Cassano d'Adda
Lombardia

Cassano d'Adda (Cassan su l'Adda in dialetto locale) è un comune che fa parte della città metropolitana di Milano, in Lombardia. Fa parte del territorio della Martesana e, in parte, della Gera d'Adda. Il territorio cassanese è diviso in due parti dal solco del fiume Adda, caratterizzate da un dislivello di 20-25 metri. Il fiume che a Vaprio scorre ancora incassato in un solco profondo, nella valle di Cassano si allarga in un ampio letto nel quale le acque si dividono in numerosi rami, separati da isolotti ghiaiosi e boscosi.

Qui, mentre la sponda destra rimane alta ancora 15-20 metri, la sinistra si fa pianeggiante. L'altitudine del terreno cassanese varia da metri 144 (Groppello) a metri 115. La suddivisione geofisica del territorio comunale, che assomma a 18,51 km², può riassumersi secondo la seguente ripartizione. La parte orientale è formata da:
1.zona idrica: l'Adda si ramifica in più tronchi davanti al borgo.
2.zona isole: Isola Ponti fra l'Adda e la Muzza
Isola del Linificio
Isola del bosco Bertolino
e molte altre isole tra l'Adda e la Muzza.
3.Zona agricola coi cascinali Taranta, Bruciata, la frazione di Cascine San Pietro ecc.

La parte occidentale si può dividere in:
1.piana del Linificio e piana su cui scorre la Muzza.
2.Zona più elevata e degradante da nord a sud. A sud i terreni vedono lo scorrere del Naviglio della Martesana.

La zona a sinistra dell'Adda ricadeva, un tempo, nel lago Gerundo. Questa zona ha uno spessore coltivabile assai limitato e per la sua origine recente e per il perdurare su di essa di acque stagnanti. Lo scheletro del sottosuolo è più grossolano di quello di destra, essendo costituito quasi esclusivamente da grossi ciottoli calcarei misti a sabbia e ghiaia. La zona a destra dell'Adda ha il terreno sensibile più imbrunito della presenza, in quantità più rilevante, di sostanze organiche, e ha particelle terrose miste a parti grossolane. Questo terreno è formato da argilla, sabbia, calcare e humus. Cassano è posta quasi al centro della Lombardia, nell'alta pianura padana. Nei giorni sereni da Cassano si possono vedere il Monte Rosa, i Corni di Canzo, le Grigne, il Resegone, la Presolana, la grande cerchia delle montagne comasche, lecchesi e bergamasche. Questo comune è attraversato sia dal canale Muzza che dal naviglio Martesana.

Fanno parte di Cassano d'Adda, oltre al borgo principale,
Groppello d'Adda, a nord, in direzione di Vaprio d'Adda e Trezzo sull'Adda;
Cascine San Pietro, a sud-est, verso Rivolta d'Adda;
Cascate, a sud-est, verso Cascine San Pietro;
Taranta, ad est, verso Treviglio.

Le prime due sono frazioni le ultime due località.


ETIMOLOGIA
Cassium, nome latino del probabile sovrintendente di una “mansio” composita, da cui trae origine lo stemma comunale con “tre case” (è però interessante notare come la vicina Treviglio presenti molte similitudini evolutive);
2.chazan, dal cartaginese “magazzino”: si ipotizza che durante le guerre Puniche i Cartaginesi avrebbero custodito in questo luogo un deposito di vettovaglie (anche se non vi è un risultato documentato che Annibale sia mai transitato così a Nord);
3.“casa sana”: da cui il nome Cas-sano.


DA VEDERE

Il castello
L'imponente edificio sorge in un luogo di importanza strategica per il controllo del valico dell'Adda, naturale baluardo che garantiva la difesa ed il controllo del transito delle merci. Il castello è posto nel punto più alto della bastionata, dove il fiume descrive un'ampia curva verso levante, lambito dalle acque del canale Muzza, derivato dal fiume nel 1220. Nel XIII secolo Cassano era poco più di una fattoria di proprietà del monastero di S. Ambrogio di Milano, circondata da poche casupole di contadini: i testi di Sire Raul e Ottone Morena, storici dell'epoca, non accennano all'esistenza di un castello, mentre da altri documenti risulta che fin dall'epoca dell'arcivescovo Ansperto di Milano esistesse in quel luogo una fortificazione. La costruzione del Castello di Cassano sembra risalire all'epoca carolingia (non c'è documentazione sicura su cui risalire per determinare l'anno di costruzione del castello, che tuttavia sembra intorno all'anno 808), in un luogo tale da dominare il fiume Adda. Durante il Medioevo, fu oggetto di contese tra Guelfi e Ghibellini e in seguito tra Torriani e Visconti. La costruzione del castello e dell'attiguo ricetto, nel quale nei momenti di pericolo trovavano rifugio gli abitanti della campagna, si deve ad Ottone Visconti, arcivescovo di Milano dal 1261 al 1295, il quale ne fece un baluardo contro i Torriani, che scacciati da Milano si erano rifugiati nella Geradadda.

Nel 1294 Ottone fece ampliare la rocca su tre lati, includendola nel novero delle fortezze statali anziché arcivescovili: ciò sta ad indicare l'inizio della politica di trasferimento del potere ecclesiastico a quello laico a favore della sua famiglia. Una volta consolidato il potere visconteo, il castello venne ulteriormente potenziato, diventando un caposaldo della linea difensiva dell'Adda verso oriente, contro le mire espansionistiche della Repubblica di Venezia. Tra il 1355 e il 1370 Bernabò Visconti intraprese grandi opere per la costruzione e il potenziamento dei suoi castelli a difesa del suo Stato. Ai rimaneggiamenti viscontei a Cassano avrebbe lavorato, Francesco Beneduso, uno dei primi e dei pochi nomi di architetti di castelli lombardi che siano noti. I secoli XIV e XV videro la rocca di Cassano teatro di un'interminabile serie di guerre tra famiglie e signorie rivali, in lotta per il predominio su Milano.

Nel 1406 nel castello venne imprigionato e poi strangolato Antonio Visconti. Nel 1426 papa Martino V si impossesso del castello, nel tentativo di farsi mediatore tra Milano e Venezia, la cui rivalità comprometteva l'equilibrio politico della penisola. Nel 1446 i Veneziani, varcata l'Adda, colsero alle spalle le truppe di Filippo Maria Visconti e si impossessarono della rocca. Furono i veneziani a potenziare il castello ed il ricetto cingendoli con un fossato e costruendo un bastione a stella all'imbocco del canale Muzza, fortini sulla Terra, isolotto tra i due corsi d'acqua, un ponte levatoio in legno e altre fortificazioni lignee sulla sponda opposta del fiume, al fine di ostacolare o ritardare il ritorno del nemico. Estinta la dinastia dei Visconti, i Milanesi chiamarono il condottiero Francesco Sforza dalla Romagna: in dieci giorni lo Sforza conquistò il castello. Il nuovo duca, ritenendo il luogo di vitale importanza per la difesa di Milano, affidò i lavori di potenziamento del castello di Cassano a Bartolomeo Gadio, uno dei massimi architetti militari del XV secolo, che nell'epistolario lasciò ampia documentazione dei lavori eseguiti. Avvalendosi dell'opera di altri ingegneri militari, ognuno con specifiche competenze, ideò l'imponente muraglia a doppio muro munito di contrafforti esterni e casematte che scende fino al piano della Muzza, e predispose l'allargamento della bocca del canale stesso per aumentarne la portata d'acqua a scopo difensivo.

Il Gadio munì anche di merli e falconiere gli spalti del castello. Gli onerosi lavori di fortificazione vennero ostacolati da difficoltà economiche, alle quali lo Sforza cercò di ovviare imponendo sovratassazioni sul sale e dirottando a Cassano le maestranze impegnate nella fabbrica del castello di Milano. Anche se non tutti i lavori progettati dal Gadio vennero realizzati, il castello di Cassano divenne la rocca più munita di tutto il confine orientale del Ducato. Nel 1538 il feudo fu concesso da Carlo V alla famiglia D'Adda e nel 1549 divenne marchesato. Passò poi ai Castaldi, che lo tennero fino al 1752. Fu poi concesso ai Bonelli, e da questi venduto nel 1781 al marchese Gian Francesco D'Adda. A partire dal XVI secolo con l'introduzione delle armi da fuoco causò il lento declino del castello di Cassano: nel 1703, adibito ormai a carcere militare, vide 4500 soldati piemontesi comandati da Eugenio di Savoia, alleato degli austriaci nella guerra contro la Francia, rinchiusi e lasciati morire di inedia. Una lapide murata nella cappella in riva alla Muzza ricorda la tragedia. Nel 1764 si iniziò a demolire il ricetto, di cui è ancora riconoscibile l'ingresso nella grande porta di forme ottocentesche che si apre sull'attuale piazza Garibaldi.

Nel XIX secolo l'ala destra del castello venne adibita ad opificio: la trasformazione comportò la chiusura del portico e del sovrastante loggiato attorno al cortile centrale, secondo la tipologia del castello visconteo. Fino al 1959 l'edificio fu carcere mandamentale, poi magazzino e locale da ballo. L'edificio storico, da alcuni decenni di proprietà privata, è attualmente oggetto di importanti lavori di restauro che stanno riportando alla luce le forme originarie. Sono stati restaurati 2500 m² di decorazioni murarie, in gran parte ignote fino ad ora. Gli affreschi di maggior pregio sono quelli rinvenuti al primo piano, nella cappella fatta costruire da Ottone Visconti alla fine del XIII secolo: sulle pareti, tagliate a metà da un pavimento aggiunto in una delle tante fasi di trasformazione subite dal castello nel corso dei secoli, sono rappresentati schiere di angeli e di santi, una Madonna in trono, Mosè che riceve le Tavole, mentre il soffitto, diviso in quattro vele, è decorato da medaglioni raffiguranti i Profeti.

Gli accreditati storici dell'arte interpellati hanno attribuito gli affreschi alla scuola giottesca, ipotizzando quali autori Giovanni da Milano o il Maestro di Viboldone. Altre decorazioni di pregevole fattura sono state rinvenute nell'appartamento signorile al piano terra, dove le pareti sono decorate da finti panneggi e decorazioni geometriche tipiche del periodo visconteo. Decorazioni che imitano riquadri di marmi policromi sono presenti lungo tutto il porticato del cortile interno, sovrastato da un loggiato che si sta ripristinando. Le recenti scoperte sono di tale rilevanza da modificare l'immagine stessa del castello di Cassano, considerato finora soltanto per gli aspetti di presidio militare: i raffinati apparati decorativi degli interni testimoniano infatti anche un uso residenziale dell'edificio.


Campanile della chiesa parrocchiale di S. Maria Immacolata e S. Zeno: il campanile di Cassano fu commissionato da Beatrice Regina della Scala nel 1381. Siamo nel momento di passaggio tra lo stile romanico lombardo e il gotico. Il campanile misura 42 metri di altezza ed è un monumento nazionale. Originariamente serviva anche da vedetta sulla Gera d'Adda; per questo motivo era aperto in alto. Nel 1861 il prevosto Milani dotò il campanile dell'attuale concerto di otto campane.

Chiesa di Sant'Antonio, con tele del Legnanino e l'altare ligneo di fra Francesco da Cedrate.

Chiesa di San Dionigi con gli affreschi dei Fiamminghini e del Cinisello.

Palazzo Cornaggia-Medici, sede storica del Municipio.

Palazzo Berva
Costruzione di architettura ottocentesca con facciata che guarda verso il Belvedere. Dagli stati d'anime risulta che nel 1833 non era ancora stato edificato, anche se la famiglia Berva aveva già acquistato i terreni. È tra le edificazioni più imponenti della città. Dalla parte opposta del Belvedere il palazzo confina con i caseggiati costruiti nella piazza Lega Lombarda; tramite un cortile, si può accedere anche alla piazza San Zeno e quindi in via Veneto. È attualmente sede della Banda cittadina, dell'ASL, dell'ANA e ospita numerose iniziative culturali e artistiche. Il primo piano è ornato da graziosi affreschi.

Villa Brambilla
Si tratta di uno dei più antichi palazzi cassanesi, fatto edificare da don Matteo Rosales, marchese di Castelleone, nella seconda metà del XVII secolo. Venne trasformata nel secolo successivo dal nobile milanese Giuseppe Pezzoli in dimora nobiliare per residenza di vacanza. A pianta semplice, è un blocco unico con sviluppo lineare allungato di quasi 50 metri. Il retro su via Verdi è piatto e privo di ornamenti mentre la facciata rivolta verso la Muzza presenta decorazioni e motivi ornamentali in stile Rococò. Il corpo centrale della villa, a giochi chiaroscurali. I valori della leggerezza e della luminosità trovano riscontro nell'ampio spazio riservato alle aperture che, svuotando e alleggerendo le pareti con ampie sequenze di finestre, accentuano l'ariosità degli interni. La pianta della villa è elegantemente articolata e aperta e si integra nel paesaggio rispettando i criteri di simmetria, proporzione, armonia, funzionalità. Splendide le opere pittoriche realizzate al suo interno dai fratelli Galliari che crearono notevoli effetti di spazialità con inquadrature architettoniche di finte colonne e anche con il largo utilizzo del motivo con la conchiglia, assecondando la moda della decorazione a 'rocaille' adoperata per gli interni delle dimore patrizie così come delle chiese. Il salone posto al primo piano, ancora perfettamente conservato, è un capolavoro d'arte: decorato da tele con motivi floreali, conchiglie, nastri e foglie; i due lati della sala sono inoltre impreziositi da due grandi paesaggi marini incorniciati; il restauro ha loro restituito luminosità.

Villa d'Adda - Borromeo
Tra le più suggestive ville del panorama architettonico locale, Villa d'Adda - Borromeo si staglia nell'abitato di Cassano d'Adda con estrema imponenza. Dotata di 142 stanze per un totale di 5000 metri quadrati e di un parco di 7 ettari, la residenza venne eretta dai marchesi d'Adda a metà Settecento su progetto probabilmente di Francesco Croce e rimaneggiata nella seconda metà dello stesso secolo da Giuseppe Piermarini.

Cascina Binaga
La Cascina Binaga era un'antica tenuta di campagna facente capo ad un complesso, oggi rudere, edificato a fine Cinquecento e fu per lungo tempo posseduta dai Binaghi, una famiglia aristocratica milanese: il complesso appare caratterizzato da una costruzione in mattoni rossi, inusuale rispetto all'uso locale dei ciottoli di fiume, da grandi finestre sormontate da un architrave e ad arco ribassato, sempre in mattoni, e da un rosone decorativo sulla facciata, nobilitante l'ingresso. Da un punto di vista storico risulta che la cascina ai primi del Settecento era ancora di proprietà dei Binaghi, i quali, pur risiedendo per lo più a Milano in parrocchia di S. Nazaro, avevano consolidato la loro presenza nella Gera d'Adda, risultando proprietari di beni anche a Brignano in persona dei fratelli Diego e Livia Binaghi figli del fu Giovanni; in particolare Livia Binaghi andò in sposa nel 1699 al nobile Giuseppe Maria Sessa, i cui figli Carlo e Giacomo Sessa nel 1734 acquistarono dai marchesi Visconti Ajmi la Cascina Ravajola ad Arzago d'Adda.[3]


ORIGINI
Anticamente il territorio di Cassano era coperto dalle acque del Mediterraneo, poi con il progressivo ritiro del mare e dei ghiacciai durante i secoli, la grande pianura fertile del fiume Po ha visto il progressivo insediamento di popoli di diversa origine (soprattutto Liguri, Galli Insubri, Etruschi, Romani) ognuno dei quali ha lasciato qualcosa di caratteristico: elementi di lingua, costumi, tradizioni. Dopodiché, con la caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) transitarono da una sponda all'altra dell'Adda diverse tribù (cosiddette) 'barbariche' ed infine vi si stabilirono prima i duchi Longobardi e poi i Franchi di Carlo Magno con i suoi discendenti. Il borgo (sempre molto legato a quasi tutte le vicende storiche di Milano) si pensa abbia avuto origini da un antico oppidum gallico: Cassanum, nome derivato dalla radice kas che nella lingua celto-ligure indicava un tipo di quercia assimilabile al cerro (quercus cerris) e di cui erano ricoperte quasi tutte le foreste della pianura Padana.

A tal proposito va ricordato che l'oggetto più antico ritrovato nel territorio di Cassano è una “cattabrega”, una rituale spada celtica di bronzo (datata XIII sec. a.C.) scoperta lungo le sponde di un canale dell'Adda a 6,5 metri di profondità. Successivamente al villaggio gallico si sovrappose la costruzione di un castrum romano (Polibio, 210 d.C.) messo a controllo e difesa di uno dei pochi valichi sul fiume Abduam. Con le prime casupole di sassi, legno e fango costruite intorno al castello, il borgo iniziò ad assumere sempre più le caratteristiche di un centro fortificato con tanto di porto fluviale e dal XIII sec. d.C. anche del primo ponte ad un solo arco sul fiume.

CENNI STORICI
Tutto questo accadde prima che questo borgo avesse avuto la sua prima testimonianza scritta, tramite il Diploma del Re Carlomanno di Baviera (figlio di Ludovico il Germanico e pronipote di Carlo Magno) che, venuto a Pavia nell'877 d.C. a prendere anche la Corona di Re d'Italia, divenne in seguito Imperatore. L'Imperatore Carlomanno soggiornò con la sua corte nel castello ed il suo esercito a Cassanum e firmò questo Atto nel monastero che esisteva presso la chiesa di S.Ambrogio, concedendo alla cognata Angilberga, vedova di suo cugino Ludovico II, un altro monastero da lei fondato a Piacenza ed una residenza con chiesa e terreni nel luogo chiamato Capo Trebbia. Per la sua particolare posizione geografica e grazie al valico che lo rendeva un importante luogo di passaggio per l'attraversamento del fiume Adda, Cassano cominciava pure a maturare la sua vocazione altamente strategica: il castello, roccaforte già presente come riferimento urbano, andava acquisendo sempre maggiore importanza. Difatti tra l'XI e il XII secolo Cassano d'Adda, si presentava ormai come un borgo che aveva già preso una certa confidenza con la Storia e gli abitanti si erano dovuti abituare all'andirivieni di genti ed eserciti dalla più svariata provenienza, perché vi furono un susseguirsi di lotte e conquiste di questo importante punto di transito e del suo territorio.

Tra l'altro, in questi anni Cassano iniziava ad essere ancora più legata a Milano, con la quale condivideva sempre più ordini e disordini. Nel 1158 a Cassanum giunse l'Imperatore Federico Barbarossa il quale, alla testa di un potente esercito (nella sua seconda discesa in Italia), si recava ad assediare il capoluogo lombardo. I Milanesi tentarono di fermarlo al ponte sull'Adda, ma dovettero ritirarsi. Le truppe imperiali transitarono sul ponte ma questo, dato l'eccessivo peso, crollò ed il passaggio del fiume fu trovato in un guado più a valle di Albignano. Tra il XIII e il XIV secolo, Cassano d'Adda spicca nelle cronache di quell'epoca come luogo di scontri sanguinosi in un periodo in cui le lotte per il potere si erano fatte particolarmente violente anche a livello locale. Re Enzo, figlio dell'Imperatore tedesco Federico II, nell'estate 1245 venne mandato dal padre a riassoggettare la sempre ribelle Milano. Enzo transitò col suo esercito sulla 'tagliata' dell'Adda (il Traversino), per poi passare il ponte di Cassanum e dirigersi a Gorgonzola dove, dopo un cruento scontro, venne catturato.
Ezzelino III da Romano, condottiero Ghibellino nominato Vicario dell'Imperatore Federico II, che il 16 settembre 1259 venne ferito gravemente dai suoi oppositori Guelfi mentre, alla testa dei suoi cavalieri, tentava di forzare il passaggio del ponte di Cassano d'Adda. Nella seconda metà del XIII secolo iniziarono anche gli scontri per il controllo del territorio di Milano tra i Della Torre (o Torriani) ed i Visconti i quali, disputandosi ripetutamente il castello, portarono la guerra fin nel borgo di “Cassàan” (come viene chiamata in dialetto dai suoi abitanti). Nel XIV secolo i Visconti, vinte le dispute e creata una Signoria, risistemarono ed ampliarono l'antico Castello di “Casano” (come si legge in una mappa di quel periodo nel Museo Civico di Crema), che raggiunse il suo massimo splendore. In questo periodo Cassano era pure uno dei luoghi più fortificati dell'Adda.

Tra il XV e il XVI secolo i Visconti furono sconfitti e andarono al potere gli Sforza, il castello di Cassano ricevette rimaneggiamenti di carattere militare. In questo periodo c'è anche un importantissimo personaggio: Leonardo da Vinci, impegnato nell'opera di progettazione dei navigli lombardi. Nel cinquecento a Cassano il castello aveva perduta la sua importanza militare mentre si impostava una nuova disciplina amministrativa giuridica e politica con l'avvento del marchesato. Il borgo in sostanza era costituito da un ponte sul fiume, dal castello con il ricetto, protetto dalle poderose mura, la chiesa di S. Zeno, S. Dionigi, S. Ambrogio, S. Pietro in Bergias. Grande importanza ebbero i navigli per l'irrigazione della campagna già ricca di cascinali. Anche in questo periodo i furono diverse guerriglie in questo piccolo borgo sul fiume Adda.

Diventato marchesato, iniziarono a crearsi padroni, che imponevano tasse e dazi a loro piacimento, i marchesi più importanti che ebbe Cassano furono: Giovan Battista Castaldo, i D'Adda e i Bonelli. Tra il XVII e il XVIII secolo iniziò il declino di Cassano. Le battaglie iniziarono a essere fatte più lontano dalle rive dell'Adda, quindi lontane da Cassano. Con il nuovo assetto politico, Milano venne assoggettata agli spagnoli e l'introduzione delle armi da fuoco, portarono l'abbandono del castello perché sostituito dalle cittadelle che potevano fornire ai soldati cannoni e mura. L'unica cosa che teneva viva l'importanza di questo borgo era il valico dell'Adda che serviva come salvaguardia milanese.

Nel Seicento le tasse continuarono ad aumentare, per le spese dei soldati spagnoli ormai governatori di quelle terre. Il Settecento fu per questo borgo un secolo denso di eventi, ci furono delle battaglie, iniziarono ad essere costruite sulle sponde dei suoi corsi ville sfarzose e iniziarono a esserci personaggi sempre più illustri a partire da Napoleone nel 1796. Un episodio macabro successe nel 1703 quando i soldati francesi lasciarono morire 4500 soldati piemontesi nel castello di Cassano.

Una delle battaglie più famose di questo borgo fu nell'anno 1705 in cui Eugenio principe di Savoia subì a Cassano una brutta sconfitta da parte del duca di Vendome, dove si contarono all'incirca 8000 morti e 6000 feriti. Un'altra battaglia importante fu nel 1799 in cui i francesi comandati dal generale Moreau, subirono una sconfitta da parte dell'esercito austro-russo comandati da Suvorov.

Tra il XIX e il XX secolo ci furono grandi cambiamenti politici, economici, sociali, culturali e religiosi. Il territorio diventò austriaco. La seconda metà dell'Ottocento ci fu la rivoluzione industriale, Cassano, per le sue caratteristiche fluviali, per la vicinanza a Milano, viene individuata come stabilimento per un Linificio Canapificio Nazionale, che tuttora esiste seppur abbandonato. In questo secolo personaggi rilevanti passarono per Cassano; uno di questi fu Napoleone III che soggiornò in Villa Brambilla per due giorni, si pensa, con Vittorio Emanuele II per fare un consiglio di guerra. Con l'arrivo del novecento iniziarono a sorgere le prime Unioni rurali; il castello diventò sede del carcere.

L'economia del paese si sviluppò con la costruzione del Caminone della centrale, che insieme al Linificio diedero lavoro ai cassanesi. Sul piano religioso a Cassano vennero costruite in questo periodo diverse chiese oltre a quelle preesistenti: Annunciazione e Cristo Risorto. Con l'arrivo della prima guerra mondiale ci fu la costruzione a Cassano di una polveriera e la Villa Borromeo diventò comando militare e fu spogliata dei suoi beni di valore; con la fine della guerra si iniziò ancora l'incremento economico costruendo degli alberghi e dei luoghi di ritrovo. La seconda guerra mondiale, portò tasse per le spese di guerra, e bombardamenti nel paese di Cassano d'Adda. Con la fine di questa guerra e l'arrivo degli anni sessanta, ci fu il boom economico e con l'arrivo di immigrati dal meridione italiano in cerca di lavoro, Cassano iniziava a ingrandirsi; nasce il giornale parrocchiale: “il portavoce”. Con lo sviluppo economico degli anni ottanta, nacque la centrale termoelettrica vicino alla stazione di Cassano e al fiume Adda. Con l'avvento degli anni novanta ci fu una crisi comunale, soprattutto per quanto riguarda l'ospedale, che alla fine portò a una convivenza tra conservatori e innovatori. Con l'arrivo del terzo millennio ci fu uno sviluppo demografico, economico e sociale che portò il paese di Cassano, l'8 aprile 2009, a diventare città.

DATI RIEPILOGATIVI

in aggiornamento

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AMIACQUE srl - Milano
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI