Castano Primo
Lombardia

Càstano Primo (Càstan in dialetto milanese) è un comune della città metropolitana di Milano, in Lombardia. I suoi abitanti sono detti castanesi. Castano sorge all'estremità nord-occidentale della città metropolitana di Milano. Il territorio è lambito, per un breve tratto, dal fiume Ticino. Al confine con Nosate e Lonate Pozzolo si trovano le vasche di laminazione del torrente Arno, che proprio in territorio di Castano immette la sua portata in eccesso nel Ticino. Castano è inoltre bagnato da due canali derivati dal Ticino: il Canale Industriale e il Canale Villoresi. Quest'ultimo lambisce il centro del paese. Il territorio comunale confina con comuni di Robecchetto con Induno, Magnago, Cuggiono, Buscate, Vanzaghello, Lonate Pozzolo, Nosate e Turbigo.

ETIMOLOGIA
Il nome Castano deriva, molto probabilmente, dall'esistenza in antico di "Silvae Castanae" ossia di boschi di castagno. Altre notizie dicono che in origine il suo nome era "Castro Casteno", il che fa supporre che il paese sorse attorno ad un castello. Si ha notizia di un antico stemma del borgo che recava un castello color rosso, dalle cui fondazioni usciva una pianta di castagno verdeggiante, stemma raffigurato tutt'oggi sul gonfalone del comune di Castano Primo. L'aggettivo "Primo" fu aggiunto in seguito al decreto in data 10 dicembre 1863, dall'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele II, per distinguere Castano da un altro centro omonimo in provincia di Pavia.


Festa del Santo Crocifisso di Castano Primo
La Festa del Crocifisso è un evento che richiama migliaia di persone dalla città dai paesi vicini e da tutta la Provincia. Si tratta della manifestazione religiosa più sentita di tutta la zona. Si svolge ogni 25 anni da metà Ottocento. Bandiere, luci, porte trionfali invadono Castano Primo, come testimonianza di fede e devozione al Santo Crocifisso.


Origine del Crocifisso di Castano Primo
Secondo un racconto sarebbe stato portato da Gerusalemme al tempo delle crociate e donato alla Parrocchia di Castano Primo dal cavaliere di Malta Fra Rotondo della Croce. Alcuni addirittura avanzano l'ipotesi che fosse opera dell'Evangelista San Luca. Nel 1800 i contadini raccontavano che fosse arrivato in paese miracolosamente portato dalle acque del Ticino in piena.Il Crocifisso esposto nell'abside della Chiesa Prepositurale di San Zenone, in piazza San Zenone, risale, secondo gli storici dell'arte, all'inizio del Cinquecento, epoca in cui a Milano e nel circondario si ebbe una notevole fioritura della devozione al Crocifisso. Se ne parla per la prima volta in un documento del 1566. Si tratta di una descrizione della Chiesa di San Zenone di Castano Primo, dove si dice che davanti all'altare maggiore era innalzato un "grande crocifisso". La devozione crebbe velocemente, tanto che già nel Seicento il Crocifisso era considerato miracoloso e circondato da una grande devozione popolare che crebbe anche nel Settecento. Diverse sono le testimonianze sui miracoli del Crocifisso. Nel 1714 a Castano Primo e zona ci fu una terribile siccità, che devastò la vita dei contadini. Inutili furono gli sforzi per salvare i raccolti. Dietro consiglio di uno dei curati del borgo il popolo castanese si rivolse con fiducia al Santo Crocifisso e, secondo quanto si narra, prima che facesse notte, il cielo, da azzurro che era, si coprì di nubi e cominciò a cadere un'abbondante pioggia che ristorò le campagne e riempì i pozzi di cui si servivano i contadini. In seguito si verificarono altri miracoli che suscitarono sempre maggiore devozione anche nei paesi vicini. Nella prima metà dell'Ottocento la devozione al Crocifisso di Castano continuò a mantenersi molto viva: si facevano celebrare numerose messe e molte persone portavano doni da appendere come ex-voto. Nel contempo si stampavano immagini da offrire alla venerazione dei fedeli. Nel 1859, al tempo della Seconda Guerra d'Indipendenza, si verificò un altro fatto in cui i castanesi ravvisarono una speciale protezione del Crocifisso al paese ed ai suoi abitanti. Il 3 giugno di quell'anno gli austriaci puntarono i loro cannoni sulla piazza, come misura difensiva per far fronte all'avanzata dei piemontesi. I castanesi si rifugiarono in Chiesa a pregare il Crocifisso di scongiurare il pericolo.La paventata rovina non si verificò: gli austriaci si ritirarono senza sparare e il paese fu salvo. In seguito a questo fatto si stabilì, in segno di riconoscenza, di trasportare solennemente in processione per il paese il taumaturgo Crocifisso ogni 25 anni. La promessa fatta fu mantenuta e la solenne traslazione si ripete puntualmente. Le ultime celebrazioni sono state quelle del 2009.


Palazzo Rusconi
Villa Rusconi ha le caratteristiche architettoniche degli edifici seicenteschi di progettazione ricchiniana. Si tratta di una villa con la tipica pianta ad U, con uno scenografico corpo centrale a tre piani e con due ali laterali destinate a pars rustica. Un giardino diffuso si sviluppa in due aree: quella prospiciente l'edificio e quella retrostante. Le sale di rappresentanza sono affrescate con i motivi tipici della “civiltà di villa” che nel territorio animò un fenomeno di monumentalizzazione delle aree periferiche rispetto ai grandi centri, privilegiando le campagne e le zone lacustri. La villa è un esempio di casa da nobile che la famiglia milanese dei Corio fece costruire con i proventi derivati dalle rendite della prepositura di Sant'Ambrogio a Milano, carica che alcuni membri della famiglia ricoprirono, tra cui il committente, Giulio Cesare Corio. La villa prese in passato il nome di Nuño de Portugal, il conte spagnolo che ebbe qui il suo feudo dall'imperatore Carlo VI, successivamente passò a vari proprietari fino all'acquisizione da parte della famiglia Rusconi, che tra il 1920 e il 1930 si occupò della restaurazione al termine della quale l'edificio assunse l'aspetto attuale. Divenuta in seguito di proprietà comunale, la villa venne semidistrutta da un incendio nel 1992. Dopo un lungo lavoro di restauro costato 3 miliardi e 100 milioni (di cui un miliardo e 300 venne pagato dall'assicurazione, il resto proveniente da un mutuo con la Banca Popolare di Novara, che l'amministrazione estinse in 5 anni) è stata riaperta al pubblico nel 1999 ed ora è sede del Municipio.


Chiesa di San Gerolamo
La prima notizia della chiesa di San Gerolamo risale all'anno 1475 ed essa era inizialmente dedicata a San Bartolomeo. A poco a poco, però, verrà chiamata chiesa di San Gerolamo. Da una piantina del secolo XVI, essa risulta di forma rettangolare, senza abside, e con cinque pilastri esterni di contrafforto che fanno pensare ad una chiesa di stile gotico lombardo. La facciata era senza finestre ed aveva una porta centrale. I lati settentrionale ed orientale erano senza porte né finestre e confinavano con case appoggiate. Nel 1566, era ancora coperta di tegole seppur senza pavimento e con il campanile sopra il tetto, ma senza campana. A valle di alcune ricerche compiute, si può concludere che nel 1398 la chiesa non esisteva ancora e, dunque, potrebbe essere datata come edificio della prima metà del Quattrocento.


Chiesa di San Rocco
Nel 1566 l'attuale bella chiesetta dedicata a San Rocco recentemente ristrutturata risulta abbandonata, aperta, con due finestrelle presso la porta. Viene restaurata solo vent'anni dopo ed imbiancata. Il soffitto, però, non c'è ancora e l'altare è spoglio. Nel 1605, sopra l'altare, esiste un gradino di mattoni sui cui appoggia l'icona della Madonna con San Rocco e San Sebastiano. A sud ci sono due finestre e ad ovest una porta chiusa con catenaccio a chiave. Solo nel 1838 il pittore Cozzi fa la bronzatura dei pulpiti e dipinge due statue all'esterno della chiesa.


Chiesa Madonna dei Poveri
La chiesa dedicata alla Madonna dei Poveri è, dopo la prepositurale di San Zenone, la seconda chiesa parrocchiale di Castano. I lavori di costruzione del recente edificio religioso risalgono al 29 settembre 1957, data in cui venne posata la prima pietra. L'edificazione della chiesa fu poi portata a termine in poco più di un anno. Essa ha una pianta a tre navate, voluta dal progettista proprio al fine di conservare una caratteristica tradizionale comune alla generalità delle altre chiesi esistenti, e forme tradizionali. La struttura portante dell'edificio è costituita da pilastri e travi in cemento e questo ha permesso di apportarvi anche un sostanziale ampliamento successivo. Esternamente l'edificio è rivestito in cotto, internamente, per i pavimenti ed i rivestimenti, sono stati utilizzati marmi veronesi. L'istituzione della nuova parrocchia venne stabilita con decreto del 30 settembre 1967.


Chiesetta Madonna di Gree (o di Santa Maria in Agro)
La Chiesa di Madonna di Gree detta anche Chiesa di Santa Maria in Agro ha origini antichissime, citata anch'essa nel documento del 974. Si trova in mezzo ai boschi di robinie a nord del paese. Nella Chiesetta Nella Chiesa di Sancta Maria in Agro si dice tuttora messa tutti i mercoledì, mentre la domenica pomeriggio si recita il S. Rosario.


Chiesa della Madonna del Lazzaretto al cimitero
La chiesa della Madonna del Lazzaretto, tuttora esistente, fu eretta nel 1630 per commemorare le vittime della terribile peste, narrata nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, che aveva colpito anche il territorio di Castano. Nel 1639, infatti, esisteva già un piccolo cimitero dove erano stati bruciati e sepolti diversi corpi di defunti appestati. Essa, dunque, venne edificata proprio sulla parte più antica dell'attuale Camposanto, nel quale - narrano le cronache dell'epoca - la prima ad essere sepolta, nel 1787, fu una bambina di soli 8 mesi di nome Maria Margherita, figlia di Giovanni Maccagno.


Chiesa prepositurale di San Zenone
L'attuale chiesa prepositurale di San Zenone è il frutto di un ingrandimento dell'antica chiesetta dedicata allo stesso Santo che sorgeva, già nell'anno 974, nell'area dell'antico castello di Castano. Il precedente santuario fu rifatto nel 1345, sull'area del castello ormai distrutto. Una lapide, murata all'esterno della chiesa presso l'ingresso di corso Martiri Patrioti, ne ricorda i lavori di restauro e di ampliamento. La lapide, che sino al 1678 era all'interno della chiesa, recita: "MCCCXLV, Indictione decime tertia die Veneris quinto Februiarii. D. presbiter Marchisius de Cantono de burgo Casteno fecit fieri hanc Ecclesiam et benefitium istuum et benefitium S. Mariae in Prato ad honorem et reverentiam B.V. et Sti Joannis Evengeliste in remedium animae suae et defunctorum." Esso originariamente, però, aveva un altro stile: l'area, infatti, era quella della chiesa attuale, ma la sua struttura venne modificata nel secolo XVIII. Come fosse originariamente, lo si può dedurre da alcune descrizioni dei resoconti delle visite pastorali dei secolo XVI e XVII. La chiesa all'epoca era lunga 50 metri, larga 15 ed alta 21, sulla facciata c'era una sola finestra circolare (oculus) ed una porta. La facciata era inoltre ornata da semicolonne di pietra che partivano dalla base ed arrivavano alla sommità dell'edificio. Il campanile era, come adesso, sulla parete meridionale ed aveva due porte: una che dava nella chiesa ed una che dava all'esterno. Proprio la sua forma quadrata e la sua posizione inducono a pensare che in origine fosse stata una torre dell'antico castello. La chiesa era divisa in tre navate da dieci colonne di mattoni, il soffitto era a capriate e il pavimento di laterizio. Il presbiterio era alzato dal piano delle navate mediante una gradinata di sasso di cinque gradini. Sullo sfondo c'erano solo due finestre con dei vetri rotondi. Qui è custodito un prezioso Crocifisso, oggetto di venerazione da diversi secoli, che sarebbe stato portato da Gerusalemme dal nobile castanese e crociato fra' Rodolfo della Croce. Citato durante le visite pastorali di San Carlo, venne considerato miracoloso a partire dal 1630, quando fu invocato per proteggere dall'epidemia di peste e innalzato ogni volta che la sofferenza colpiva gli abitanti di Castano. Per devozione a questo Crocifisso si tengono solenni festeggiamenti ogni 25 anni. Attualmente è posto nella nicchia sull'altare maggiore. L'aspetto attuale risale all'ultimo rifacimento datato 1759. La parrocchia fa parte dell'arcidiocesi di Milano, zona pastorale IV di Rho, decanato di Castano Primo.


ORIGINI E CENNI STORICI
L'abitato di Castano ebbe probabilmente origine da un accampamento (castrum) romano. Il più antico documento in cui compaia il nome di “Casteno” è un atto del 712 riferito a una donazione del Re longobardo Liutprando in favore di un monastero di Pavia che aveva qui delle proprietà. Nel Medioevo esisteva un castello, eretto sull'area dell'attuale chiesa prepositurale di cui è rimasta memoria nello stemma del Comune, raffigurante appunto un castello con un albero di castagno e un corso d'acqua. Nel X secolo era incluso nel contado di Burgaria, poi nel corso dei secoli appartenne ai Conti di Biandrate, ai Visconti, agli Sforza, che infeudarono signori a loro fedeli. Proprio per la presenza di questo castello, già nel 1300 Castano aveva il titolo di “borgo”, e questo attesta la sua discreta importanza nel territorio.

Nel 1500 divenne feudo dei Visconti di Brignano, che vi rimasero fino al 1717. Un membro di questa famiglia, Francesco Bernardino, che aveva una sua casa anche in Castano, sarebbe da identificarsi con l'”Innominato” de “I Promessi Sposi”.

Nel Cinquecento il paese subì le vicende delle lotte tra francesi e spagnoli, rimanendo però feudo del ramo visconteo dei Brignano, fino al 1717. Nel 1604 era abitata da circa 1500 persone. Il 22 giugno 1636 Castano fu quasi completamente distrutta da furia della battaglia tra spagnoli e austriaci alleati contro i francesi.

Estintisi i Visconti di Brignano, il feudo venne assegnato al nobile Antonio Nuño de Portugal e quindi ad altri signori, finché nel 1772, il regime feudale non ebbe fine passando infine sotto il dominio austriaco. Dal 1786 al 1791, il paese fu aggregato alla provincia di Gallarate. Dopo il periodo napoleonico, Castano tornò sotto gli austriaci.

Nel secolo XIX le vicende del Risorgimento non lasciarono grandi tracce nella storia di Castano. Gli eventi del 1848 spinsero molti castanesi a rifugiarsi nel vicino Piemonte per sottrarsi alla dura legislazione repressiva attuata dagli Asburgo. Nel giugno 1859, all'epoca della famosa Battaglia di Magenta, Castano rischiò di diventare teatro di uno scontro tra Austriaci e Franco-piemontesi, ma fortunatamente tale eventualità non si verificò ed i Castanesi attribuirono il fatto all'intercessione del Santo Crocifisso.

Dopo l'Unità d'Italia, nel 1863, Castano aggiunse al proprio nome l'aggettivo “Primo”, per decreto del Re Vittorio Emanuele II, al fine di distinguersi da altri centri omonimi di minori dimensioni. Negli anni '80 del secolo XIX si realizzarono grandi opere che interessarono anche il territorio castanese: nel 1880 entrò in funzione la linea tranviaria che collegava Castano a Milano, nel 1885 venne ultimato lo scavo del Canale Villoresi e nel 1887 venne attivata la linea ferroviaria Novara-Saronno-Seregno.

Tra il 1800 e il 1900 Castano passò da un'economia prevalentemente agricola ad una industriale. Ai primi del Novecento i settori più sviluppati erano quelli della filatura della seta e della tessitura seguiti dalla meccanica.

Tra gli eventi più drammatici del XX secolo a Castano ricordiamo le vicende della seconda guerra mondiale e della Resistenza, ed in particolare il sacrificio dei Tre Martiri Patrioti (Franco Griffanti, Antonio Noè e Franco Noè), fucilati dagli occupanti tedeschi il 26 febbraio 1945.
A partire dal secondo dopoguerra Castano andò incontro ad un sempre più accentuato sviluppo tanto urbanistico quanto produttivo, soprattutto dalla fine degli anni '50. Negli anni del “boom” economico si ebbe, inoltre, un sempre più consistente afflusso di immigrati dall'Italia meridionale i quali principalmente si stabilirono nel cosiddetto "villaggio apache"[senza fonte], quartiere composto essenzialmente da case popolari. Per arrivare a tempi più recenti, l'11 ottobre 1984, con decreto del Presidente della Repubblica, a Castano è stato riconosciuto il titolo di Città. Da alcuni anni si assiste ad un progressivo aumento della popolazione dovuto anche al fenomeno di immigrazione che sta interessando tutta l'area Castanese e nel marzo 2001 si è superata per la prima volta la soglia dei 10.000 abitanti.

DATI RIEPILOGATIVI

in aggiornamento

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AMIACQUE srl - Milano
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI