Bellagio
Lombardia

Bellagio è un comune della provincia di Como in Lombardia. Il comune appartiene alla Comunità montana del Triangolo Lariano ed il suo territorio rappresenta uno dei vertici ideali del Triangolo Lariano. Rinomato luogo di villeggiatura, è famoso per la sua pittoresca posizione proprio sulla ramificazione del Lago di Como nei suoi bracci meridionali, con le Alpi visibili oltre il lago a nord. Il territorio di Bellagio è molto vasto ed oltre alla zona costiera comprende aree collinari e montane. Nella parte montana si trova la frazione di Monte San Primo, dove fino al 2006 sorgevano tre impianti sciistici, momentaneamente chiusi a causa di un contenzioso tra i gestori e la Comunità Montana. Luchino Visconti gira a Bellagio una scena del suo Rocco e i suoi fratelli (1960) nella zona dell'attuale Lungolago Europa, tra l'imbarcadero e l'allora funzionante Hotel Grande Bretagne. Sempre sul lungolago viene girata nel 1984 una scena del film di Sergio Leone C'era una volta in America, la passeggiata di Robert De Niro (Noodles) con la sua amata Deborah. È ambientata invece nel giardino e al piano nobile di Villa Melzi la sequenza di Frankenstein oltre le frontiere del tempo ("Frankenstein Unbound", Stati Uniti, 1990, regia di Roger Corman) che rappresenta la dimora di Percy Bysshe Shelley e di sua moglie Mary Wollstonecraft (autrice del romanzo Frankenstein).

VILLA SERBELLONI
Questa villa domina l'abitato del centro storico. Si raggiunge da Via Garibaldi, ed è attualmente proprietà della fondazione Rockefeller di New York. Fu costruita nel XV secolo al posto di un vecchio castello raso al suolo nel 1375 (secondo alcune fonti, nell'antichità lì sorgeva una delle due ville lariane di Plinio il Giovane, la Tragoedia). Villa Serbelloni fu in seguito rimaneggiata più volte. Oggi si possono visitare solo i giardini, un suggestivo intrico di vialetti immersi nella vegetazione: boschetti con alberi secolari, altri con piante esotiche, roseti, coltivazioni di fiori. I sentieri, oltre che alla villa, conducono al Convento dei Cappuccini e alla Sfondrata, una residenza sul ramo di Lecco, costruita, appunto, dalla famiglia degli Sfondrati. Nel 1788 entra in possesso di Alessandro Serbelloni (1745-1826) che la arricchisce di preziose decorazioni ed opere d'arte del XVII e XVIII secolo. Nel 1905 passa di proprietà trasformandosi in hotel di lusso. Nel 1959 diviene proprietà della fondazione Rockefeller di New York per lascito testamentario della principessa, d'origine americana, Ella Thurn und Taxis che l'aveva acquistata nel 1930. La villa è sede di convegni internazionali, spesso tenuti da studiosi americani, ospitati nell'antica residenza.

VILLA MELZI D'ERIL
Villa Melzi sorge invece sul lungolago occidentale, sulla litoranea che conduce da Bellagio verso Como. Il suo parco è impreziosito da reperti antichissimi, come un'urna etrusca del III secolo a.C. e due sculture egizie del XIII e XIV secolo a.C. La villa è ancora abitata e non è visitabile, ma sono accessibili il piccolo museo – allestito in un padiglione vicino, con collezioni archeologiche, dipinti e sculture (tra le quali una testa attribuita a Michelangelo) – e la Cappella neoclassica, all'estremità Sud del parco. Da notare anche una gondola veneziana portata a Bellagio per volere di Napoleone e la statua di Dante e Beatrice, che ispirò a Franz Liszt una celebre sonata. Vi soggiornò, tra gli altri, anche Stendhal.

EDIFICI RELIGIOSI
La Chiesa cattolica è presente a Bellagio con tre parrocchie:
San Giovanni Battista, arcipretura, con sede nella omonima frazione;
San Giacomo, prepositurale con sede nella frazione di Borgo;
Beata Vergine Annunziata, con sede nella frazione di Visgnola.
Nonostante la permanenza di tre parrocchie giuridicamente distinte, Bellagio si sta impegnando con discreto successo, da un decennio a questa parte, nella formazione di un'unica comunità parrocchiale — impegno concretizzatosi nella nomina di un unico parroco, nella formazione di un Consiglio pastorale unitario e nell'unificazione delle istituzioni e delle manifestazioni della vita ecclesiale.
Altre chiese bellagine sono:
la chiesa di San Giorgio, di fianco al municipio cittadino;
la chiesa di San Martino, a Visgnola;
la chiesa di Sant'Antonio abate, a Casate;
la chiesa di San Carlo Borromeo, ad Aureggio;
la chiesa di San Biagio, a Pescallo;
la chiesa di Sant'Andrea, a Guggiate

ORIGINI E CENNI STORICI
I primi abitatori del territorio bellagino dei quali la storia è in grado di ammettere l'esistenza furono gli Insubri, che avevano stabile dimora in una parte dell'attuale Lombardia, e quindi del Lago di Como, fino all'altezza del centro lago, dove confinavano con i Reti (riva occidentale del Lago di Como) e con gli Orobi (riva orientale).
Gli Insubri vissero liberi e indipendenti fino all'arrivo dei Galli, capitanati da Belloveso, i quali, intorno all'anno 600 a.C., disfatti gli Insubri, si installarono a Milano e a Como, e, occupate le rive del lago, crearono un presidio nel punto estremo della loro conquista, Bellagio (Bellasium, dal nome del loro comandante Belloveso).
I Galli divennero Gallo-Insubri; si fusero con gli abitanti primitivi e introdussero usi e costumi propri; si radicarono talmente da lasciare impronte anche nella toponomastica del territorio bellagino: Crux Galli (oggi Grosgalla), dalla parte di Lezzeno, e "il Gallo", piccola cappella lungo la vecchia strada di Limonta, che segna ancor oggi il confine tra i due comuni. Nell'anno 196 a.C. al dominio del Gallo-Insubri subentra quello dei Romani, nella loro graduale espansione verso nord. I Romani, capitanati dal console Marco Claudio Marcello, disfatti i Gallo-Insubri in una violenta battaglia nei pressi di Camerlata, occupano Como e le rive del lago.
Da allora Bellagio diventò, oltre che presidio romano, anche un punto di passaggio e di svernamento degli eserciti romani che si recavano nella Rezia, attraverso il valico dello Spluga. La località di svernamento era ai piedi dell'odierna Villa Serbelloni, riparata dai venti del nord e dal clima mediterraneo.
Negli ultimi anni della Repubblica, ricevette in visita di ispezione Gaio Giulio Cesare, allora governatore della Gallia Cisalpina, il quale dai paesi del lago trasse soldati per le sue legioni, che condusse in seguito nella Gallia Transalpina. Giulio Cesare introdusse alcune migliaia di coloni greci, che si stabilirono in molti paesi del lago, compreso Bellagio, i nomi dei quali ricordano ancora la loro origine ellenica.
Con queste popolazioni sovrapposte l'una all'altra, Bellagio divenne un miscuglio di razze, che diventerà sempre più complesso nei secoli successivi. Aumentò anche la sua importanza strategica, perché, oltre che a luogo di svernamento, serviva come posto di riparo per le navi militari, specialmente nella località di Loppia, dove l'insenatura naturale si adattava sin da allora a riparare le navi. Attorno a Loppia sorse poi uno dei primi nuclei abitati da bellagini.L'avvento dei Romani nel territorio lariano segna l'introduzione di molte colture mediterranee, tra cui l'olivo e l'alloro; proprio dal nome di quest'ultimo (laurus) deriva la denominazione latina del Lago di Como (Larius). Fra le altre specie vegetali introdotte, il castagno, già diffuso nel Sud Italia, il cipresso, così ben naturalizzato da ritenersi oggi spontaneo, e molti generi di piante erbacee domestiche.
Nei primi decenni dell'Impero, due grandi personaggi collegarono la loro fama al lago e a Bellagio: Virgilio e Plinio il Giovane. Virgilio, il grande poeta latino, visitò Bellagio, e ricordò il lago nel II libro delle Georgiche, al verso 155 ("o grandissimo Lario"). Plinio il Giovane, residente a Como per la maggior parte dell'anno, possedeva, fra le altre, anche una villa per il soggiorno estivo situata sulla sommità del colle di Bellagio, denominata Villa Tragoedia.
Da Bellagio passarono, nell'anno 9 d.C., le legioni romane, guidate da Quintilio Varo, che, attraverso il valico dello Spluga, dovevano recarsi in Germania contro Arminio (le legioni, composte anche da militi tratti dal presidio di Bellagio, vennero poi completamente disfatte nella battaglia della foresta di Teutoburgo).Al tempo delle invasioni barbariche, Narsete, generale di Giustiniano, nel suo lungo peregrinare guerreggiando attraverso l'Italia, creò lungo il Lago di Como una linea fortificata per fronteggiare in special modo i Goti, comprendente anche la rocca di Bellagio, l'Isola Comacina, il castel Baradello.
Nonostante ciò, verso il 568 i Longobardi, guidati da Alboino, si riversarono nella Pianura Padana e si stabilirono in vari luoghi della Lombardia, nelle vallate alpine e lungo i laghi. Anche la rocca di Bellagio venne occupata.
Con l'arrivo in Italia dei Franchi di Carlo Magno, discesi in Piemonte, e quindi in Lombardia, attraverso le Alpi Cozie, e vittoriosi sui Longobardi con la battaglia di Pavia del 773, il territorio lombardo venne diviso in contee — dando con ciò inizio al Feudalesimo. Bellagio venne a trovarsi nella contea di Milano, sotto la sovranità dei re franchi.
Il nipote di Carlo Magno, Lotario, con suo diploma risalente all'anno 835, investì feudatari del territorio di Limonta e Civenna i monaci di Sant'Ambrogio di Milano (unitamente al territorio di Campione d'Italia). Gli abitanti di questi due paesi, che più tardi appartennero ecclesiasticamente alla pieve di Bellagio (San Giovanni), avevano l'obbligo di consegnare una parte dei loro prodotti (olio, castagne…) ai monaci di Sant'Ambrogio — diritto conservato per diversi secoli.
Seguì poi la dominazione degli Ottoni di Germania. Durante l'impero di Enrico V, per la successione vescovile nella Diocesi di Como, si accese una lunga guerra tra Milano, fautrice del vescovo imposto dall'imperatore, e Como, che aveva già designato il vescovo in Guido Grimoldi, consacrato dal pontefice.
La guerra durò dieci anni (1117–1127), con una serie di piccole vittorie e disfatte, in terra e sul lago. Bellagio partecipò con la sua flotta (scorribiesse e ganzerre) come alleata di Milano, dell'Isola Comacina e di Gravedona. La guerra si concluse con la distruzione di Como e il suo assoggettamento a Milano — fatto da cui si risollevò soltanto dopo alcuni decenni.
Nel 1169, dopo la distruzione di Milano da parte di Federico Barbarossa (1162), Como assalì l'Isola Comacina, devastandola, e obbligando gli abitanti a rifugiarsi a Varenna e a Bellagio, rocche a quel tempo considerate inespugnabili.
Nel frattempo, si formava la Lega Lombarda, alla quale anche Bellagio partecipò come alleata di Milano — intervenendo anche nella Battaglia di Legnano (1176), contro Barbarossa e Como.Nel 1440, durante la signoria dei Visconti, alcuni Cernobbiesi assalirono il carcere di Bellagio, dove erano reclusi dei prigionieri politici. Liberatili con la forza, questi presero la fuga sui monti di Bellagio, stabilendosi nella località che assunse il nome di Cernobbio, in ricordo del paese di origine dei loro liberatori.
Con la morte di Filippo Maria, la casata dei Visconti si estinse, e per breve tempo il territorio si trasformò nella Repubblica Ambrosiana (1447), istituzione che si resse fino al 1450, finché Milano non capitolò e Francesco Sforza divenne signore di Milano e della Lombardia.
Bellagio, il cui territorio (e specialmente la rocca) era stato occupato dalle truppe di Francesco Sforza nel 1449, durante la guerra per la successione allo stato di Milano, fu uno dei primi Comuni del lago che parteggiò e aderì alla nuova signoria degli Sforza.
Nel 1508 — durante il ducato di Ludovico il Moro (1479–1508) — il feudo di Bellagio, tolto alla signoria del vescovo di Como, fu assegnato al marchese Stanga ("Marchesino"), amico del Moro, che fu aiutato anche a costruire, verso la sommità del colle di Bellagio, una villa — che venne in seguito distrutta, durante un'incursione di Cavargnoni.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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