Abbiategrasso
è una città in provincia di Milano,
a circa 15 km dal capoluogo. Immerso nel Parco del
Ticino, di cui include una buona parte nel proprio
territorio, pur non essendo fortemente popolato è
il comune con la superficie più vasta nella
provincia dopo il capoluogo. Il territorio comunale
comprende il centro abitato di Abbiategrasso e le
località di Baraggetta, Bellotta, Case Popolari,
Cavallotta, Cittadina e Mendosio. Nel comune si denotano
attività legate a tutti i settori produttivi:
primario (cerealicultura, con particolare prevalenza
per riso e mais), secondario (industrie alimentari,
tessili, meccaniche ed elettroniche di una certa notorietà
vi hanno stabilimenti o sedi) e terziario. Solo il
16% del territorio comunale è urbanizzato o
urbanizzabile, mentre l'84% può essere sfruttabile
dall'attività agricola. È il più
importante centro agricolo-industriale a Sud-Ovest
di Milano da cui dista 23 chilometri. Il territorio
abbiatense giunge fino alle sponde del fiume Ticino
ed è attraversato dai Navigli, canali costruiti
per collegare il fiume con il capoluogo.
CASTELLO VISCONTEO
Il Castello Visconteo, di matrice duecentesca, fu
eretto nel 1382 da Gian Galeazzo Visconti e fatto
abbellire dopo il 1438 da Filippo Maria Visconti.
Venne strategicamente costruito in asse con il Naviglio
Grande e con la strada di collegamento Milano-Vigevano.
Sotto la direzione del Visconti stesso vennero realizzati
anche nuovi lavori di ampliamento e restauro della
struttura, che venne affrescata e munita di bifore
di stile rinascimentale, che donarono alla struttura
l'aspetto di una residenza estiva più che di
una fortezza medioevale. Malgrado questo, il castello
fu chiamato a svolgere un ruolo di primaria importanza
nella vita politica del Ducato di Milano per tutto
il XV secolo sino al 1635, quando la struttura perse
la sua importanza. Il castello venne quindi smantellato
a partire dal 1668 per ordine del Governatore di Milano
per impedire che esso cadesse nelle mani dei francesi
durante gli scontri. Successivamente i resti del castello
furono adibiti a residenza privata sino al 1865 quando
il complesso venne donato dai proprietari alla cittadinanza
per essere adibito, in un primo momento a scuola e
poi per essere utilizzato come sede di alcune associazioni
del territorio abbiatense. Nel 1995 la struttura del
castello è stata completamente restaurata,
recuperando anche gli antichi affreschi e i graffiti,
ove vi è stata anche inaugurata la biblioteca
civica intitolata a Romeo Brambilla. La struttura
è molto semplice, a pianta quadrangolare, circondata
da un fossato, con torri poste agli angoli del medesimo,
ma dotata anche di un gustoso cortile porticato in
stile. Malgrado questo la struttura è molto
differente dall'originaria: ovunque si vedono i segni
degli interventi di consolidamento adoperati dai proprietari
nel corso dei secoli. Gli interni sono arricchiti
da affreschi originali di diverse epoche, ove è
possibile leggere anche il motto visconteo "A
bon droit". Curiosa è anche l'ala est,
ultimo piano, un tempo destinata a carcere, ove ancora
si possono ammirare i graffiti dei prigionieri che
vi furono rinchiusi.
BASILICA DI SANTA MARIA NUOVA
La basilica, edificata nel 1388 in occasione della
nascita in città del figlio di Gian Galeazzo
Visconti, Giovanni Maria, è preceduta da un
quadriportico rinascimentale che rivela in facciata
la grande arcata del pronao (1497) lasciato incompiuto,
secondo alcune interpretazioni, da Donato Bramante
e che rappresenta l'ultima opera eseguita dal maestro
in terra lombarda. Divenuta il principale centro religioso
della città già a partire dal XIV secolo,
divenne sede parrocchiale solo a partire dal 1578,
in occasione di una visita di San Carlo Borromeo.
Con questo nuovo status, la struttura dell'edificio
variò nel corso dei secoli, soprattutto nell'area
del pronao che venne concluso brillantemente nel '500
da Tolomeo Rinaldi, mentre nel XVIII secolo venne
eretta una nuova sagrestia sul lato settentrionale
del presbiterio. A questi lavori di ampliamento, si
affiancò anche l'edificazione di un ossario
ai piedi del campanile e la realizzazione di un nuovo
ingresso nell'attuale quadriportico. Le modifiche
interne allo stabile, realizzate nel 1740, sono oggi
attribuite a Francesco Croce, impostate su una concezione
dello spazio tipicamente barocca con una navata centrale
rialzata, illuminata da finestroni eclettici che accompagnano
la luce nelle grandi volte a crociera che andarono
a sostituire le precedenti strutture a capriate. Lungo
i lati della chiesa, nel medesimo periodo, vennero
realizzate cinque nuove cappelle. L'Ottocento apportò
nuovi lavori di ristrutturazione, soprattutto nella
decorazione delle volte affrescate e nello specifico
delle balaustre e nella pavimentazione marmorea. La
chiesa è stata meta di un lungo lavoro di ristrutturazione
iniziato nel 1987 e conclusosi tre anni dopo, nel
1990, grazie al quale è stata riportata al
proprio antico splendore, grazie alla pulizia degli
affreschi ed al rafforzamento della struttura. La
facciata della chiesa risale invece al XV secolo e
si trova posta in un quadriportico rinascimentale
realizzato con colonne a capitelli di stile gotico,
accompagnati da arcate in cotto, inframezzate da medaglioni
molti dei quali originali mentre all'interno, la cappella
è arricchita da una decorazione a graffito
quattrocentesca, tipicamente lombarda. L'organo, posto
in controfacciata, è pregevole opera dei fratelli
Luigi e Celestino Balbiani di Milano. Venne costruito
nell’anno 1935, ed inserito nei cataloghi nel
1936 come opus 1560, sostituendo un precedente strumento
costruito dai Serassi di Bergamo ripetutamente maneggiato
nel corso del XIX Secolo. Dal 1936 al 1951 circa fu
organista titolare il celebre maestro Daniele Maffeis.
Lo strumento è stato restaurato nel 2007 dalla
bottega organara dei fratelli Pirola di Sovico (Mb).
CHIESA DI SAN BERNARDINO
La chiesa di San Bernardino costituisce in Abbiategrasso
un esempio notevole del barocco lombardo del XVII
secolo, dopo le ristrutturazioni appostate da Francesco
Maria Richini. La chiesa venne originarmanete eretta
nel XV secolo in onore di San Bernardino che la tradizione
vuole essere stato accolto in città nel 1431.
Col tempo si sentì la necessità di realizzare
una chiesa più grande che potesse accogliere
un numero sempre maggiore di fedeli, la cui prima
pietra venne posta il 30 agosto 1614. I lavori si
protrassero in vari stadi: nel 1686 venne progettato
e realizzato il coro, mentre il campanile venne eretto
solo nel 1717. La chiesa dispone ancora oggi di una
pianta rettangolare, caratterizzata da una facciata
tipicamente barocca sempre progettata dal Richini,
decorata con lesene, statue e ornamenti architettonici
che arricchiscono l'impatto visivo dello spettatore
sulla chiesa. L'interno è invece contraddistinto
da un'unica navata con una volta a botte, decorata
con stucchi e marmi, mentre l'altare risale all'inizio
del XIX secolo. Sul medesimo si trova una nicchia
con una statua raffigurante la Vergine del Rosario,
opera dello scultore Grazioso Rusca, risalente al
1820.
CHIESA DI SAN ROCCO
L'edificio in origine affacciato sul Naviglio di Abbiategrasso
nel punto in cui venne derivato il Naviglio di Bereguardo,
prospetta con la facciata leggermente arretrata rispetto
all'allineamento degli adiacenti edifici, sull'attuale
viale Mazzini. La facciata, divisa in due ordini e
coronata da timpano, è ornata ai lati del portone
da nicchie con statue di santi. L'edificio è
a navata unica di pianta quasi rettangolare con muri
perimetrali in laterizio a mattoni pieni a vista.
Elemento caratteristico è il campanile in muratura
rimasto incompleto e con soli due muri perimetrali.
La navata della chiesa è coperta con volte
a botte semplici e lunettate in muratura, il presbiterio
con volta a crociera a sesto ribassato. La copertura
è a tetto semplice a due falde simmetriche
sulla navata e a tre falde a padiglione sopra il presbiterio,
con capriate in legno. Il manto è in coppi
di laterizio. L'interno conserva un'interessante pala
d'altare.
CHIESA DI SANTA MARIA VECCHIA
La chiesa di Santa Maria Vecchia era l'antica chiesa
di Abbiategrasso. L'edificio, ancora persistente nel
complesso, custodisce alcuni affreschi risalenti all'epoca
rinascimentale, anche se il nucleo originale della
chiesa è riconducibile al XII secolo. La chiesa,
nel corso dei secoli, venne anche utilizzata a partire
dalla prima metà del Quattrocento dalle monache
benedettine del Convento di Santa Maria della Rosa,
fondato non lontano e sprovvisto di una propria cappella
per i divini offici. Le monache però dovettero
abbandonare presto questa tradizione in quanto così
facendo si trovavano costrette a dover infrangere
la regola della clausura per assistere quotidianamente
alla messa. Per questo San Carlo Borromeo, nel corso
di una visita pastorale in cui prese coscienza del
problema, fece modificare la struttura dell'edificio
e fece costruire una piccola chiesetta interna ad
uso del convento, cambiando l'ingresso principale
della struttura che venne completamente rivoltata,
con l'altare in luogo dell'abside e viceversa. Alle
riforme di Giuseppe II, sul finire del XVIII secolo,
il convento venne chiuso e la chiesa sconsacrata,
rimanendo tale per tutto il periodo napoleonico sino
ai giorni nostri, quando la struttura è stata
affidata ad una scuola di danza. Importanti restauri
sono stati compiuti nel 1972. La struttura della chiesa
è costituita da una pianta rettangolare, con
un'unica navata. Il campanile venne costruito, sulla
base di un mattone datato dello stesso, nel 1408.
CHIESA DI SAN PIETRO
Il complesso è costituito dalla chiesa, con
annessa cappella della madonna, battistero e locali
deposito, e a destra dell'abside, dall'alto campanile
barocco. I muri perimetrali sono in laterizio a mattoni
pieni a vista nella chiesa e intonacati esternamente
nel campanile. Le strutture orizzontali nella chiesa
sono costituite da volte e cupole in muratura e da
solai in laterocemento, mentre nel campanile vi sono
alcuni solai in legno e altri in laterocemento. La
copertura della chiesa è mista a falde e a
padiglione con colmi differenziati e manto in coppi
di laterizio; il cupolone è coperto da tetto
a pianta circolare con forma a cono in lastre di rame.
Elemento caratteristico del campanile è la
copertura a bulbo in rame. Il campanile è a
pianta quadrata con murature in laterizio a mattoni
pieni. Le strutture orizzontali sono per la maggior
parte costituite da solai ad orditura semplice in
legno. Due piani hanno solai in laterocemento. La
copertura è a bulbo in lastre di rame.
CONVENTO DELL'ANNUNCIATA
Abbiategrasso si pregia di un ulteriore monumento
storico: il quattrocentesco Convento dell'Annunciata,
restaurato nel 2006. Voluto da Galeazzo Maria Sforza
a seguito di un voto formulato nel 1466 per essere
miracolosamente scampato a un agguato militare, venne
destinato all'ordine religioso dei Minori Osservanti,
particolarmente caro alla madre Bianca Maria. Dopo
la soppressione del 1810 per due secoli la chiesa
ha subito consistenti trasformazioni: da ospedale
a deposito a fabbrica ad abitazione nel '97 con gravi
problemi igienici, sociali e conservativi. Poi nel
2003 la sottoscrizione da parte delle amministrazioni
comunali, provinciali e regionali, dell'Università
degli Studi di Milano e dell'Agenzia del Demanio di
un accordo di programma per il restauro e il recupero
dell'edificio - condotto da Pinin Brambilla Barcilon
-, che ha portato ad una sorprendente scoperta: il
ritrovamento di un intero ciclo di affreschi sulle
pareti dell'abside della chiesa con le Storie della
Vergine, datato 1519 e firmato dal pittore caravaggino
Nicola Mangone detto il Moietta, noto nell'ambito
dei leonardeschi, e degli affreschi delle pareti e
della volta del refettorio.
CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE
Edificio a navata unica con pronao, due cappelle laterali,
presbiterio, sacrestia e campanile (inglobato in parte
nella chiesa e sacrestia). I muri perimetrali sono
in muratura a corsi regolari in laterizio a mattoni
pieni, mentre il pronao è sorretto da quattro
colonne in granito. Il corpo principale è coperto
da volte a botte e a crociera in muratura, il pronao
da volta a schifo a pianta rettangolare e la sacrestia
da volta a schifo lunettata. Il campanile ha invece
alcuni solai in legno ad orditura semplice ed altri
sono stati sostituiti in laterizio. La chiesa è
coperta con tetto a capanna a due falde asimmetriche
e falde a padiglione sulle cappelle laterali, pronao
e presbiterio. La struttura della copertura è
in legno con travi poggianti su muri e manto in coppi.
Il campanile ha tetto a padiglione a pianta quadrata
con manto in rame
CHIESA DI SAN GAETANO
La chiesa di San Gaetano è la più recente
delle chiese di Abbiategrasso e si trova sottoposta
alla parrocchia di Santa Maria Nuova.
La struttura venne inaugurata nel 1955 assieme all'oratorio
annesso, dopo alcuni anni di lavoro guidati dall'architetto
progettista Galesio.
Il progetto interno si articola su tre navate, di
cui la centrale di dimensioni maggiori, mentre l'area
absidale è stata recentemente completata con
l'aggiunta di una grande vetrata di fattura moderna
raffigurante la "Resurrezione di Cristo"
su disegno di Don Domenico Sguaitamatti, abbiatense.
Nelle navate laterali si trovano due statuel l'una
dedicata alla Madonna che tiene in braccio il divino
Bambino e l'altra dedicata a San Gaetano, realizzate
dallo scrittore Ferdinando Perathoner. Altra statua
si trova sul fondo della chiesa e rappresenta San
Padre Pio da Pietrelcina.
Nella parte finale della navata di destra si trova
anche una piccola cappella un tempo utilizzata come
sacrestia che oggi viene utilizzata come luogo di
ritrovo spirituale, mentre tutto attorno alle mura
della chiesa si trovano i ritratti dei dodici apostoli,
opere realizzate da una serie di pittori abbiatensi
in occasione del giubileo del 2000.
PALAZZO ANNONI
Edificio composto da due corpi di fabbrica: uno prospiciente
su strada (avancorpo) e l'altro, il principale, sul
cortile interno. Quest'ultimo è chiuso sui
due lati liberi da muro di cinta con disegno che richiama
quello dei prospetti. L'edificio principale, a pianta
rettangolare con due bracci lievemente aggettanti
verso il cortile, ha muri perimetrali in laterizio
e portico con colonne binate al piano terra. Elementi
caratteristici sono le scale, collocate nei bracci
sul cortile: ad est uno scalone monumentale e ad ovest
una scala a chiocciola girante a pozzo. Le strutture
verticali sono in laterizio. I solai nell'intero bene
sono in parte in legno con orditura primaria e secondaria
e in parte sono stati sostituiti con nuove strutture
in laterocemento. Il piano cantinato è coperto
da volta a botte. Il piano cantinato è coperto
da volta a botte. La copertura del corpo principale
è a tetto con falde a leggio asimmetriche,
mentre nel corpo su strada è a tetto.
PALAZZO COMUNALE - MUNICIPIO
Edificio a pianta irregolare ad U si affaccia con
uno dei bracci parallelamente sulla piazza antistante,
aprendosi al piano terra con il portico. Presenta
muri portanti a tessitura omogenea in laterizio e
una colonna in granito sul lato del cortile interno.
Si struttura in piano terra, piano nobile e secondo
piano composti da solai in legno ad orditura doppia
e volte a crociera. La torre soprastante è
suddivisa in cinque piani con volte a botte. La copertura
è mista a padiglione e a capanna con orditura
semplice in legno con puntoni poggianti sul muro di
spina e sui muri perimetrali con manto di copertura
in coppi di laterizio sovrapposti. Sopra l'androne
che conduce al cortile si trova un pregevole balcone
in pietra intagliata, sormontato da uno stemma e da
ornamenti tardobarocchi in pietra scolpita.
VILLA KLUZER
La villa, con pianta a V composta da un corpo centrale
e due ali disposte diagonalmente, simile ad un esagono
dimezzato, risale probabilmente alla fine degli anni
trenta. Venne costruita nella periferia sud ovest
del paese, in una zona che consentiva all' edificio
di essere al centro di una grande area ancora libera,
trasformata a parco. La raffinatezza stilizzata degli
elementi decorativi in stile eclettico, quali le cornici
ornamentali delle aperture o il balcone e il sottarco
della porta d' ingresso in ferro battuto , rivelano
il gusto ricercato dell' epoca. La villa è
completamente circondata dal parco privato, accessibile
da via Morandi all'angolo con via De Amicis, nella
zona occidentale del centro abitato, tra il cimitero
e l'ospedale.
VILLA CASTOLDI
La villa prospetta con la facciata principale, imponente
ed aggrazziata , direttamente su via E. De Amicis,
nella zona sviluppatasi nel primo novecento a sud
ovest del centro storico, poco distante dall' ospedale
del paese. L' edificio, costruito probabilmente nel
periodo tra le due guerre, è costituito da
un corpo centrale, tripartito e lievemente arretrato,
con facciata scandita dal profilo di tre falsi archi
ribassati al piano terreno a cui corrispondono al
piano superiore tre arcate cieche alternate a doppie
lesene, precedute da un parapetto ornamentale di colonnine
in pietra. Nell' arco centrale si apre il portone
di ingresso, affiancato da due aperture ad oculo con
contorni mistilinei situate al centro delle false
arcate laterali. Due altri corpi, posti alle estremità
di quelli centrali, anch'essi tripartiti ma da semplici
profili in falso bugnato, completano la costruzione
circondata sul retro e ai lati da un ampio giardino,
delimitato da un muro di cinta.
ORIGINI E CENNI STORICI
La zona dell’Abbiatense, come tutta l’Italia
nord-occidentale, fu abitata fin dall’Età
del bronzo da tribù liguri, celtiche o celto-liguri
quali gli Insubri, cui si sovrapposero a partire dal
IV secolo a.C. le popolazioni galliche provenienti
da oltralpe. Un forte impulso alla crescita giunse
però solo in epoca romana, come testimoniano
i ritrovamenti avvenuti nelle cascine del territorio,
a dimostrazione dello stanziamento di nuclei agricoli.
Gran parte di questi antichi insediamenti sorgevano
sulla via mercantile (“Strada Mercatorum”)
che scorreva parallela al fiume Ticino. L'economia
era quindi basata principalmente sull'agricoltura,
con la coltivazione di cereali, la produzione di vino
e olio e l'allevamento di bestiame. Di origine romana
è anche parte del nome stesso di Abbiategrasso:
deriva dal gentilizio della gens Avia o Abia. Con
l'aggiunta dell'epiteto grasso nel X secolo, il nome
completo viene ad indicare che il villaggio sorgeva
nel territorio denominato "valle grassa".
In un antico documento (Testamento dell'Arcivescovo
Ariberto da Intimiano, 1034) per la prima volta è
riportato il nome Habiate qui dicitur Grassus che
si è poi trasformato nell'attuale Abbiategrasso.
Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente il territorio
subisce le invasioni barbariche, fino allo stanziamento
dei Longobardi e successivamente anche le razie delle
tribù Ungare tra la fine del IX secolo e l'inizio
del X secolo. Nel 1044 Abbiategrasso diventa possedimento
dell'arcivescovo di Milano, che fece costruire un
avamposto difensivo, distrutto nel 1162 nella calata
in Italia di Federico Barbarossa. Negli anni successivi
il borgo si sviluppa, non più solamente intorno
alla chiesa di San Pietro, ma anche più verso
sud, dove, nei pressi dell'attuale chiesa di Santa
Maria Vecchia, sorgeva un piccolo castello. Quest'ultimo
abitato diventa il principale centro di riferimento,
mentre il borgo più antico continua a svilupparsi
con una certa autonomia, ravvisabile geograficamente
tutt'oggi. Nel 1277 Abbiategrasso diviene parte del
Ducato di Milano, governato prima dai Visconti (che
proprio qui costruirono un proprio castello) e poi
dagli Sforza. Risale a questo periodo (1377) lo stemma
cittadino, quando il borgo ottenne il potere giudiziario.
Con la morte di Francesco II Sforza il Ducato di Milano
passa sotto l'influenza e l'occupazione spagnola,
che fece prima rafforzare le mura e poi demolire il
castello di Abbiategrasso. La demolizione non fu poi
effettuata in totale ma solo in parte: venne ridotto
a semplice casa nobiliare, per poi tornare di uso
pubblico a metà dell'Ottocento. Nel 1707 passa
sotto il controllo austriaco, dove resta fino al 1859,
dopo un'intesa attività risorgimentale. Con
il passaggio al Regno d'Italia Abbiategrasso si sviluppa
anche dal punto di vista industriale e la sua crescita
viene assecondata con l'edificazione di un ospedale
nel 1882, un cimitero imponente e nuove scuole. Abbiategrasso
diventa capoluogo di un circondario della provincia
di Milano. Nel 1869 venne aggregato il soppresso comune
di Castelletto Mendosio. Nel 1870 fu aperta la linea
ferroviaria Milano - Mortara, che causò il
declino del trasporto fluviale sul Naviglio. Ad Abbiategrasso
fu costruita una stazione ferroviaria grazie al contributo
dei commercianti di Abbiategrasso che si autotassarono
per far sì che il tracciato della linea ferroviaria
passasse per la città. Il 31 marzo 1932 Abbiategrasso
fu insignita del titolo di città.