Carpiano (Carpiàn in
dialetto milanese) è un comune della città
metropolitana di Milano, in Lombardia. Carpiano è
un piccolo paese della bassa milanese, nel centro
del Parco Agricolo Sud Milano e dell'Ambito Territoriale
di Caccia "Borromeo". Con i suoi 17,22 km²
è uno dei comuni più estesi del Sud
Milano. Carpiano dista da Milano 19 chilometri ed
è l'ultimo paese della città metropolitana.
Per questa sua posizione strategica, Carpiano faceva
parte di un contado chiamato "Terrarum communium
intermediolanum, papie et lande", considerato
quasi indipendente. In queste zone ebbero luogo eventi
importanti come la Battaglia di Marignano (Melegnano)
del 1515, gli scontri tra i Comuni e il Barbarossa,
e tra i Torriani e i Visconti. I primi insediamenti
umani nella bassa milanese risalgono alla tarda età
del ferro. Già nel VI secolo a.C. la zona era
dominata dagli Etruschi e dai Galli di Belloveso,
che dominarono questa zona fondando le città
di Milano e Melegnano e diedero il nome al fiume Lambro.
Carpiano è stato scena della serie televisiva
I misteri di Cascina Vianello con Sandra Mondaini
e Raimondo Vianello (1996-1997) dove sono visibili
uno scorcio del paese, il piccolo cimitero, il castello
e i territori circostanti dove si sono svolte la maggior
parte delle riprese, insieme ai comuni di Melegnano
e Bascapè.
ETIMOLOGIA
L'ipotesi più accreditata è che derivi
dal nome latino di persona Carpius con l'aggiunta
del suffisso -anus. Alcuni credono che il nome derivi
da carpinus, ossia carpine ma in verità vi
è solo una corrispondenza di suoni.
MANIFESTAZIONI
22 luglio (Santa Maria Maddalena - Festeggiamenti
la 3ª settimana di luglio) e 11 novembre (San
Martino Vescovo).
Castello di Carpiano
La storia del Castello di Carpiano iniziò nel
lontano 1549, quando i suoi abitanti, i Padri Certosini,
riedificarono la struttura nella forma originaria
che era posseduta dalla famiglia Pusterla (il nome
deriva dalle "Pusterle", le porte d'entrata
di Milano) di Milano e successivamente a Gian Galeazzo
Visconti, che lo donò assieme ai terreni di
Carpiano ai Padri Certosini della Certosa di Pavia.
Con il loro avvento da castello fortificato divenne
una grangia castello dalla forma rettangolare con
quattro torri angolari (oggi sono visibili soltanto
tre). Con la sottomissione del Ducato di Milano da
parte dell'Impero Austriaco, gli ordini religiosi
vennero sciolti e il castello venne donato dall'imperatore
Giuseppe II d'Asburgo-Lorena al barone Giovanni Alessandro
Brambilla, generale e chirurgo pavese alla corte dell'imperatrice
Maria Teresa d'Austria che lo diede in affitto per
alcuni decenni alla famiglia dei nobili Forni di Milano,
discendenti di Don Francesco Ambrogio Forni, che aveva
proprietà anche ad Ispra, Baggio e Loirano.
Successivamente la proprietà fu ceduta dai
baroni Brambilla al conte Giacomo Mellerio. Alla sua
morte i suoi beni, compreso il castello e i suoi territori,
vennero lasciati all'Onorevole Congregazione del legato
Pio Mellerio, divenuta poi Onorevole Congregazione
di Carità, negli ultimi anni E.C.A. e oggi
II.PP.A.B.
Chiesa di San Martino Vescovo
La chiesa dedicata a San Martino Vescovo risale al
XIV secolo, il secolo successivo venne quasi del tutto
ricostruita come la possiamo oggi vedere. Chiesa,
di origine quattrocentesca, a sala suddivisa in tre
navate con la navata centrale più alta delle
lateriali segnando anche la facciata esterna in cotto
a salienti sormontata da cinque pinnacoli in mattoni
decorati con una croce in ferro. L'esterno fu decorato
con opere marmoree provenienti dalla Certosa di Pavia
e successivamente con il protiro a pianta quadrata
con colonne tortili in marmo di Candoglia (lo stesso
del Duomo di Milano e della Certosa di Pavia) che
sostengono una copertura a falde con intradosso a
semisfera sormontata dalla statuetta della Vergine,
che ancora oggi fronteggia la chiesa, che doveva sormontare
l'altare campionese posto all'interno della chiesa.
L'interno è molto spoglio con pochi dipinti,
alcuni del tutto scomparsi o molto deteriorati.
LE CASCINE
Non si può parlare della storia di Carpiano
senza parlare delle sue cascine. Sono antichi complessi
architettonici che nei secoli hanno testimoniato la
vocazione agricola di questo territorio, la fertile
piana irrigua che tanto ha contribuito a fare della
nostra provincia una delle più ricche della
nazione e dell'intero continente. Sono luoghi con
affascinanti storie da raccontare, dal lavoro delle
mondine ai tesori artistici scampati alle razzie dell'ultimo
conflitto, come successe nella cascina di Zunico,
dalla passione per i cavalli dei Moyersoen, dalla
grande generosità delle mucche da latte, tra
le più produttive della Pianura Padana. Tra
le antiche cascine sparse sul territorio ci sono cascine
di grandi dimensioni che furono comuni indipendenti
come Arcagnago e Zunico, o cascine che nascondono
patrimoni artistici come la Chiesetta Sant'Ambrogio
a Zunico risalente al 1570. Le cascine di Carpiano
sono, oltre alle già citate Arcagnago, Zunico,
Castello, anche Belvedere, Bruciata, Calnago, Faino,
Liberia, Longora, Ca'Matta, Muraglia, Cascina Nuova,
Ortigherio e Poiago, ancora tutte funzionanti, a cui
si aggiungevano in passato anche le cascine di Francolino,
Maiano (inglobata poi con Francolino), Molino Beolchina,
Torchio e Cozzolano oggi scomparse, ma ancora visibili
alcuni ruderi o edifici. Tutte le cascine di Carpiano,
come le cascine della zona, hanno una disposizione
a corte in cui gli edifici si trovano lungo il perimetro
del podere attorno alla corte centrale o aia. Nelle
cascine a corte si trovano la casa del fattore (situata
al centro in modo tale da controllare facilmente l'entrata
e si trova vicino alle stalle e ai magazzini), le
abitazioni dei salariati (tutte uniformi, prive di
comodità ma con orti e pollai privati, suddivisi
in Salariati fissi e avventizi), le stalle e le scuderie
(poste sui lati del cortile principale), i pollai
e i porcili (situati nel cortile dei salariati e ai
lati del cortile), le aie (situate o nel centro del
cortile principale o comprese in una nuova corte laterale),
gli accessi carrai (disposti uno all'entrata e uno
all'uscita verso i campi). Negli ultimi vent'anni
la cascina ha subito profonde modifiche dovute al
processo di motorizzazione che ha portato uno sviluppo
della meccanizzazione, dell'ampliamento delle stalle
e ai miglioramenti alle case. Col passare degli anni
la manodopera dei salariati ha abbandonato la campagna
trasformando la cascina da un nucleo residenziale
e produttivo ad un nucleo esclusivamente produttivo.
Le abitazioni dei salariati vennero così abbandonate
o adibite a magazzini o ad essiccatoio. La stalla
rimane nella vecchia sede o se ricostruita ampliandola
è decentrata fuori dalla corte.
ORIGINI E CENNI STORICI
Carpiano è già citato nei documenti
nell'anno 836. Il suo nome risale all'epoca romana,
quando ai piccoli centri abitati in genere veniva
attribuito il nome dalle principali specie di piante
che popolavano i circostanti boschi: il nome Carpiano
deriverebbe così da Carpino pianta molto diffusa
nelle vicine boscaglie. Il paese di Carpiano e di
Arcagnago e Zunico (questi ultimi fino al 1862) facevano
parte del distretto V della Provincia di Milano o
di Marignano. Tale distretto aveva una superficie
di 138 000 pertiche e circa 1600 abitanti (nel 1855).
Nell'XI secolo Carpiano era soggetta a un certo cavalier
Hunger, abitante di Milano. Nel XIV-XV secolo venne
realizzata la Chiesa di San Martino Vescovo; era sotto
la giurisprudenza della Pieve di San Giuliano e vi
rimase fino al 1442, quando il Cardinale Gerardo Landriani
(rappresentante del Papa Eugenio IV nel Ducato di
Milano) con una bolla fece erigere a prepositura la
chiesa di S.Giovanni in Melegnano. Nel 1300 Carpiano
era uno dei feudi della famiglia Pusterla di Milano,
giustiziata interamente dai Visconti in seguito ad
una sentenza emessa per una fallita congiura. I possedimenti,
tra cui il Castello di Carpiano, andarono, nel 1395,
a Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, Conte di
Pavia e Duca di Lombardia. I possedimenti di Carpiano
furono assegnati dal duca di Milano nel 1396 ai Padri
della Certosa di Pavia, insieme ad aziende funzionanti
attorno ad un nucleo abitativo consistente. Con l'arrivo
dei Certosini, il paese di Carpiano muta il suo volto,
divenendo una grangia, ovvero un podere di proprietà
della Certosa di Pavia che ospitava sul territorio
di Carpiano una casa monastica. La Grangia Castello,
così era chiamata, era anche il centro di tutta
l'attività rurale del paese, essendo adibita
a cascina con la stessa tipologia a corte ricorrente
nell'architettura rurale della zona. I Certosini bonificarono
queste terre rendendole fertili grazie a nuove tecniche
irrigue e al miglioramento del sistema d'irrigazione.
Introdussero la tecnica delle marcite. Nel 1518 venne
fondata la parrocchia di S.Martino che appartenne
ai reverendi padri della Certosa di Pavia. La chiesa
di S.Martino, la grangia e i terreni annessi, rimasero
sotto l'autorità della Certosa di Pavia fino
al 1784, anno in cui l'Imperatore Giuseppe II d'Austria
soppresse gli ordini monastici. I vasti territori
dei conventi ed il castello andarono al barone Giovanni
Alessandro Brambilla, parte di questi, in seguito,
all'Ospedale Maggiore e successivamente affittati
a diversi esponenti della bassa milanese. Nel 1575
circa e nel 1630 Carpiano venne colpita dalla peste
come tutta la zona, e subì saccheggi, distruzioni
ed omicidi al passaggio dei Lanzichenecchi. Nel 1746
iniziò la dominazione austriaca, che vi istituì
una nuova amministrazione dividendo la zona in diverse
pievi civili. Questo per la stesura di una guida agli
effetti fiscali detto "Catasto". Nel 1836
Carpiano non sfuggì all'epidemia di colera
che colpì quasi tutta la Lombardia (è
di questi anni la presunta costruzione del Lazzaretto
di Carpiano). Nel 1849 ritornò ancora il colera,
nel 1859 iniziò la guerra, nel 1865 ritornò
ancora il colera e nel 1872 il vaiolo. In pochi decenni
ci furono migliaia di decessi. Nel 1859 Carpiano entrò
nella storia grazie alla II Guerra d'Indipendenza,
tra Austriaci e le truppe Franco-Piemontesi, quando
le truppe francesi si accamparono sul suo territorio.
L'economia della zona è sempre stata legata
all'agricoltura; per questo al governo del paese si
succedettero per lo più esponenti del mondo
imprenditoriale agricolo. Il maggior esponente fu
l'Ing. Cav. Carlo Stabilini rimasto al governo cittadino,
come podestà, dal 1874 fino al 1933, anno in
cui morì. In questi anni in memoria del suo
vice presidente Sen. Avv. Angelo Valvassori Peroni,
la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, fece
erigere l'Asilo Infantile nel 1932, affidato all'ordine
delle Suore di SS.Maria Consolatrice fino agli anni
ottanta. Durante la II Guerra Mondiale il paese fu
occupato dai tedeschi che utilizzarono come base e
come prigione il palazzo comunale, fatto erigere negli
anni trenta. Nel 1935 viene installata la linea telefonica.
Il primo sindaco del dopoguerra fu Giovanni Curti,
è di questo periodo l'asfaltatura delle strade
del paese. Il successore fu Mario Bruschi che rimase
sindaco fino al 1980. Nel 1955 viene portata la corrente
elettrica nelle cascine. E di questi anni la realizzazione
del campo sportivo comunale e la nascita della società
calcistica A.S. Carpianese. Negli anni'80 viene sistemato
e ampliato il Parco delle Rimembranze (oggi eliminato)
a ricordo delle vittime carpianesi dei due conflitti
mondiali e il nuovo asilo comunale, oggi centro civico.
Dal 1980 al 1995 il sindaco di Carpiano fu Marino
Bianchi, dal 1995 al 1999 Danilo Lorini, dal 1999
al 2004 Maria Rosa Abbatinali, dal 2004 al 2014 Francesco
Ronchi, dal 2014 Paolo Branca. Nel 1995 venne realizzata
la palestra accanto al campo sportivo formando un
grande centro sportivo raggruppante campo da calcio
con relative attrezzature (campo allenamento, spogliatoi,
tribuna e magazzini), palestra con relativi spogliatoi,
campi di tennis, campo da calcio a cinque, campo da
basket e il rettilineo da 100m della pista di atletica.
Ancora oggi l'economia del paese è legata all'attività
agricola, tantissime cascine svolgono ancora la loro
funzione. Negli ultimi anni sono sorte numerose industrie
anche molto importanti con una conseguente aumento
della popolazione arrivando ad avere i 3.145 abitanti
odierni.