Perinaldo
è un comune della provincia di Imperia in Liguria.
Il centro di Perinaldo è ubicato lungo l'esile
cresta collinare che si stacca a levante dal nodo
dei monti Bignone (1299 m) e Caggio (1090 m), a cavallo
tra le valli dei torrenti Verbone - a sud - e Merdanzo
a nord. Tra le vette del territorio perinaldese il
colle Termini di Perinaldo (984 m), il colle Termine
di Bajardo (950 m), il monte Mera (835 m), il monte
Peiga (782 m).
Il territorio comunale è costituito, oltre
al capoluogo, dalle due frazioni di Negi e Suseneo
per una superficie territoriale di 20,3 km².
Confina a nord con il comune di Apricale, a sud con
San Biagio della Cima, Soldano, Vallebona e Seborga,
ad ovest con Apricale, Dolceacqua e San Biagio della
Cima, e ad est con Apricale e Sanremo.
La principale risorsa economica del comune è
l'attività legata all'agricoltura, specie la
coltivazione dell'ulivo taggiasco e la sua produzione.
Il comune è stato insignito nel 2015 della
Bandiera arancione dal Touring Club Italiano.
ETIMOLOGIA
Citato come Podium Rainaldi, poggio di Rinaldo, trae
origine da un castello fondato da Rinaldo, conte di
Ventimiglia.
SAGRA
DEL CARCIOFO PROVENZALE
Rassegna gastronomica del carciofo di Perinaldo e
dell'olio extravergine di oliva taggiasca, a maggio,
nel centro storico di Perinaldo. Si svolge dal 2006
ogni estate il Perinaldo Festival, un festival musicale.
GASTRONOMIA
Originario della Provenza, nel territorio di Perinaldo
viene coltivato un locale carciofo, presidio Slowfood.
Secondo la storia locale fu lo stesso Napoleone Bonaparte,
durante il suo soggiorno presso una famiglia nobile
di Perinaldo nella prima campagna d'Italia del 1796,
a far conoscere l'ortaggio coltivato esclusivamente
in Provenza e farne dono agli abitanti e coltivatori
perinaldesi.
DA VEDERE
Museo "Giovanni Domenico Cassini",
fondato nel 1997. La mostra permanente sulla storia
e sugli studi dell'astronomo perinaldese è
allestita nei locali del palazzo comunale, sottostanti
l'osservatorio astronomico.
Osservatorio astronomico comunale
"Giovanni Domenico Cassini", fondato nel
1989. Il giorno 27 ottobre 2012 è stato consegnato
al sindaco di Perinaldo il certificato relativo alla
nomina dell'asteroide 7556 Perinaldo.
Chiesa parrocchiale di San Nicola
da Bari nel centro storico di Perinaldo. Costruita
su un precedente edificio dell'XI secolo, è
stata ampliata tra il 1465 e il 1480 e ancora nel
1660 rinnovata secondo il nuovo gusto barocco per
opera dell'architetto Francesco Marvaldi. Tra le opere
una tela attribuita alla mano di Bartolomeo Gennari
e donata dall'astronomo Giovanni Domenico Cassini
nel 1672.
Oratorio di San Benedetto nel centro
storico perinaldese. L'attuale chiesa è stata
costruita nel 1580 per sostituire la vecchia sede,
già presente nei primi anni del 1500, ritenuta
troppo piccola ed angusta per contenere tutti i confratelli
della Compagnia di San Benedetto. Il nuovo edificio
venne eretto per volontà della comunità
e su autorizzazione del feudatario Stefano Doria.
Chiesa di Sant'Antonio nel centro
storico perinaldese. La chiesa è stata costruita
nel 1641 al tempo in cui i padri di San Francesco
dei Minori Riformati della Provincia di Genova, ottennero
il permesso di fondare un nuovo convento e ristrutturare
la vecchia chiesa di San Sebastiano, presente già
ad inizio Cinquecento. Conserva al suo interno diverse
tele, tra cui una Natività attribuita a Bartolomeo
Puppo e un San Sebastiano della scuola del Carrega.
Nel pavimento sono ancora presenti delle lapidi sepolcrali
appartenenti a famiglie locali.
Chiesa di Santa Giusta, situata lungo
la strada che corre alle falde del monte Caggio.
Santuario di Nostra Signora della
Visitazione. Costruito tra il 1602 e il 1612 sul poggio
detto "de lo rei", poco lontano dai resti
di un preesistente oratorio. La tradizione popolare
lo vuole "orientato sul meridiano" su proposta
di Giovanni Domenico Cassini. In realtà non
esiste ad oggi una documentazione che certifichi la
data della sua costruzione, né tanto meno la
partecipazione del Cassini. Inoltre il santuario attualmente
non risulta orientato sul meridiano, ma se ne discosta
di circa 6°30'. Il santuario viene anche chiamato
della Madonna del Poggio dei Rei poiché, secondo
la leggenda locale, chi confessava al parroco i propri
peccati o misfatti, veniva mandato qui ad espiare
le proprie colpe. Sempre secondo i racconti locali,
il penitente doveva rimanere in ginocchio dal tramonto
fino al mattino seguente sopra del granoturco sparso
davanti alla porta. All'interno della chiesa è
stata realizzata nel 2007 una grande meridiana a camera
oscura. L'immagine solare entra nella chiesa da uno
piccolo foro (foro stenopeico) di 15 mm di diametro
e si proietta al mezzogiorno solare su una linea meridiana
che attraversa tutta la chiesa. La meridiana della
Visitazione è fra le più grandi esistenti
e, al momento della sua costruzione, la più
grande realizzata dalla fine dell'Ottocento.
Chiesetta di San Bartolomeo, di origine
antichissima, sovrastante la frazione di Negi.
Chiesa di Sant'Isidoro, edificata
nella frazione di Suseneo.
ORIGINI E CENNI STORICI
Secondo gli storici antichi, sorse intorno all'anno
1000 per volontà di Rinaldo della potente famiglia
dei conti di Ventimiglia, dal quale derivò
il nome. Infatti, il toponimo Perinaldo ha origine
dalla parola Podium Rainaldi: letteralmente il "poggio
di Rinaldo". La leggenda vuole che il locale
castello abbia accolto i fuggitivi della vicina villa
Gionco, che sotto attacco dei saraceni, venne data
alle fiamme. Il castello è già menzionato
in una dichiarazione del 1164 da parte di Guidone
Guerra, conte di Ventimiglia, che si impegna a proteggere
la persona e i beni del vescovo di Nizza, offrendo
in garanzia alcuni sudditi dei feudi di Sospello,
Roccabruna, Perinaldo, e Pigna. Nel 1220 il castello
di Perinaldo si era già costituito in comune,
eleggendo dei propri consoli in rappresentanza della
comunità. A seguito dell'indebolimento dei
conti di Ventimiglia e del rafforzamento del potere
di Genova nei territori del Ponente Ligure, il conte
Oberto vendette nel 1228 i feudi di Perinaldo e Gionco
al genovese Fulcone da Castello, che li tenne fino
al 1251, anno in cui vennero di nuovo ceduti a Zaccaria
de Castro. I feudi perinaldesi rimasero nelle disponibilità
della famiglia Zaccaria fino al 1288, anno in cui
vennero acquistati dall'ammiraglio genovese Oberto
Doria, che insieme ai territori di Dolceacqua, Apricale
e Isolabona andarono a costituire il più antico
nucleo della Signoria ghibellina dei Doria. I Doria
fecero del proprio dominio il centro di raccolta dei
ghibellini genovesi, che si contrapposero con dure
lotte ai guelfi di Monaco, capeggiati dalla famiglia
Grimaldi. Tale rivalità si protrasse fino al
1491, anno in cui le due famiglie si allearono a seguito
del matrimonio tra Luca Doria e Francesca Grimaldi
di Monaco. Ma la pace durò pochi anni, perché
nel 1523 il figlio di Luca, Bartolomeo II Doria, con
l'intento di creare un'unica grande signoria tra Dolceacqua
e Monaco, uccise lo zio materno Luciano I di Monaco.
A seguito del delitto, per sfuggire al bando dell'impero,
il Doria fece solenne atto di vassallaggio al duca
Carlo III di Savoia, ed è così che Perinaldo,
insieme agli altri castelli, divenne dal 1524 un protettorato
del ducato sabaudo. Nel 1580 la comunità di
Perinaldo, con l'approvazione di Giulio Doria, elaborò
i nuovi statuti comunitari formati da 169 articoli,
redatti in italiano, rappresentanti uno dei più
completi e importanti documenti statutari di tutta
la zona. Nel 1625 i castelli dei Doria entrarono in
guerra al fianco del duca di Savoia contro la Repubblica
di Genova. Ma la politica incerta del Signore di Dolceacqua,
il quale, pur dichiarandosi alleato del duca, favorì
nella pratica l'avanzata dei Genovesi. Questa situazione
portò all'occupazione da parte del duca dei
possedimenti dorieschi, che si risolse solo nel 1652,
anno in cui i feudatari dovettero giurare definitivamente
obbedienza ai Savoia, vedendo così innalzato
il proprio feudo a marchesato. A Perinaldo tale giuramento
avvenne il 10 aprile, officiato nella piazza antistante
la parrocchiale di San Nicola da Bari, alla presenza
di tutti i capifamiglia del distretto. Nel 1640 i
frati dell'Ordine di San Francesco, si insediano nel
paese costruendo un convento accanto alla chiesa di
San Sebastiano: si deve a loro un'importante innovazione
agraria, in quanto sostituirono la coltivazione dell'ulivo
olivastro nell'attuale varietà taggiasca ancora
in atto. Nel 1672 lo scoppio tra Genova e Savoia di
un nuovo conflitto interessò direttamente i
castelli della signoria dei Doria. Il 28 agosto le
milizie corse, che combatterono per la repubblica
genovese, accerchiarono il castello di Perinaldo,
e dopo una lunga resistenza, riuscirono ad abbattere
le porte delle mura e ad entrare nell'abitato spargendo
morte e terrore tra gli abitanti. Amministrativamente
il territorio perinaldese fu sottoposto alla provincia
di Nizza (1723) e successivamente nella provincia
di Sospello (1729) del Regno di Sardegna. Occupato
dalle truppe francesi nel 1793, all'anno successivo
è attestato il passaggio da Perinaldo di Napoleone
Bonaparte insieme al generale Andrea Massena, pernottando
nel castello Maraldi e nel palazzo Allavena. A seguito
di questa visita e in riferimento alla riorganizzazione
territoriale della zona, Perinaldo viene eletto capoluogo
di cantone al posto di Dolceacqua nel distretto di
Mentone del Dipartimento delle Alpi Marittime. Con
il passaggio di questa parte di territorio ponentino
nel Primo Impero francese nel 1805, Perinaldo passò
nel distretto di Sanremo, sempre all'interno del medesimo
dipartimento. La caduta di Napoleone Bonaparte (1814)
e il successivo congresso di Vienna portò il
passaggio del territorio nuovamente nel regno sabaudo,
nella contea e poi divisione di Nizza. La caduta di
Napoleone Bonaparte (1814) e il successivo congresso
di Vienna portò il passaggio del territorio
ponentino ligure nel Regno di Sardegna, nella contea
e poi divisione di Nizza. Facente parte del Regno
d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio
fu compreso nel III mandamento di Dolceacqua del circondario
di Sanremo facente parte della provincia di Nizza
(poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia).
Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità
montana Intemelia.