Calco
è un comune italiano della provincia di Lecco,
in Lombardia. Calco, secondo la classificazione dei
climi di Köppen, gode di un tipico clima temperato
delle medie latitudini, piovoso o generalmente umido
in tutte le stagioni e con estati molto calde. Le
precipitazioni si concentrano nei periodi compresi
tra marzo e maggio, con un leggero calo nei mesi estivi,
e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre
e novembre inoltrato. Il paese è costituito
di due parrocchie: San Vigilio (Calco) e Santi Gottardo
e Colombano (Arlate). La cucina calchese è
tipica della Brianza. Alcuni piatti caratteristici
sono la cassoeula, la büseca, il risotto e la
polenta (abbinata a vari ingredienti). Il paese è
attraversato dalla Strada Provinciale Ex Strada Statale
342 "Briantea", Como – Bergamo e dalla
Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga.
Il paese è dotato di una propria stazione ferroviaria,
sulla linea Monza-Lecco
CHIESA
DEI SANTI GOTTARDO E COLOMBANO
Dedicata ai santi Gottardo ed al santo missionario
irlandese San Colombano, sorta sui resti di un antico
edificio fondato dai monaci colombaniani di Bobbio.
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'origine delle due comunità di Calco e Arlate
si perde nella notte dei tempi, le prime notizie dell'esistenza
del paese, o meglio dell'insediamento umano sulle
colline Calchesi, si trovano in una pergamena del
936 o 937. In un atto di permuta, fra l'arciprete
della basilica di San Giovanni Battista di Monza e
tale Guarimberto, è presente e firma in qualità
di testimone un abitante di Calco "Signum + manibus
Umberti filii quondam Gumperti de Calego".
Quelle su Arlate risalgono al 1162, il paese è
citato in atto di vendita di terreni, o meglio nella
carta è indicata la presenza del Monastero
benedettino femminile come confinante di proprietà.
Quindi gli insediamenti umani sulle colline di Calco
e nella fertile pianura di Arlate, mancando reperti
di origine romana, sono da ritenersi appartenenti
almeno all'epoca della conquista longobarda, visto
che i firmatari delle carte citate certificano di
sottostare alla legge longobarda.
Legati prevalentemente al lavoro della terra, servi
per non dire schiavi dei prepotenti signorotti locali,
gli abitanti dei due paesi vivono stentatamente i
(per loro) violenti e nefasti secoli dell'alto e basso
Medioevo. Di orientamento ghibellino, i signorotti
di Calco e Arlate con altri paesi del Monte di Brianza,
nel periodo delle lotte contro i guelfi, otterranno
per la loro fedeltà ai potenti di Milano, esenzioni
e privilegi vari.
Autonome e separate, le due comunità si troveranno
coinvolte nelle lotte di successione del Ducato di
Milano, Calco legato alle vicende dei Calchi, proprietari
e signori di vaste zone della Brianza oltre che fedeli
vassalli dei duchi di Milano dai quali ottennero onori
e potere. Arlate, feudo della famiglia Vimercati,
stretto attorno al proprio Monastero di Suore Benedettine,
a sua volta proprietario di terre, mulini e anime.
I rappresentanti delle due Comunità sempre
distinte e autonome si presentano, con altre comunità
brianzole, il 10 luglio 1412 davanti al Duca di Milano
Filippo Maria Visconti al quale giurano obbedienza
e fedeltà. (e dal quale ottengono altre esenzioni
e privilegi). Fedeltà che si rivelerà
molto importante per il Duca di Milano quando l'Adda,
nel 1428, diventa confine di Stato con la Repubblica
di Venezia, ma che porterà sciagure e sventura]
per gli abitanti dei due paesi. I quali subiranno
le drammatiche conseguenze delle lotte di successione,
invasioni periodiche di eserciti, che solitamente
si lasciavano dietro, lutti, distruzioni, fame e pestilenze,
come, ad esempio, dopo il passaggio dei Lanzichenecchi
nel 1629-1630. "Fare la Storia è privilegio
dei potenti e dei religiosi, il popolo solitamente
si accontenta di vivere". Spagnoli, francesi,
tedeschi e altri, contribuirono in modo notevole a
peggiorare le già precarie condizioni materiali
delle due comunità, solo con l'arrivo degli
austriaci (1713 trattato di Utrecht) e il loro insediamento
come nuovi padroni si assiste ad un periodo di relativa
tranquillità. Sotto il Governo di Maria Teresa
d'Austria comincia una nuova era, almeno per i ceti
più abbienti, si riordina l'amministrazione
dello Stato, si incentiva e si organizza la produzione
agricola, si da impulso alle comunicazioni e alla
nascente industria, ecc. Nel riordino della pubblica
amministrazione si procede alla stesura del catasto
delle terre (che si chiamerà in suo onore Teresiano),
e all'accorpamento delle comunità più
piccole.
In relazione a questa riforma nel 1760 le due comunità
autonome di Calco e Arlate sono unificate in un'unica
realtà amministrativa, da quella data inizia
la vicenda del Comune di Calco. Abitato prevalentemente
da contadini, coloni o pigionanti di nobili famiglie,
il Comune, dal punto di vista sociale, segue le vicende
più o meno interessanti di altri Comuni della
zona, con problemi di vario genere legati soprattutto
alle miserevoli condizioni di vita della popolazione,
alla mancanza d'istruzione e all'assenza di concrete
prospettive per la stragrande maggioranza degli abitanti
del paese. L'avvento del Regno d'Italia non migliora
eccessivamente le misere condizioni del popolo, anzi
in alcuni casi le peggiora, il 21 febbraio 1897 il
Consiglio Comunale di Calco minaccia di dimettersi
in massa perché in disaccordo sull'applicazione
del raddoppio della tassa di famiglia da 600 a 1200
lire annue (il focatico).
Il Consiglio adducendo a giustificazione del rifiuto
che la popolazione di Calco era composta, nella stragrande
maggioranza da contadini affittuari e che l'aumento
spropositato della tassa avrebbe esacerbato gli animi
e fomentato disordini e probabili ribellioni, incarica
la Giunta di inoltrare ricorso al Governo di S.M.
Umberto I, il cosiddetto "Re Buono". Il
quale forse, troppo buono non era, infatti da Cogne
dove si trovava in villeggiatura, il 13 agosto 1897
con un Reale decreto respinge il ricorso, e chi deve
pagare paghi; non si è potuto verificare se
alla fine il Consiglio Comunale si sia dimesso, ma
una cosa è certa: le condizioni dei contadini
calchesi sono certamente peggiorate.
Nel 1927 il comune di Calco perse l'autonomia, venendo
aggregato al vicino comune di Olgiate Molgora, che
in conseguenza di ciò, l'anno seguente mutò
la propria denominazione in Olgiate Calco.
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1953, il comune
di Calco venne ricosituito il comune di Calco, e Olgiate
Calco recuperò la denominazione di Olgiate
Molgora.
Geograficamente il paese è diviso in due parti:
Calco inferiore o Calco "basso", parte principale
e preponderante del paese, e Calco superiore o Calco
"alto", vicino a Sartirana, frazione di
Merate. Nel campanile della chiesa ci sono 5 campane
in DO3 fuse da Pruneri nel 1886. All'interno della
chiesa c'è un organo costruito nel 1772 dai
Serassi e restaurato nel 1995 dai Fratelli Pirola
di Sovico.