San Felice Circeo
Lazio

San Felice Circeo è un comune della provincia di Latina. Si trova circa 100 km a sud di Roma. Il suo territorio ha un'estensione di 3.139 ettari (cedette a Sabaudia alla sua fondazione 690 ettari di terreno boschivo - in cambio gli vennero assegnati 640 ettari del territorio di Terracina). Il clima è assai mite, grazie alla brezza marina che lo addolcisce d'estate e lo intiepidisce d'inverno.

ETIMOLOGIA
Riprende e si riferisce al nome del santo patrono del luogo. La specifica ricorda la sua posizione geografica e lo distingue dagli omonimi.


DA VEDERE

Museo: Mostra Homo Sapiens et Habitat - Torre dei Templari Piazza L. Lanzuisi

Sindone: Riproduzione autentica nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, loc. Pantano Marino

Mura Ciclopiche: loc. "Crocette", accesso libero. Resti di mura poligonali risalenti al V secolo a.C. All'interno del circolo murario è stata eretta una croce votiva da cui si gode uno stupefacente panorama del golfo fino a Gaeta e Ischia

Grotta Guattari: accessibile solo con permesso speciale. Nel 1939, Alberto Carlo Blanc, paleontologo, vi rinvenì uno dei primi resti fossili dell'Uomo di Neanderthal. L'originale del teschio è oggi conservato a Roma, mentre nella grotta è visibile un calco.

Grotta Spaccata di Torre Paola (semisommersa)

Grotta di Cala dell'Alabastro (detta anche Grotta delle Corvine)

Torre Templare e porta ogivale detta "del Parco". Insieme alla piazzetta "del Convento" sono tra i pochi resti risalenti al breve periodo dell'occupazione del castello di "Santa Felicita" da parte dei Templari. Nel locale accessibile da Piazza Lanzuisi, oggi sede del Parco Nazionale del Circeo, sono visibili i resti delle fondamenta medievali e numerose anfore.

Villa di Marco Emilio Lepido, loc. San Rocco, non accessibile. Dalla strada omonima che dal mare porta al centro storico sono visibili sulla sinistra i resti del basamento e delle mura di contenimento in opus incertum.

Nel piccolo e suggestivo cimitero che sovrasta la città vecchia riposano importanti personaggi di spettacolo che qui passarono gli ultimi anni della loro vita, come Anna Magnani e Alberto Lupo, o George Weller, il primo giornalista a visitare Nagasaki dopo il lancio della bomba atomica nel 1945 e a descriverne gli orrori.

Chiesa dell'Immacolata

Chiesa parrocchiale di San Felice Martire

Chiesa parrocchiale Santa Maria degli Angeli


IL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO

Ubicato lungo la costa tirrenica del Lazio meridionale, il Parco nazionale del Circeo si estende lungo il tratto di litorale compreso tra Anzio e Terracina, coprendo una superficie di 8.500 ha. Il promontorio è la cima montuosa del Monte Circeo che tocca i 541 m e che ha dato il nome all'intero Parco Nazionale. Geologicamente parlando, si tratta di un massiccio calcareo-dolomitico del Mesozoico formatosi per sedimentazione in una zona non ben definita dell'attuale Tirreno e successivamente scorso su strati di flysch, per circa 200 chilometri, fino ad occupare la posizione attuale. Secondo la leggenda, sul Circeo viveva la maga Circe che, dopo aver tentato di trasformare Ulisse e i suoi compagni in porci, come narrato nell'Odissea, li accolse per un anno e diede loro preziose informazioni. Visto da lontano, il Circeo assomiglia ad un donna addormentata, il che, secondo alcuni, ha dato origine alla leggenda di Circe. Il promontorio, dal punto di vista naturalistico, si divide in due versanti completamente diversi tra di loro. Il versante nord, detto anche “Quarto freddo”, caratterizzato da un clima umido, è ricoperto da una fitta macchia alta di leccio, associata, a quote più basse, al frassino minore, al carpino nero, alla roverella e al farnetto. Nel sottobosco si trovano erica, ginestra e corbezzolo mentre, verso la foresta di pianura, nella zona di “Mezzomonte”, si trova una bellissima sughereta di circa 25 Ha. L'altro versante, il “Quarto caldo”, si affaccia verso sud e gode dunque, per tutto l'anno, di un'ottima esposizione al sole. Vi prospera una vegetazione rupestre mediterranea con leccio, ginepro fenicio, euforbia arborea, mirto, lentisco, rosmarino, erica; tra i bassi cespugli troviamo invece il finocchio marino, l'elicriso, l'euforbia, lo statice e la centaurea di Circe. La presenza più interessante è però quella della palma nana, l'unica palma spontanea in Europa, relitto di epoche più calde. La fauna, invece, oltre che dal cinghiale, dal tasso e dalla faina, è rappresentata da numerosi uccelli, in particolare rapaci come il falco pellegrino il gheppio e i numerosi altri che vi nidificano o che sorvolano la zona durante le migrazioni. Il promontorio del Circeo rappresenta inoltre una zona di notevole interesse speleologico dal momento che, alla sua base, si aprono numerose grotte di straordinaria bellezza, le quali hanno mantenuto la traccia delle variazioni climatiche e delle oscillazioni del livello del mare nelle passate ere geologiche e hanno restituito preziose testimonianze di un'antichissima occupazione umana di questo luogo, già a partire dal Paleolitico. In tal senso, la grotta più conosciuta è la Grotta Guattari, al cui interno, nel 1939, fu rinvenuto un cranio di tipo neanderthaliano. Altra grotta interessantissima, facilmente raggiungibile via terra, è la grotta delle Capre, in prossimità della quale si trovano anche la grotta dell'Impiso e la grotta del Fossellone. Interessantissima, dal punto di vista archeologico, anche Grotta Breuil. Altre grotte, dai nomi altisonanti, sono: la grotta Azzurra, celebre per i suoi riflessi di colore; la grotta del Presepe, così chiamata per le sue caratteristiche colate stalagmitiche che, viste dal mare, sembrano statuine inginocchiate; le "Cinque grotte" o "Cattedrale", così chiamate per la forma che ricorda quella delle cattedrali gotiche, piene di guglie; la grotta della Maga Circe, che la leggenda vuole sia stata indicata dalla Maga Circe a Ulisse affinché egli vi ricoverasse la propria barca.

Nel territorio del parco è compresa una fascia costiera sabbiosa che si estende, in lunghezza, per circa 22 km, partendo dalla scogliera calcarea del promontorio del Circeo, appena sotto torre Paola, per arrivare sino a Capo Portiere. La spiaggia è formata da sabbie sottili e, alle spalle di essa, si innalza il cordone dunale che raggiunge una altezza massima di 27 m e le cui sabbie presentano una rigogliosa vegetazione. Le Dune ospitano diverse specie di piccole piante, come arbusti e cespugli, i quali offrono un habitat ideale per moltissime specie animali tra cui tassi, volpi, conigli, lucertole, coleotteri.

L'ambiente costiero dunale è un ambiente particolarmente difficile: le alte temperature, le lunghe siccità, il terreno poco fertile e i forti venti rendono difficile la sopravvivenza delle specie vegetali, che si sono così dovute adattare: troviamo così piante con foglie piccole, o addirittura aghiformi. Queste piccole piante, più vicine al mare, all'apparenza poco significative, sono invece fondamentali per la sopravvivenza della duna: giglio marino, gramigna delle sabbie, camomilla marittima, carpobroto, unghia di strega ecc.. con la loro stessa presenza attenuano la forza del vento; le loro radici riescono a formare un fitto reticolo sotterraneo che blocca la sabbia e rafforza la duna, permettendo così anche ad altre specie di sopravvivere. Tali piante, che sono riuscite ad adattarsi a vivere in questo luogo così inospitale, sono dette “pioniere” perché, come veri e propri coloni, sono state i primi abitanti di questi luoghi difficili e hanno creato un ambiente ospitale per altri organismi viventi. Procedendo dal mare verso l'interno troviamo, man mano, specie sempre più sviluppate, come il ginepro coccolone e il lentisco. Sul retroduna, le condizioni cambiano: l'azione del vento, schermata, si attenua progressivamente e il suolo diventa più profondo e più fertile. Possono così crescere veri e propri alberi: il pino marittimo e il leccio, per esempio, che vengono però sostituiti, sulle sponde dei laghi, da ontani, frassini, pioppi e salici.

La primavera è il momento in cui la duna del Circeo si mostra vivacemente colorata da numerosissime e profumate fioriture, ma anche le altre stagioni dell'anno offrono interessanti spunti di visita. In inverno, per esempio, si possono fare, complici anche le frequenti giornate serene, delle lunghe passeggiate sulla spiaggia, che appare costellata di conchiglie e su cui sono evidenti le tracce lasciate dagli animali di passaggio come gabbiani, volpi, conigli, cornacchie; in autunno, invece, non di rado si può assistere al volo di formazioni di uccelli che si spostano da un lago all'altro o si possono osservare le cosiddette “barchette di San Pietro”, meduse simili a piccole barche a vela, che rendono la spiaggia di colore azzurrino.

La delicatezza di un ambiente dunale di recente formazione ha ovviamente bisogno protezione, e per evitare i danni causati dal calpestio dei numerosi frequentatori della spiaggia, sono state predisposte passerelle in legno che consentono di accedere alla spiaggia senza danneggiare la vegetazione; la sommità della duna è invece percorsa da una strada che, per un tratto, in corrispondenza del lago dei Monaci, è percorribile solo a piedi o in bicicletta.


L'ISOLA DI ZANNONE

Zannone è una piccola isola entrata a far parte del Parco nel 1979; è disabitata e ricoperta da boschi di lecci e querce. Tra le isole ponziane, è l'unica ad aver conservato intatta la propria copertura vegetale. Presenta motivi di interesse in ogni stagione: dalle spettacolari fioriture dell' erica, durante il periodo autunnale, alle migliaia di uccelli che vi sostano durante i periodi di passo (migrazioni), alla bellezza dei suoi paesaggi e dei suoi fondali. Dal punto di vista della flora troviamo: sulla scogliera l'elicriso che, salendo, viene sostituito dal lentisco, dal mirto e dall'erica; più in alto la ginestra, la filirea, l'euforbia che, man mano, lasciano il posto al corbezzolo e al leccio; a settentrione, invece, troviamo boschi di lecci, con eriche e allori.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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EDILIMMOBILIARE - AGENZIA ERMACORA - SAN FELICE CIRCEO - TERRACINA - LT
ISTITUTO SAN GIUSEPPE - SUORE ORSOLINE - TERRACINA (LT)