Presentazione di Antonella Serra
Centro
vitivinicolo ed industriale, sede di sorgenti idrominerali (acque magnesiache,
iodurate e solforose), Broni si trova nell'Oltrepò Pavese ai piedi
delle colline presso lo sbocco della valle Scuropasso. L'etimologia deriva
dal latino "prunus" (prugno) e troviamo questa località
in documenti del IX secolo come "Oppidum" e con una pieve della
diocesi di Piacenza. Per avere un quadro completo di Broni abbiamo intervistato
il sindaco Luigi Paroni che ci riferisce di aver messo a fuoco il progetto
di inserire la città in un percorso turistico con le istituzioni
che tutelano i produttori di vino creando le premesse per sistemare passaggi
pedonali e ciclabili lungo i sentieri; Broni è il paese capofila
del sistema integrato "Valle Scuropasso" con 14 paesi dell'hinterland.
CARATTERISTICHE E CURIOSITA'
Broni è un comune della provincia di Pavia. Si trova ai piedi delle
colline, sulla ex statale Padana Inferiore, presso lo sbocco in pianura
della valle Scuropasso. A Broni risiede l'ex campione di ciclismo russo
Evgeni Berzin, vincitore del Giro d'Italia 1994 che possiede in città
anche una concessionaria di automobili. Inoltre a Broni è nato
Tiziano Sclavi, celebre autore del fumetto "Dylan Dog".
ORIGINI
Sul sito dell'odierna Broni si trovava probabilmente la località
romana, citata in due itineraria come Comillomagus, o Cameliomagus, trascrizioni
trascurate di un probabile originario Camillomagus; anche se è
da taluni identificata con Redavalle, luogo di notevoli ritrovamenti d'epoca
romana, le distanze indicate dai suddetti itineraria maggiormente si confanno
a Broni.
CENNI
STORICI
Potrebbe non esserci continuità tra Camillomagus e Broni, che sorse
nell'alto medioevo. Anche se la prima citazione (da un placito piacentino
dell'859 in cui intervenne un certo Teopertus de Breonis) non sembra proprio
potersi riferire a Broni, e anche se la supposta appartenenza al comitato
dell'Aucia appare inverosimile (trovandosi questo tra Piacenza e Parma),
è indubbio che Broni appaia attorno al 1000 come un luogo di una
certa importanza, dotato di una vasta pieve appartenente alla diocesi
di Piacenza, e sede nel 1047 di un placito presieduto dal giudice imperiale
Rainaldo. Nel 1164 è citato nel diploma con cui l'imperatore Federico
I poneva l'Oltrepò sotto la giurisdizione pavese. Fu quindi sede
di una podesteria o squadra, che si estendeva su molti dei paesi circostanti,
nucleo del futuro feudo. Con Pavia tenne la parte ghibellina, cosicché
la lega delle città guelfe la diede alle fiamme nel 1216. Un'altra
distruzione avvenne nel 1372, a opera di Giovanni Acuto. Nel 1249 giunse
a Broni, diretto a Santiago de Compostela, il giovane principe Contardo
d'Este; ammalatosi gravemente, morì a Broni, dove è tutt'ora
sepolto e dove ben presto, anche in seguito ad alcuni prodigi (la leggenda
narra che, al momento della sua morte, le campane delle chiese si misero
a suonare da sole ed attorno al suo corpo si accesero splendenti fiammelle),
si creò una intensa devozione verso la sua figura, tanto da farne
il santo patrono cittadino. Indubbiamente Broni fu uno dei capisaldi della
potenza pavese, e nel 1290 cadde sotto la diretta signoria della famiglia
che aveva allora il predominio in città, i Beccaria. Probabilmente
la signoria su Broni finì per essere spartita tra alcune delle
linee in cui questa casata si era suddivisa, e ciò rende abbastanza
difficile ricostruire esattamente la storia del feudo, che è comunque
assai complessa. Nel 1406 questo feudo, che già era molto esteso,
comprendendo Casanova Lonati, Barbianello, parte di San Cipriano Po, Redavalle
e forse altri luoghi verso la collina, fu ulteriormente accresciuto quando
gli intrighi dei Beccaria fecero sì che (nel 1406) venissero confiscati
e dati a loro i grandi feudi dei Sannazzaro, signori della valle Scuropasso;
così al feudo bronese si unirono temporaneamente anche luoghi come
Cigognola e Pietra de' Giorgi. Già nel 1415 però, essendo
coinvolti alcuni dei Beccaria nella congiura contro il duca di Milano,
Filippo Maria Visconti, costui confiscò a costoro metà del
feudo di Broni, dandolo alla famiglia del giovane che aveva rivelato la
congiura, Giorgi Aicardi. Questa parte del feudo comprendeva in particolare
Cigognola; Giorgio e il fratello Alessandro furono nominati Conti di Broni,
e assunsero il cognome Visconti Scaramuzza (da Alessandro discese la linea
bronese). Tuttavia nel 1466 i redditi dell'intero feudo di Broni furono
assegnati a Giovanni Bolognini Attendolo, da cui passarono ad altri (Manfredi,
Trotti) e furono infine (attorno al 1530) acquistati da Carlo Visconti
Scaramuzza, nipote di Alessandro. Poco dopo, nel 1536, morì Pietro
Beccaria, l'ultimo discendente del ramo della famiglia che aveva mantenuto
l'altra metà del feudo di Broni: essa fu allora acquistata da Pietro
Paolo Arrigoni di Milano, che successivamente rilevò dai Visconti
Scaramuzza le loro quote del feudo di Broni: da allora essi restarono
solo nominalmente conti di Broni (di fatto erano solo signori di Cigognola),
mentre feudatari effettivi erano gli Arrigoni (con il titolo anch'essi
di Conti di Broni dal 1708); e tali rimasero fino all'abolizione del feudalesimo
nel 1797, anche se la loro signoria fu resa difficile da liti tra le varie
linee in cui si era divisa la famiglia. Dobbiamo notare che gli Arrigoni,
benché feudatari di Broni, non erano grandi possidenti nel comune:
massimi proprietari erano invece i Mandelli, feudatari di San Damiano
al Colle, mentre nel vicino comune di Vescovera (oggi frazione di Broni)
i Gambarana, feudatari di Montesegale, possedevano praticamente l'intero
territorio. In questo periodo Broni continuò a essere un centro
importante (all'inizio del XIX secolo contava circa 2700 abitanti), e
sotto i Savoia (che avevano annesso l'Oltrepò nel 1743) fu sede
(insieme a Voghera e a Varzi) di uno dei tre cantoni giudiziari in cui
l'Oltrepò era stato diviso. Nel territorio dell'attuale comune
di Broni esistono alcune località che furono a loro volta comuni:-
Pirocco,
che era una grande cascina appartenente ai Paleari di Pavia, fu unito
a Broni all'inizio del XIX secolo. - Cassino Po (CC C035) era anch'esso
costituito, nel suo nucleo originario, da una vasta cascina a corte quadrata.
Fu comune fino al 1869, poi fu unito a Broni. Vescovera, che come si è
detto era costituito da una grande tenuta appartenente ai Gambarana, rimase
un comune autonomo fino all'inizio del XIX secolo, e poi fu unito a Cassino
(e con esso a Broni nel 1869). Un documento cita Brona come appartenente
a tale comitato, ma si deve trattare di Albrona, frazione di Ponte dell'Olio
in val Nure, appunto nel Piacentino, località storicamente antica
e già nota come Brona.
ECONOMIA
Per ciò che riguarda l'economia, la
cittadina ruota per il 50% intorno alle aziende vitivinicole e all'indotto;
in questo contesto segnaliamo la "Festa dell'uva" che si tiene
la terza domenica di settembre. Per coloro che desiderano trattenersi
in città consigliamo "Fonti di Recoaro" che è
lo storico locale sulle colline di Broni nato a nuova vita: un ristorante
che offre specialità raffinate della cucina di tradizione e innovativa
e una pizzeria con una ampia scelta di gusti e stuzzicherie; un'area spettacoli
per assistere a serate di disco-pub, music bar, disco dancing, liscio
e latino-americano. Concludiamo la nostra gradita visita ringraziando
per la partecipazione la Bronifer SpA alla quale dedichiamo una pagina
web a parte cliccando sul logo.
DATI RIEPILOGATIVI
Popolazione
Residente 9.347 (M 4.344, F 5.003)
Densità per Kmq: 447,9
CAP
27043
Prefisso Telefonico 0385
Codice Istat 018024
Codice Catastale B201
Denominazione
Abitanti bronesi
Slogan della Città Città internazionale della vite e del
vino
Santo Patrono San Contardo d'Este
Festa Patronale ultimo sabato di agosto
Numero
Famiglie 4.050
Numero Abitazioni 4.635
Etimologia
(origine del nome)
Il nome è di derivazione dialettale, in particolare dai termini
brona, bruna bronna che potrebbero riferirsi al termine latino di pianta
prunus, ossia susino.
Il Comune di Broni fa parte di:
Associazione Nazionale Città del Vino
Comuni Confinanti
Albaredo Arnaboldi, Barbianello, Campospinoso, Canneto Pavese, Cigognola,
Pietra de' Giorgi, Redavalle, San Cipriano Po, Stradella
Chiese e altri edifici religiosi bronesi
Oratorio di Santa Maria
Il
comune è gemellato con Ferrara (Emilia-Romagna), dal 2001.
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