Marino,
anche conosciuta come Marino Laziale, è una
città della provincia di Roma situata nellarea
del vulcano laziale, a nord del lago di Albano, su
terrazzamenti lavici e tufacei, alle pendici del monte
Cavo. Il territorio comunale confina con quello di
Roma. Località famosa per il suo vino e per
la rinomata Sagra dell'Uva, Marino è luogo
di villeggiatura di diversi personaggi importanti
e centro di rilievo storico, artistico, e sociale.
È inoltre il dodicesimo comune più popoloso
della provincia di Roma. Popolarmente, si dice che
il territorio del comune di Marino ha la forma di
una grande bistecca, estesa in direzione est-ovest
nella parte settentrionale della cinta esterna dei
Colli Albani. La sua superficie successivamente alla
concessione dell'autonomia di Ciampino, concessa nel
1974, è di 26.10 km2; Ciampino era una infatti
frazione di Marino. Inoltre, per un breve periodo,
durante la denominazione francese dello Stato Pontificio,
tra il 1807 ed il 1815, Grottaferrata, ex-feudo dell'Abbazia
di San Nilo, venne unita in appodiato a Marino. Nel
1994 le frazioni di Frattocchie e Santa Maria delle
Mole hanno tentato il distacco amministrativo, creando
il comune autonomo di Boville, non riconosciuto ufficialmente
e dunque decaduto dopo pochi mesi. Il territorio di
Marino ricade in parte all'interno del Parco Regionale
dei Castelli Romani e in parte anche nel Parco dell'Appia
Antica. A Marino, nel Barco Colonna, si è conservato
l'originario ambiente boschivo misto di latifoglie
e caducifoglie, con querce, tigli, lecci e aceri.
Il "bosco di Marino" e il parco Chigi di
Ariccia sono gli unici luoghi nei Castelli in cui
si sia conservata l'originale macchia precedente all'introduzione
del castagno. Sempre nel bosco di Marino ci sono alcuni
alberi di grandi dimensioni, come il carpino bianco
di 105 cm di diametro, il più grande d'Italia,
e il carpino nero. Inoltre c'è anche un tiglio
di oltre un metro di diametro. Nel luglio 2007 sono
andati a fuoco circa 100 ettari di area boschiva sulle
sponde del Lago Albano, tra i comuni di Castel Gandolfo,
Marino e Rocca di Papa. Il 6 agosto 2007 sono stati
incendiati 6 ettari in località Costa Caselle
e vicino Cava dei Selci.
ETIMOLOGIA
Secondo alcuni è un nome di persona, secondo
altri riflette il nome latino Marius con l'aggiunta
del suffisso -anus. Un'altra ipotesi ritiene che sia
derivato da Massa Murinas, ossia una parte del fondo
di Morena. Castrimoenium in latino.
FONTANE
Fontana degli Schiavi, detta anche dei Mori
Fontana di Nettuno, nota anche come Fontana del Cavallo
EDIFICI
RELIGIOSI
Santuario della Madonna dell'Acqua Santa
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVII secolo)
Chiesa del SS. Rosario
Cappella del Gonfalone
Basilica Collegiata di San Barnaba Apostolo, eretta
nel 1640 per volontà del cardinale Girolamo
Colonna e progettata da Antonio Del Grande
EDIFICI
STORICI
Palazzo Colonna; costruito tra il 1532 ed il 1622
sulla preesistente Rocca Orsini, il progetto è
attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Il palazzo,
di proprietà comunale dal 1916, è stato
quasi interamente distrutto dai bombardamenti anglo-americani
del 1944, e ricostruito tra il 1951 ed il 1958. Oggi
ospita la sede del Comune di Marino. (Vedi Palazzo
Colonna (Marino))
Palazzo Matteotti; costruito tra il 1881 ed il 1884
con il nome di Palazzo Comunale, appunto come sede
municipale dal Comune di Marino su progetto dell'architetto
Raffaele Ingami, ha mantenuto la sua funzione fino
al 1958. È stato oggetto di grandi restauri
negli anni novanta del XX secolo, ed oggi è
sede della filiale Lazio Sud della Banca di Roma.
(Vedi Palazzo Comunale (Marino))
Villa Colonna-Desideri di Belpoggio; costruita nel
XVII secolo dal principe Filippo I Colonna, era una
vasta tenuta di campagna, e tale rimase anche sotto
altri proprietari, gli ultimi dei quali, i marchesi
Desideri, la cedettero al Comune di Marino. Nel 1944
la palazzina della villa, risalente al XIX secolo,
è stata rasa al suolo dai bombardamenti anglo-americani.
Oggi la villa è un parco pubblico ed ospita
la Biblioteca Comunale "Vittoria Colonna".
(Vedi Villa Colonna di Belpoggio)
Giardini Colonna; costruiti insieme al Palazzo Colonna
da Ascanio Colonna a partire dall'inizio del XVI secolo,
fino al XIX secolo erano ancora un'area verde, divisa
in Giardino Nuovo, la parte più grande, e Giardino
Vecchio, la parte con il Casino Colonna. Oggi buona
parte dell'area verde è occupata da abitazioni
civili, mentre il Casino Colonna, che accoglie affreschi
pregevoli, è stato proprietà privata
di personaggi come Alberto Moravia e Umberto Mastroianni.
(Vedi Giardini Colonna)
Palazzo Bandinelli. Il palazzo sorge a Borgo Garibaldi,
fuori dall'antica cerchia muraria. Voluto da Bartolomeo
Bandinelli nel XV secolo, passò poi in proprietà
della Confraternita di San Giovanni Decollato di cui
il Bandinelli era membro.
Palazzo Castagna. Il palazzo, eretto dal Cardinal
Giovan Battista Castagna, amico di Marcantonio Colonna,
poi divenuto papa Urbano VII, attorno al 1580 è
anche detto dai marinesi "u palazzu pentu"
per via degli ormai cancellati fregi dipinti che ne
adornavano la facciata su corso Trieste.
Palazzo Capri.
Barco Colonna. Il Barco è situato sotto il
centro storico, lungo il corso della Marana, e venne
sistemato nel 1590 con un portale di accesso, oggi
parzialmente interrato, statue di peperino e scenografiche
fontane, oggi perdute.
Villa Colonna di Bevilacqua. La villa Colonna di Bevilacqua,
tenuta estiva con veduta su Roma, divenne poi Villa
Colizza dopo l'acquisizione della residenza da parte
della famiglia Colizza, nell'Ottocento. Oggi è
sede di un istituto religioso femminile, le cui suore
sono chiamate dai marinesi "moniche 'e Colizza".
Villa della Sirena. La villa Colonna della Sirena
a Frattocchie, fu fatta costruire alla metà
del XVII secolo lungo il percorso della via Appia
dal cardinal Girolamo Colonna, presso l'osteria delle
Frattocchie. Prese il nome dalla statua di una sirena
rinvenuta durante i lavori di edificazione e sistemata
al di sopra del portale d'accesso. Fu spesso luogo
di sosta per i pontefici che si recavano nella residenza
papale di Castel Gandolfo. Presso la villa si installarono
nel 1929 i Padri Trappisti, che costruirono nei pressi
un convento con relativa chiesa. Famosa è la
cioccolata da essi prodotta. (Vedi Convento dei Padri
Trappisti)
Villa Sara. Villa Sara già villa Capri, in
origine di proprietà anch'essa dei Colonna
è situata sul tracciato dell'odierna Strada
Statale 217 Via dei Laghi e passata quindi alla famiglia
Capri. La villa è stata di proprietà
di Sophia Loren e Carlo Ponti.
Villa Gabrielli. La proprietà, già agricola,
fu rimessa a villa alla metà del '700 da Angelo
Gabrielli Principe di Prossedi. Notevoli gli affreschi
di gusto rococò: eseguiti intorno al 1765 e
comprendenti - tra gli altri - ritratti familiari,
scene di caccia, giochi di bambini, costituiscono
uno dei più importanti lavori di decorazione
d'interni settecentesca nei Castelli Romani. La villa
fu acquistata e restaurata nel dopoguerra da Carlo
Ponti, che vi risiedette con Sophia Loren, e al quale
si deve l'ampliamento del parco ottocentesco.
INTERESSI
ARCHEOLOGICI
Il territorio di Marino, come del resto tutta l'area
dell'Agro Romano, è particolarmente ricco di
vestigi dell'età antica.
La
più antica testimonianza archeologica disponibile
è rappresentata da un fondale di capanna neolitica
rinvenuto in località Cave di Peperino negli
anni '70 dal direttore del Museo Civico di Albano
Laziale Pino Chiarucci.[25] Inoltre, ulteriori testimonianze
preistoriche sono state riscontrate grazie al rinvenimento
di numerose necropoli neolitiche nel territorio, come
quella della località Riserva Del Truglio,
composta da una trentina di tombe, e quelle di Costa
Caselle e dei Pascolari di Castel Gandolfo.
Per approfondire, vedi le voci Mugillae e Bovillae.
Vari
archeologici propendono per collocare la leggendaria
città latina di Mugillae in prossimità
della frazione di Santa Maria delle Mole su un'altura
in località Falcognana dove sono stati rinvenuti
reperti compatibili con una presenza urbana;[26] un
numero più ristretto di studiosi colloca anche
l'altra mitica città latina di Apiolae in territorio
marinese, ma l'ipotesi più diffusa è
che essa sorgesse in territorio di Genzano di Roma.
Indubbiamente tuttavia la gloriosa città latina
di Bovillae, in seguito municipium romano, era ubicata
nell'attuale territorio marinese, tra l'XI ed il XII
miglio della via Appia Antica, presso le frazioni
di Frattocchie e Due Santi: in quella zona sono stati
rinvenuti resti di un grande circo e di un teatro
risalenti all'età tiberiana e del sacello della
Gens Iulia. Lungo la moderna Strada Statale 7 Via
Appia inoltre, al chilometro 21, c'è il Torraccio,
un antico sepolcro romano adiacente al percorso della
via Appia Antica.
Mitreo
di Marino. Il santuario del culto del dio Mitra venne
realizzato riutilizzando una più antica cisterna
scavata nella roccia, di forma stretta e allungata.
La decorazione venne dipinta sulle pareti: all'ingresso
due piccoli riquadri raffigurano i geni mitraici portatori
di fiaccola (Cautes e Cautopates), mentre sulla parete
di fondo si trova il dipinto più importante,
raffigurante il dio Mitra nell'atto di uccidere il
toro cosmico, fiancheggiato sui due lati da due serie
verticali di riquadri più piccoli (Giganti
fulminati da Giove, Oceano, Nascita di Mitra, Mitra
doma il toro, Mitra inizia il dio Sole al suo culto,
Alleanza tra Mitra e il Sole, Mitra fa scaturire l'acqua
da una roccia colpendola con una freccia). Le pitture
sono state datate alla seconda metà del II
secolo. In fondo è conservato un piccolo altare
con iscrizione dello schiavo Crescente, gestore (actor)
di Alfio Severo. (Vedi Mitreo di Marino)
MANIFESTAZIONI
Sagra del'Uva (prima domenica di ottobre), con corteo
storico in costume rinascimentale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nel territorio marinese i primi insediamenti umani
attestati risalgono al I millennio a.C., nel periodo
laziale II A (900 a.C. - 830 a.C.). Risalgono invece
al periodo laziale III (770 a.C. - 730 a.C.) i primi
reperti rinvenuti nella necropoli di Riserva Del Truglio,
che ha però il suo massimo sviluppo durante
il periodo laziale IV A (730 a.C. - 640 a.C.): a questo
periodo risalgono circa una trentina di tombe rinvenute
nel territorio marinese, che compongono una delle
più importanti concentramenti di tombe dei
Colli Albani. È stato anche rinvenuto, presso
la stazione ferroviaria di Marino in località
Cave di Peperino, il fondale di una capanna risalente
a questo periodo, che rappresenta uno dei rari esempi
di questo genere nel Lazio. In età storica
pre-romana, diversi abitati sorsero nel territorio
marinese: Mugillae, abitato latino ubicato in prossimità
della frazione di Santa Maria delle Mole, fu rasa
al suolo nel 490 a.C. dai Volsci guidati da Gneo Marcio
Coriolano. Bovillae, città latina la cui ubicazione
è collocata discutibilmente tra la località
Colle Licia e la frazione di Frattocchie; fu rifugio
degli abitanti sfollati da Alba Longa dopo la sua
distruzione nel 658 a.C., e luogo di origine della
Gens Iulia, tanto che l'imperatore Tiberio Claudio
Nerone nel 14 istituì i Sodales Augustales
in città facendo erigere il grande circo ed
il teatro. Locus Ferentinus, foro della città
latina di Alba Longa, capitale della Lega Latina,
era anche il luogo delle adunate periodiche dei rappresentanti
delle trentasei città confederate; l'ipotesi
più accreditata è che questo luogo sorgesse
in località Prato della Corte, ovvero fuori
dall'ipotetica area urbana di Alba Longa e in prossimità
del leggendario Caput Aquae Ferentinum: tuttavia di
recente si è optato per ipotizzare l'ubicazione
del Locus presso la frazione Cecchina di Albano Laziale.
In età romana, probabilmente con scopi militari,
venne fondato l'insediamento fortificato di Castrimoenium,
ubicato molto probabilmente nell'attuale sito del
centro storico, precisamente nel rione Castelletto.
Da Castrimoenium partiva l' Aqua Taepula, un acquedotto
che assicurava alcune migliaia di metri cubi di rifornimento
d'acqua alla città di Roma. Nel 1962 è
stato rinvenuto, presso la stazione ferroviaria di
Marino, il mitreo di Marino, uno dei mitrei meglio
conservati del mondo, nonché uno dei due dipinti
a muro presenti in Italia.
Nel 313 almeno una parte del territorio marinese,
la possessio Marinas, sarebbe stato incluso tra i
terreni donati dall'imperatore Costantino I alla cattedrale
di Albano. Ad ogni modo, si ha la certezza che buona
parte dell'attuale territorio marinese, al pari di
quanto accadeva nel resto dei Colli Albani, divenisse
attorno al VI secolo proprietà della Chiesa
Romana. Queste proprietà furono gestite a partire
dal tempo di papa Gregorio I in Patrimonia, a loro
volta ripartiti in Massae. Il territorio marinese
fu in parte incluso nel Patrimonium Appiae e probabilmente
nella Massa Marulis, collocata convenzionalmente tra
Marino e Grottaferrata.
Il
territorio marinese nel X secolo venne, a giudicare
da quanto avvenne nel resto dei Colli Albani e nell'area
prenestina, concesso dai Papi alla potente famiglia
dei Conti di Tuscolo, che imperversava nell'Agro Romano
tra l'antica Tusculum, Ariccia e Velletri. Agapito
I dei Conti di Tuscolo in seguito, a quanto risulta
da un discutibile passo tratto dalle Croniche Sublacensi,
nel 1090 avrebbe concesso il castra Marinei ed altri
beni in dote ad una figlia sposa di Oddone Frangipane.
Iniziò così a Marino la signoria dei
Frangipane. Di questa famiglia, l'esponente più
importante fu una donna, Giacoma de Settesoli, vedova
di Graziano Frangipane, che tenne la signoria di Marino
dal 1210 al 1240 circa: ad essa, che fu anche benefattrice,
amica e seguace di San Francesco d'Assisi, si deve
la concessione dei primi Statuti della terra di Marino
e probabilmente anche la realizzazione della Chiesa
di Santa Lucia, oggi ridotta a Museo Civico Umberto
Mastroianni.
La
famiglia Frangipane si estinse nel 1253, alla morte
degli ultimi nipoti di Giacoma de Settesoli. Per disposizione
testamentaria, i feudi della famiglia furono divisi
tra l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata e i monaci
di San Saba a Roma; tuttavia il legato testamentario,
cardinal Matteo Rubeo Orsini, acquistò nel
1266 il castrum Marini et turrim cum ipsius tenimentum
suo per la somma di 13.000 provisini d'oro. Iniziò
così la signoria degli Orsini sul castello
di Marino.
Nel
1267 il senator romanus Arrigo di Castiglia, ghibellino,
assediò il castello di Marino nel quale si
erano asserragliati gli Orsini, di parte guelfa: il
castello resisté egregiamente all'assedio,
tanto che Arrigo dovette abbandonare l'impresa. Nel
1272 San Bonaventura da Bagnoregio, cardinale vescovo
di Albano, venne in visita al Santuario dell'Acquasanta
di Marino, presso il quale secondo la leggenda gli
apparve una visione che lo spinse ad inventare la
Confraternita del Gonfalone di Marino: questa pia
associazione, una delle più antiche d'Italia,
fu la prima in assoluto ad avere questa denominazione.
Nel
novembre 1347 il tribuno Cola di Rienzo, nel piano
della sua lotta contro le famiglie baronali romane,
assediò il castello di Marino, nel quale si
erano ritirati Rainaldo e Giordano Orsini. Poiché
il tribuno non riuscì a prendere il castello,
si consolò devastando le campagne circostanti
e distruggendo il castello rurale di Castelluccia.
Il
29 aprile 1379, durante lo Scisma d'Occidente (1378-1417),
fu combattuta la battaglia di Marino, scontro tra
le milizie italiane fedeli a papa Urbano VI, capeggiate
dal capitano di ventura Alberico da Barbiano, e le
milizie francesi fedeli all'antipapa Clemente VII,
capeggiate dal conte di Montoje. La battaglia fu vinta
dagli italiani, e rappresenta uno dei primi successi
di un esercito nazionale del nostro paese riunito
per una causa comune. L'allora signore di Marino,
Giordano Orsini, fedele alla causa dell'Antipapa,
fu cacciato dal feudo da suo figlio, Giacomo Orsini,
che invece era fedele al Papa.
Iniziò
così un conflitto familiare che generò
un lungo periodo di anarchia nel governo del castello:
infatti Giacomo Orsini rimase al potere a Marino dal
1379 al 1385; fu poi spodestato dal cugino Onorato
Caetani, che governò dal 1385 al 1399; quindi
il castello divenne un possesso della Camera Apostolica,
direttamente sottoposto al governo pontificio attraverso
la gestione di un castellano. Nel 1405 Giacomo Orsini
tornò a conquistare il castello, mantenendone
il possesso fino al 1408, anno in cui il re di Napoli
Ladislao I di Napoli, invadendo lo Stato Pontificio,
conquistò il castello e lo concesse ai suoi
alleati Giordano e Niccolò Colonna. Questi
tuttavia persero il feudo l'anno seguente, poiché
rientrò in possesso della Camera Apostolica
fino al 1413, quando Giacomo Orsini riconquistò
il castello per l'ennesima volta, venendone scacciato
definitivamente da Cristoforo Caetani nel 1414.
Non
appena il Concilio di Costanza elesse Papa Martino
V, al secolo Oddone Colonna, ponendo fine allo Scisma
d'Occidente, i nipoti del neo-Papa Giordano e Lorenzo
Colonna nel 1417 acquistarono il feudo di Marino dai
Caetani per 12.000 fiorini.
Nel
1424 papa Martino V sopraggiunse a Marino per assistere
il fratello Giordano morente. Lo stesso Papa il 1°
febbraio 1427 promulgò la bolla Etsi Prudens,
con la quale divise i beni della famiglia Colonna
tra i suoi tre nipoti Antonio, Odoardo e Prospero.
Marino fu concessa ad Odoardo.
Morto
Martino V nel 1431, il nuovo Papa Eugenio IV si scherò
contro i Colonna ed altre famiglie baronali romane,
e nel 1436 inviò il cardinal Giovanni Maria
Vitelleschi con un esercito a distruggere il Borghetto
di Grottaferrata, Albano e Castel Savello, feudi della
famiglia Savelli alleata dei Colonna: l'esercito minacciò
Marino, non tentando tuttavia di assediarla. Tuttavia,
i Colonna furono sconfitti dal Vitelleschi, la loro
roccaforte di Palestrina fu rasa selvaggiamente al
suolo e anche Marino divenne un feudo della Camera
Apostolica fino al 1448, anno in cui papa Niccolò
V restituì il feudo ad Odoardo Colonna.
Nel
1463 papa Pio II, in viaggio per i Castelli Romani,
visitò anche Marino e il suo territorio, lasciandone
un commento nei Commentarii.
Nel
1482 il castello fu occupato dai soldati napoletani
di Alfonso d'Aragona, duca di Calabria, che aveva
invaso lo Stato Pontificio. La guerra, che vide tra
alterne vicende il castello occupato dai Colonna,
dalle truppe di papa Sisto V e dalle milizie napoletane,
si concluse nel 1486 con la proclamazione dello statu
quo ante bellum. In questo periodo, il capitano pontificio
Paolo Orsini fece costruire la Rocca Orsini, complesso
fortificato che in seguito verrà trasformato
nell'attuale Palazzo Colonna.
Il
20 gennaio 1489 Agnese di Montefeltro, figlia di Federico
da Montefeltro e appena sposata a Fabrizio I Colonna
signore di Marino, fece il suo ingresso nel castello
con il suo corteo e i bagagli. L'anno seguente, sempre
a Marino, nacque la primogenita dell'unione tra Fabrizio
e Agnese, la poetessa Vittoria Colonna. Agnese di
Montefeltro non abbandonò quasi mai Marino,
tanto che espresse la volontà di esservi sepolta
alla sua morte, avvenuta nel 1523. A lei si fa risalire
il primo interessamento per la costruzione di Palazzo
Colonna.
Durante
la guerra tra Luigi XII di Francia e Ferdinando II
d'Aragona, papa Alessandro VI si era schierato con
i francesi, mentre i Colonna si erano schierati con
gli spagnoli. Perciò l'8 luglio 1501 venne
emanato il decreto di distruzione di Marino, Cave
ed altri feudi colonnesi: l'esecuzione dell'operazione
fu affidata al maresciallo di Francia Robert Stuart
d'Aubigny. Con questa triste circostanza si tende
convenzionalmente a considerare finito il periodo
medioevale a Marino.
Il
1° ottobre 1501 papa Alessandro VI donò
ai nipotini Rodrigo e Giovanni Borgia, figli di Lucrezia
Borgia, svariati feudi del Lazio tolti ai Colonna,
ai Savelli e agli Estouteville: Marino spettò
a Giovanni. Tuttavia, la signoria dei Borgia su Marino
fu effimera: alla morte di Alessandro VI, nel 1503,
il nuovo Papa Pio III restituì ai legittimi
proprietari i loro feudi, ed i Colonna rientrarono
in Marino.
Durante
la guerra tra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e il
re di Francia Francesco I di Valois, poiché
i Colonna si erano schierati con gli spagnoli di Carlo
e il Papa Clemente VII invece con i francesi, nel
novembre 1526 Marino, Zagarolo, Gallicano, Artena,
Subiaco e Cave furono rase al suolo da truppe pontificie,
tra le quali si distinsero nel saccheggio di Marino
i soldati velletrani. Infatti dopo il sacco di Roma
del maggio 1527, Fabrizio I Colonna, in quel momento
dalla parte dei vincitori, obbligò il Comune
di Velletri a risarcire pesantemente i danni causati
a Marino dai suoi soldati.
Il
14 marzo 1539, durante la guerra tra papa Paolo III
e la Spagna, in seguito allo schieramento dei Colonna
con la Spagna, il nipote del Papa, Pierluigi Farnese,
occupò Marino e dopo anche Rocca di Papa. Tra
il 1539 ed il 1549, così, Marino e altri trentacinque
feudi colonnesi nel Lazio furono sottoposti al governo
della Camera Apostolica. In seguito, alla morte di
Paolo III, Ascanio Colonna poté ritornare in
possesso dei suoi feudi. Proprio ad Ascanio Colonna
si devono i lavori per la costruzione di Palazzo Colonna,
affidati ad Antonio da Sangallo il Giovane, e per
la realizzazione dei sottostanti Giardini Colonna.
Nel
1556 la guerra tra papa Paolo IV e la Spagna i Colonna
subirono l'esproprio dei beni, affidati da allora
al nipote del Papa Carlo Carafa, che costituì
lo Stato di Paliano. Lo Stato tornò ai Colonna
nel 1559. Il 7 ottobre 1571 il signore di Marino Marcantonio
II Colonna vinse la battaglia di Lepanto al comando
della flotta pontificia: rientrò a Marino il
4 novembre. Si vuole che alla battaglia avessero partecipato
anche alcuni marinesi.
Nel
1596 le signorie di Marino e di Rocca di Papa, riunite
sotto un governatore residente a Marino valevano 472.727
scudi.
Nel
1599 i marinesi si ribellarono ai gabellieri del cardinal
Ascanio Colonna, e per reprimere il moto dovettero
intervenire truppe pontificie da Frascati e da Velletri.
In seguito Papa Paolo V ordinò un'indagine
sul fatto.
Il
1º luglio del 1606 papa Paolo V elevò
Marino a ducato, in favore del Cardinal Ascanio Colonna
e dei suoi eredi.
Nel
1618 viene proclamato patrono della città san
Barnaba e tra il 1640 e il 1662, per volere del duca
Filippo Colonna e del figlio di questi, il cardinal
Girolamo Colonna, venne edificata la basilica di San
Barnaba.
Durante
l'occupazione francese, Marino si costituì
come Repubblica gemellata alla Repubblica Romana nel
marzo 1798, e non partecipò all'insurrezione
antifrancese, ricevendo le lodi di Championnet.