Lariano
è un comune di circa 13.000 abitanti della
provincia di Roma. Il comune di Lariano è posto
alle pendici del Monte Artemisio, sui Colli Albani,
tra Velletri, di cui è stato frazione fino
al 1967, e Artena mentre la parte sud confina con
la provincia di Latina Giulianello di Cori. Gran parte
del suo territorio ricade all'interno dei confini
del Parco Regionale dei Castelli Romani. Il clima
di Lariano è fondamentalmente mite con inverni
piovosi, temperature autunnali superiori a quelle
primaverili ed estati ventilate. Nellarea dei
Colli Albani, dunque anche a Lariano, si presenta
il fenomeno detto stau, che consiste nella riduzione
del vapore acqueo nelle nuvole man mano che il terreno
si alza. Perciò la piovosità maggiore
si avrà sulle prime alture dei colli, rivolte
verso il mare, verso sud sud-ovest, e la minore verso
nord. Lariano risulta piuttosto piovosa con 1200 mm
annui di precipitazioni. Lestate è calda
e asciutta, linverno è mite senza, in
genere, che vengano raggiunte temperature eccessivamente
basse. A Lariano nevica raramente e gli accumuli superiori
ai 10 cm si verificano solo in presenza di un freddo
generalizzato marcato. In estate le temperature possono
raggiungere i 35 °C con punte di 37 °C. La
temperatura non ha mai raggiunto i 40 °C. Lariano
è famosa per la qualità del proprio
pane, di colore scuro perché fatto con farina
integrale. Il "Pane di Lariano" viene preparato
nella maniera tradizionale, con cottura nel forno
a legna di castagno. Tutti gli anni, nel mese di settembre,
vi si svolge la Sagra del Fungo Porcino, allestita
ogni volta nel campo da calcio locale.
ETIMOLOGIA
Potrebbe derivare dal nome latino di persona Larius
con l'aggiunta del suffisso -anus che indica proprietà.
Secondo altri il nome deriva da un antico ara Jani,
ossia un tempio eretto in onore al dio Giano.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Lariano deve il suo nome dai ruderi del castello che
era situato sul Monte Artemisio, in seguito conosciuto
come Maschio di Lariano. Si presume che nell'anno
328 a.C. il castello, detto anche dell'Algido, assumesse
il nome di Ariano. In seguito, fondendosi l'articolo
con il nome, si arrivò a Lariano. Nel Carmen
saeculare il poeta Quinto Orazio Flacco afferma che
sul Monte Algidus in tempi remoti vi fosse un tempio
dedicato alla dea Diana. Tito Livio, nella sua Storia
Romana, narra che in questi luoghi, romani ed equi
si affrontarono in aspri combattimenti per circa due
secoli. Per la posizione invidiabile, i patrizi romani
edificarono diverse ville, come è testimoniato
dai reperti conservati nei Musei Vaticani ed in quello
del comune di Velletri. È certo che il Maschio
di Lariano per la sua posizione strategica che gli
permetteva di dominare da un lato la via Appia e dall'altro
la via Anagnina, oltre a diventare un luogo importante
e popoloso, fu al centro delle mire espansionistiche
delle famiglie più potenti. Demetrio, figlio
di Melosio, operò nel X secolo la ricostruzione
del castello per dar rifugio sicuro alle persone durante
l'invasione degli arabi nell'846. Le contese per il
possesso del Maschio di Lariano videro come protagonisti
le potenti famiglie dei Conti di Tuscolo, degli Annibaldi,
dei Savelli e soprattutto dei Colonna. La Chiesa romana
rivendicò il diretto dominio nel Conclave che
si tenne a Viterbo nel 1269, in cui la Rocca di Lariano
fu definita praetiosa. I territori passarono sotto
la completa dipendenza della Chiesa sotto papa Alessandro
III. Il luogo era ritenuto di estrema sicurezza, tanto
che nel 1200 papa Innocenzo III vi fece rifugiare
il Visconte di Campiglia, quando questi fu fatto prigioniero
dai romani durante la guerra contro Viterbo. Nel 1235
papa Gregorio IX incluse la Rocca di Lariano tra le
"Castellanie della Chiesa". Papa Clemente
IV nominò quale castellano il cavaliere templare
fra Raimondo. Alla morte di papa Clemente, avvenuta
il 29 novembre 1268 ed essendo vacante il soglio pontificio,
Ricciardello Annibaldi, agendo di sorpresa si impadronì
del castello di Lariano, dopo aver fatto scorrerie
nel territorio circostante. Fu allora che le milizie
di Velletri, esortate dal Collegio dei Cardinali,
riuniti a Viterbo, tentarono a più riprese
di conquistare il Castello in nome e per conto della
Chiesa. La conquista non riuscita a Velletri, riuscì
alla famiglia Colonna. A quel tempo Lariano doveva
contare un buon numero di abitanti, forse superiore
a quelli di Marino e Rocca di Papa. Alla fine del
1300 il Castello di Lariano era in possesso di Niccolò
Colonna che lo mantenne fin quando l'antipapa Clemente
VII non lo consegnò a Giordano Orsini. I Colonna
non si dettero per vinti e il Castello tornò
a loro fino al 1412, anno in cui Teobaldo Annibaldi
riuscì a riconquistarlo. Nel 1417 il cardinale
Oddone Colonna salì al soglio pontificio con
il nome di Martino V e riassegnò il Castello
ai suoi parenti, ma nel 1431 morì e il nuovo
pontefice papa Eugenio IV revocò tutti i privilegi
che i Colonna avevano conseguito sotto Martino V.
I Colonna si rivoltarono contro le decisioni del Papa,
costringendolo a fuggire in barca lungo il Tevere
per rifugiarsi prima a Firenze e poi a Bologna. Eugenio
IV reagì scomunicando i Colonna. La scomunica
comportava la confisca dei beni e tra questi era incluso
il Castello di Lariano con i territori ad esso annessi.
I Colonna non cedettero e scoppiò la guerra.
Gli ottomila fanti del Papa riconquistarono alla Chiesa
Albano, Castel Gandolfo, Civita, Zagarolo e perfino
Palestrina feudo principale dei Colonna, ma non riuscirono
nella conquista del Castello di Lariano. Il Papa inviò
ben quattromila fanti ad assediare Lariano e a questi
si aggiunsero altri ottocento soldati di Velletri,
guidati da Paolo Annibaldi della Molara. Vi fu un
attacco in massa e i difensori si attestarono con
armi nella chiesa di San Silvestro. La lotta durò
ancora qualche tempo, fino a che i Larianesi, sfiniti
e senza possibilità di aiuti da altre casate
capitolarono. Il 26 ottobre 1436 dal Castello uscirono
in segno di resa Nardo Di Stefano e Cola di Nardo
Sindaci. Il Castello di Lariano fu distrutto, incendiato
e raso al suolo e il territorio fu donato da Eugenio
IV a Velletri in riconoscenza dell'aiuto che i soldati
veliterni avevano dato all'esercito del Papa. Si è
supposto che, dopo la distruzione della fortezza,
la popolazione dedita alle armi accettasse di trasferirsi
a Velletri con il solo scopo di continuare, il mestiere
delle armi; mentre la popolazione contadina preferì
restare nei luoghi dove era nata e dove per sempre
era vissuta. Il centro attuale di Lariano sorse da
capanne che occupavano la zona sottostante il Maschio
di Lariano, divenute centro agricolo verso la fine
del XVII secolo e gli inizi del XVIII.