Cassano d'Adda (Cassan su l'Adda
in dialetto locale) è un comune che fa parte
della città metropolitana di Milano, in Lombardia.
Fa parte del territorio della Martesana e, in parte,
della Gera d'Adda. Il territorio cassanese è
diviso in due parti dal solco del fiume Adda, caratterizzate
da un dislivello di 20-25 metri. Il fiume che a Vaprio
scorre ancora incassato in un solco profondo, nella
valle di Cassano si allarga in un ampio letto nel
quale le acque si dividono in numerosi rami, separati
da isolotti ghiaiosi e boscosi.
Qui, mentre la sponda destra
rimane alta ancora 15-20 metri, la sinistra si fa
pianeggiante. L'altitudine del terreno cassanese varia
da metri 144 (Groppello) a metri 115. La suddivisione
geofisica del territorio comunale, che assomma a 18,51
km², può riassumersi secondo la seguente
ripartizione. La parte orientale è formata
da:
1.zona idrica: l'Adda si ramifica in più tronchi
davanti al borgo.
2.zona isole: Isola Ponti fra l'Adda e la Muzza
Isola del Linificio
Isola del bosco Bertolino
e molte altre isole tra l'Adda e la Muzza.
3.Zona agricola coi cascinali Taranta, Bruciata, la
frazione di Cascine San Pietro ecc.
La parte occidentale si può
dividere in:
1.piana del Linificio e piana su cui scorre la Muzza.
2.Zona più elevata e degradante da nord a sud.
A sud i terreni vedono lo scorrere del Naviglio della
Martesana.
La zona a sinistra dell'Adda
ricadeva, un tempo, nel lago Gerundo. Questa zona
ha uno spessore coltivabile assai limitato e per la
sua origine recente e per il perdurare su di essa
di acque stagnanti. Lo scheletro del sottosuolo è
più grossolano di quello di destra, essendo
costituito quasi esclusivamente da grossi ciottoli
calcarei misti a sabbia e ghiaia. La zona a destra
dell'Adda ha il terreno sensibile più imbrunito
della presenza, in quantità più rilevante,
di sostanze organiche, e ha particelle terrose miste
a parti grossolane. Questo terreno è formato
da argilla, sabbia, calcare e humus. Cassano è
posta quasi al centro della Lombardia, nell'alta pianura
padana. Nei giorni sereni da Cassano si possono vedere
il Monte Rosa, i Corni di Canzo, le Grigne, il Resegone,
la Presolana, la grande cerchia delle montagne comasche,
lecchesi e bergamasche. Questo comune è attraversato
sia dal canale Muzza che dal naviglio Martesana.
Fanno parte di Cassano d'Adda,
oltre al borgo principale,
Groppello d'Adda, a nord, in direzione di Vaprio d'Adda
e Trezzo sull'Adda;
Cascine San Pietro, a sud-est, verso Rivolta d'Adda;
Cascate, a sud-est, verso Cascine San Pietro;
Taranta, ad est, verso Treviglio.
Le prime due sono frazioni
le ultime due località.
ETIMOLOGIA
Cassium, nome latino del probabile sovrintendente
di una “mansio” composita, da cui trae
origine lo stemma comunale con “tre case”
(è però interessante notare come la
vicina Treviglio presenti molte similitudini evolutive);
2.chazan, dal cartaginese “magazzino”:
si ipotizza che durante le guerre Puniche i Cartaginesi
avrebbero custodito in questo luogo un deposito di
vettovaglie (anche se non vi è un risultato
documentato che Annibale sia mai transitato così
a Nord);
3.“casa sana”: da cui il nome Cas-sano.
DA VEDERE
Il castello
L'imponente edificio sorge in un luogo di importanza
strategica per il controllo del valico dell'Adda,
naturale baluardo che garantiva la difesa ed il controllo
del transito delle merci. Il castello è posto
nel punto più alto della bastionata, dove il
fiume descrive un'ampia curva verso levante, lambito
dalle acque del canale Muzza, derivato dal fiume nel
1220. Nel XIII secolo Cassano era poco più
di una fattoria di proprietà del monastero
di S. Ambrogio di Milano, circondata da poche casupole
di contadini: i testi di Sire Raul e Ottone Morena,
storici dell'epoca, non accennano all'esistenza di
un castello, mentre da altri documenti risulta che
fin dall'epoca dell'arcivescovo Ansperto di Milano
esistesse in quel luogo una fortificazione. La costruzione
del Castello di Cassano sembra risalire all'epoca
carolingia (non c'è documentazione sicura su
cui risalire per determinare l'anno di costruzione
del castello, che tuttavia sembra intorno all'anno
808), in un luogo tale da dominare il fiume Adda.
Durante il Medioevo, fu oggetto di contese tra Guelfi
e Ghibellini e in seguito tra Torriani e Visconti.
La costruzione del castello e dell'attiguo ricetto,
nel quale nei momenti di pericolo trovavano rifugio
gli abitanti della campagna, si deve ad Ottone Visconti,
arcivescovo di Milano dal 1261 al 1295, il quale ne
fece un baluardo contro i Torriani, che scacciati
da Milano si erano rifugiati nella Geradadda.
Nel 1294 Ottone fece ampliare
la rocca su tre lati, includendola nel novero delle
fortezze statali anziché arcivescovili: ciò
sta ad indicare l'inizio della politica di trasferimento
del potere ecclesiastico a quello laico a favore della
sua famiglia. Una volta consolidato il potere visconteo,
il castello venne ulteriormente potenziato, diventando
un caposaldo della linea difensiva dell'Adda verso
oriente, contro le mire espansionistiche della Repubblica
di Venezia. Tra il 1355 e il 1370 Bernabò Visconti
intraprese grandi opere per la costruzione e il potenziamento
dei suoi castelli a difesa del suo Stato. Ai rimaneggiamenti
viscontei a Cassano avrebbe lavorato, Francesco Beneduso,
uno dei primi e dei pochi nomi di architetti di castelli
lombardi che siano noti. I secoli XIV e XV videro
la rocca di Cassano teatro di un'interminabile serie
di guerre tra famiglie e signorie rivali, in lotta
per il predominio su Milano.
Nel 1406 nel castello venne
imprigionato e poi strangolato Antonio Visconti. Nel
1426 papa Martino V si impossesso del castello, nel
tentativo di farsi mediatore tra Milano e Venezia,
la cui rivalità comprometteva l'equilibrio
politico della penisola. Nel 1446 i Veneziani, varcata
l'Adda, colsero alle spalle le truppe di Filippo Maria
Visconti e si impossessarono della rocca. Furono i
veneziani a potenziare il castello ed il ricetto cingendoli
con un fossato e costruendo un bastione a stella all'imbocco
del canale Muzza, fortini sulla Terra, isolotto tra
i due corsi d'acqua, un ponte levatoio in legno e
altre fortificazioni lignee sulla sponda opposta del
fiume, al fine di ostacolare o ritardare il ritorno
del nemico. Estinta la dinastia dei Visconti, i Milanesi
chiamarono il condottiero Francesco Sforza dalla Romagna:
in dieci giorni lo Sforza conquistò il castello.
Il nuovo duca, ritenendo il luogo di vitale importanza
per la difesa di Milano, affidò i lavori di
potenziamento del castello di Cassano a Bartolomeo
Gadio, uno dei massimi architetti militari del XV
secolo, che nell'epistolario lasciò ampia documentazione
dei lavori eseguiti. Avvalendosi dell'opera di altri
ingegneri militari, ognuno con specifiche competenze,
ideò l'imponente muraglia a doppio muro munito
di contrafforti esterni e casematte che scende fino
al piano della Muzza, e predispose l'allargamento
della bocca del canale stesso per aumentarne la portata
d'acqua a scopo difensivo.
Il Gadio munì anche
di merli e falconiere gli spalti del castello. Gli
onerosi lavori di fortificazione vennero ostacolati
da difficoltà economiche, alle quali lo Sforza
cercò di ovviare imponendo sovratassazioni
sul sale e dirottando a Cassano le maestranze impegnate
nella fabbrica del castello di Milano. Anche se non
tutti i lavori progettati dal Gadio vennero realizzati,
il castello di Cassano divenne la rocca più
munita di tutto il confine orientale del Ducato. Nel
1538 il feudo fu concesso da Carlo V alla famiglia
D'Adda e nel 1549 divenne marchesato. Passò
poi ai Castaldi, che lo tennero fino al 1752. Fu poi
concesso ai Bonelli, e da questi venduto nel 1781
al marchese Gian Francesco D'Adda. A partire dal XVI
secolo con l'introduzione delle armi da fuoco causò
il lento declino del castello di Cassano: nel 1703,
adibito ormai a carcere militare, vide 4500 soldati
piemontesi comandati da Eugenio di Savoia, alleato
degli austriaci nella guerra contro la Francia, rinchiusi
e lasciati morire di inedia. Una lapide murata nella
cappella in riva alla Muzza ricorda la tragedia. Nel
1764 si iniziò a demolire il ricetto, di cui
è ancora riconoscibile l'ingresso nella grande
porta di forme ottocentesche che si apre sull'attuale
piazza Garibaldi.
Nel XIX secolo l'ala destra
del castello venne adibita ad opificio: la trasformazione
comportò la chiusura del portico e del sovrastante
loggiato attorno al cortile centrale, secondo la tipologia
del castello visconteo. Fino al 1959 l'edificio fu
carcere mandamentale, poi magazzino e locale da ballo.
L'edificio storico, da alcuni decenni di proprietà
privata, è attualmente oggetto di importanti
lavori di restauro che stanno riportando alla luce
le forme originarie. Sono stati restaurati 2500 m²
di decorazioni murarie, in gran parte ignote fino
ad ora. Gli affreschi di maggior pregio sono quelli
rinvenuti al primo piano, nella cappella fatta costruire
da Ottone Visconti alla fine del XIII secolo: sulle
pareti, tagliate a metà da un pavimento aggiunto
in una delle tante fasi di trasformazione subite dal
castello nel corso dei secoli, sono rappresentati
schiere di angeli e di santi, una Madonna in trono,
Mosè che riceve le Tavole, mentre il soffitto,
diviso in quattro vele, è decorato da medaglioni
raffiguranti i Profeti.
Gli accreditati storici dell'arte
interpellati hanno attribuito gli affreschi alla scuola
giottesca, ipotizzando quali autori Giovanni da Milano
o il Maestro di Viboldone. Altre decorazioni di pregevole
fattura sono state rinvenute nell'appartamento signorile
al piano terra, dove le pareti sono decorate da finti
panneggi e decorazioni geometriche tipiche del periodo
visconteo. Decorazioni che imitano riquadri di marmi
policromi sono presenti lungo tutto il porticato del
cortile interno, sovrastato da un loggiato che si
sta ripristinando. Le recenti scoperte sono di tale
rilevanza da modificare l'immagine stessa del castello
di Cassano, considerato finora soltanto per gli aspetti
di presidio militare: i raffinati apparati decorativi
degli interni testimoniano infatti anche un uso residenziale
dell'edificio.
Campanile della chiesa parrocchiale di S. Maria Immacolata
e S. Zeno: il campanile di Cassano fu commissionato
da Beatrice Regina della Scala nel 1381. Siamo nel
momento di passaggio tra lo stile romanico lombardo
e il gotico. Il campanile misura 42 metri di altezza
ed è un monumento nazionale. Originariamente
serviva anche da vedetta sulla Gera d'Adda; per questo
motivo era aperto in alto. Nel 1861 il prevosto Milani
dotò il campanile dell'attuale concerto di
otto campane.
Chiesa di Sant'Antonio, con
tele del Legnanino e l'altare ligneo di fra Francesco
da Cedrate.
Chiesa di San Dionigi con gli
affreschi dei Fiamminghini e del Cinisello.
Palazzo Cornaggia-Medici, sede
storica del Municipio.
Palazzo Berva
Costruzione di architettura ottocentesca con facciata
che guarda verso il Belvedere. Dagli stati d'anime
risulta che nel 1833 non era ancora stato edificato,
anche se la famiglia Berva aveva già acquistato
i terreni. È tra le edificazioni più
imponenti della città. Dalla parte opposta
del Belvedere il palazzo confina con i caseggiati
costruiti nella piazza Lega Lombarda; tramite un cortile,
si può accedere anche alla piazza San Zeno
e quindi in via Veneto. È attualmente sede
della Banda cittadina, dell'ASL, dell'ANA e ospita
numerose iniziative culturali e artistiche. Il primo
piano è ornato da graziosi affreschi.
Villa Brambilla
Si tratta di uno dei più antichi palazzi cassanesi,
fatto edificare da don Matteo Rosales, marchese di
Castelleone, nella seconda metà del XVII secolo.
Venne trasformata nel secolo successivo dal nobile
milanese Giuseppe Pezzoli in dimora nobiliare per
residenza di vacanza. A pianta semplice, è
un blocco unico con sviluppo lineare allungato di
quasi 50 metri. Il retro su via Verdi è piatto
e privo di ornamenti mentre la facciata rivolta verso
la Muzza presenta decorazioni e motivi ornamentali
in stile Rococò. Il corpo centrale della villa,
a giochi chiaroscurali. I valori della leggerezza
e della luminosità trovano riscontro nell'ampio
spazio riservato alle aperture che, svuotando e alleggerendo
le pareti con ampie sequenze di finestre, accentuano
l'ariosità degli interni. La pianta della villa
è elegantemente articolata e aperta e si integra
nel paesaggio rispettando i criteri di simmetria,
proporzione, armonia, funzionalità. Splendide
le opere pittoriche realizzate al suo interno dai
fratelli Galliari che crearono notevoli effetti di
spazialità con inquadrature architettoniche
di finte colonne e anche con il largo utilizzo del
motivo con la conchiglia, assecondando la moda della
decorazione a 'rocaille' adoperata per gli interni
delle dimore patrizie così come delle chiese.
Il salone posto al primo piano, ancora perfettamente
conservato, è un capolavoro d'arte: decorato
da tele con motivi floreali, conchiglie, nastri e
foglie; i due lati della sala sono inoltre impreziositi
da due grandi paesaggi marini incorniciati; il restauro
ha loro restituito luminosità.
Villa d'Adda - Borromeo
Tra le più suggestive ville del panorama architettonico
locale, Villa d'Adda - Borromeo si staglia nell'abitato
di Cassano d'Adda con estrema imponenza. Dotata di
142 stanze per un totale di 5000 metri quadrati e
di un parco di 7 ettari, la residenza venne eretta
dai marchesi d'Adda a metà Settecento su progetto
probabilmente di Francesco Croce e rimaneggiata nella
seconda metà dello stesso secolo da Giuseppe
Piermarini.
Cascina Binaga
La Cascina Binaga era un'antica tenuta di campagna
facente capo ad un complesso, oggi rudere, edificato
a fine Cinquecento e fu per lungo tempo posseduta
dai Binaghi, una famiglia aristocratica milanese:
il complesso appare caratterizzato da una costruzione
in mattoni rossi, inusuale rispetto all'uso locale
dei ciottoli di fiume, da grandi finestre sormontate
da un architrave e ad arco ribassato, sempre in mattoni,
e da un rosone decorativo sulla facciata, nobilitante
l'ingresso. Da un punto di vista storico risulta che
la cascina ai primi del Settecento era ancora di proprietà
dei Binaghi, i quali, pur risiedendo per lo più
a Milano in parrocchia di S. Nazaro, avevano consolidato
la loro presenza nella Gera d'Adda, risultando proprietari
di beni anche a Brignano in persona dei fratelli Diego
e Livia Binaghi figli del fu Giovanni; in particolare
Livia Binaghi andò in sposa nel 1699 al nobile
Giuseppe Maria Sessa, i cui figli Carlo e Giacomo
Sessa nel 1734 acquistarono dai marchesi Visconti
Ajmi la Cascina Ravajola ad Arzago d'Adda.[3]
ORIGINI
Anticamente il territorio di Cassano era coperto dalle
acque del Mediterraneo, poi con il progressivo ritiro
del mare e dei ghiacciai durante i secoli, la grande
pianura fertile del fiume Po ha visto il progressivo
insediamento di popoli di diversa origine (soprattutto
Liguri, Galli Insubri, Etruschi, Romani) ognuno dei
quali ha lasciato qualcosa di caratteristico: elementi
di lingua, costumi, tradizioni. Dopodiché,
con la caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) transitarono
da una sponda all'altra dell'Adda diverse tribù
(cosiddette) 'barbariche' ed infine vi si stabilirono
prima i duchi Longobardi e poi i Franchi di Carlo
Magno con i suoi discendenti. Il borgo (sempre molto
legato a quasi tutte le vicende storiche di Milano)
si pensa abbia avuto origini da un antico oppidum
gallico: Cassanum, nome derivato dalla radice kas
che nella lingua celto-ligure indicava un tipo di
quercia assimilabile al cerro (quercus cerris) e di
cui erano ricoperte quasi tutte le foreste della pianura
Padana.
A tal proposito va ricordato
che l'oggetto più antico ritrovato nel territorio
di Cassano è una “cattabrega”,
una rituale spada celtica di bronzo (datata XIII sec.
a.C.) scoperta lungo le sponde di un canale dell'Adda
a 6,5 metri di profondità. Successivamente
al villaggio gallico si sovrappose la costruzione
di un castrum romano (Polibio, 210 d.C.) messo a controllo
e difesa di uno dei pochi valichi sul fiume Abduam.
Con le prime casupole di sassi, legno e fango costruite
intorno al castello, il borgo iniziò ad assumere
sempre più le caratteristiche di un centro
fortificato con tanto di porto fluviale e dal XIII
sec. d.C. anche del primo ponte ad un solo arco sul
fiume.
CENNI STORICI
Tutto questo accadde prima che questo borgo avesse
avuto la sua prima testimonianza scritta, tramite
il Diploma del Re Carlomanno di Baviera (figlio di
Ludovico il Germanico e pronipote di Carlo Magno)
che, venuto a Pavia nell'877 d.C. a prendere anche
la Corona di Re d'Italia, divenne in seguito Imperatore.
L'Imperatore Carlomanno soggiornò con la sua
corte nel castello ed il suo esercito a Cassanum e
firmò questo Atto nel monastero che esisteva
presso la chiesa di S.Ambrogio, concedendo alla cognata
Angilberga, vedova di suo cugino Ludovico II, un altro
monastero da lei fondato a Piacenza ed una residenza
con chiesa e terreni nel luogo chiamato Capo Trebbia.
Per la sua particolare posizione geografica e grazie
al valico che lo rendeva un importante luogo di passaggio
per l'attraversamento del fiume Adda, Cassano cominciava
pure a maturare la sua vocazione altamente strategica:
il castello, roccaforte già presente come riferimento
urbano, andava acquisendo sempre maggiore importanza.
Difatti tra l'XI e il XII secolo Cassano d'Adda, si
presentava ormai come un borgo che aveva già
preso una certa confidenza con la Storia e gli abitanti
si erano dovuti abituare all'andirivieni di genti
ed eserciti dalla più svariata provenienza,
perché vi furono un susseguirsi di lotte e
conquiste di questo importante punto di transito e
del suo territorio.
Tra l'altro, in questi anni
Cassano iniziava ad essere ancora più legata
a Milano, con la quale condivideva sempre più
ordini e disordini. Nel 1158 a Cassanum giunse l'Imperatore
Federico Barbarossa il quale, alla testa di un potente
esercito (nella sua seconda discesa in Italia), si
recava ad assediare il capoluogo lombardo. I Milanesi
tentarono di fermarlo al ponte sull'Adda, ma dovettero
ritirarsi. Le truppe imperiali transitarono sul ponte
ma questo, dato l'eccessivo peso, crollò ed
il passaggio del fiume fu trovato in un guado più
a valle di Albignano. Tra il XIII e il XIV secolo,
Cassano d'Adda spicca nelle cronache di quell'epoca
come luogo di scontri sanguinosi in un periodo in
cui le lotte per il potere si erano fatte particolarmente
violente anche a livello locale. Re Enzo, figlio dell'Imperatore
tedesco Federico II, nell'estate 1245 venne mandato
dal padre a riassoggettare la sempre ribelle Milano.
Enzo transitò col suo esercito sulla 'tagliata'
dell'Adda (il Traversino), per poi passare il ponte
di Cassanum e dirigersi a Gorgonzola dove, dopo un
cruento scontro, venne catturato.
Ezzelino III da Romano, condottiero Ghibellino nominato
Vicario dell'Imperatore Federico II, che il 16 settembre
1259 venne ferito gravemente dai suoi oppositori Guelfi
mentre, alla testa dei suoi cavalieri, tentava di
forzare il passaggio del ponte di Cassano d'Adda.
Nella seconda metà del XIII secolo iniziarono
anche gli scontri per il controllo del territorio
di Milano tra i Della Torre (o Torriani) ed i Visconti
i quali, disputandosi ripetutamente il castello, portarono
la guerra fin nel borgo di “Cassàan”
(come viene chiamata in dialetto dai suoi abitanti).
Nel XIV secolo i Visconti, vinte le dispute e creata
una Signoria, risistemarono ed ampliarono l'antico
Castello di “Casano” (come si legge in
una mappa di quel periodo nel Museo Civico di Crema),
che raggiunse il suo massimo splendore. In questo
periodo Cassano era pure uno dei luoghi più
fortificati dell'Adda.
Tra il XV e il XVI secolo i
Visconti furono sconfitti e andarono al potere gli
Sforza, il castello di Cassano ricevette rimaneggiamenti
di carattere militare. In questo periodo c'è
anche un importantissimo personaggio: Leonardo da
Vinci, impegnato nell'opera di progettazione dei navigli
lombardi. Nel cinquecento a Cassano il castello aveva
perduta la sua importanza militare mentre si impostava
una nuova disciplina amministrativa giuridica e politica
con l'avvento del marchesato. Il borgo in sostanza
era costituito da un ponte sul fiume, dal castello
con il ricetto, protetto dalle poderose mura, la chiesa
di S. Zeno, S. Dionigi, S. Ambrogio, S. Pietro in
Bergias. Grande importanza ebbero i navigli per l'irrigazione
della campagna già ricca di cascinali. Anche
in questo periodo i furono diverse guerriglie in questo
piccolo borgo sul fiume Adda.
Diventato marchesato, iniziarono
a crearsi padroni, che imponevano tasse e dazi a loro
piacimento, i marchesi più importanti che ebbe
Cassano furono: Giovan Battista Castaldo, i D'Adda
e i Bonelli. Tra il XVII e il XVIII secolo iniziò
il declino di Cassano. Le battaglie iniziarono a essere
fatte più lontano dalle rive dell'Adda, quindi
lontane da Cassano. Con il nuovo assetto politico,
Milano venne assoggettata agli spagnoli e l'introduzione
delle armi da fuoco, portarono l'abbandono del castello
perché sostituito dalle cittadelle che potevano
fornire ai soldati cannoni e mura. L'unica cosa che
teneva viva l'importanza di questo borgo era il valico
dell'Adda che serviva come salvaguardia milanese.
Nel Seicento le tasse continuarono
ad aumentare, per le spese dei soldati spagnoli ormai
governatori di quelle terre. Il Settecento fu per
questo borgo un secolo denso di eventi, ci furono
delle battaglie, iniziarono ad essere costruite sulle
sponde dei suoi corsi ville sfarzose e iniziarono
a esserci personaggi sempre più illustri a
partire da Napoleone nel 1796. Un episodio macabro
successe nel 1703 quando i soldati francesi lasciarono
morire 4500 soldati piemontesi nel castello di Cassano.
Una delle battaglie più
famose di questo borgo fu nell'anno 1705 in cui Eugenio
principe di Savoia subì a Cassano una brutta
sconfitta da parte del duca di Vendome, dove si contarono
all'incirca 8000 morti e 6000 feriti. Un'altra battaglia
importante fu nel 1799 in cui i francesi comandati
dal generale Moreau, subirono una sconfitta da parte
dell'esercito austro-russo comandati da Suvorov.
Tra il XIX e il XX secolo ci
furono grandi cambiamenti politici, economici, sociali,
culturali e religiosi. Il territorio diventò
austriaco. La seconda metà dell'Ottocento ci
fu la rivoluzione industriale, Cassano, per le sue
caratteristiche fluviali, per la vicinanza a Milano,
viene individuata come stabilimento per un Linificio
Canapificio Nazionale, che tuttora esiste seppur abbandonato.
In questo secolo personaggi rilevanti passarono per
Cassano; uno di questi fu Napoleone III che soggiornò
in Villa Brambilla per due giorni, si pensa, con Vittorio
Emanuele II per fare un consiglio di guerra. Con l'arrivo
del novecento iniziarono a sorgere le prime Unioni
rurali; il castello diventò sede del carcere.
L'economia del paese si sviluppò
con la costruzione del Caminone della centrale, che
insieme al Linificio diedero lavoro ai cassanesi.
Sul piano religioso a Cassano vennero costruite in
questo periodo diverse chiese oltre a quelle preesistenti:
Annunciazione e Cristo Risorto. Con l'arrivo della
prima guerra mondiale ci fu la costruzione a Cassano
di una polveriera e la Villa Borromeo diventò
comando militare e fu spogliata dei suoi beni di valore;
con la fine della guerra si iniziò ancora l'incremento
economico costruendo degli alberghi e dei luoghi di
ritrovo. La seconda guerra mondiale, portò
tasse per le spese di guerra, e bombardamenti nel
paese di Cassano d'Adda. Con la fine di questa guerra
e l'arrivo degli anni sessanta, ci fu il boom economico
e con l'arrivo di immigrati dal meridione italiano
in cerca di lavoro, Cassano iniziava a ingrandirsi;
nasce il giornale parrocchiale: “il portavoce”.
Con lo sviluppo economico degli anni ottanta, nacque
la centrale termoelettrica vicino alla stazione di
Cassano e al fiume Adda. Con l'avvento degli anni
novanta ci fu una crisi comunale, soprattutto per
quanto riguarda l'ospedale, che alla fine portò
a una convivenza tra conservatori e innovatori. Con
l'arrivo del terzo millennio ci fu uno sviluppo demografico,
economico e sociale che portò il paese di Cassano,
l'8 aprile 2009, a diventare città.