Bollate
Lombardia

Propaggine nord-occidentale di Milano, Bollate vive in base ai ritmi dell’industrializzazione con i suoi cicli di sviluppo e periodi di “crisi”, ed è anche per questo sottoposta ai flussi migratori conseguenti a queste fasi.

ETIMOLOGIA
Il nome Bollate ha due possibili interpretazioni: l'una lo individua derivante dal celtico beola, betulla, con riferimento ai numerosi alberi di tale specie presenti sul suo territorio. L'altra interpretazione fa risalire il toponimo al termine di derivazione latina bula, pozza d'acqua, con riferimento ai fontanili, presenti in gran numero sul territorio bollatese.

PARCO DELLE GROANE
Formatosi nel Era Quaternaria (periodo da 1,8 milioni a 10.000 anni fa), nel parco troviamo una vegetazione molto variegata e, in alcune aree in passato distrutte da incendi o da taglio di alberi, si è formato un tipo di vegetazione: la brughiera, il cui nome deriva dalla pianta del “brugo” (Calluna vulgaris).

MANIFESTAZIONI
Tra gli avvenimenti più importanti di Bollate segnaliamo il Festival di Villa Arconati, festivo e musicale, che copre il mese di luglio di numerosi incontri su temi culturali e filosofici. E’ lo stesso consorzio dei comuni (di cui sindaco di Bollate è il presidente) che si occupa dell’intero evento.

VILLA ARCONATI
Villa Arconati, detta anche il Castellazzo, è una delle ville storiche del Parco delle Groane, situata a Bollate, nella frazione Castellazzo di Bollate. Si tratta di un esempio di barocchetto lombardo settecentesco ed è monumento nazionale. La villa si trova all'interno del Parco delle Groane, su un vertice di un ampio giardino quadrangolare, a fianco delle corti e della chiesetta del borgo agricolo di Castellazzo. Il complesso è circondato da boschi, brughiere e terreni coltivati. Presso la Strada Statale 233 Varesina, tra Bollate e Garbagnate, fra due statue feline su piedistalli e due obelischi, si diparte il Viale dei Leoni, che tra due file di carpini bianchi conduce al cancello principale d'ingresso della villa. Il complesso di Villa Arconati si sviluppò intorno a un nucleo precedente a partire dal XVII secolo, raggiungendo il suo massimo splendore nel XVIII. Il principale artefice della villa fu Galeazzo Arconati, celebre collezionista, il quale vantava tra le proprie raccolte il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la statua romana di Pompeo Magno. Gli Arconati, proprietari storici della villa, investirono molto sul Castellazzo, che divenne una delle più prestigiose e rinomate "ville di delizie" del milanese. Per il fasto degli interni e la bellezza dei giardini alla francese il complesso guadagnò il soprannome di "piccola Versailles lombarda". Il disegno attuale della villa, con pianta a forma di "H", si deve al conte Giuseppe Antonio Arconati che iniziò i lavori nel 1742. Il progetto della villa è stato attribuito da molti storici all'architetto Giovanni Ruggeri, una tesi purtroppo non suffragata da nessun documento d'archivio ed anche cronologicamente errata in quanto il Ruggeri morì a Milano nel 1729, tredici anni prima dell'inizio dei lavori che conferirono alla villa l'aspetto attuale. La villa rimase alla famiglia Arconati fino a pochi anni fa, quando l'ultima proprietaria, la contessa Beatrice Crivelli, la vendette a una società immobiliare. Per la sua importanza nella regione del milanese, il Castellazzo ebbe una grande storia e si trovò a ospitare una grande quantità di opere d'arte, libri, manoscritti, spartiti, mobili d'arte. Fra gli oggetti più celebri che sono stati mantenuti nella villa ricordiamo il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci (ora alla Biblioteca Ambrosiana) e i bassorilievi del monumento funebre a Gaston de Foix, scolpiti da Agostino Busti detto Bambaja (ora ai Musei Civici del Castello Sforzesco di Milano). Gran parte di questo patrimonio è andato disperso o è stato ceduto. Rimangono alcuni capolavori, tra cui la statua di Pompeo Magno sotto la quale si dice sia stato pugnalato Gaio Giulio Cesare e i prestigiosi dipinti a tema mitologico dei fratelli Galliari nel salone delle feste: Il carro del Sole, La caduta di Fetonte e l'Allegoria del Tempo. Notevoli sono inoltre i giardini alla francese che si sviluppano a sud e a est dell'edificio, rarissimi in Italia, di elevato valore architettonico. La struttura dei giardini è molto formale, con tre assi prospettici principali da cui si dipartono assi diagonali minori. Vi si trovano carpinate, berceaux, statue, fontane, vasche, un laghetto, orangeries, voliere e due teatri: il "teatro di Diana" e il "teatro di Pompeo".

ECONOMIA
La realtà economica di Bollate è prevalentemente industriale e, anche se la crisi che ha portato alla chiusura di importanti stabilimenti si è fatta sentire, troviamo molte piccole e medie imprese soprattutto nei settori della tipografia e farmaceutico. In questo settore, ad esempio, Pentamedical, presente sul mercato da più di un decennio, è una realtà di spicco in campo dermatologico; attualmente il suo campo d'azione si è esteso in area oncologica, cardiologica e neurologica. Pentamedical, oltre che in Italia, è presente in Francia, Spagna, Nord Africa e Messico con propri concessionari. Concludiamo la nostra visita a Bollate ringraziando per la partecipazione la Johnson 1836 srl e la Cotril Spa, presenti in questo servizio con appositi inserti ai quali vi rimandiamo.

CENNI STORICI
Tra il V e il VII secolo d.C. divenne una delle Pievi più importanti del territorio a nord di Milano. Significativo l'aumento della popolazione negli anni Novanta, per effetto della massiccia urbanizzazione (oltre 700.000 mq di edificazioni residenziali): gli abitanti del comune, prima della separazione di Baranzate, erano arrivati a 50000. La frazione di Baranzate è stata eretta comune autonomo con legge regionale 22 maggio 2004 n. 13 in vigore dal 8/06/2004. Al netto degli abitanti di Baranzate, la popolazione odierna (dicembre 2006) del Comune di Bollate risulta essere di 37360 unità.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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AMIACQUE srl - Milano
ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI - MILANO
AIAB LOMBARDIA - MILANO - MI