Lanuvio
(l'antica Civita Lavinia) è un comune di circa
13.000 abitanti situato in provincia di Roma, a circa
33 km a sud est della capitale, sui Colli Albani;
fa parte dei Castelli Romani. Il territorio di Lanuvio
ricade in parte all'interno dei confini del Parco
regionale dei Castelli Romani. Dal punto di vista
climatico il territorio rientra nel dominio del clima
temperato mediterraneo con inverni miti, temperature
autunnali superiori a quelle primaverili, estati ventilate.
Nellarea dei Colli Albani, dunque anche a Lanuvio,
si presenta il fenomeno detto stau, che consiste nella
riduzione del vapore acqueo nelle nuvole man mano
che il terreno si alza. Perciò la piovosità
maggiore si avrà sulle prime alture dei colli,
rivolte verso il mare, verso sud sud-ovest, e la minore
verso nord. Lanuvio, trovandosi sulla traiettoria
delle correnti umide tirreniche, risulta piuttosto
piovosa con 10001100 mm annui di precipitazioni.
I venti spirano prevalentemente da sud e da ovest,
più raramente da nord e da est. Normalmente
la zona è battuta da venti di scirocco e libeccio,
ma talvolta compare anche il ponentino, vento caratteristico
della zona di Roma. Lestate è calda e
asciutta, linverno mite e piovoso senza, in
genere, che vengano raggiunte temperatura eccessivamente
basse. A Lanuvio nevica molto raramente e solo in
caso di freddo intenso generalizzato. In estate le
temperature possono raggiungere i 35 °C con punte
di 38 °C. La temperatura non ha mai raggiunto
i 40 °C. La principale attività del paese
è l'Agricoltura, in particolar modo la Viticoltura.
Lanuvio e la vicina Genzano si trovano infatti al
centro del comprensorio di produzione del vino DOC
Colli Lanuvini e Colli Lanuvini superiore. Molto importanti
sono inoltre le attività nell'ambito dell'Olivicoltura,
della Floricoltura, della Frutticoltura e della produzione
di ortaggi. Anche l'industria e il commercio hanno
la loro importanza, specie lungo la Strada Regionale
Nettunense, che collega Roma con Aprilia (Italia),
Anzio (RM), e Nettuno (Italia).
ETIMOLOGIA
Chiamata anticamente Lanuvium, probabilmente deriva
dal latino lama, ossia palude.
DA
VEDERE
La Collegiata
Santuario della Madonna delle Grazie
Museo Civico Lanuvino
Tempio di Giunone (Juno Sospita)
Ponte Loreto (resti di ponte romano nelle campagne
lungo la via Astura)
Centro storico nella cinta muraria medievale a quattro
torri
ORIGINI
E CENNI STORICI
L'odierno centro urbano insiste sul sito dell'antica
Lanuvium, ben identificata quest'ultima grazie alle
testimonianze di Strabone e di Appiano. Sulle presunte
origini di Lanuvio, ci sono pervenute una serie di
tradizioni tra loro contrastanti, cosa questa tra
l'altro riscontrabile per altre città del Lazio
antico. La prima che si rifà al filone greco-argivo
è quella tramandata da Appiano, secondo cui
la fondazione di Lanuvio fu dovuta a Diomede figlio
di Tideo, signore di Argo. La seconda, invece, relativa
al filone troiano, è emersa grazie al ritrovamento
di frammenti di intonaco rinvenuti nel 1969 a Taormina
e appartenenti al ginnasio dell'antica Tauromenion,
dove si parla di Fabio Pittore, primo annalista romano,
e gli si attribuisce la narrazione dell'arrivo in
Italia, in seguito alla guerra di Troia, di un certo
Lanoios, fondatore nel Lazio di una cittadina, che
avrebbe preso da lui il nome. Studi sulla veridicità
di queste tradizioni si sono susseguiti nel tempo,
e tra l'altro gli ultimi progressi della ricerca archeologica
hanno restituito loro un buon margine di credibilità,
anche se alcune di esse sono da prendere cum grano
salis. Per Lanuvio, infatti, c'è discordanza
tra le fonti antiche, che riporterebbero la fondazione
della cittadina agli anni immediatamente successivi
alla guerra di Troia (1180-1170 a.C.), e le testimonianze
archeologiche i cui reperti più antichi, rinvenuti
sul colle San Lorenzo, si datano al più presto
agli inizi del IX secolo a.C. Le prime notizie attendibili
che abbiamo della cittadina ci testimoniano che, sul
finire del VI secolo a.C., faceva parte dei trenta
populi della lega latina, populi che si riunivano
nel lucus di Diana Nemorense. Insorse, insieme ad
altre città latine, contro Roma, nella battaglia
presso Aricia (504 a.C.), in quella del lago Regillo
(496 a.C.), nel 383 a.C., nel 341 a.C., con esiti
quasi sempre negativi.
In seguito all'ultima e definitiva sconfitta avvenuta
nel 338 a.C., perse, insieme alle altre cittadine
del Latium Vetus, l'indipendenza, ma già nel
332 a.C. ottenne un trattamento di privilegio e la
Civitas cum suffragio da parte di Roma, in cambio
di ammettere il popolo romano ad amministrare la metà
dei proventi del santuario di Giunone Sospita.
Dal 332 a.C. fino allo scoppio della prima guerra
civile (87-86 a.C.), Lanuvio mantenne un elevato grado
di benessere, ma parteggiando in quest'ultimo frangente
per Silla, venne ridotta da Mario a colonia militare.
Siccome gli eventi di quegli anni erano soggetti a
repentini mutamenti politici, avvenne che il partito
mariano cadde in rovina e Lanuvio, in poco tempo,
ritornò ad essere una cittadina di primissimo
piano. Le fonti antiche, infatti, ci testimoniano
come Lanuvio, a partire dall'età tardo-repubblicana,
divenne meta dei personaggi più in vista della
politica romana, vi ebbero dimora: Marco Emilio Lepido,
Marco Giunio Bruto, Augusto e Marco Aurelio. Diede
anche i natali al console dell'anno 62 a.C. Lucio
Licinio Murena e agli imperatori Antonino Pio e Commodo.
Con l'editto di Teodosio del 391, che sanciva il Cristianesimo
come unica religione dell'impero romano, iniziò
la decadenza e l'inesorabile abbandono dell'antica
Lanuvio. Questo editto comportò infatti anche
l'immediata chiusura di tutti i templi pagani tra
cui anche quello di Giunone Sospita, funzionante fin
dal VI secolo a.C., e che era stato l'elemento propulsore
della cittadina per dieci secoli. I recenti studi
dell'archeologo Christian Mauri hanno permesso di
ricostruire la storia medievale di Lanuvio, finora
ancora poco conosciuta ( Il castello medievale
di Lanuvio, tesi di laurea presso l'Università
La Sapienza di Roma, 2001 ). È stato osservato
come il castello medievale sia stato eretto al di
sopra di una precedente colonia romana dell'età
di Silla, di cui si conservano ancora oggi parte delle
mura di cinta ( un tratto di queste mura è
stato erroneamente attributo in passato alla scena
del teatro romano, risalente invece all'età
augustea ). La viabilità moderna del centro
storico di Lanuvio ricalca inoltre la precedente viabilità
romana ad assi ortogonali. Nel IX secolo, in seguito
alle invasioni dei Saraceni, venne fondata la città
altomedievale di Civita Novina ( variante di Civita
Nova ) ed in questa circostanza le mura di cinta romane
vennero restaurate con murature costituite da blocchi
di tufo di spoglio, ancora oggi visibili in più
punti lungo il castello.[3]. All'interno di Civita
Novina sorgevano due chiese altomedievali entrambe
del VI secolo, quella di S. Maria ( corrispondente
all'odierna collegiata di S. Maria Maggiore ) e quella
di S. Andrea dei Goti ( di cui si scorge
labside in opera listata in Piazza del tempio
dErcole ). Nel corso del Trecento il parziale
passaggio di proprietà del castello nelle mani
dei Frangipane coincise anche con il cambiamento del
nome in Civita Lavinia, che rimarrà al paese
fino al 1914 ( allorquando venne ripristinato lantico
nome romano di Lanuvio ). Tra i monumenti medievali
più importanti segnaliamo il Torrione cilindrico
posto all'ingresso del castello ed eretto nel 1480
dal celebre cardinale Guglielmo dEstouteville,
del quale campeggia lo stemma marmoreo,[4] e le torri
rotonde cinquecentesche, fatte costruire probabilmente
da papa Alessandro VI Borgia tra il 1501 ed il 1503,
anni in cui questo papa risulta essere proprietario
del castello.[5]. Da segnalare anche la residenza
fortificata dei Frangipane ed una casa medievale con
torre inglobata nel successivo Palazzo Colonna.[6].
Anche se il sito non fu abbandonato nei secoli successivi
all'editto di Teodosio, notizie certe di esso si hanno
soltanto a partire dall'XI secolo d.C., quando, stando
all'erudito locale Mons. Galieti, rinacque grazie
all'opera dei monaci Benedettini col nome di Civita
Lavinia. Gaetano Moroni nel suo "Dizionario di
erudizione storico-ecclesiastica" Vol. XXIX,
p. 38, riferisce altri nomi attribuiti a Lanuvio in
età medievale: "Civitas Lanivina",
"Civitas Lavina", "Civitas Labina",
e per corruzione "Civita Nevina" e "Civita
Innivina", in quanto Lanuvio venne confusa con
l'antica Lavinium. La località, e poi il comune,
hanno conservato il nome di "Civita Lavinia"
fino al 1914, quando il nome venne cambiato in quello
attuale di "Lanuvio". Il Ratti nella "Storia
di Genzano", pag. 47-48, riferisce che Lanuvio
venne data nel 1216 dal Papa Onorio III Savelli ai
monaci della Basilica di San Lorenzo fuori le mura.
Il Nibby nella "Analisi storico-topografico-antiquaria
della carta dei dintorni di Roma" (1837) ritiene
che quell'evento rappresentò il ripopolamento
di Lanuvio, supportando questa ipotesi sul fatto che
i Savelli furono signori del paese per lo meno fino
al 1410, quando l'Antipapa Giovanni XXIII lo diede
ai Colonna. Rimase sotto il dominio dei Colonna fino
al 1564, anno in cui fu venduta, insieme ad Ardea,
e Genzano, a Giuliano Cesarini, marchese di Civitanova
Marche, al prezzo di 105.000 scudi. I secoli dall'XI
fino alla seconda metà dei XVI erano concitati
per Lanuvio: saccheggi, assedi, donazioni. Per esempio,
nel 1482 Civita Lavinia fu assediata e poi conquistata
dal Duca di Calabria in lotta con Sisto IV; riconquistata
nel 1485 dopo dalla truppe del nuovo papa Innocenzo
VIII, venne data agli Orsini; i Colonna la riconquistarono
al prezzo di una sanguinosa guerra, ma con un altrettanto
sanguinoso evento il 19 febbraio 1486 venne riconquistata
dalle truppe papali e successivamente di nuovo dai
Colonna. Con l'avvento dei Cesarini prima e dei Cesarini-Sforza
poi si ebbe un periodo di relativa tranquillità.
Papa Sisto V eresse Civita Lavinia in Marchesato,
titolo acquisito dai Cesarini. I Cesarini abbellirono
Civita Lavinia col concorso di architetti come Carlo
Fontana (autore della imponente fontana), allievo
del Bernini, e Tommaso Mattei (autore della torre
campanaria della Chiesa di santa Maria Maggiore),
allievo del rivale Borromini, o pittori quali Giulio
Romano, allievo di Raffaello Sanzio.
Nel 1798 Lanuvio rischiò di essere rasa al
suolo dalle truppe francesi che volevano vendicare
la morte di alcuni compagni qui uccisi, mentre scoppiava
la controrivoluzione sanfedista. Venne salvata per
l'intercessione della signora Teresa Dionigi che intervenne
presso il rivoluzionario francese Paul-Louis Courier.
Nella seconda guerra mondiale, per l'importanza della
sua posizione strategica, venne bombardata dal mare
e sottoposta alle incursioni aeree delle armate alleate
sbarcate ad Anzio. Completamente distrutto, il paese
risorse grazie allo spirito di iniziativa della popolazione
lanuvina.