Albino
è una città di circa 18.000 abitanti
della Valle Seriana in provincia di Bergamo. Dista
12 km dal capoluogo orobico. Con una superficie di
31,32 km², una densità di popolazione
di 568 ab/km², 18.098 abitanti e un'altezza media
dal livello del mare di 342 metri, si estende lungo
il fondovalle seriano su entrambi i versanti. Il capoluogo,
su cui svetta la sagoma della Cornagera, si trova
sulla destra idrografica del fiume Serio, con le frazioni
di Comenduno e Desenzano al Serio poste a nord del
capoluogo stesso. Sullo stesso versante, ma situato
in una posizione più elevata, si trova anche
Bondo Petello, che si sviluppa al termine della valle
del torrente Albina, tra il monte Rena ed il monte
Cereto. Sull'opposto versante della valle Seriana,
si sviluppa la Valle del Lujo, percorsa dall'omonimo
piccolo torrente che nasce dal Colle Gallo, vicino
al comune di Gaverina Terme. In questa vallata, delimitata
dal monte Misma, si trovano numerose frazioni tra
cui, nell'ordine, Vall'Alta, Fiobbio, Abbazia, Dossello
e Casale, quasi tutte poste in località collinari
rispetto al fondovalle. L'aspetto viabilistico, dopo
lunghi periodi di criticità dovuta al grande
afflusso di veicoli, è notevolmente migliorato
negli ultimi anni grazie a radicali interventi infrastrutturali:
in primo luogo la nuova Strada statale 671 della Val
Seriana che, inaugurata il 1º giugno 2007, ha
permesso di ridurre di ben il 58% il traffico nel
centro abitato dei paesi della medio-bassa valle.
Numerose sono infine le opportunità per chi
volesse passare un po' di tempo immerso nella natura:
nonostante la forte urbanizzazione dei fondovalle,
sono molti i sentieri che si snodano sulle pendici
dei monti circostanti. Tra gli itinerari principali
vi sono quelli che salgono verso i monti Misma (raggiungibile
da Fiobbio, percorrendo i luoghi del martirio di Pierina
Morosini, da Casale, mediante il sentiero del castagno
utilizzato anche a scopi didattici e da Abbazia),
Rena (da Comenduno e Bondo Petello verso Amora e Ganda,
frazioni di Aviatico), Nigromo (dalla località
Valgua, nota anche per le sue falesie utilizzate per
arrampicate, verso Ama, anchessa frazione di
Aviatico), Purito (mediante la mulattiera sottostante
alla Funivia Albino-Selvino), Altino (da VallAlta
e Dossello) e Cereto (dal capoluogo). E sulle pendici
di questultimo monte si trova la località
Piazzo, piccolo polmone verde del centro seriano,
che nel 2009 è stato elevato a Parco locale
di interesse sovra comunale (PLIS) al fine di valorizzarne
le ricchezze naturalistiche. Nel corso dei secoli
il territorio comunale di Albino ha subìto
numerose variazioni dei propri confini, dovute per
lo più alle numerose aggregazioni con i borghi
limitrofi. In epoca medievale infatti viene citato
il comune di Albino come unità territoriale
comprendente soltanto l'attuale capoluogo e parte
dell'Oltreserio, fino ai confini con i territori dell'Abbazia
di San Benedetto. Quest'ultima, posta nella Valle
del Lujo, comprendeva le attuali frazioni di Abbazia
e Casale, in quel tempo considerate terre separate:
l'annessione ad Albino arrivò nel corso del
XIV secolo, che garantì comunque trattamenti
fiscali agevolati per i benedettini presenti. Anche
la frazione di Fiobbio nel passato ha spesso vissuto
esperienze autonome dal comune di Albino: nel XVIII
secolo si elevò a comune, titolo poi revocato
qualche decennio più tardi durante la riorganizzazione
dei confini attuata dal Regno Lombardo-Veneto.
Inoltre i borghi di Bondo e Petello, sempre uniti
in un'unica denominazione, hanno avuto una storia
per lungo tempo svincolata da quella dell'attuale
capoluogo. Autonomi in epoca medievale, uniti ad Albino
durante la dominazione veneta, e nuovamente indipendenti
dall'inizio del XIX secolo con la denominazione di
Bondo Petello con Brusetto, includendo anche la località
posta sulle pendici del monte Rena. Questa situazione
si mantenne invariata fino al 1928 quando il regime
fascista unificò il territorio in quella che
è l'attuale situazione.
In questa riorganizzazione territoriale vennero inoltre
inglobati i paesi di Desenzano e Comenduno, che fino
ad allora erano stati uniti al capoluogo soltanto
in epoca medievale con l'entità sovracomunale
del Comune Maggiore di Albino. Questo comprendeva
i singoli comuni del circondario (tutto l'attuale
comune con l'aggiunta di Aviatico e l'escusione di
Vall'Alta) e ne gestiva i beni comuni in sostituzione
della figura signorile medievale.
Soltanto il paese di Vall'Alta era appunto escluso
da questa comunità amministrativa, tanto che
quando fu aggregato ad Albino, anch'esso nel 1928,
numerose furono le diatribe dato che mai fino a quel
momento aveva fatto parte della comunità albinese.
Successivamente sia Vall'Alta che Desenzano presentarono
numerose istanze al fine di riottenere l'autonomia,
tentativi sempre rigettati.
DA
VEDERE
Parrocchiale
di San Giuliano
La chiesa parrocchiale del capoluogo, dedicata a San
Giuliano, risale addirittura all'anno 898. Riedificata
in stile neoclassico nei primi decenni del XIX secolo,
custodisce opere di indubbio valore, tra cui spiccano
dipinti di Giovan Battista Moroni, Enea Salmeggia,
di Gian Paolo Cavagna, del Cignaroli e di Francesco
Zucco. Il campanile risale al 1497 ed è opera
del Fanzago.
Convento
di San Bartolomeo
Attigua alla prepositurale si trova la chiesa di San
Bartolomeo. Risalente al XII secolo, è riconoscibile
per il suo stile romanico-lombardo e per i numerosi
affreschi, seguenti ad una ristrutturazione avvenuta
nel corso del XVI secolo. Altri elementi di questa
struttura sono le ben ventun sculture lignee situate
sull'altare maggiore, nonché il polittico in
legno dorato, che hanno reso possibile l'elevazione
dell'edificio sacro a monumento nazionale.
Madonna
del Pianto
All'estremità sud del capoluogo si trova il
Santuario della Madonna del Pianto. Risalente al XV
secolo, ed ampliato notevolmente nel corso del XIX
secolo, conserva all'interno un dipinto del Moroni
raffigurante Cristo che porta la croce e un quadro
di Enea Salmeggia raffigurante la deposizione. Ricorda
un evento miracoloso avvenuto ad un fedele residente
a Parre.
Chiesa
della Concezione
Situata nel capoluogo, è di origine tardo-quattrocentesca.
Conserva preziosi affreschi del XV e XVI secolo, ed
è dotata di un bel porticato. La tradizione
vuole che questo piccolo santuario sia stato costruito
in seguito ad un miracolo avvenuto, nel 1470, ad un
bambino che fu salvato da un branco di lupi dall'apparizione
della Madonna.
Santuario
della Madonna della Neve
Questo piccolo santuario, posto sulla mulattiera che
reca a Selvino, risale al XVI secolo. Di quell'epoca
sono anche gli affreschi recentemente restaurati all'interno.
Nei secoli scorsi godeva di una grande importanza
a causa del fatto che si trovava su una strada molto
battuta, specialmente da commercianti ed allevatori,
che sovente si fermavano per una preghiera di intercessione.
Chiesa
di Sant'Anna
Situata in via Mazzini, considerata il centro della
cittadina seriana, venne edificata nel corso del XVI
secolo su progetto di Giovan Battista Caniana. La
sua pianta a croce greca ed il coro, opera del Fantoni,
rendono caratteristico questo stabile ora adibito
a convento delle suore del Sacro Cuore.
Santuario
di Altino
Situato in prossimità del Colle Gallo ad un'altezza
di 850 m s.l.m., sopra l'abitato della frazione Vall'Alta.
Le origini del Santuario di Altino risalgono ad un
fatto prodigioso che, secondo la tradizione, è
avvenuto il 23 luglio 1496 quando un abitante di Vall'Alta,
di nome Quinto Foglia, si trovava in compagnia dei
suoi due figli sulle pendici del Monte Altino (da
cui il Santuario prende il nome) intento a lavorare
nei boschi. La giornata era molto calda e afosa, Quinto
Foglia e i suoi due figli furono presi da grandissima
sete e si rivolsero alla Madonna per chiedere soccorso.
La Madonna apparve e disse a Quinto Foglia di battere
con il falcetto la roccia che gli stava davanti. Miracolosamente
sgorgò uno zampillo di acqua sorgiva.
Il fatto prodigioso richiamò dapprima i fedeli
dei dintorni e poi via via si diffuse in tutti i paesi
vicini sino ai confini della diocesi bergamasca e
all'indomani del miracolo gli abitanti di Vall'Alta
iniziarono la costruzione di una piccola cappella
che, via via negli anni e di conseguenza dell'afflusso
dei devoti, venne ampliata e modificata. Ottant'anni
dopo la cappelletta era già stata inglobata
sostanzialmente in una nuova costruzione; e tale rimase
fino a tutto il 1800.
Nel corso dei secoli, Il Santuario di Altino venne
visitato dai vescovi di Bergamo e fu oggetto anche
della visita dei delegati del cardinale Carlo Borromeo.
La statua della Madonna è stata incoronata
il 23 luglio 1919 dal vescovo di Bergamo mons. Luigi
Marelli e il Santuario venne consacrato dal vescovo
Adriano Bernareggi il 27 aprile 1935.
Il santuario ha al proprio interno opere lignee del
Fantoni ed una tela del Cavagna. Di grande impatto
sono gli ex voto custoditi.
Chiesa
parrocchiale di San Pietro
Situata nella frazione di Desenzano, è un bellissimo
esempio di struttura in stile gotico-lombardo. Spiccano
inoltre l'ampio porticato, il polittico con una statua
del santo patrono in legno dorato ed uno stendardo,
opera di Enea Salmeggia.
Gli altari marmorei del 1720 circa sono ascritti ai
fratelli scultori Andrea e Gian Giacomo Manni di Rovio,
residenti a Gazzaniga.
ORIGINI E CENNI STORICI
I primi insediamenti umani hanno origini antichissime:
alcuni resti rinvenuti nella valle dell'Albina, al
confine con Aviatico, testimoniano infatti che la
zona era abitata già ai tempi dell'età
del rame. Nelle grotte di questa zona, tra cui il
Bus de Scabla ed Il paradiso degli asini, poste nei
pressi della mulattiera che reca a Selvino, si svilupparono
alcuni tra i primi gruppi sedentari della valle Seriana.
In epoca romana il paese fu al centro di una prima
urbanizzazione, come testimoniano numerosi reperti
di quel periodo recentemente rinvenuti. Tra questi
spiccano ben 65 monete, tombe con corredo ed alcune
lapidi, tra cui una recante un'epigrafe di tal Furio
Ilaro, abitante di questi luoghi già duemila
anni fa. La colonizzazione latina ha lasciato moltissimi
segni indelebili nella storia di Albino: su tutti
il toponimo del paese stesso, che deriverebbe da Albinus
probabile fondatore del primo nucleo abitato, oppure
da Albus. Meno probabile invece la connessione con
il gallico alb, che indica genericamente un territorio
sopraelevato.
Alcuni toponimi presenti sul territorio comunale ci
riconducono certamente a colonizzazioni antecedenti
quella romana. A tal proposito il nome della frazione
Comenduno, ci riporta all'epoca della dominazione
gallica, databile attorno al V secolo a.C., poiché
il suffisso dun veniva utilizzato dalle popolazioni
celtiche per indicare un luogo sito in prossimità
di colli o monti. Tuttavia il primo documento in cui
compare il nome della località risale all'anno
892, quando viene citato in vico Albines. Il periodo
in cui il borgo ebbe un significativo incremento urbano
e demografico fu il medioevo. Interessato dalle dispute
fratricide tra guelfi e ghibellini, si dotò
di numerose torri, fortificazioni, nonché di
un castello, risalente al XIV secolo, i cui resti
vennero utilizzati dalla popolazione per ricostruire
il paese a seguito delle distruzioni apportate durante
le lotte di fazione.
Nel corso del XIII secolo il comune si pose a capo
di una federazione, retta da un organo denominato
la Grande Comunità, che comprendeva i paesi
limitrofi tra cui Selvino, Aviatico, Comenduno e Desenzano
(questi ultimi due si mantennero a lungo separati
dall'attuale capoluogo). Questa iniziativa permise
al borgo di rendersi autonomo, in modo unilaterale,
dal dominio del vescovo di Bergamo.
In questo periodo il paese apparteneva, insieme ad
altri posti nelle vicinanze, al Comune Maggiore di
Albino, un'istituzione scioltasi agli inizi del XIX
secolo. Durante la dominazione veneta vi fu un notevole
incremento della produttività e della condizione
economica degli abitanti, favorite dalla produzione
tessile e dalla lavorazione del ferro. Questa crebbe
e permise, nel XIX secolo la formazione dei primi
cotonifici Honegger e Albini, nonché del cementificio
Guffanti (oggi Italcementi).