Rieti
è un comune del Lazio, capoluogo dell'omonima
provincia ancor'oggi chiamata Sabina. È tradizionalmente
ritenuta il centro geografico d'Italia e si estende
lungo una fertile pianura alle pendici del Monte Terminillo.
E' caratterizzata da estati calde ed inverni con temperature
notturne spesso inferiori allo zero. La bellezza del
paesaggio e la quiete dei luoghi, ne fanno un posto
assai vivibile e meta privilegiata di molti turisti
provenienti soprattutto dalla vicina Roma. Rieti è
da anni classificata ai primi posti in fatto di basso
tasso di delinquenza. L'omicidio è un reato
assente. Sensibile però l'aumento del consumo
e dello spaccio di cocaina. Considerata una città
di grande tranquillità, i reati contro la persona
sono pochissimi. Il clima è continentale di
fondovalle: molto rigido in inverno (che dura 140
giorni), caldo in estate con ampie escursioni termiche
che ne fanno il capoluogo di provincia italiano con
le temperature minime più basse nel semestre
da aprile a settembre. Piogge superiori a 1.000 mm
annui, con due massimi, il principale in autunno ed
uno secondario in tarda primavera. Nebbie frequenti
ma raramente persistenti per l'intera giornata. Nevicate
rare nel fondovalle, principalmente con circolazione
da nord-ovest, frequenti sui rilievi circostanti.
Temporali estivi frequenti, pressoché assenti
le giornate senza nubi. Nel 2008 temperatura media
annua +12,7°C , minima assoluta -10,3°C, massima
assoluta +35,4°C, pioggia caduta 1.359 escursione
media giornaliera 13,9°C, escursione media del
mese di agosto 19,2°C.
ETIMOLOGIA
Deriva dal latino Reate, antica città dei Sabini,
quindi dal nome di popolo Reatinus con il suffisso
-te. Ma la vera e propria origine è oscura.
DA
VEDERE
Rieti si presenta al turista come un luogo di grande
attrattiva turistica. Notevole è l'importanza
del fattore religioso che può contare sulla
presenza dei quattro santuari Francescani di Greccio,
Fonte Colombo, Poggio Bustone e La Foresta. Molti
pellegrini giungono, infatti, nella "Valle Santa"
per ripercorrere, con il cosiddetto Cammino di San
Francesco, le gesta ed i momenti della vita del Poverello
d'Assisi. Il Monte Terminillo risulta poi una destinazione
molto frequentata durante la stagione invernale (e
non solo). Migliaia di persone, usufruendo dei numerosi
alberghi ivi presenti, sfruttano la stagione sciistica
per apprezzare le bellezze di questa montagna. Tuttavia
l'impiantistica è in sostanza la stessa da
30 anni. Rimanendo in città, è molto
caratteristico il centro storico protetto da una cinta
muraria di origine medievale ancora per la maggior
parte intatta e ben conservata. Via Roma divide la
città nei rioni medievali di S.Francesco, San
Rufo, della Verdura e Santa Lucia. Da segnalare la
chiesa romanica duecentesca di S.Pietro Apostolo e
il Palazzo Vecchiarelli, eretto da Carlo Maderno nel
XVII secolo. Nella vicina piazza Cesare Battisti si
trova il Palazzo della Prefettura, già Vicentini,
con annessa la elegante Loggia detta "del Vignola"
risalente al secolo XVI. Imponente la Cattedrale di
Santa Maria del XII sec. e la torre campanaria risalente
al 1252. Il Palazzo Vescovile (1283-1288) si erge,
invece, nella contigua piazza M. Vittori. Risaltano
in esso le bellissime volte gotiche a due navate che
conducono nel suggestivo arco di Bonifacio VIII Caetani.
All'interno della cattedrale è presente, altresì,
il Museo del Tesoro del Duomo ricco di affreschi medioevali,
stupende oreficerie sacre dal secolo XIII al XIX,
sontuosi paramenti sacri ricamati dal secoloXV al
XIX. Di notevole interesse risultano essere, inoltre,
le duecentesche chiese di San Francesco, Sant'Agostino
e San Domenico dove si trova l'organo di Dom Bedos
considerato il più grande organo al mondo e
la settecentesca chiesa di San Rufo antistante la
piazza omonima dove è collocato il monumento
indicante l'Umbilicus Italiae. Ed ancora, l'Oratorio
di S. Pietro Martire, istoriato con affreschi raffiguranti
il Giudizio Universale, eseguiti da Lorenzo e Bartolomeo
Torresani (1552 - 1554), la Chiesina di S. Pietro
Martire a via delle Molina (con superbo soffitto intagliato
e dorato e tele di Ascani Vincenzo Manenli), la Chiesa
di S. Antonio Abate, con facciata di Giacomo Vignola,
la Chiesa di S. Scolastica, di Francesco Fontana,
con tela di Andrea Sacchi, il neoclassico Palazzo
Ricci, di Giovanni Stern. Vanto della città
è, infine, il bellissimo Teatro Flavio Vespasiano
dove annualmente si svolge un'intensa attività
teatrale. Esso venne costruito verso la fine del 1800
e, a tutt'oggi, l'acustica del teatro viene considerata
come la migliore d'Italia e una delle migliori al
mondo.
DA
VEDERE INOLTRE
Organo di Dom Bedos è un imponente organo della
chiesa di San Domenico ed è considerato il
più grande organo al mondo
Mura cittadine: Rieti, per un suo lato, è cinta
da mura medievali, risalenti al secolo XIII, sulle
quali si aprono le porte di Porta d'Arci, Porta Aringo,
Porta Conca, Porta Cintia e Porta Romana.
Ponte romano: resti dell'antico ponte romano sul fiume
Velino, che attraversa la città.
Cattedrale di Santa Maria: chiesa romanica, presenta
oltre a diverse cappelle di stile barocco, la cripta
e il Museo diocesiano di Rieti;
Palazzo Vescovile: adiacente alla cattedrale;
Santuari francescani: La Foresta, Poggio Bustone,
Fonte Colombo, Greccio.
Museo diocesano di Rieti che ospita numerose opere
d'arte.
Terminillo (Monte Terminillo, 2.216 metri sul livello
del mare), seconda montagna più alta dell'appennino,
con la stazione di sport invernali anche nota come
la montagna di Roma.
Rieti sotterranea: Resti dell'antica via Salaria ormai
contenuti nelle cantine di alcuni palazzi di via Roma
(la strada principale del centro di Rieti)
Cammino di Francesco: Percorso naturalistico-spirituale
di circa 80 km, prevalentemente montano, che tocca
i 4 santuari francescani, Rieti ed altre pittoresche
località.
Lago Lungo e lago di Ripasottile: Resti dell'antico
lago velino, entrambi fanno parte della Riserva naturale
dei Laghi Lungo e Ripasottile.
ECONOMIA
Molto sviluppato a partire dagli anni '70, il settore
industriale ha subito negli ultimi 16 anni una grave
crisi dovuta anche all'annoso problema delle vie di
comunicazione con i centri limitrofi. Roma è,
infatti, raggiungibile solo tramite la via Salaria,
mentre il collegamento ferroviario, rigurda solo la
linea Terni-L'Aquila Sul versante umbro la città
è per ora collegata a Terni tramite una strada
extraurbana secondaria erroneamente definita superstrada
che, inoltre, termina proprio al confine con la provincia
suddetta. In fase di costruzione è il nuovo
tratto che, rendendo ancora più agevole il
percorso Rieti-Terni, collegherà il capoluogo
sabino alla statale E-45. Rieti è l'unico capoluogo
italiano a non essere attraversato da un'autostrada
e a non aver un collegamento stradale veloce con le
città confinanti (Roma, L'Aquila, Terni). Numerose
indutrie e centri di commercio stanno chiudendo: EEMS,
Inalca, EmmeZeta, Torda. La disoccupazione è
del 19%, il peggior dato occupazionale italiano; la
disoccupazione giovanile è invece del 37%Nel
dicembre 2008 l'Istat ha nuovamente diffuso dati che
i Sindacati consideranno errati: si parla di un incremento
dell'occupazione nell'Industria del 10%[senza fonte]
nonostante la chiusura di: Alcatel, Eeems, Inalca,
la crisi dell'Emmezeta, la chiusura della Torda. I
dati sindacali parlano invece di un calo del 10%.
'I dati ufficiali Istat fanno sì che a Rieti
non arrivi alcun sostegno né finanziamento
da parte dello Stato centrale' dichiarano i sindacati.
Al centro di una fertile pianura denominata, appunto,
"piana reatina", la città fu teatro
di una nuova varietà di frumento meglio nota
con il termine "Rieti". L'artefice fu Nazareno
Strampelli che, trasferitosi a Rieti nell'anno 1903
per dirigire la cattedra sperimentale di granicoltura,
fu un seguace delle leggi mendeliane. A questi il
merito di aver successivamente selezionato ed incrociato
tra loro vari generi di frumento dai quali ottenne
numerose nuove tipologie che univano alla precocità,
una particolare produttività delle stesse.
Fu possibile pertanto l'anticipazione dei raccolti
così da lasciare liberi i campi per altre coltivazioni
e la resistenza di queste, permise l'ottenimento di
un notevole rendimento.
ISTRUZIONE
A Rieti è presente un polo universitario denominato
Sabina Universitas che, nel 2008, conta circa 1500
iscritti, il più piccolo centro universitario
d'Europa. Manca ancora una sede unitaria, ma è
presente una mensa con capienza di 150 posti. Le facoltà
presenti sono:
Medicina (corsi di laurea triennali in infermieristica,
fisioterapia, tecniche di radiologia medica, immagini
e radioterapia, tecniche della prevenzione nell'ambiente
e nei luoghi di lavoro, tecniche di laboratorio biomedico);
Ingegneria (corso di laurea specialistica in ingegneria
delle costruzioni edili; corsi triennali di ingegneria
edile, ingegneria per l'ambiente e il territorio e
di ingegneria delle reti e dei servizi informatici);
Agraria (corso in scienze e tecnologie per la conservazione
delle foreste e della natura, che si differenzia nei
percorsi didattici di gestione delle aree protette
- ecoingegneria forestale - monitoraggio e certificazione
forestale e ambientale).
Conservatorio
A Rieti è presente anche un Conservatorio,
collocato nel Parco della Musica di Villa Battistini,
il quale costituisce il prestigioso e storico Conservatorio
di Santa Cecilia in territorio sabino.
Biblioteca
comunale
La biblioteca Comunale Paroniana, dal nome del Monsignor
Giovanni Filippo Paroni, fu inaugurata il 4 giugno
del 1865 nell'ex convento di S. Agostino e dopo alcuni
spostamenti dovuti al costante aumento dei volumi
conservati, ha trovato la sua attuale collocazione
presso quello che fu il convento di Santa lucia nel
1998. La biblioteca possiede circa 140.000 volumi
a stampa, dei quali 23.000 antichi, compresi fra il
XV e il XIX secolo, 466 testate di periodici, dei
quali 100 correnti, 78 codici, 80 incunaboli, numerosi
manoscritti, e materiale non raccolto in libri.
Archivio
di Stato
È presente anche un archivio di stato che fu
istituito il 15 giugno del 1953 come sezione di archivio
di stato e divenuto un vero e proprio archivio di
stato il 30 settembre 1963 grazie a un Decreto del
Presidente della Repubblica.
MANIFESTAZIONI
A Rieti esistono diverse manifestazioni legate alle
tradizioni locali di origine più o meno antiche:
La
Processione dei Ceri e il Giugno Antoniano
Sebbene la santa patrona di Rieti sia Santa Barbara,
la città è fortemente legata alla figura
di San Antonio da Padova per la quale, da oltre seicento
anni esiste una fortissima venerazione, che trova
la sua manifestazione più eclatante nella Processione
dei Ceri, più spesso indicata semplicemente
come Processione di San Antonio, la quale si svolge
ogni anno nel mese di giugno, un mese interamente
dedicato, dai credenti, alla figura del santo tanto
da essere indicato come Giugno Antoniano. É
tuttavia un evento simbolo della città e quindi
è considerato con affetto anche da chi non
crede in quanto costituisce un momento di aggregazione
storico. L'esposizione della statua del santo avviene
sempre il 12 giugno presso la chiesa di san Francesco
nel Rione Borgo e l'evento viene salutato dal suono
delle campane di tutte le chiese della città,
contemporaneamente all'esplosione di alcuni petardi
in aria. Generalmente la seconda domenica dopo l'esposizione
ha luogo la processione, la quale parte ovviamente
dalla chiesa del vecchio Borgo. I momenti più
critici dell'avvio sono due. Il primo
è sicuramente la formazione della testa del
lungo serpentone di persone che si snoderà
per le vie del centro storico, i fedeli iniziano infatti
a formare due file le quali si inseriranno lungo i
bordi della strada che fiancheggia la piazzetta antistante
la chiesa, costeggiando quindi i muri delle abitazioni.
Il tutto deve avvenire senza causare interruzioni
dei due cordoni ed evitando che uno sia più
lungo dell'altro (accade spesso che tra la testa della
processione e il Santo ci siano anche trenta minuti
di distanza, anche se va detto che il corteo si ferma
spessissimo per consentire ai portatori di sopportare
l'enorme peso). Dopo che si è costituita la
prima parte, all'interno della chiesa viene sollevata
la statua del santo, una statua che con tutta la macchina
lignea sulla quale è posta e con l'aggiunta
del necessario all'illuminazione dei candelabri, supera
la tonnellata di peso. I sedici portatori vestiti
di un saio francescano nero, quattro per angolo, muovono
l'insieme lungo l'unica navata della piccola chiesa
fino all'uscita aiutati da altri due, uno davanti
e una dietro, che hanno il compito di controllare
che i due lati della macchina restino alla medesima
altezza. Arrivati sulla soglia, si arrestano poggiando
il tutto su quattro sostegni in legno fissati sotto
la struttura, mostrando la statua che rappresenta
il santo ai fedeli, i quali rispondono con un lungo
applauso mentre altri petardi vengono lanciati in
aria ad annunciare l'uscita all'intera città.
É proprio ora che inizia il secondo momento
critico, infatti per poter portare la statua a livello
della strada, i 16 portatori devono scendere alcuni
ripidi scalini con essa in spalla ed è necessario
un grande equilibrio, oltre che una indubbia forza
fisica, per poterlo fare senza far ballare la macchina.
A questo punto la figura del santo si inserisce nella
processione, preceduta dalle varie cariche pubbliche
e religiose, mentre dietro di essa si accodano altri
fedeli, per prime donne vestite di nero alcune delle
quali per devozione, per penitenza o per ringraziare
il santo di qualche grazia ricevuta, percorreranno
l'intero tragitto scalze. La processione deve il suo
nome al fatto che la maggioranza dei fedeli portano
con se un grosso cero che terranno acceso per tutto
il cammino, regalando con il calar della sera un bel
colpo d'occhio all'osservatore. La cerimonia dunque
percorre le strade del cento storico mentre i fedeli
cantano e pregano accompagnati dalle varie bande musicali
inserite nella fila. Arrivati davanti la cattedrale
di Santa Maria, il corteo si ferma nella piazza per
permettere la celebrazione di una piccola messa, per
poi riprendere il proprio cammino lungo le strade
infiorate. Il tutto si conclude con il ritorno della
macchina davanti la chiesa di San Francesco dalla
quale era partita. Qui ha luogo l'ultimo saluto della
folla al Santo mentre il vescovo della città
benedice la statua e i presenti e rivolge a questi
alcune parole. Il perché di tanta devozione
si perde nei secoli ma sembra che le origini di questa
manifestazione risalgano al 1232 quando Papa Gregorio
IX annuncio di voler canonizzare Antonio da Padova
proprio a Rieti perché la città già
manifestava una grande devozione. Tuttavia per questioni
politiche il pontefice fu costretto ad allontanarsi
da Rieti e la cerimonia non ebbe luogo. La reazione
della città fu una fiaccolata di protesta che
con il tempo si trasformò nell'odierna processione
dato l'affetto nei confronti del Santo. Nel corso
del tempo la statua è stata adornata di gioielli
in oro offerti dei fedeli come ringraziamento per
"grazie" ricevute. La festa si conclude
in realtà intorno alla mezzanotte con uno spettacolo
pirotecnico organizzato dal comune e curato da una
delle ditte presenti sul territorio.
La
Festa del Sole e Il Palio della Tinozza
Nonostante
sia una manifestazione relativamente recente (si svolge
dal 1969), è particolarmente amata dalla città.
In realtà anche questa non si esaurisce con
un solo evento ma comprende una serie di eventi che
culminano in una giornata di gare sul Fiume Velino.
Inizialmente organizzata da un comitato cittadino,
per poi essere accolta dal comune la manifestazione
prevede manifestazioni culturali e anche una sfilata
in costume. Le gare sul fiume comprendono: Un duello
su una pertica, durante la quale due rappresentanti
di due rioni si fronteggiano su una passerella a colpi
di bastoni imbottiti alle estremità, allo scopo
di far cadere l'avversario in acqua (in caso di caduta
di entrambi, lo sconfitto è colui che, secondo
i giudici, tocca per primo il fiume) Una corsa di
biciclette munite di galleggianti e pale al posto
delle ruote lungo il fiume (andata nella direzione
di scorrimento del corso d'acqua, ritorno contro corrente)
Una gara di barche fiumarole, dove due concorrenti
per rione, ognuno munito di un remo in legno, spingono
una piccola barchetta con i colori rionali, anch'essa
in legno, lungo il corso del fiume remando prima in
direzione della corrente poi in senso contrario. É
considerata una delle prove più dure per via
della corrente e della scomoda posizione da assumere
(il rematore in testa alla barchetta poggia tutto
il peso sulle ginocchia e anche le imbottiture di
fortuna non servono a molto). Una gara di nuoto dove
i partecipanti si bagnano in costume da bagno nelle
gelide acque del fiume. Il Palio della Tinozza, che
è certamente la gara più attesa, tant'è
che chiude la manifestazione, in cui un concorrente
per rione percorre un percorso di circa 800 metri
seduto all'interno di una tinozza appunto (una sorta
di mezzo tino) spingendosi con un solo
remo in legno cercando di avere la meglio sugli avversari
non che della corrente che certo non aiuta a mantenersi
in equilibrio. La vittoria è del rione che
nel corso delle varie prove totalizza il punteggio
migliore. Il pubblico assiste alle gare dalle sponde
del fiume e dai due ponti che lo attraversano in quella
zona. Nella vigilia si svolge anche una maratona in
costume per le vie del centro.
A
questa manifestazione, si deve il gemellaggio fra
Rieti e la città di Ito, in Giappone. Nel 1979
la Gazzetta dello Sport pubblicò un articolo
riguardante il Festival Della Vasca di Legno, una
manifestazione tenuta in una città del paese
del sol levante, Ito appunto, in cui i partecipanti
davano vita a una competizione acquatica con delle
imbarcazioni di legno analoghe alle famigerate tinozze
della festa Reatina. Questa analogia spinse il comitato
reatino a mettersi in contatto con l'ambasciata nipponica
a Roma e successivamente con la città di Ito
direttamente. Si avviarono così gli incontri
che permetteranno poi alle due città di giungere
al gemellaggio, quando prima il consiglio comunale
di Rieti, in data 27 marzo 1985 e poi il consiglio
municipale di Ito, il giorno seguente, approvano all'unanimità
e ufficialmente gemellaggio.
La
fiera di Santa Barbara
Ha inizio con il 3 Dicembre e finisce con il giorno
seguente per festeggiare la giornata di Santa Barbara,
patrona della città. In passato si svolgeva
per le vie del centro storico, mentre oggi trova spazio
lungo le strade del quartiere Molino della Salce.
Nonostante tale spostamento abbia privato la fiera
di uno sfondo esteticamente più pregiato, le
strade lungo le quali si snoda, sono invase ogni anno
da una fola di tutto rispetto alla ricerca delle più
svariate merci. Contemporaneamente nella zona di Foro
Boario si svolge un mercato di bestiame e attrezzature,
non che macchine, per uso agricolo.
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'antica Reate, che la tradizione vuole essere stata
fondata dalla Dea Rea Silvia (da cui forse il nome
della città) era l'antico capoluogo della storica
regione Sabina. E' ritenuta tradizionalmente come
il Centro d'Italia (Umbilicus Italiae) ed, infatti,
nell'attuale Piazza San Rufo, nel cuore del nucleo
storico, è collocato un monumento volto ad
indicare il centro della penisola.
Essa, sorta prima della fondazione di Roma ed in particolare
intorno al IX-VIII sec. a.C., venne conquistata nel
290 a.c. dal console Marco Curio Dentato rimanendo
prefettura fino al 27 a.C. e divenendo poi Tribù
Quirina. Fu questo il periodo della grande opera del
console romano il quale, bonificando l'antico lacus
velinus, fece confluire le acque nel vicino fiume
Nera, dando vita alla famosa cascata delle Marmore.
Numerosissime furono le antiche famiglie sabine che
diedero lustro alla città di Roma e ne seguirono
le sorti. Da ricordare l'ascesa della Gens Flavia,
il cui esponente più noto, l'Imperatore Tito
Flavio Vespasiano, ebbe i meriti di iniziare la costruzione
del più noto monumento romano: il Colosseo.
Quest'ultimo, conosciuto anche con il nome di Anfiteatro
Flavio, vide l'inizio dei lavori intorno al 72 d.C.
e fu completato sotto l'Impero di Tito, figlio di
Vespasiano, nell'80 d.C. Degno di essere ricordato
è, altresi, il grandissimo scrittore Marco
Terenzio Varrone, nato a Rieti nel 116 a.C. e sovente
ricordato con l'appellativo de "Il Reatino"
e "padre della romana erudizione".
Intorno al secolo VI, Rieti vide l'arrivo dei Longobardi
i quali, barbari e pagani, ebbero ben presto a convertirsi
al cristianesimo per mezzo dell'opera dei monaci benedettini
della vicina Abbazia di Farfa. Dopo il saccheggio
dei saraceni avvenuto durante il X secolo, la città
fu gradualmente ricostruita e la figura del Vescovo
assunse un'importanza fondamentale con la ricostruzione
della cattedrale nel 1109. Il secolo successivo fu
un periodo di splendore per la città di Rieti.
Il suo rinnovo urbano coincise, del resto, con la
presenza nei santuari circostanti il territorio, di
S. Francesco d'Assisi che con la città ebbe
un rapporto privilegiato. A tal proposito, basti menzionare
l'anno 1223 che passò alla storia per la creazione,
nel santuario di Greccio, del primo presepe vivente
che, ancor'oggi, è simbolo mondiale della cristianità.
Nel 1289, Carlo II d'Angiò, fratello del Re
di Francia Luigi IX, venne incoronato Re di Puglia,
Sicilia e di Gerusalemme da Papa Nicolò I,
presso la Cattedrale della città. Il 1500 si
caratterizzò per l'emergere di grandi proprietari
terrieri che, usufruendo della fertile pianura reatina,
diedero vita spesso ad aziende agrarie. Storicamente
la piana reatina fu nota, nel XVIII secolo, per la
quantità di Guado presente nel territorio lacustre,
che servì a tingere di blu le divise delle
truppe napoleoniche. Annessa al dipartimento del Tronto
durante il Regno Italico, divenne ben presto centro
della delegazione omonima della Sabina. Il 7 marzo
1821, Rieti fu teatro della sconfitta delle truppe
di Guglielmo Pepe per opera degli austriaci guidati
dal generale J.M. Von Frimont.
L'Unità d'Italia ne vide l'annessione all'Umbria
per poi diventare parte della provincia di Roma nel
1923.
Assurse a capoluogo della provincia di Rieti nel 1927,
quando fu appunto creata la stessa per atto diretto
di Benito Mussolini.