata dal
canale Serio Morto, che divide la città in
due parti: il Centro Storico e il quartiere Borgo
Serio, detto, in dialetto, Bàs de Sère,
perché ad altitudine inferiore rispetto al
resto del paese. Il letto del Serio Morto era probabilmente
quello del Serio, ma quest'ultimo fiume ha poi deviato
il suo corso. In origine Castelleone si trovava sul
Lago Gerundo, che, ormai ridotto a palude, fu bonificato
nel XIII secolo dai monaci cistercensi. Castelleone
ha l'impostazione della città romana, con la
Piazza del Comune al centro (sulla quale si affacciano
il Municipio e la Chiesa Parrocchiale), e via Roma
come cardo, via Garibaldi e via Fondulo come decumano.
Tutte le vie del Centro Storico sono a reticolo.
ETIMOLOGIA
Due sono le possibili interpretazioni del toponimo
Castelleone. Il 18 aprile 1188 viene posta la prima
pietra di Castelleone. In quel giorno in Chiesa si
canta Vicit Leo de tribu Iuda, quindi il castello
si è chiamato Castrum Leonis, cioè Castelleone.
La città potrebbe essere stata intitolata a
Papa Leone, infatti Castelleone è sorta nel
bel mezzo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini.
EDIFICI
RELIGIOSI
Il Santuario della Beata Vergine della Misericordia,
eretto tra il 1513 e il 1516 da Agostino de Fondulis
presenta forme rinascimentali, con il tiburio chiaramente
ispirato dallo stile architettonico di Giovanni Antonio
Amadeo. Venne costruito in onore delle apparizioni
di Maria alla contadina Domenica Zanenga l'11 maggio
1511.
Chiesa
di Santa Maria in Bressanoro
La chiesa di S. Maria in Bressanoro, voluta nel XV
sec. da Bianca Maria Visconti per la miracolosa guarigione
della figlia, fu edificata dai castelleonesi sotto
la guida del francescano Beato Amedeo Menez da Sylva
sopra la preesistente pieve. Nel suo interno si trovano
affreschi del tardo quattrocento che illustrano la
vita di Gesù e culminano in una grande crocefissione.
Resta aperto il problema di chi abbia potuto ideare
un impianto tanto innovativo che richiama la croce
greca estroflessa della chiesa di San
Sebastiano di Mantova; vedasi Beltramini, 2001, 51
n. 174.
La
chiesa parrocchiale, edificata nel 1551, presenta
un esterno rinascimentale mentre l'interno è
di gusto barocco. Fu costruita dopo la demolizione
di quella risalente al 1188. È dedicata ai
Santi Filippo e Giacomo.
EDIFICI
STORICI
La
Torre Isso
Nel centro storico si innalza la Torre Isso (sec.
XI). È alta ca 45 m ed è il simbolo
del paese. Fu risparmiata dal Barbarossa (apparteneva
a Castel Manfredi) per volere di Alberto Trusso, un
cremonese che aveva conosciuto l'imperatore. È
comunemente detta dai castelleonesi Torrazzo. Fino
a qualche decennio fa fu sede dell'acquedotto. Si
racconta che al suo interno, un imperatore rinchiuse
200 guelfi cremonesi, e qui li fece uccidere.
Arco
del Voghera
Sulla piazza si innalza un arco progettato dall'architetto
cremonese Luigi Voghera; di fianco ad esso ci sono
dei portici medievali.
LOCALITA'
Corte
Madama
Corte Madama è la frazione più grande
di Castelleone, fu infatti, una volta, comune a sè.
Ha ancora la sua autonomia a livello ecclesiastico,
infatti Corte Madama ha la sua parrocchia, intitolata
a San Martino Vescovo. Il toponimo ha origine nel
fatto che il suo territorio fu feudo personale di
Bianca Maria Visconti, da cui madama.
Le
Valli
Le Valli è una frazione di Castelleone con
circa 220 abitanti. Servita dalla magnifica chiesa
di Santa Maria in Bressanoro, è prevalentemente
composta da cascine.
Pellegra
Sebbene non sia la frazione più grande è
probabilmente la più importante dal punto di
vista economico soprattutto grazie ai numerosi allevamenti
di bovini e suini. si sviluppa sui due lati della
strada che conduce verso il comune di Soresina. Agli
inizi di Maggio si tiene la cosiddetta "Sagra
di Maggio" a cui accorrono numerose persone provenienti
da diverse zone. Questa frazione è spesso ricordata
dai versi di un poeta del luogo: "là dove
col sorger del sole una nuova rugiada bagna la campagna
dipinta d'amore"
San
Latino
Questa frazione è divisa tra Castelleone e
Gombito. Bella la chiesa ottocentesca.
Altre
frazioni sono:
Guzzafame;
Pradazzo;
Valseresino.
ORIGINI
Nella preistoria in zona cerano già insediamenti
umani. Si trovano reperti mesolitici e neolitici nel
locale Museo Civico. Non cè nessun centro
abitato qui nellepoca romana; soltanto una strada
che passa in zona San Latino e che portava da Cremona
a Mediolanum (Milano). Nel 967 d. C. un documento
attesta che qui si trova una corte, Brixianorum (Bressanoro),
chiamata così perché sulla strada per
Brescia, e al suo interno, al posto dellattuale
chiesa di S. Maria in Bressanoro, sorge una Pieve,
intitolata a San Lorenzo. C'erano altre due corti
a Castelleone: Fepenica e Castel Manzano. Più
tardi verrà edificato un castello, Castel Manfredi
di proprietà del Vescovo di Cremona. Suo terrapieno
era un dosso, tuttora, in parte, esistente.
CENNI
STORICI
Nel 1186, Federico I Barbarossa scende in Italia e
distrugge Castel Manfredi lasciando intatta solamente
una torre: la torre Isso, chiamata dai castelleonesi
Torrazzo. Due anni dopo, il 18 aprile
1188, il Vescovo di Cremona Sicardo posa la prima
pietra di un nuovo castello: Castrum Leonis, Castelleone.
Il 1° maggio dello stesso anno, quando la nuova
chiesa era abbastanza costruita da potervi dire messa,
Sicardo la celebra solennemente e i santi di quel
giorno, Santi Filippo e Giacomo, diventano i patroni
della nuova città. Il vescovo cremonese mette
una porta, Porta Isso, nellattuale piazza Borgo
Isso con il Torrazzo a difesa mentre nella zona detta
Borgo Serio Porta Serio, protetta da una torre distrutta
nel XIX secolo. Lingresso della chiesa era posto
sullattuale piazza del Comune, dove si affacciava
anche la sede del Palazzo Comunale. Il cardo era la
Contrada Leona (Via Roma), decumano lattuale
via Garibaldi e lodierna via Fondulo. Sincontravano
nella piazza. Castelleone era un castello a difesa
di Cremona, un avamposto verso Crema. Il 2 giugno
1213, nei campi delle Bodesine, poco fuori dallabitato,
gli eserciti di Castelleone e Cremona sfidarono Crema
e Milano. Castelleone rischiava di essere conquistata
da Milano e nella mattinata le cose non andavano bene.
Si racconta che nel pomeriggio apparsero i Santi Pietro
e Marcellino (i patroni di Cremona celebrati in quel
giorno) e che distrussero lesercito nemico.
Questa battaglia passò alla Storia con il nome
di Battaglia delle Bodesine. Sta di fatto che Castelleone
riportò unimportante vittoria militare
e che il Carroccio milanese, che era stato conquistato,
prima di essere portato a Cremona, entrò trionfalmente
nel Castello. Per accogliere i feriti della battaglia,
a Castelleone fu costruito un ospedale, che si ritiene
essere il primo della Lombardia. Nel 1354 Castelleone
venne conquistata dal Ducato di Milano, ma tra il
1450 e il 1454 fu affidata al Marchese Cabrino Fondulo.
Furono anni bellissimi per Castelleone, che diventò
come una piccola signoria perché Fondulo attirava,
nel suo immenso palazzo (che teneva un quarto di Castelleone),
artisti e mercanti. Nel 1454, per aver dato troppi
poteri a Castelleone, Fondulo venne imprigionato e
decapitato a Milano. Dopo qualche decennio fu concesso
a Castelleone il titolo di Terra Separata da ogni
altra città, dovendo ubbidienza solamente a
Milano. In questo periodo fu costruita la magnifica
chiesa di S. Maria in Bressanoro.
Tra il 1490 e il 1500 Castelleone fu sotto il dominio
Veneziano. Abbiamo ancora gli Statuti della Magnifica
Comunità di Castelleone che furono redatti
in questo periodo, caratterizzato da un ottimo governo,
ma poco dopo ecco i Francesi. Decenni bui questi,
poche luci: la ricostruzione della Chiesa Parrocchiale,
e, dopo le apparizioni di Maria a Domenica Zanenga,
venne edificato il Santuario della Beata Vergine della
Misericordia. Nel Seicento, come il resto dellItalia
settentrionale, anche Castelleone fu presa dagli spagnoli.
Furono le famiglie DAvalos e Rosales a governare
Castelleone, e nel loro periodo di governo appare
una figura: Bernardino Realino da Carpi, che fu nominato
potestà del borgo. Realino comandò a
Castelleone ottimamente. Fece anche redigere gli atti
comunali non solo in latino, ma anche in volgare,
in modo che questi potessero essere letti da tutto
il popolo. Abbandonata la vita politica, Bernardino
Realino si fece gesuita e nel 1947 la Chiesa lo proclamò
Santo. Possiamo ammirare nella Chiesa Parrocchiale
un dipinto che lo raffigura sopra una nuvola che sovrasta
Castelleone. Alfonso d'Avalos, marchese di Castelleone
e di altre terre, a causa di un favore diplomatico
che gli fece Ludovico Ariosto, lo insignì della
pensione di 100 scudi annuali, da riscuotersi presso
i dazi doganali castelleonesi. I Rosales vendettero
il feudo castelleonese ai Venturelli, anchessi
di origine spagnola, che mantennero il controllo fino
allavvento degli Austriaci, che durante il loro
periodo di governo cacciarono gran parte dei religiosi
che si trovavano nei conventi castelleonesi. Ancora
oggi vivono in Castelleone di discendenti dei Venturelli,
e la loro residenza è edificata nel giardino
del palazzo ducale, che fu anche di Cabrino Fondulo.
Nel 1859 Castelleone fu annessa al Regno di Sardegna.
Due soldati francesi feriti nella Battaglia di Solferino,
furono portati a Castelleone. Aggravatasi la loro
situazione, morirono entrambi, e le loro esequie si
svolsero con gran pompa in quel di Castelleone. Nel
1860 sono due i castelleonesi che si arruolano tra
i Mille: Carlo Coelli ed Antonio Barnabò. Quest'ultimo
cadde a soli 17 anni nella Battaglia del Volturno.
Nel 1861 Castelleone divenne Comune del neonato Regno
dItalia. Apparteneva alla Provincia di Cremona
e al Mandamento di Soresina. Agli inizi del Novecento,
anche a Castelleone, iniziano le discussioni politiche
tra Socialisti e Cattolici, magistralmente descritte
da Virgilio Brocchi ne Le campane dell'Isola Sonante.
Anche alcuni castelleonesi combattono nella Seconda
Guerra Mondiale, uno dei caduti castelleonesi, morto
per le ferite riportate in combattimento, è
Giulio Riboli, a cui viene data una Medaglia d'oro
al valore militare. Il 25 aprile 1945, i partigiani
castelleonesi si recano nella vicina Ripalta Arpina,
dove fanno scorta di munizioni, quindi entrano dal
Viale Santuario, occupano il Municipio e la caserma
dei Carabinieri, arrestano i fascisti e dichiarano
Castelleone libero. Pochi giorni dopo, una colonna
tedesca in fuga passa da Castelleone. I partigiani
sparano e uccidono il Capitano. Gli altri soldati
si arrendono senza opporre resistenza ai partigiani,
che catturano due cannoni che si possono ancora vedere
in Castelleone a fianco del Monumento ai Caduti. Il
2 giugno 1946, Castelleone fa parte della Repubblica
Italiana.