Besate (Besàa in dialetto
milanese) è un comune della città metropolitana
di Milano, in Lombardia. Secondo una statistica del
Centro Studi Sintesi di Mestre, che ogni anno stila
una classifica in base alla "ricchezza"
dei comuni italiani in base al reddito, Besate è
risultato il paese più ricco d'Italia nel 2006,
con un reddito medio pro capite di circa 30.000 Euro.
Besate era risultato in testa alla speciale classifica
già nel 2004, mentre nell'anno successivo era
stato superato da Basiglio, altro comune della città
metropolitana di Milano.
ETIMOLOGIA
Come Besana, anche il nome Besate probabilmente deriva
dal cognome latino Besius o Baedius ma in questo caso
con l'aggiunta del suffisso -ate.
LA CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO
Nel febbraio del 1605 Besate venne visitata dal cardinale
Federico Borromeo nell'ambito di una sua visita pastorale
nella zona. Egli riportò nel suo memoriale
pastorale che la comunità si attestava attorno
alle 950 persone e che purtroppo la facciata della
chiesa di San Michele si trovava in pessime condizioni,
minacciando di crollare dal tanto che era rovinata
dal tempo. Per questo motivo egli personalmente incaricò
monsignor Alessandro Mazenta in qualità di
prefetto delle fabbriche ecclesiastiche dell'arcidiocesi
perché approntasse il disegno per una nuova
chiesa al posto di quella già esistente che
aveva origini medievali. Il campanile della chiesa
risale alla fine del Seicento, mentre gli affreschi
interni sono risalenti agli ultimi anni del Settecento,
mentre l'altare maggiore venne realizzato nel 1816.
ORIGINI E CENNI STORICI
Si ha ragione di credere che le origini di Besate
siano da ascrivere al periodo celtico e questa tesi
sembrerebbe supportata dai ritrovamenti rinvenuti
in loco ascrivibili a quel periodo come monete, materiali
in terracotta, urne cinerarie e addirittura resti
di palafitte di epoche ancora più remote. La
stessa fondazione della chiesa parrocchiale di San
Michele, è con tutta probabilità di
epoca medievale e ascrivibile alla famiglia autoctona
dei Da Besate. La prima testimonianza documentale
dell'esistenza del paese, ad ogni modo, risale all'anno
1000 quando troviamo indicato l'abitato col nome di
Besade. Nel 1378 Gian Galeazzo Visconti, signore di
Milano, stabilì che il comune di Besate che
si era costituito durante il XII secolo, dovesse rientrare
tra le città dipendenti dall'Ufficio delle
Gabelle di Pavia per il pagamento della tassa del
sale. Durante il Quattrocento, Besate venne colpita
da due ondate dell'epidemia di peste che colpì
l'intero Ducato di Milano: quella del 1420, documentata
da un registro visconteo, e la seconda del 1472 documentata
anche in modo dettagliato in una lettera inviata dal
Consiglio Segreto al duca Galeazzo Maria Sforza. Per
l'occasione in questa seconda emergenza venne impiantato
all'esterno del paese un piccolo lazzaretto costituito
da capanne di paglia dove ricoverare gli appestati.
Dopo essere passata dal Ducato di Milano al dominio
spagnolo, Besate nel 1630 venne nuovamente colpita
dalla peste che questa volta decimò il 20%
della popolazione del paese. Inoltre, da quasi dieci
anni, il comune aveva perso la propria indipendenza
ed era stato costretto alla feudalità sotto
i Visconti di Modrone che nei secoli successivi arrivarono
ad acquistare sino ad un terzo dell'intero territorio
comunale. Col '700 il paese passò sotto il
dominio austriaco che portò dapprima alla riforma
del Catasto Teresiano e nel 1786 all'elaborazione
di un piano per la creazione di una scuola a Besate
che potesse servire anche l'agglomerato urbano di
Fallavecchia. Nel 1784 venne progettato il nuovo cimitero
ubicato tra le attuali strada per Pavia e quella per
la cascina Agnella, che rimase a servizio della comunità
sino al 1889 quando venne costruito quello attuale.
Nel 1782 venne inoltre istituita la prima condotta
medica per il comune di Besate. Con l'arrivo dei napoleonici
nel primo Ottocento, il paese si presentava ancora
prevalentemente agricolo, con dieci cascine e 1460
abitanti. Il governo del Bonaparte continuò
a mantenere a Besate il funzionamento di una scuola
elementare locale che era comunque poco frequentata
essendo la cittadinanza prevalentemente dedita all'agricoltura.
Col ritorno degli austriaci nel 1815, il paese di
Besate venne compreso nel distretto di Rosate ove
rimase sino agli anni '40 del Novecento quando passò
a quello di Binasco. Sul piano dell'amministrazione
locale, in questo periodo si segnalarono come particolarmente
benefiche per l'abitato le iniziative private del
duca Carlo Visconti di Modrone: questi, dopo le piene
del Ticino del 1814 e del 1824 che avevano rovinato
molte delle colture besatesi e distrutto completamente
le cascine Ghisalba e Ghisalbetta, escogitò
un sistema per sbarrare la forza d'urto delle acque
del fiume, riducendo la costa e inclinandola verso
la corrente, convertendo quei terreni che erano di
sua proprietà a marcite. L'azione dei Visconti
di Modrone fu probabilmente motivata anche da motivi
personali dal momento che essi si qualificavano come
i principali produttori di vino (in località
Pizzo) ed avevano subito considerevoli perdite da
questi danni naturali. Nel 1841 la popolazione era
costituita da 1850 abitanti. Entrato nel Regno d'Italia,
il comune di Besate si trovò da subito ad affrontare
dei problemi ancora una volta legati all'agricoltura:
i numerosi furti perpetrati nelle campagne spinsero
i possidenti locali a richiedere la fondazione di
una guarnigione della guardia campestre nel 1888,
cui però fecero seguito terribili anni di siccità
che minacciarono ancora una volta la sicurezza dell'economia
locale. Nel 1875, intanto, era iniziata la costruzione
di un ponte sul Naviglio di Bereguardo per permettere
una facilitazione nei collegamenti con Casorate Primo.
Nel 1912 la morte del conte Napoleone Bertoglio Pisani,
benemerito cittadino ed archeologo locale, segnò
per il comune di Besate un momento florido dal momento
che l'aristocratico milanese lasciò ingenti
quantità del suo patrimonio al comune oltre
al proprio palazzo, con l'intento di farne la sede
municipale che ancora oggi vi trova alloggio. Questo
periodo aveva fatto seguito alle agitazioni contadine
che sulla scia del socialismo avevano irrotto in tutto
l'abbiatense e nel magentino tra fine Ottocento e
l'inizio del Novecento. Durante la Prima Guerra mondiale,
250 besatesi partirono per il fronte e nel 1925 venne
eretto il monumento ai caduti locale. Nel periodo
successivo alla Grande Guerra e sino alla fine della
Seconda Guerra mondiale, grande importanza continuarono
a rivestire i Visconti di Modrone i quali si preoccuparono
della fondazione di istituzioni e legati per l'assistenza
ai poveri ed alla scuola elementare locale, oltre
ad aver consentito di ospitare presso il proprio palazzo
locale la prima sede del fascio che continuò
ad operare sino al 1943 quando Besate, sul fronte
opposto, divenne una delle principali sedi operative
partigiane nell'area a cui si aggiunsero le truppe
alleate che, all'indomani della liberazione, giunsero
da Bereguardo nel 1945.