Terracina
Lazio

Terracina è un comune in provincia di Latina. Conserva numerosi monumenti del suo passato romano e medioevale ed è una frequentata località balneare. La città è situata al bordo meridionale della pianura pontina, alla foce del fiume Amaseno, sulla costa tirrenica (golfo di Gaeta); si sviluppa da una propaggine del Monte Sant'Angelo (Monti Ausoni), dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato; a sud si apre la pianura di Fondi, a nord l'urbanizzazione degrada progressivamente verso la campagna aperta e i borghi rurali.

ETIMOLOGIA
Secondo alcuni potrebbe legarsi al nome Tarquinius, anche se molto più probabilmente riprende la base tar il cui significato è ancora oggi sconosciuto ma che ritroviamo in svariati nomi di luoghi.

DA VEDERE
La città è tradizionalmente suddivisa in una città alta, l'antico centro cittadino con l'acropoli, sviluppatasi ulteriormente in epoca medioevale, e in una città bassa, frutto di una prima espansione in epoca romana, lungo la strada verso il porto, e di una seconda espansione avvenuta principalmente nel XIX e XX secolo, in seguito alla bonifica delle paludi pontine da parte di papa Pio VI. Fuori dalla città, sulla cima del monte Sant'Angelo, si trova l'antico santuario di Giove Anxur. Nei dintorni vi è il Parco Nazionale del Circeo, situato a pochi chilometri dalla città.

FORO EMILIANO
La parte alta della città si imposta intorno alla piazza centrale, l'antico Foro Emiliano, centro cittadino dell'epoca romana, conservatosi nei secoli e sede della cattedrale di San Cesareo e del Municipio (piazza del Municipio). L'antico Foro romano era attraversato lungo il lato settentrionale dalla via Appia, di cui è stato ripristinato il lastricato e il marciapiede, con canale di scolo: la via era in origine separata dall'area forense per mezzo di una serie di pilastrini. La piazza conserva tuttora l'antica pavimentazione in lastre di calcare (fine del I secolo a.C. - inizi del I d.C.), sulla quale si conserva l'iscrizione in lettere di bronzo del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione (Aulus Aemilius). Ai lati del Foro sorgevano i principali edifici pubblici della città romana. Sul lato orientale sorgeva la basilica, i cui resti furono disegnati da Baldassarre Peruzzi e in seguito ricoperti dal Palazzo della Bonificazione Pontina, eretto tra il 1780 e il 1785 e che ha successivamente inglobato anche il palazzo De Vecchis. Sul lato nord i bombardamenti del 1944 hanno permesso di rimettere in luce un porticato affacciato sulla via Appia e sopraelevato di tre gradini, con colonne e pavimentazioni in marmo, alle spalle del quale si sono rinvenuti i resti del teatro romano, in parte ancora ricoperti dalle case medioevali, che hanno assunto una caratteristica pianta curvilinea, poggiandosi sopra le sue strutture. Sul lato occidentale sorgeva un grande tempio marmoreo di età imperiale, in seguito inglobato nella cattedrale, che conserva parte dell'alto podio, in cui si aprivano locali per il deposito degli oggetti sacri, oggi trasformati in botteghe. A fianco di questo, verso nord, un secondo tempio più piccolo, identificato nel Capitolium della colonia romana. Il tempio in origine con quattro colonne in facciata di stile tuscanico, era infatti dotato di tre celle affiancate, costruite in opera reticolata in cui si alternano tufelli di tufo giallo e di calcare scuro.

CONCATTEDRALE DI SAN CESARIO
La cattedrale che inglobò il tempio maggiore fu costruita e consacrata a San Cesario nel 1074, mentre ad un rifacimento del XII-XIII secolo risalgono il campanile e il portico antistante, con fusti di colonna riutilizzati da più antichi edifici romani e capitelli ionici, basi decorate con leoni e trabeazione, in parte scolpita e con fregio a mosaico (prima metà del XIII secolo) in stile cosmatesco. L'interno a tre navate è suddiviso da colonne ugualmente romane riutilizzate, conserva uno splendido pavimento cosmatesco. Alla stessa epoca si devono il pulpito e il cero pasquale. Agli inizi del XVIII secolo l'interno ricevette una copertura a volta. Dal 1986, nel contesto della ristrutturazione delle diocesi d'Italia, la chiesa di S. Cesario ha assunto il titolo di concattedrale. Sul fianco destro della cattedrale si affaccia sulla piazza anche il Palazzo Venditti, del XIII secolo, originario palazzo civico, che scavalca con un grande arco gotico la via Appia e conserva una delle trifore originarie. Le forme architettoniche sono quelle proprie dell'architettura cistercense, adattate ad usi civili. Sul lato meridionale della piazza si eleva alla stessa altezza del campanile la contemporanea Torre Frumentaria o "Torre dei Rosa" (XII-XIII secolo), che fu probabilmente in possesso di questa famiglia. Tra la torre e la chiesa è il Palazzo vescovile, risalente in origine all'epoca carolingia e ristrutturato in epoca medioevale, nel XVII secolo dal vescovo Cesare Ventimiglia, e infine nel 1786 da papa Pio VI. L'attuale configurazione nulla conserva di antico, essendo stato quasi completamente ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

EDIFICI RELIGIOSI E CIVILI
Nel centro cittadino si trova anche la chiesa di San Giovanni, che ha trasformato nel Seicento la medioevale chiesa dedicata a San Lorenzo, di cui resta solo il campanile. La chiesa si presenta attualmente a navata unica con cappelle laterali, coperta da una volta ribassata e da una cupola a pianta ellittica.

La chiesa del Purgatorio fu costruita entro il 1780 al posto dell'antica chiesa di San Nicola. Presenta pianta centrale ed una facciata con alto ordine unico di lesene, sormontato da un timpano mistilineo

In posizione dominante sull'abitato si erge il castello dei Frangipane, costruito in più fasi successive a partire dalla fine del X secolo e ingrandito fino al XV secolo. Gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale conserva solo il maschio centrale, parte più antica, e parte dell'ala sud.

Numerosi altre case cittadine risalgono all'epoca medioevale: case-torri fortificate o case gotiche con bifore e a volte scale esterne con ballatoi (profferli), risalenti per la maggior parte al XII-XIII secolo. Altri palazzi sono dovuti alle ristrutturazioni rinscimentali di case medioevali o a nuove costruzioni contemporanee (casa del notaio Nicola Savio del 1536, costruita a ridosso delle mura. La rinascita della città nel corso del XVIII e XIX secolo comportò ristrutturazioni e accorpamenti di gruppi di case medioevali e trasformando gli edifici con un aspetto omogeneo. A questi interventi si accompagnarono nuove edificazioni, sia per case d'affitto destinate ai ceti medi, sia per residenze signorili (palazzo Vitelli, provvisoria residenza papale), sia per strutture pubbliche ("Palazzo della bonificazione pontina" e "Nuova fabbrica dei forni", costruita dal comune nel 1785).

Un intervento di particolare importanza si ebbe con la costruzione da parte del nipote del papa, di Palazzo Braschi (1787-1795), destinato a sede papale. Il nuovo palazzo inglobò palazzi più antichi e le rovine della chiesa di Santa Maria in Posterula, e venne collegato nel 1792 per mezzo di una rampa (oggi via Posterula) e l'abbattimento di un tratto di mura, sia alla città alta e alla via Appia, sia al nuovo Borgo Pio nella città bassa.

Fuori dall'antico centro abitato si trovavano invece alcune altre chiese:

Madonna delle Grazie, rifatta dal vescovo Cesare Ventimiglia (1615-1645) e precedentemente dedicata a Santa Maria della Basilica Nuova nel 1163 da papa Alessandro III al posto di un altro edificio più antico.
Chiesa e convento dell'Annunziata, risalente al XIII secolo e danneggiata dai bombardamenti.
Chiesa di San Domenico, edificato alla metà del XIII secolo. La facciata conserva un rosone e un portale sormontato da un piccolo protiro.
Chiesa di San Francesco, fondato secondo la tradizione dallo stesso santo nel 1222 (si conserva il piccolo campanile) e gravemente danneggiato dalla guerra, fu adibito ad ospedale tra il 1874 e il 1994.

LE MURA
Le antiche mure di cinta di epoca volsca e romana, di cui rimangono visibili solo alcuni tratti, erano state in seguito sormontate dalla nuova fortificazione costruita nel V secolo. Dopo il loro abbandono, una parte del camminamento di ronda fu trasformata in passeggiata pubblica e circondata da abitazioni.

Delle porte cittadine la Porta Albina fu abbattuta nel 1831, mentre della Porta Maggio, distrutta alla fine del Settecento rimangono solo le torri laterali, trasformate in abitazioni. Una nuova porta di accesso all'abitato, Porta Romana, fu realizzata nel 1780 sul lato nord-occidentale, su progetto di Gaetano Rappini, riunendo alla città il borgo esterno di "Cipollata". La nuova costruzione si appoggia ad una torre più antica, con basamento in opera poligonale e sopraelevazione in opera incerta, parte probabilmente della cinta muraria più antica. Nella parte alta della città si conserva anche una torre medioevale, realizzata in blocchetti di calcare inframmezzati da filari con mattoni e datata al X secolo.

MUSEO PIO CAPPONI
Il museo civico fu fondato nel 1894 da Pio Capponi, da cui prende il nome, allorché bisognava sistemare numerosi reperti archeologici raccolti nel territorio comunale e, soprattutto, i rinvenimenti dello scavo condotto nel sito archeologico del santuario romano di Monte Sant'Angelo. Ricche famiglie locali contribuirono con donazioni ad arricchire le collezioni del museo, raccolte nel primo inventario del 1907 redatto dallo stesso Pio Capponi, allora direttore dell'istituto. È localizzato nel primo priano della Torre Frumentaria, una torre del XIII secolo costruita sul Foro Emiliano, vicino l'attuale sede del municipio nel centro storico. Dagli anni trenta al 1999 fu collocato presso l'attuale istituto professionale di stato.

La collezione esposta nel museo è una raccolta di reperti archeologici che vanno dalle prime testimonianze di presenza umana a Terracina dal paleolitico superiore (resti di fauna fossile ed industria litica emersi in località Riparo Salvini) all'epoca romana. È proprio lo sviluppo storico della presenza romana che costituisce il nucleo più consistente della raccolta, tipologicamente eterogeneo. Alle varie epigrafi che documentano una sviluppata società civile si sommano una serie di ritratti di età tardo-repubblicana ed imperiale, nonché molte sculture a figura intera.

Fra i reperti di maggior interesse archeologico troviamo:

Base onoraria con dedica alla provvidenza di Traiano
Statua in nudità eroica identificata con Zeus
Ritratto di sovrano ellenistico
Testa femminile a grandezza maggiore del vero raffigurante la dea Feronia
Busto femminile panneggiato
Testa virile proveniente dall'area del teatro nel Foro Emiliano
Statua di divinità maschile con consistenti tracce dell'originaria policromia.
Ritrovamenti sottomarini (anfore, oggetti navali o commerciali)

MANIFESTAZIONI
S.Cesario, 5 novembre, patrono di Terracina. Festeggiamenti sabato, domenica e lunedì successivi al 5 novembre. (Grande mercato di merci varie)
S.Silviano, 1 maggio, protettore dei raccolti (Processione e festa religiosa e popolare)
Madonna del Carmine, domenica successiva al 16 luglio (Processione di barche a mare e festa religiosa e popolare)
San Giuseppe, 19 marzo (Caratteristici focheracci la sera della vigilia)
Madonna della Delibera, 8 settembre, Processione e festa religiosa e popolare
Sant'Antonio da Padova, presso Borgo Hermada, 1° domenica di luglio
Festa del Vino Moscato e dell'Uva, presso la Fiora, nei mesi di agosto e settembre
Festa della Birra, presso Borgo Hermada, mese di luglio/Agosto

ORIGINI
I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. Secondo una leggenda erudita, riportata da Dionigi di Alicarnasso la città sarebbe stata fondata da profughi di Sparta. Nei racconti mitologici fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe (Odissea).

CENNI STORICI
La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La città ebbe il nome di Tarracina, di presumibile origine pre-indoeuropea e secondo alcuni collegato al vocabolo etrusco Tarchna, dal quale deriva anche il nome dei re di Roma Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo. Sembra che la città sia presto entrata nell'orbita romana, forse già nel VI secolo a.C.: viene infatti menzionata nel primo trattato tra Roma e Cartagine, riportato da Polibio. Alla fine dello stesso secolo fu tuttavia occupata dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio. Riconquistata dai Romani nel 406 a.C. vi fu dedotta nel 329 a.C. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di "Colonia Anxurnas". Ai Volsci o ai Romani potrebbero riferirsi resti di mura di fortificazione in opera poligonale. Secondo alcuni nel 316 a.C. si svolse nei pressi della città la battaglia di Lautulae, nell'ambito della seconda guerra sannitica. Nel 312 a.C. vi passò la via Appia, che collegava Roma con Capua e la città crebbe di importanza, cominciando ad espandersi nella pianura, in collegamento con lo sfruttamento agricolo del territorio, mentre la città più antica venne progressivamente trasformandosi in zona monumentale. Importanti trasformazioni urbane avvennero sotto Lucio Cornelio Silla (inizi del I secolo a.C.), al quale si devono la costruzione del teatro e la ricostruzione in forme scenografiche del tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant'Angelo. A quest'epoca si devono anche altre costruzioni in opera incerta. Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. si ebbe la ricostruzione del "Foro Emiliano", che fu pavimentato da un magistrato locale della famiglia degli Aemilii e dotato di portici e di nuovi edifici civili e religiosi. All'epoca di Traiano si deve il taglio del Pisco Montano per un'altezza di 128 piedi romani (37,88 m), che permise il nuovo tracciato della via Appia, e la ricostruzione del porto. Agli inizi del V secolo l'ultimo intervento cittadino riguarda l'erezione di una nuova cinta di mura che racchiuse anche parte della città bassa. La via Appia venne ancora rimessa in funzione sotto Teodorico, che intraprese anche a questo scopo una bonifica delle paludi pontine, riformatesi in seguito alla mancanza di manutenzione delle canalizzazioni romane. In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e lo storico Procopio riferisce la buona conservazione della strada ancora nel VI secolo. Nell'VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città. Le milizie di papa Adriano I nel 778 respinsero il tentativo di occupare la città condotto dalla bizantina Gaeta alleata al longobardo ducato di Benevento. Alla fine del X secolo papa Silvestro II concesse la città in feudo a Dauferio, conte di Traetto. Nel 1074 venne solennemente consacrata la cattedrale dal vescovo Ambrosio e qui ebbe luogo nel 1088 l'elezione di papa Urbano II. La città fu interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane: i Crescenzi eressero un castello nella parte alta, poi conquistato dai Frangipane nel 1153. Questi furono poi cacciati poi a loro volta nel 1202 da un'insurrezione popolare: il castello fu distrutto e fu istituito il comune. Sotto il pontificato di Niccolò III, Terracina fu conquistata dal conte Giovanni Anibaldo de Ceccano. Nel 1295 fu eletto podestà papa Bonifacio VIII, che riportò l'ordine e risanò le finanze cittadine. La città era cresciuta con borghi murati fuori delle mura più antiche, in corrispondenza delle porte principali e fino alla città bassa. A quest'epoca risale il rifacimento della cattedrale e l'erezione delle case-torri dei privati cittadini. La città fu dotata di edifici pubblici e l'ordinamento cittadino si basò sull'urbanistica romana e non più sulla divisione in parrocchie. Durante il soggiorno dei papi ad Avignone, nel XIV secolo il Comune si oppose ai Caetani di Fondi, che giunsero ad occupare il monte Sant'Angelo nel 1346 e ne furono cacciati per intervento della flotta genovese. Nel XV secolo la città fece parte dei domini dei re di Napoli Ladislao I e Giovanna II, ma al ritorno di papa Martino V nella sede papale di Roma fu restituita al pontefice nel 1420.Terracina fu rioccupata dal re di Napoli Alfonso I nel 1435. Le lotte tra le fazioni favorevoli al papa, agli aragonesi e ai francesi provocarono la decadenza della città e la fine dell'autonomia comunale: la città venne pacificata nel 1499 dall'intervento di papa Alessandro VI. Nel XVI secolo la malaria provocò una continua diminuzione della popolazione (nel 1572 si era ridotta a circa 150 abitanti). Il ripopolamento fu favorito nel XVII secolo dai pontefici con la distribuzione gratuita delle terre e le esenzioni fiscali e nuove famiglie abbienti restaurano e ricostruiscono le case signorili; si edificano o si restaurano le chiese. Con papa Pio VI dal 1785 si intraprese la bonifica delle paludi e la città si sviluppò nella piana, presso l'antico porto romano con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa. Nel 1818 papa Pio VII firmò con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato che sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa Gregorio XVI si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale. Il 14 settembre 1870 la città fu annessa al Regno d'Italia.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 44.480 (M 21.760, F 22.720)
Densità per Kmq: 326,1
Superficie: 136,40 Kmq

CAP 04019
Prefisso Telefonico 0773
Codice Istat 059032
Codice Catastale L120

Denominazione Abitanti terracinesi
Santo Patrono San Cesareo
Festa Patronale prima domenica di novembre
Giorno di Mercato Settimanale giovedì

Il Comune di Terracina è:
Località balneare segnalata con due vele nella Guida Blu di Legambiente

Il Comune di Terracina fa parte di:
Comunità Montana Zona XXII

Località e Frazioni di Terracina
Borgo Hermada, La Fiora, Badino, Frasso

Comuni Confinanti
A est: Fondi, Monte San Biagio; a nord: Sonnino; a nord e ovest: Pontinia; a ovest: Sabaudia, San Felice Circeo.

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