Velletri
è un comune in provincia di Roma. Inclusa - ma solo da alcuni
- nell'area dei Castelli Romani nonostante la sua
lunga e gloriosa tradizione di libero comune, Velletri
è uno dei centri più importanti della
provincia. È inoltre il primo tra i quindici
comuni dei Castelli Romani, sia per numero di abitanti
che per estensione territoriale. Antichissima città
dei Volsci, già autorevole al tempo di Anco
Marzio, tanto da poter trattare alla pari con Roma,
lo storico Dionigi d'Alicarnasso la definisce "illustre".
È sede della Sede suburbicaria di Velletri-Segni,
ed è stato teatro di due storiche battaglie:
nel 1744 e nel 1849. Velletri fu nel Medioevo uno
dei pochi liberi comuni del Lazio e dell'Italia centrale,
e una delle pochissime città a conservare una
propria vita cittadina. Oggi Velletri ospita un tribunale
circondariale e un carcere, oltre a numerosi istituti
superiori e licei. Capolinea della ferrovia Roma-Velletri,
inaugurata da Pio IX nel 1863, la città è
uno dei centri attraversati dalla via Appia Nuova.
La vita culturale, effervescente fin dal XVII secolo
con la nascita di numerose Accademie, è oggi
piuttosto interessante, grazie a teatri, musei, cinema,
biblioteche ed archivi. Il territorio di Velletri
si estende a cavallo tra due zone ben distinte: la
parte settentrionale è posta sulle propaggini
meridionali del sistema dei Colli Albani, formatosi
geologicamente circa 150.000 anni fa, dopo il collasso
della caldera del Vulcano Laziale; la parte meridionale
è invece ai margini dell'Agro Pontino, la cui
bonifica, iniziata già al tempo di papa Pio
VI, si compì solo con il Fascismo. Secondo
la classificazione data dal Servizio Geologico d'Italia,
buona parte del territorio veliterno verso valle è
composto da terreno di tipo lps, ovvero da paleosuoli;
il resto è in prevalenza composta da suoli
di natura lp, lapilli di vario colore distintamente
stratificati con intercalazioni cineritiche, zone
talora argillificate, ricchi di minerali femici isolati,
e abbondante leucite analcimizzata. In banchi circoscritti
situati a ridosso del centro storico, il suolo è
composto da materiale classificato come leucite metallitica
di Velletri.
EDIFICI
STORICI
Palazzo Comunale; l'edificazione di una nuova sede
per ospitare la sede dei Priori della Comunità
di Velletri venne votata dal Consiglio Maggiore con
delibera del 12 ottobre 1572. La prima pietra del
nuovo edificio, concepito in maniera monumentale,
venne posata il 26 gennaio 1575. Completato nel 1590,
in realtà gli interventi sulla struttura si
protrassero fino al 1720. Distrutto nel 1944, il palazzo
è stato oggi ricostruito sostanzialmente fedele
al progetto originario.
Palazzo Vecchio; iniziato nel 1822 come sede della
Delegazione di Velletri, divenne poi dal 1870 sede
degli uffici giudiziari e del Palazzo di Giustizia.
Danneggiato nel 1944, l'edificio è stato ricostruito
fedelmente al progetto originale.
Palazzo Ginnetti; costruito dal cardinal Marzio Ginnetti
alla metà del XVII secolo, era famoso per la
loggia arcata del cortile interno e per il vasto parco.
La sua decadenza, iniziata nel 1744 quando vi si stanziarono
le truppe napoletane e Carlo III di Borbone in margine
della battaglia di Velletri, è cessata con
la totale distruzione nei bombardamenti del 1944.
Non è stato più ricostruito.
Palazzo Toruzzi.
Palazzo Borgia.
Palazzo Alfonsi.
Palazzetto Corsini
Velletri
fin dall'età volsca venne cinta di poderose
mura, rase tuttavia al suolo nel 338 a.C. per punizione
dopo la definitiva conquista romana e la riduzione
della città allo status di colonia agraria.
In età antica, le mura non vennero più
ricostruite.
Nel
Medioevo, la città venne cinta di poderose
mura castellane, nelle quali si aprivano originariamente
sei porte: porta Fura[40], porta del Pontone, porta
Santa Martina (o Portella), porta Lucia, porta Romana
e porta Napoletana.
Nel
XVI secolo venne riedificata e rafforzata la cerchia
muraria, con la chiusura di alcune porte ed il mantenimento
solo di tre varchi: porta Lucia, porta Napoletana
e porta Romana.
Porta
Napoletana venne edificata nel 1511 da manovalanze
di provenienza lombarda, ed impressiona per la sua
mole e per la sua vetustà, che colpì
tra gli altri Gaetano Moroni[41]. Nel 1596 la Congregazione
del Buon Governo fece scrivere su una parete della
porta l'avviso, rimasto ancor oggi, "Si paga
gabella". Questo accesso fortificato non venne
smantellato nel corso del XIX secolo nè in
età successiva, ed è sopravvissuto pressoché
incolume fino ai giorni nostri: oggi ospita la sede
locale dell'AIS (Associazione Italiana Sommelier).
Porta
Romana invece ricostruita in forme monumentali nel
1573 su progetto di Jacopo Barozzi da Vignola, meglio
noto come il Vignola, assieme al bastione vicino.
Tuttavia, nel corso dei lavori di ampliamento della
via Appia, la porta è stata distrutta e in
suo luogo venne realizzato prima il blocco di porta
Romana, un posto di dogana, e poi l'attuale piazza
Giuseppe Garibaldi.
MUSEI
Museo
Civico Archeologico Oreste Nardini; il Museo, riaperto
da alcuni anni dopo una serie di restauri ed interventi
sulla struttura, accoglie oggi alcune opere considerevoli,
come il famoso sarcofago di Velletri o Sarcofago delle
Fatiche di Ercole.
Fin dal XVII secolo umanisti e prelati si cimentarono
nel raccogliere antichità che affioravano nel
territorio di Velletri, dando vita così al
Museo Borgiano, alla Collezione Ginnetti, al Museo
Diocesano, che in buona parte sono poi confluite nel
Museo Civico Archeologico inaugurato nel 1920 dall'ingegner
Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi
di Velletri. I reperti che poi comporranno il Museo
furono visti anche da Johann Wolfgang von Goethe,
il quale ne decantò la bellezza nel suo libro
Italienische Reise (Viaggio in Italia). Oggi buona
parte delle opere più pregevoli, come la Pallade
di Velletri conservata al Louvre di Parigi, sono lontane
da Velletri.
Il
museo si suddivide in due itinerari:
Itinerario
archeologico; racchiude il cuore della collezione,
con ilSarcofago delle Fatiche di Ercole, risalente
al II secolo e rinvenuto nel 1955, la Lastra dell'Orante,
del IV secolo, e le Terrecotte Volsche, rinvenute
nel 1910. Altri reperti vennero rinvenuti nel 1881,
mentre nel 1980 venne alla luce un sarcofago romano;
Itinerario di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli
Albani; aperto nel 2005, è un interessante
viaggio nella Preistoria dei Colli Albani, suddiviso
in cinque sezioni:
Geologia; uno scenografico "condotto di fuoco"
conduce il visitatore in un ambiente che riproduce
un'eruzione vulcanica;
Paleontologia; vengono esposti reperti fossili e viene
spiegata la fossilizzazione;
Antropologia; viene analizzato lo sviluppo de primi
uomini;
Preistoria; tramite ricostruzioni fedeli, viene riproposto
lo sviluppo dell'uomo prima della scoperta del fuoco;
Protostoria; viene analizzata la vita dell'uomo prima
della scrittura.
Museo Diocesano; a Velletri, nel chiostro della Cattedrale,
ha sede il Museo Diocesano. Raccoglie opere d'Arte
di inestimabile valore, importanti soprattutto per
la loro unicità. Tra queste la Crux Veliterna,
prezioso reliquiario dell'XI-XII secolo in oro filigranato
e smalti; opere di Gentile da Fabriano, Bicci di Lorenzo,
Antoniazzo Romano, Giovan Battista Rositi, Francesco
da Siena, Giuliano Finelli e Sebastiano Conca, nonché
paramenti ed arredi liturgici. La Crux Veliterna o
Croce Veliterna é una stauroteca in oro (cioè
una croce contenente la reliquia di un frammento della
Santa Croce), in filigrana, pietre preziose e smalti
cloisonné posta su un piede di argento e bronzo
dorati. Sul lato frontale vediamo un frammento di
enkolpion raffigurante Cristo Crocifisso, mentre nel
verso l'Agnus Dei è circondato dai simboli
antropomorfi degli Evangelisti. La Croce, che racchiude
un frammento della vera Croce, venne donata da Federico
II di Svevia al papa Alessandro IV che la donò,
a sua volta alla Cattedrale veliterna. L'analisi stilistica
permette di supporre che la sua realizzazione sia
avvenuta in ambito palermitano nella prima metà
del XII secolo. La Madonna con Bambino di Gentile
da Fabriano è l'unica opera rimasta dell'artista
fra quelle realizzate durante il suo periodo romano
(settembre 1426-settembre 1427) essendo andati perduti
gli affreschi di San Giovanni in Laterano. Di Sebastiano
Conca è la Madonna del Rosario con i Santi
Domenico, Caterina da Siena e Giovanni Battista. La
tela è opera del famoso pittore nato a Gaeta,
ma formatosi a Napoli alla scuola del Solimena e operoso
a Roma nella prima metà del Settecento. Il
dipinto venne realizzato su commissione della famiglia
veliterna Fiscari e posto nella Cappella del Rosario
della Cattedrale per ordine del cardinale Tommaso
Ruffo vescovo di Velletri. Il dipinto benché
risponda a delle istanze prettamente devozionali,
è di grande levatura pittorica e costituisce
uno dei pezzi più importanti della collezione
del Museo. Il Museo è privo di barriere architettoniche.
Inoltre è presente una Sala Mostre dove si
tengono esposizioni temporanee.
ELENCO
EDIFICI RELIGIOSI
Basilica Cattedrale di San Clemente
Chiesa di Santa Maria del Trivio
Chiesa del Santissimo Salvatore
Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Martino da Tours
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Chiesa di San Francesco d'Assisi
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Chiesa dei Santissimi Pietro e Bartolomeo
Chiesa di Santa Chiara d'Assisi
Chiesa di Santa Teresa[34]
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Chiesa di San Crispino
Chiesa della Coroncina
Chiesa di San Silvstro
Chiesa della Madonna della Neve
Oratorio di Santa Maria del Sangue
Chiesa della Santissima Trinità
Chiesa di Sant'Apollonia
Chiesa di San Giovanni in Plagis
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di Santa Maria dell'Orto
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Chiesa della Santa Croce del Monte Calvario
Chiesa di Santo Stefano
Chiesa Santa Maria del Carmine
Chiesa Regina Pacis
GASTRONOMIA
La cucina velletrana è fortemente influenzata
sia dalla cucina romana che da quella ciociara, ed
i piatti principali sono: il carciofo alla matticella;
le fettuccine al bastone, gli gnocchi alla velletrana,
la zuppa di cavoli con baccalà, la panzanella
alla velletrana, i polli in porchetta, la zuppa di
fagioli con cotiche. Il tutto è ovviamente
accompagnato da vino locale, istituito a Denominazione
di Origine Controllata nel 1972, distinguibile in
varie categorie, dal Velletri bianco al Velletri rosso
riserva.
Uno
chef di Velletri si occupa dei pranzi ufficiali della
Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi
MANIFESTAZIONI
Festa patronale di San Clemente; ricorre il 23 novembre.
Festa patronale di Santa Maria delle Grazie.
La Pasquella; si tiene il 5 gennaio: consiste nella
sfilata dei pasquellari in costumi d'epoca.
Festa dell'Uva e del Vino; festività organizzata
dall'OND a partire dal 28 settembre 1938, data della
I Festa Nazionale dell'Uva e del Vino, per esaltare
le qualità del vino della zona di Velletri.
Festa delle Camelie; le camelie, fiori che crescono
nelle campagne velletrane, si festeggiano dal 1994
nel mese di marzo;
Festa del Carciofo; si tiene in maggio.
Palio delle Decarcie.
CENNI
STORICI
Quando, circa nel 510 a.C., cadde la monarchia di
Roma, la Lega Latina assieme agli Etruschi di Porsenna
si allearono per rimettere Tarquinio il Superbo sul
trono. Anche i Volsci di Velitrae parteciparono a
questa alleanza[20], ma quando nella battaglia del
Lago Regillo (499 a.C. o 496 a.C.) i Latini vennero
sbaragliati dai Romani, i Volsci continuarono ad essere
ostili a Roma. Nel 491 a.C., infatti, il Senato inviò
il console Aulo Virginio Tricosto Celimontano a sconfiggere
i Volsci: si tenne una battaglia campale in prossimità
di Velitrae, al termine della quale i Volsci, sconfitti,
fuggirono in città inseguiti dai Romani, che
saccheggiarono e conquistarono la città, nella
quale fu installata una colonia romana. Nel 443 a.C.
però i coloni romani di Velitrae si schierarono
insieme ai Volsci contro Roma, attirandosi contro
l'ostilità romana sotto forma prima dei tribuni
Lucio e Spurio Papirio che, nel 381 a.C., sconfissero
veliterni e prenestini in una battaglia campale ai
piedi delle mura cittadine[23], poi nel 379 a.C. di
Marco Furio Camillo e quindi nel 377 a.C. di Lucio
Quinzio Cincinnato, che espugnò Velitrae ancora
una volta. Con la perdita della libertà politica,
Velitrae iniziò a decadere: priva di mura e
isolata dalla grandi vie di comunicazione - la via
Appia allora passava per Lanuvio - venne colonizzata
ai sensi della Lex Sempronia di Caio Sempronio Gracco.
La prima informazione su Velletri nel Medioevo è
datata 465: si tratta delle menzione di un tale Adeodato,
vescovo cittadino. Tra V e VI secolo la diocesi veliterna
andò sempre più acquisendo importanza:
nel 592 infatti papa Gregorio I accorpò a Velletri
la diocesi decaduta di Tres Tabernae, sulla via Appia.
Nello stesso tempo, numerosi Pontefici menzionano
fondi e beni ecclesiastici situati in Velitris.
Nel
X secolo Velletri cadde verosimilmente sotto la signoria
dei Conti di Tuscolo: infatti risulta menzionato,
nel 981, un tale Stefano dux di Ariccia, Velletri
e Tuscolo[24]. Del resto, l'intera area dei Colli
Albani e dei Monti Prenestini era dominata dai Conti
di Tuscolo, inclusa la rocca di Lariano prossima a
Velletri.
Nel
1184 Roberto il Guiscardo marciò contro Roma
e, transitando per Velletri, incontrò la resistenza
degli abitanti, che furono ricompensati per questo
dal Papa, nel 1101, con un Breve che assegnò
amplissimi confini alla Comunità veliterna.
Nel
XIII secolo Velletri era amministrata in forma di
repubblica: ci erano il Consiglio Maggiore, formato
dai consules, poi rimpiazzati da una consulta di novemviri;
un Sindaco, con compito di vigilanza; i Connestabili,
con funzioni di guide militari; e un Podestà
per i compiti giudiziari[25].
Papa
Alessandro IV (1254 - 1261), già vescovo di
Velletri, ordinò durante il suo pontificato
di portare in Velletri le reliquie dei santi martiri
Ponziano ed Eleuterio, conservate da allora nella
cripta sottostante la Cattedrale.
Nel
1268 venne confermata la concordia tra la Comunità
di Velletri e la castellania di Lariano, soggetta
alla Camera Apostolica, ai sensi della quale i velletrani
dovettero riconquistare il castello occupato in quel
periodo da Riccardo Annibaldi.
Nel
1298 papa Bonifacio VIII, che prima di divenire Papa
era forse stato Podestà di Velletri per sei
mesi, con tre bolle alienò la città
da ogni soggezione al governo provinciale della Marittima
e Campagna, rendendo di fatto la città praticamente
indipendente[26].
Nel
1328 l'esercito di Ludovico il Bavaro si accampò
a Velletri, prima di entrarvi; ma in seguito alla
distruzione di Cisterna, i velletrani si rifiutarono
di far entrare di nuovo l'imperatore in città.
Nel
1342, Nicola Caetani, signore di Fondi, assediò
Velletri per impadronirsene: la città tuttavia
resistette valorosamente fino all'arrivo di rinforzi
da Roma, anche se, dopo la scacciata del Caetani,
le autorità cittadine, per l'aiuto ricevuto,
dovettero subire la nomina di un Podestà nominato
da Roma. Questo tipo di vassallaggio durò fino
al 1374, quando, a seguito di polemiche alimentate
dai velletrani, si arrivò a un accordo secondo
il quale il Podestà sarebbe stato eletto ogni
sei mesi: le prime quattro volte la scelta sarebbe
toccata direttamente a Roma, mentre per tutte le altre
scelte a venire sarebbe bastata la sol ratifica da
parte romana. Tuttavia i Caetani rinunceranno definitivamente
ad ogni pretesa su Velletri solo nel 1385.
Nel
1353 venne inaugurata la Torre del Trivio, simbolo
della città di Velletri e del suo prestigio:
era il 15 aprile, secondo quanto ricordato da una
lapide in caratteri gotici apposta su un muro ad perpetuam
rei memoriam.
Nel
1408 Ladislao I di Napoli, durante il suo tentativo
di conquistare lo Stato Pontificio, occupò
Velletri che gli aveva resistito. Tuttavia confermò
magnanimamente gli Statuti cittadini e l'indipendenza.
Ladislao tornò una seconda volta a Velletri
nel 1413.
Nel
1434, durante la lotta contro i Colonna ed i Savelli,
Papa Eugenio IV rase al suolo il castello di Lariano
con l'aiuto di 800 soldati velletrani, ragion per
cui il territorio della castellania venne concesso
alla Comunità di Velletri, rimanendo accorpato
a Velletri fino al 1967.
Il
21 aprile 1482, durante la Guerra del Sale tra papa
Sisto IV e Ferdinando I d'Aragona, 500 soldati velletrani,
fra cui 250 balestrieri considerati tra i migliori
militi italiani, combatterono assieme alle truppe
pontificie di Roberto Malatesta nella battaglia di
Campomorto, in una zona paludosa prossima al territorio
velletrano, oggi in comune di Aprilia. La vittoria
arrise ai pontifici, e i velletrani vennero ricompensati
per la fedeltà alla Santa Sede.
Nel
1512 è attestato che Velletri è ancora
libera, e chee il governo della città è
tenuto dai Priori, sostituti dei novemviri, in numero
di nove, eletti ogni sei mesi; da un Sindaco, eletto
ogni anno, e da altre figure come i Grascieri, i Maestri
di Strada, il Procuratore dei Poveri, ed altre.
Nel
novembre 1526 un contingente velletrano inviato da
papa Clemente VII contribuì a radere al suolo
il castello di Marino, feudo dei Colonna nemici del
Papa e alleati della Spagna[27]. In seguito a questo
fatto, Ascanio Colonna, signore di Marino, dopo il
sacco di Roma del 7 maggio 1527, quando il Papa è
recluso in Castel Sant'Angelo, costringe la Comunità
di Velletri ad refectionem, reedificationem et restaurationem
terrae Mareni: i velletrani cioè dovranno fornire
15.000 scudi in terreni comunali, oltre a 12.600 scudi
con pagamento rateizzato, e più di 6000 rubbia
di calce e 15.000 coppi per la riparazione dei danni
compiuti[28]. Inoltre, i lanzichenecchi giungeranno
fino a mettere a sacco Velletri.
Dopo
questo episodio, si può considerare cessato
il periodo dell'indipendenza politica di Velletri:
nel 1559 infatti il Papa impose a Velletri il governo
anche civile del cardinale vescovo, il primo dei quali
fu Giovanni Pietro Carafa, poi papa Paolo IV.
Nel
1589 papa Sisto V sciolse il governo civile da quello
temporale del vescovo, restituendo libertà
al Comune: ma papa Gregorio XIV nel 1591 ordinò
la riunificazione dei due poteri, sigillando così
la fine definitiva del libero comune.
Nel
1744 a Velletri si combatté una battaglia della
guerra di successione austriaca tra le truppe austriache
del principe Cristiano di Lobkowitz e quelle ispano-napoletane
del re Carlo di Borbone. La vittoria arrise a questi
ultimi. Nel territorio veliterno rimasero i segni
della guerra, oltre che nelle strade scavate dal genio
militare napoletano sul monte Artemisio, anche in
vari edifici bombardati.
Il
18 febbraio 1798 Velletri proclamò la repubblica
unitamente ad Albano e Frascati, seguita dopo poco
da Marino, ad imitazione di Roma che aveva proclamato
la Repubblica Romana (1798-1799). (Vedi Rivoluzione
Francese nei Castelli Romani e a Velletri)
Il
1° febbraio 1832, dopo il ritorno del Papa nello
Stato Pontificio, Gregorio XVI istituì la Delegazione
di Velletri con il motu proprio Luminose prove, istituzione
riconfermata nel 1850 da Pio IX con l'aggiunta dei
territori della Delegazione di Frosinone. Di fatto,
così Velletri era un capoluogo di provincia.
Nel
1848, durante la Repubblica Romana, Giuseppe Garibaldi
affrontò Ferdinando II di Borbone in una battaglia
campale presso Velletri, ottenendo una clamorosa vittoria.
Per
quanto riguarda la comunicazioni, nel 1856 arrivò
a Velletri il telegrafo e nel 1866 Pio IX inaugurò
la ferrovia Roma-Velletri, la terza linea ferroviaria
dello Stato Pontificio e una delle prime in Italia.
(Vedi Ferrovia Roma-Velletri) Questo giovò
non poco alla crescita della cittadina, anche dopo
il passaggio al Regno d'Italia nel settembre 1870
e l'accorpamento alla provincia di Roma: infatti nel
1885 sorse il primo istituto bancario in senso moderno,
la Cassa di Risparmio di Velletri; nel 1882 si tenne
a Velletri una Fiera Enologica e in questi stessi
anni nasceva la nota Cantina Sperimentale.
Nel
1913 arrivarono a Velletri le Tramvie dei Castelli
Romani, che collegavano la cittadina direttamente
a Roma e agli altri Castelli Romani e che rimasero
in funzione su questa tratta fino al 1953. (Vedi Tramvie
dei Castelli Romani)
Nel
1927 l'OND (Opera Nazionale Dopolavoro), per volere
del regime fascista, istituì la Festa dell'Uva
e del Vino, che si celebra tutt'oggi ad ottobre. Nel
1929 invece venne costruito il Monumento ai Caduti
di piazza Giuseppe Garibaldi.
Durante
la seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco anglo-americano
ad Anzio (22 gennaio 1944), Velletri fu al centro
del conflitto: negli ultimi giorni del maggio 1944,
mentre cadevano sia la linea Gustav a Cassino che
la linea Hitler a Pontecorvo, i tedeschi crearono
una terza linea fortificata, chiamata linea Caesar,
che si estendeva fra Torvaianica, Lanuvio, Velletri,
Artena e Valmontone. A Velletri era di stanza la I
divisione paracadutisti della Wehrmacht, Il generale
statunitense Mark Wayne Clark ordinò il 25
maggio un'offensiva contro la linea Caesar, che tuttavia
resistette duramente; senonché la 36° divisione
di fanteria americana comandata dal general Walker
individuò una falla nello schieramento tedesco
sul Monte Artemisio, tra Velletri e Valmontone: così
tra il 30 ed il 31 maggio 1944 il 142° ed il 143°
reggimento penetravano attraverso lo schieramento
tedesco da Monte Artemisio, mentre il 141° attaccava
Velletri per copertura; l'operazione riuscì
con successo, e il 1° giugno Velletri cadde, seguita
il giorno dopo da Valmontone ed il 3 giugno da Lanuvio
e dagli altri Castelli Romani[29].
Tuttavia,
dalla guerra Velletri uscì praticamente distrutta:
erano stati danneggiati i suoi monumenti più
importanti, dalla Torre del Trivio al Palazzo Comunale
e a Palazzo Ginnetti, quest'ultimo distrutto e mai
più ricostruito; numerose erano state anche
le vittime umane, nonostante lo sfollamento ordinato
dalle autorità militari tedesche.