Marino
Lazio

Marino, anche conosciuta come Marino Laziale, è una città della provincia di Roma situata nell’area del vulcano laziale, a nord del lago di Albano, su terrazzamenti lavici e tufacei, alle pendici del monte Cavo. Il territorio comunale confina con quello di Roma. Località famosa per il suo vino e per la rinomata Sagra dell'Uva, Marino è luogo di villeggiatura di diversi personaggi importanti e centro di rilievo storico, artistico, e sociale. È inoltre il dodicesimo comune più popoloso della provincia di Roma. Popolarmente, si dice che il territorio del comune di Marino ha la forma di una grande bistecca, estesa in direzione est-ovest nella parte settentrionale della cinta esterna dei Colli Albani. La sua superficie successivamente alla concessione dell'autonomia di Ciampino, concessa nel 1974, è di 26.10 km2; Ciampino era una infatti frazione di Marino. Inoltre, per un breve periodo, durante la denominazione francese dello Stato Pontificio, tra il 1807 ed il 1815, Grottaferrata, ex-feudo dell'Abbazia di San Nilo, venne unita in appodiato a Marino. Nel 1994 le frazioni di Frattocchie e Santa Maria delle Mole hanno tentato il distacco amministrativo, creando il comune autonomo di Boville, non riconosciuto ufficialmente e dunque decaduto dopo pochi mesi. Il territorio di Marino ricade in parte all'interno del Parco Regionale dei Castelli Romani e in parte anche nel Parco dell'Appia Antica. A Marino, nel Barco Colonna, si è conservato l'originario ambiente boschivo misto di latifoglie e caducifoglie, con querce, tigli, lecci e aceri. Il "bosco di Marino" e il parco Chigi di Ariccia sono gli unici luoghi nei Castelli in cui si sia conservata l'originale macchia precedente all'introduzione del castagno. Sempre nel bosco di Marino ci sono alcuni alberi di grandi dimensioni, come il carpino bianco di 105 cm di diametro, il più grande d'Italia, e il carpino nero. Inoltre c'è anche un tiglio di oltre un metro di diametro. Nel luglio 2007 sono andati a fuoco circa 100 ettari di area boschiva sulle sponde del Lago Albano, tra i comuni di Castel Gandolfo, Marino e Rocca di Papa. Il 6 agosto 2007 sono stati incendiati 6 ettari in località Costa Caselle e vicino Cava dei Selci.

ETIMOLOGIA
Secondo alcuni è un nome di persona, secondo altri riflette il nome latino Marius con l'aggiunta del suffisso -anus. Un'altra ipotesi ritiene che sia derivato da Massa Murinas, ossia una parte del fondo di Morena. Castrimoenium in latino.

FONTANE
Fontana degli Schiavi, detta anche dei Mori
Fontana di Nettuno, nota anche come Fontana del Cavallo

EDIFICI RELIGIOSI
Santuario della Madonna dell'Acqua Santa
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVII secolo)
Chiesa del SS. Rosario
Cappella del Gonfalone
Basilica Collegiata di San Barnaba Apostolo, eretta nel 1640 per volontà del cardinale Girolamo Colonna e progettata da Antonio Del Grande

EDIFICI STORICI
Palazzo Colonna; costruito tra il 1532 ed il 1622 sulla preesistente Rocca Orsini, il progetto è attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Il palazzo, di proprietà comunale dal 1916, è stato quasi interamente distrutto dai bombardamenti anglo-americani del 1944, e ricostruito tra il 1951 ed il 1958. Oggi ospita la sede del Comune di Marino. (Vedi Palazzo Colonna (Marino))
Palazzo Matteotti; costruito tra il 1881 ed il 1884 con il nome di Palazzo Comunale, appunto come sede municipale dal Comune di Marino su progetto dell'architetto Raffaele Ingami, ha mantenuto la sua funzione fino al 1958. È stato oggetto di grandi restauri negli anni novanta del XX secolo, ed oggi è sede della filiale Lazio Sud della Banca di Roma. (Vedi Palazzo Comunale (Marino))
Villa Colonna-Desideri di Belpoggio; costruita nel XVII secolo dal principe Filippo I Colonna, era una vasta tenuta di campagna, e tale rimase anche sotto altri proprietari, gli ultimi dei quali, i marchesi Desideri, la cedettero al Comune di Marino. Nel 1944 la palazzina della villa, risalente al XIX secolo, è stata rasa al suolo dai bombardamenti anglo-americani. Oggi la villa è un parco pubblico ed ospita la Biblioteca Comunale "Vittoria Colonna". (Vedi Villa Colonna di Belpoggio)
Giardini Colonna; costruiti insieme al Palazzo Colonna da Ascanio Colonna a partire dall'inizio del XVI secolo, fino al XIX secolo erano ancora un'area verde, divisa in Giardino Nuovo, la parte più grande, e Giardino Vecchio, la parte con il Casino Colonna. Oggi buona parte dell'area verde è occupata da abitazioni civili, mentre il Casino Colonna, che accoglie affreschi pregevoli, è stato proprietà privata di personaggi come Alberto Moravia e Umberto Mastroianni. (Vedi Giardini Colonna)
Palazzo Bandinelli. Il palazzo sorge a Borgo Garibaldi, fuori dall'antica cerchia muraria. Voluto da Bartolomeo Bandinelli nel XV secolo, passò poi in proprietà della Confraternita di San Giovanni Decollato di cui il Bandinelli era membro.
Palazzo Castagna. Il palazzo, eretto dal Cardinal Giovan Battista Castagna, amico di Marcantonio Colonna, poi divenuto papa Urbano VII, attorno al 1580 è anche detto dai marinesi "u palazzu pentu" per via degli ormai cancellati fregi dipinti che ne adornavano la facciata su corso Trieste.
Palazzo Capri.
Barco Colonna. Il Barco è situato sotto il centro storico, lungo il corso della Marana, e venne sistemato nel 1590 con un portale di accesso, oggi parzialmente interrato, statue di peperino e scenografiche fontane, oggi perdute.
Villa Colonna di Bevilacqua. La villa Colonna di Bevilacqua, tenuta estiva con veduta su Roma, divenne poi Villa Colizza dopo l'acquisizione della residenza da parte della famiglia Colizza, nell'Ottocento. Oggi è sede di un istituto religioso femminile, le cui suore sono chiamate dai marinesi "moniche 'e Colizza".
Villa della Sirena. La villa Colonna della Sirena a Frattocchie, fu fatta costruire alla metà del XVII secolo lungo il percorso della via Appia dal cardinal Girolamo Colonna, presso l'osteria delle Frattocchie. Prese il nome dalla statua di una sirena rinvenuta durante i lavori di edificazione e sistemata al di sopra del portale d'accesso. Fu spesso luogo di sosta per i pontefici che si recavano nella residenza papale di Castel Gandolfo. Presso la villa si installarono nel 1929 i Padri Trappisti, che costruirono nei pressi un convento con relativa chiesa. Famosa è la cioccolata da essi prodotta. (Vedi Convento dei Padri Trappisti)
Villa Sara. Villa Sara già villa Capri, in origine di proprietà anch'essa dei Colonna è situata sul tracciato dell'odierna Strada Statale 217 Via dei Laghi e passata quindi alla famiglia Capri. La villa è stata di proprietà di Sophia Loren e Carlo Ponti.
Villa Gabrielli. La proprietà, già agricola, fu rimessa a villa alla metà del '700 da Angelo Gabrielli Principe di Prossedi. Notevoli gli affreschi di gusto rococò: eseguiti intorno al 1765 e comprendenti - tra gli altri - ritratti familiari, scene di caccia, giochi di bambini, costituiscono uno dei più importanti lavori di decorazione d'interni settecentesca nei Castelli Romani. La villa fu acquistata e restaurata nel dopoguerra da Carlo Ponti, che vi risiedette con Sophia Loren, e al quale si deve l'ampliamento del parco ottocentesco.

INTERESSI ARCHEOLOGICI
Il territorio di Marino, come del resto tutta l'area dell'Agro Romano, è particolarmente ricco di vestigi dell'età antica.

La più antica testimonianza archeologica disponibile è rappresentata da un fondale di capanna neolitica rinvenuto in località Cave di Peperino negli anni '70 dal direttore del Museo Civico di Albano Laziale Pino Chiarucci.[25] Inoltre, ulteriori testimonianze preistoriche sono state riscontrate grazie al rinvenimento di numerose necropoli neolitiche nel territorio, come quella della località Riserva Del Truglio, composta da una trentina di tombe, e quelle di Costa Caselle e dei Pascolari di Castel Gandolfo.

Per approfondire, vedi le voci Mugillae e Bovillae.

Vari archeologici propendono per collocare la leggendaria città latina di Mugillae in prossimità della frazione di Santa Maria delle Mole su un'altura in località Falcognana dove sono stati rinvenuti reperti compatibili con una presenza urbana;[26] un numero più ristretto di studiosi colloca anche l'altra mitica città latina di Apiolae in territorio marinese, ma l'ipotesi più diffusa è che essa sorgesse in territorio di Genzano di Roma. Indubbiamente tuttavia la gloriosa città latina di Bovillae, in seguito municipium romano, era ubicata nell'attuale territorio marinese, tra l'XI ed il XII miglio della via Appia Antica, presso le frazioni di Frattocchie e Due Santi: in quella zona sono stati rinvenuti resti di un grande circo e di un teatro risalenti all'età tiberiana e del sacello della Gens Iulia. Lungo la moderna Strada Statale 7 Via Appia inoltre, al chilometro 21, c'è il Torraccio, un antico sepolcro romano adiacente al percorso della via Appia Antica.

Mitreo di Marino. Il santuario del culto del dio Mitra venne realizzato riutilizzando una più antica cisterna scavata nella roccia, di forma stretta e allungata. La decorazione venne dipinta sulle pareti: all'ingresso due piccoli riquadri raffigurano i geni mitraici portatori di fiaccola (Cautes e Cautopates), mentre sulla parete di fondo si trova il dipinto più importante, raffigurante il dio Mitra nell'atto di uccidere il toro cosmico, fiancheggiato sui due lati da due serie verticali di riquadri più piccoli (Giganti fulminati da Giove, Oceano, Nascita di Mitra, Mitra doma il toro, Mitra inizia il dio Sole al suo culto, Alleanza tra Mitra e il Sole, Mitra fa scaturire l'acqua da una roccia colpendola con una freccia). Le pitture sono state datate alla seconda metà del II secolo. In fondo è conservato un piccolo altare con iscrizione dello schiavo Crescente, gestore (actor) di Alfio Severo. (Vedi Mitreo di Marino)

MANIFESTAZIONI
Sagra del'Uva (prima domenica di ottobre), con corteo storico in costume rinascimentale.

ORIGINI E CENNI STORICI
Nel territorio marinese i primi insediamenti umani attestati risalgono al I millennio a.C., nel periodo laziale II A (900 a.C. - 830 a.C.). Risalgono invece al periodo laziale III (770 a.C. - 730 a.C.) i primi reperti rinvenuti nella necropoli di Riserva Del Truglio, che ha però il suo massimo sviluppo durante il periodo laziale IV A (730 a.C. - 640 a.C.): a questo periodo risalgono circa una trentina di tombe rinvenute nel territorio marinese, che compongono una delle più importanti concentramenti di tombe dei Colli Albani. È stato anche rinvenuto, presso la stazione ferroviaria di Marino in località Cave di Peperino, il fondale di una capanna risalente a questo periodo, che rappresenta uno dei rari esempi di questo genere nel Lazio. In età storica pre-romana, diversi abitati sorsero nel territorio marinese: Mugillae, abitato latino ubicato in prossimità della frazione di Santa Maria delle Mole, fu rasa al suolo nel 490 a.C. dai Volsci guidati da Gneo Marcio Coriolano. Bovillae, città latina la cui ubicazione è collocata discutibilmente tra la località Colle Licia e la frazione di Frattocchie; fu rifugio degli abitanti sfollati da Alba Longa dopo la sua distruzione nel 658 a.C., e luogo di origine della Gens Iulia, tanto che l'imperatore Tiberio Claudio Nerone nel 14 istituì i Sodales Augustales in città facendo erigere il grande circo ed il teatro. Locus Ferentinus, foro della città latina di Alba Longa, capitale della Lega Latina, era anche il luogo delle adunate periodiche dei rappresentanti delle trentasei città confederate; l'ipotesi più accreditata è che questo luogo sorgesse in località Prato della Corte, ovvero fuori dall'ipotetica area urbana di Alba Longa e in prossimità del leggendario Caput Aquae Ferentinum: tuttavia di recente si è optato per ipotizzare l'ubicazione del Locus presso la frazione Cecchina di Albano Laziale. In età romana, probabilmente con scopi militari, venne fondato l'insediamento fortificato di Castrimoenium, ubicato molto probabilmente nell'attuale sito del centro storico, precisamente nel rione Castelletto. Da Castrimoenium partiva l' Aqua Taepula, un acquedotto che assicurava alcune migliaia di metri cubi di rifornimento d'acqua alla città di Roma. Nel 1962 è stato rinvenuto, presso la stazione ferroviaria di Marino, il mitreo di Marino, uno dei mitrei meglio conservati del mondo, nonché uno dei due dipinti a muro presenti in Italia.
Nel 313 almeno una parte del territorio marinese, la possessio Marinas, sarebbe stato incluso tra i terreni donati dall'imperatore Costantino I alla cattedrale di Albano. Ad ogni modo, si ha la certezza che buona parte dell'attuale territorio marinese, al pari di quanto accadeva nel resto dei Colli Albani, divenisse attorno al VI secolo proprietà della Chiesa Romana. Queste proprietà furono gestite a partire dal tempo di papa Gregorio I in Patrimonia, a loro volta ripartiti in Massae. Il territorio marinese fu in parte incluso nel Patrimonium Appiae e probabilmente nella Massa Marulis, collocata convenzionalmente tra Marino e Grottaferrata.

Il territorio marinese nel X secolo venne, a giudicare da quanto avvenne nel resto dei Colli Albani e nell'area prenestina, concesso dai Papi alla potente famiglia dei Conti di Tuscolo, che imperversava nell'Agro Romano tra l'antica Tusculum, Ariccia e Velletri. Agapito I dei Conti di Tuscolo in seguito, a quanto risulta da un discutibile passo tratto dalle Croniche Sublacensi, nel 1090 avrebbe concesso il castra Marinei ed altri beni in dote ad una figlia sposa di Oddone Frangipane. Iniziò così a Marino la signoria dei Frangipane. Di questa famiglia, l'esponente più importante fu una donna, Giacoma de Settesoli, vedova di Graziano Frangipane, che tenne la signoria di Marino dal 1210 al 1240 circa: ad essa, che fu anche benefattrice, amica e seguace di San Francesco d'Assisi, si deve la concessione dei primi Statuti della terra di Marino e probabilmente anche la realizzazione della Chiesa di Santa Lucia, oggi ridotta a Museo Civico Umberto Mastroianni.

La famiglia Frangipane si estinse nel 1253, alla morte degli ultimi nipoti di Giacoma de Settesoli. Per disposizione testamentaria, i feudi della famiglia furono divisi tra l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata e i monaci di San Saba a Roma; tuttavia il legato testamentario, cardinal Matteo Rubeo Orsini, acquistò nel 1266 il castrum Marini et turrim cum ipsius tenimentum suo per la somma di 13.000 provisini d'oro. Iniziò così la signoria degli Orsini sul castello di Marino.

Nel 1267 il senator romanus Arrigo di Castiglia, ghibellino, assediò il castello di Marino nel quale si erano asserragliati gli Orsini, di parte guelfa: il castello resisté egregiamente all'assedio, tanto che Arrigo dovette abbandonare l'impresa. Nel 1272 San Bonaventura da Bagnoregio, cardinale vescovo di Albano, venne in visita al Santuario dell'Acquasanta di Marino, presso il quale secondo la leggenda gli apparve una visione che lo spinse ad inventare la Confraternita del Gonfalone di Marino: questa pia associazione, una delle più antiche d'Italia, fu la prima in assoluto ad avere questa denominazione.

Nel novembre 1347 il tribuno Cola di Rienzo, nel piano della sua lotta contro le famiglie baronali romane, assediò il castello di Marino, nel quale si erano ritirati Rainaldo e Giordano Orsini. Poiché il tribuno non riuscì a prendere il castello, si consolò devastando le campagne circostanti e distruggendo il castello rurale di Castelluccia.

Il 29 aprile 1379, durante lo Scisma d'Occidente (1378-1417), fu combattuta la battaglia di Marino, scontro tra le milizie italiane fedeli a papa Urbano VI, capeggiate dal capitano di ventura Alberico da Barbiano, e le milizie francesi fedeli all'antipapa Clemente VII, capeggiate dal conte di Montoje. La battaglia fu vinta dagli italiani, e rappresenta uno dei primi successi di un esercito nazionale del nostro paese riunito per una causa comune. L'allora signore di Marino, Giordano Orsini, fedele alla causa dell'Antipapa, fu cacciato dal feudo da suo figlio, Giacomo Orsini, che invece era fedele al Papa.

Iniziò così un conflitto familiare che generò un lungo periodo di anarchia nel governo del castello: infatti Giacomo Orsini rimase al potere a Marino dal 1379 al 1385; fu poi spodestato dal cugino Onorato Caetani, che governò dal 1385 al 1399; quindi il castello divenne un possesso della Camera Apostolica, direttamente sottoposto al governo pontificio attraverso la gestione di un castellano. Nel 1405 Giacomo Orsini tornò a conquistare il castello, mantenendone il possesso fino al 1408, anno in cui il re di Napoli Ladislao I di Napoli, invadendo lo Stato Pontificio, conquistò il castello e lo concesse ai suoi alleati Giordano e Niccolò Colonna. Questi tuttavia persero il feudo l'anno seguente, poiché rientrò in possesso della Camera Apostolica fino al 1413, quando Giacomo Orsini riconquistò il castello per l'ennesima volta, venendone scacciato definitivamente da Cristoforo Caetani nel 1414.

Non appena il Concilio di Costanza elesse Papa Martino V, al secolo Oddone Colonna, ponendo fine allo Scisma d'Occidente, i nipoti del neo-Papa Giordano e Lorenzo Colonna nel 1417 acquistarono il feudo di Marino dai Caetani per 12.000 fiorini.

Nel 1424 papa Martino V sopraggiunse a Marino per assistere il fratello Giordano morente. Lo stesso Papa il 1° febbraio 1427 promulgò la bolla Etsi Prudens, con la quale divise i beni della famiglia Colonna tra i suoi tre nipoti Antonio, Odoardo e Prospero. Marino fu concessa ad Odoardo.

Morto Martino V nel 1431, il nuovo Papa Eugenio IV si scherò contro i Colonna ed altre famiglie baronali romane, e nel 1436 inviò il cardinal Giovanni Maria Vitelleschi con un esercito a distruggere il Borghetto di Grottaferrata, Albano e Castel Savello, feudi della famiglia Savelli alleata dei Colonna: l'esercito minacciò Marino, non tentando tuttavia di assediarla. Tuttavia, i Colonna furono sconfitti dal Vitelleschi, la loro roccaforte di Palestrina fu rasa selvaggiamente al suolo e anche Marino divenne un feudo della Camera Apostolica fino al 1448, anno in cui papa Niccolò V restituì il feudo ad Odoardo Colonna.

Nel 1463 papa Pio II, in viaggio per i Castelli Romani, visitò anche Marino e il suo territorio, lasciandone un commento nei Commentarii.

Nel 1482 il castello fu occupato dai soldati napoletani di Alfonso d'Aragona, duca di Calabria, che aveva invaso lo Stato Pontificio. La guerra, che vide tra alterne vicende il castello occupato dai Colonna, dalle truppe di papa Sisto V e dalle milizie napoletane, si concluse nel 1486 con la proclamazione dello statu quo ante bellum. In questo periodo, il capitano pontificio Paolo Orsini fece costruire la Rocca Orsini, complesso fortificato che in seguito verrà trasformato nell'attuale Palazzo Colonna.

Il 20 gennaio 1489 Agnese di Montefeltro, figlia di Federico da Montefeltro e appena sposata a Fabrizio I Colonna signore di Marino, fece il suo ingresso nel castello con il suo corteo e i bagagli. L'anno seguente, sempre a Marino, nacque la primogenita dell'unione tra Fabrizio e Agnese, la poetessa Vittoria Colonna. Agnese di Montefeltro non abbandonò quasi mai Marino, tanto che espresse la volontà di esservi sepolta alla sua morte, avvenuta nel 1523. A lei si fa risalire il primo interessamento per la costruzione di Palazzo Colonna.

Durante la guerra tra Luigi XII di Francia e Ferdinando II d'Aragona, papa Alessandro VI si era schierato con i francesi, mentre i Colonna si erano schierati con gli spagnoli. Perciò l'8 luglio 1501 venne emanato il decreto di distruzione di Marino, Cave ed altri feudi colonnesi: l'esecuzione dell'operazione fu affidata al maresciallo di Francia Robert Stuart d'Aubigny. Con questa triste circostanza si tende convenzionalmente a considerare finito il periodo medioevale a Marino.

Il 1° ottobre 1501 papa Alessandro VI donò ai nipotini Rodrigo e Giovanni Borgia, figli di Lucrezia Borgia, svariati feudi del Lazio tolti ai Colonna, ai Savelli e agli Estouteville: Marino spettò a Giovanni. Tuttavia, la signoria dei Borgia su Marino fu effimera: alla morte di Alessandro VI, nel 1503, il nuovo Papa Pio III restituì ai legittimi proprietari i loro feudi, ed i Colonna rientrarono in Marino.

Durante la guerra tra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e il re di Francia Francesco I di Valois, poiché i Colonna si erano schierati con gli spagnoli di Carlo e il Papa Clemente VII invece con i francesi, nel novembre 1526 Marino, Zagarolo, Gallicano, Artena, Subiaco e Cave furono rase al suolo da truppe pontificie, tra le quali si distinsero nel saccheggio di Marino i soldati velletrani. Infatti dopo il sacco di Roma del maggio 1527, Fabrizio I Colonna, in quel momento dalla parte dei vincitori, obbligò il Comune di Velletri a risarcire pesantemente i danni causati a Marino dai suoi soldati.

Il 14 marzo 1539, durante la guerra tra papa Paolo III e la Spagna, in seguito allo schieramento dei Colonna con la Spagna, il nipote del Papa, Pierluigi Farnese, occupò Marino e dopo anche Rocca di Papa. Tra il 1539 ed il 1549, così, Marino e altri trentacinque feudi colonnesi nel Lazio furono sottoposti al governo della Camera Apostolica. In seguito, alla morte di Paolo III, Ascanio Colonna poté ritornare in possesso dei suoi feudi. Proprio ad Ascanio Colonna si devono i lavori per la costruzione di Palazzo Colonna, affidati ad Antonio da Sangallo il Giovane, e per la realizzazione dei sottostanti Giardini Colonna.

Nel 1556 la guerra tra papa Paolo IV e la Spagna i Colonna subirono l'esproprio dei beni, affidati da allora al nipote del Papa Carlo Carafa, che costituì lo Stato di Paliano. Lo Stato tornò ai Colonna nel 1559. Il 7 ottobre 1571 il signore di Marino Marcantonio II Colonna vinse la battaglia di Lepanto al comando della flotta pontificia: rientrò a Marino il 4 novembre. Si vuole che alla battaglia avessero partecipato anche alcuni marinesi.

Nel 1596 le signorie di Marino e di Rocca di Papa, riunite sotto un governatore residente a Marino valevano 472.727 scudi.

Nel 1599 i marinesi si ribellarono ai gabellieri del cardinal Ascanio Colonna, e per reprimere il moto dovettero intervenire truppe pontificie da Frascati e da Velletri. In seguito Papa Paolo V ordinò un'indagine sul fatto.

Il 1º luglio del 1606 papa Paolo V elevò Marino a ducato, in favore del Cardinal Ascanio Colonna e dei suoi eredi.

Nel 1618 viene proclamato patrono della città san Barnaba e tra il 1640 e il 1662, per volere del duca Filippo Colonna e del figlio di questi, il cardinal Girolamo Colonna, venne edificata la basilica di San Barnaba.

Durante l'occupazione francese, Marino si costituì come Repubblica gemellata alla Repubblica Romana nel marzo 1798, e non partecipò all'insurrezione antifrancese, ricevendo le lodi di Championnet.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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