Busto
Arsizio è un comune della provincia di Varese,
posto al suo confine meridionale, ed è la città
più grande dell'Alto Milanese.
ETIMOLOGIA
Non è chiara l'origine del nome "Busto
Arsizio". Si ipotizza che "Busto" derivi
dal latino ambustum ("bruciato" ), attraverso
una divisione popolare delle sillabe in am-bustum
invece di quella corretta amb-ustum: questa origine
potrebbe essere riferita ad un terreno piuttosto secco
o ad un incendio che avrebbe colpito anticamente l'abitato.
La seconda parte del nome, "Arsizio", aggiunta
solo verso il XIII secolo, potrebbe essere una duplicazione
del precedente (richiama infatti l'aggettivo "arso"),
oppure potrebbe derivare dal latino ars, con allusione
all'operosità degli abitanti, o ancora dal
greco arsi, "sollevare".
Secondo un'altra ipotesi, il termine "Arsizio"
deriverebbe invece dal germanico hard (termine legato
alla metallurgia), poi traslato, attraverso il tardo
latino ardicium, arsitium, al volgare arsitio. Il
toponimo si riferirebbe alla principale attività
degli abitanti del borgo, la produzione del filo di
ferro, ancora oggi chiamato in dialetto bustocco "ardìa",
ed alle numerose fucine presenti nel borgo e ai loro
fuochi, che sarebbero anche richiamati anche dalla
fiammella posta nella parte inferiore dello stemma
cittadino.
Anticamente, accanto a "Busto Arsizio",
era comune l'indicazione della città come "Busto
Grande" (rimasta nel dialetto: il nome dialettale
della città è infatti Büsti Gràndi
e non esiste un termine dialettale per "Arsizio"),
al fine di distinguerla dalla più piccola Busto
Garolfo (Büst Picul) nonché da Buscate
(anticamente "Busto Cava").
DA
VEDERE
La chiesa di San Giovanni ha il titolo di Basilica
minore. Al suo interno vi sono numerosi dipinti di
Daniele Crespi.
L'edificio sacro più notevole dell'arte rinascimentale
è il Santuario di Santa Maria in Piazza - detta
anche Santuario della Beata Vergine dell'Aiuto- costruita
sul modello, in scala minore, della basilica di San
Magno a Legnano.
L'edificio sorge nel centro storico della città
dove sorgeva una precedente chiesa dedicata alla Madonna.
Questo piccolo santuario fu costruito rapidamente
tra il 1515 e il 1522. Escluso Bramante per ragioni
di data, due nomi compaiono nei documenti, se pur
citati in modo generico, quello di un Antonio da Lonate
(autore del modello per il Duomo di Vigevano) e quello
di "magistro Tomaxio ingeniero", probabilmente
Tommaso Rodari, il noto scultore e architetto attivo
nel Duomo di Como, allievo di Giovanni Antonio Amadeo.
Il primo avrebbe impostato la pianta centrale, per
la quale si è ipotizzata l'esistenza di un
ipotetico disegno bramantesco, "Bramanti secutus
exemplar"; il secondo avrebbe eseguito i due
portali a ovest e a sud, e forse anche l'elegante
loggiato nel tamburo sotto la cupola. Internamente,
la parte bassa, quadrata, che è tagliata negli
angoli da archi diagonali formanti nicchie e cuffie,
rimanda ai numerosi studi di chiese a pianta centrale
compiuti da Leonardo, oltre che al vicino San Magno
di Legnano, mentre il tamburo ottagonale con una ghiera
di nicchie (la corona dei 12 santi) e le otto unghie
della volta di copertura riecheggiano gli esempi di
Santa Maria Incoronata di Canepanova a Pavia e dell'Incoronata
a Lodi e di Santa Maria della Croce a Crema). All'esterno,
il rigoroso volume cubico scandito da lesene è
sormontato da un tiburio con gugliotti e lanterna
che interpreta in forme più leggere ed eleganti
la tipologia della tradizione lombarda (come già
nel non lontano Santuario di Saronno). all'interno,
opere di scultura e dipinti di Gaudenzio Ferrari,
Bernardino Luini e altri. Del santuario di Santa Maria
esiste una copia esatta, ma più piccola, a
Crespi d'Adda, è un'armoniosa costruzione del
Rinascimento (1515), con una cupola a logge, due bei
portali.
Il Museo del tessile, nel centro storico, ha in esposizione
macchinari tessili dall'Ottocento ad oggi. Nel parco
che lo circonda, nel periodo natalizio, viene allestito
un mercatino e una pista per il pattinaggio su ghiaccio,
aperta solitamente fino a metà febbraio.
Nelle zone boschive e rurali della parte meridionale
del territorio comunale si trova il Parco Alto Milanese,
un'area protetta che interessa anche i territori dei
comuni di Castellanza e Legnano e tutela la flora
e fauna locali e le tradizionali attività nel
campo dell'agricoltura e dell'allevamento.
Tradizioni
Il santo patrono è san Giovanni Battista, che
si festeggia il 24 giugno.
Alla Madonna dell'Aiuto, che, alzando una mano, salvò
la città dalla pestilenza del 1630, sono dedicati
numerosi quadri e un monumento posto vicino all'ex
lazzaretto, trasformato oggi in giardino pubblico.
La Giöeubia
L'ultimo giovedì di gennaio la Giöeubia,
un fantoccio di paglia vestito di stracci, viene bruciata
in piazza per simboleggiare la fine dell'inverno.
La pietanza tradizionale della festa è il risotto
con la luganiga, luno e laltro simboli
di fertilità.
Il Carnevale
Durante il periodo del Carnevale si svolge una sfilata
in maschera e di carri allegorici. Le maschere ufficiali
della città, sono rappresentate da ul Tarlisu
e da a Bumbasina. Sebbene di creazione recente, entrambe
riferite alle tradizionali attività della tessitura,
il primo al tessuto detto "traliccio", cruciata
o federa per materassi e cuscini, a righe bianche
e marroni, e la seconda relativa alla bambagia, o
bombasina.
Cultura
Nella città si svolgono alcune manifestazioni
di livello internazionale, come il Festival Chitarristico
Internazionale Bustese, o che stanno acquisendo prestigio,
come il Busto Arsizio Film Festival (BAFF).
Cinema e teatri
Cinema teatro Manzoni, via Calatafimi 5
Cinema teatro Sociale, piazzale Plebiscito 1
Cinema Teatro Fratello Sole, Via D'Azeglio Massimo,
1
Cinema Teatro Lux - P.zza San Donato, 5
Cinema San Giovanni Bosco - Via Bergamo, 12
Musei
Museo del tessile
Fondazione Bandera per l'Arte - Via Andrea Costa,
29 - www.fondazionebandera.it
CENNI
STORICI
L'area era forse già abitata in età
romana, come sembrerebbe indicare l'andamento regolare
delle vie del centro storico. Alcuni toponimi di centri
circostanti e frazioni, nonché alcune antiche
contrade della città (come "Sciornago")
presentano le tipiche terminazioni celtiche in -ago
(Sacconago), in -ano (Borsano) e in -ate.
La più antica costruzione attestata nella città
è costituita dalla base del campanile della
chiesa di San Michele Arcangelo, risalente al X secolo.
La dedica della chiesa a san Michele Arcangelo, il
cui culto era particolarmente diffuso presso i Longobardi,
ha fatto supporre un originario insediamento di quella
popolazione nei pressi della chiesa, che nella sua
fase attuale dovette sostituire un più antico
edificio di culto di minori dimensioni. La presenza
di una eventuale fortificazione è stata ipotizzata
per la posizione del sito, nel punto più alto
del territorio comunale.La
prima menzione della città risale al XII secolo,
in due documenti del 1119e del 1140
Il 9 giugno del 1164 Federico Barbarossa concesse
a Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia e arcicancelliere
del Sacro Romano Impero un feudo che comprendeva la
pieve di Dairago (con l'antico comune di Capopieve
e ampi territori nella zona), Busto Arsizio, (facente
parte della pieve di Olgiate Olona) e Bernate.Nel
XIII secolo si ha notizia di due comunità monastiche
di Suore Umiliate, mentre il borgo si sviluppa economicamente
grazie alla produzione tessile del fustagno e della
bombasina.
Sotto il ducato di Milano Busto Arsizio era suddivisa
in cinque "comunetti" (Arconati, Mizzaferro,
Pasquali, Pozzo e Visconti.
Nel 1573 era "console di Busto Arsizio Gabriele
de' Turati
Il 30 ottobre del 1864 ottenne nel Regno d'Italia
il titolo di città.
Nel 1928 a Busto Arsizio vennero aggregati i comuni
di Borsano e di Sacconago.
Busto Arsizio fa parte delle città decorate
ed è stata insignita della medaglia di bronzo
al valor militare per i meriti acquisiti durante la
lotta partigiana nel corso della seconda guerra mondiale.