Gaeta è un comune del Lazio situato nella parte meridionale
della provincia di Latina. Sede arcivescovile e del Parco
Regionale Riviera di Ulisse, sorge nel golfo omonimo sul
Mar Tirreno e dista circa 80 km da Napoli e 120 km da Roma.
DA VEDERE
Castello
Angioino-Aragonese
Non è facile risalire al periodo in cui fu costruito
il Castello di Gaeta. Probabilmente fu eretto nel VI secolo
durante la guerra dei Goti o nel VII secolo quando le zone
marittime del Lazio e della Campania erano oggetto delle
mire espansive dei Longobardi. Nei documenti gaetani di
quel periodo ci si inizia a riferire a Gaeta con l'appellativo
di "Kastrum". Notizie certe dell'esistenza del
Castello di Gaeta si hanno al tempo di Federico II di Svevia,
il quale durante il periodo delle lotte col papato, soggiornò
in diverse occasioni in Gaeta, e, intuendone la posizione
strategica, nel 1223 vi fece fortificare il castello. La
struttura che oggi ammiriamo, grande circa mq 14.100, è
detta Castello Angioino-Aragonese perché è
composta da due edifici comunicanti realizzati in due momenti
storici diversi, uno più in basso detto "Angioino",
realizzato durante la dominazione francese degli angioini,
e uno più in alto detto "Aragonese", fatto
costruire dall'imperatore Carlo V insieme a tutte le altre
opere di difesa militare che andarono a rafforzare la Piazzaforte
di Gaeta. L'ala angioina fino a pochi anni fa è stata
sede del Carcere Militare di Gaeta, attualmente è
di proprietà del Comune di Gaeta, chiusa in attesa
di restauro, e vi è un protocollo d'intesa firmato
tra la Città di Gaeta e l'Università di Cassino
(FR) che intende destinare in futuro tale ala del castello
come sede delle facoltà universitarie di discipline
marinare. L'ala aragonese fino al termine della II Guerra
Mondiale è stata sede di un Battaglione Allievi Carabinieri,
oggi invece ospita la Scuola Nautica della Guardia di Finanza.
Nella cupola della torre più alta del castello vi
è la Cappella Reale, voluta dal re Ferdinando di
Borbone nel 1849.
Cattedrale
di Sant'Erasmo
Fu edificata nel X-XI secolo su di una pre-esistente chiesa
dedicata a Santa Maria del Parco del VII secolo, consacrata
da papa Pasquale II nel 1106. All'interno vi sono molte
opere d'arte, come il Cero Pasquale del XIII secolo ornato
con bassorilievi dedicati alle vite di Gesù Cristo
e Sant'Erasmo, e nella cripta sono sepolti i corpi dei santi
Erasmo, Marciano, Innocenzo, Secondino, Porbo, Casto ed
Europa. Il suo campanile, alto 57 metri, è di stile
arabo-normanno e risale al XII secolo. Al suo ingresso è
posto un bassorilievo rappresentante la pistrice che ingoia
e rigetta Giona.
Tempio
di San Francesco
Fu edificata per la prima volta nel 1222 dallo stesso San
Francesco d'Assisi nel luogo dove dimorava quando veniva
ad evangelizzare i gaetani. L'attuale struttura in stile
neo-gotico è opera delle donazioni di due grandi
monarchi, re Carlo II d'Angiò e re Ferdinando II
di Borbone. Infatti sulla facciata sono poste a ricordo
le loro statue più quella di S. Francesco nell'atto
di benedire, e, a dividere la grande scalinata d'accesso,
c'è una superba statua rappresentante la Fede che
sorregge la croce.
Chiesa
di Santa Lucia
La Chiesa di Santa Lucia è forse la più antica
chiesa di Gaeta, edificata nel VII secolo. Dal 1387, fu
la Cappella reale dove si recavano a pregare, venendo dal
castello, re Ladislao in compagnia della moglie, regina
Costanza Chiaramonte, e della madre Margherita di Durazzo.
In
origine era stata dedicata a Santa Maria in Pensulis e aveva
una disposizione ortogonale rispetto all'attuale edificio,
che è il frutto di più restauri resisi necessari
nel tempo, i più noti sono quelli realizzati nel
1648, nel 1930 e nei primi anni '80 del secolo scorso.
Ad
oggi si presenta a pianta longitudinale e divisa in tre
navate separate da due file di quattro colonne.
Al
suo interno sono conservate opere di Giovanni da Gaeta.
L'edificio
oggi è di proprietà del Comune di Gaeta.
Attualmente
è sconsacrata e, su richiesta degli interessati,
utilizzata per la celebrazione del matrimonio con rito civile
in alternativa a quello celebrato nella Casa Comunale.
Saltuariamente
al suo interno vi vengono tenuti dei concerti di musica
classica a titolo gratuito.
Chiesa
di San Giovanni a Mare
Edificata nel X secolo dal duca di Gaeta Giovanni IV, presenta
come caratteristiche la cupola in stile arabo e il pavimento
leggermente inclinato per permettere il defluire delle acque
del mare nei periodi di alta marea essendo stata eretta
nelle vicinanze del mare, all'esterno della cinta muraria,
parzialmente demolita agli inizi degli anni Sessanta
Chiesa
dell'Annunziata
Edificata nel 1321 dall'Università di Gaeta in stile
gotico a navata unica e venne affiancata nel 1355 dall'Ospedale
dell'Annunziata, destinato ad assistere i poveri e i bambini
abbandonati, affidati alle cure delle suore attraverso una
ruota girevole. Sul suo fianco interno si trova la cappella
denominata Grotta d'Oro, in cui pregarono vari pontefici,
tra cui papa Pio IX e Giovanni Paolo II, detta così
perché ha la volta a botte costituita da cassettoni
di legno intagliati e dorati. Nella Chiesa dell'Annunziata
si conservano decine di codici preziosissimi che riportano
musica sacra e sono stati copiati a mano dai monaci amanuensi.
Spettacolari sono le miniature di tali manoscritti.
Chiesa
di S. Maria di Porto Salvo (detta "degli scalzi")
Fu edificata nel XV secolo. Ogni anno, la seconda domenica
di agosto, parte da questa Chiesa una tradizionale processione
che porta la statua della Madonna di Porto Salvo, protettrice
dei pescatori e dei naviganti, su una barca al centro del
golfo di Gaeta. Durante tale processione la barca che trasporta
la statua della Madonna è seguita da molti natanti
e l'evento si conclude con la posa in mare di una corona
di fiori in ricordo di tutte le vittime del mare. La cerimonia
è tra le più suggestive del litorale laziale.
Santuario
della SS. Trinità (detto anche "Santuario della
Montagna Spaccata")
Fu edificato nell'XI secolo, sorge su una fenditura nella
roccia che giunge fin nella Grotta del Turco, creatasi,
secondo la leggenda, al tempo della morte di Cristo, quando
si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Lungo
la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo
la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare
sulla parete di destra un distico latino con a fianco la
cosiddetta "Mano del Turco", la forma di una mano
(le cinque dita nella roccia) che, secondo la leggenda,
si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco
miscredente si era appoggiato alla roccia che miracolosamente
divenne morbida sotto la sua pressione formando l'impronta
della mano.
In
questo Santuario vi pregarono numerosi pontefici, tra cui
Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui Bernardino da
Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, San
Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo e San Filippo Neri.
La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all'interno
della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra
nota ancora oggi come "Il letto di San Filippo Neri".
Il
santuario è sede dei missionari del P.I.M.E. Nel
1434 dall'alto dei due costoni di roccia che hanno dato
origine al nome (di montagna spaccata) si staccò
un macigno che andò ad incastrarsi più in
basso tra le pareti della fenditura. Su di esso venne realizzata
una piccola cappella dedicata al Crocifisso (sec. XIV),
dall'interno della quale si può ammirare lo strapiombo
su cui è situata.
Castello
Angioino-Aragonese
Non è facile risalire al periodo in cui fu costruito
il Castello di Gaeta. Probabilmente fu eretto nel VI secolo
durante la guerra dei Goti o nel VII secolo quando le zone
marittime del Lazio e della Campania erano oggetto delle
mire espansive dei Longobardi. Nei documenti gaetani di
quel periodo ci si inizia a riferire a Gaeta con l'appellativo
di "Kastrum". Notizie certe dell'esistenza del
Castello di Gaeta si hanno al tempo di Federico II di Svevia,
il quale durante il periodo delle lotte col papato, soggiornò
in diverse occasioni in Gaeta, e, intuendone la posizione
strategica, nel 1223 vi fece fortificare il castello.
La
struttura che oggi ammiriamo, grande circa mq 14.100, è
detta Castello Angioino-Aragonese perché è
composta da due edifici comunicanti realizzati in due momenti
storici diversi, uno più in basso detto "Angioino",
realizzato durante la dominazione francese degli angioini,
e uno più in alto detto "Aragonese", fatto
costruire dall'imperatore Carlo V insieme a tutte le altre
opere di difesa militare che andarono a rafforzare la Piazzaforte
di Gaeta.
L'ala
angioina fino a pochi anni fa è stata sede del Carcere
Militare di Gaeta, attualmente è di proprietà
del Comune di Gaeta, chiusa in attesa di restauro, e vi
è un protocollo d'intesa firmato tra la Città
di Gaeta e l'Università di Cassino (FR) che intende
destinare in futuro tale ala del castello come sede delle
facoltà universitarie di discipline marinare.
L'ala
aragonese fino al termine della II Guerra Mondiale è
stata sede di un Battaglione Allievi Carabinieri, oggi invece
ospita la Scuola Nautica della Guardia di Finanza.
Nella
cupola della torre più alta del castello vi è
la Cappella Reale, voluta dal re Ferdinando di Borbone nel
1849.
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini del nome di Gaeta sono tuttora avvolte nella
leggenda: Strabone indicò la sua provenienza dal
termine "Gaetas" usato dai pescatori laconi per
indicare il sito, con chiaro riferimento all'ampia insenatura
del suo golfo; Diodoro Siculo collegò queste terre
al mito degli argonauti facendo derivare il nome della città
da "Aietes", mitico padre di Medea (figlia di
Circe), la maga innamorata di Giasone. Virgilio, nell' "Eneide"
(Eneide, VII, 1-4) trovò la sua origine nel nome
della nutrice di Enea,"Cajeta", sepolta dall'eroe
troiano in quel sito durante il suo viaggio verso le coste
laziali. Dante, quasi a significare la storicità
dell'Eneide, confermò l'avvenimento (Inferno, XXVI,
92). I primi insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono
al VIII secolo a.C., ma fu solo nel 345 a.C. che finì
sotto l'influenza di Roma. Durante il periodo romano Gaeta
divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato
da imperatori, ricchi patrizi romani, da consoli e da famosi
senatori dell'epoca. Per favorire la loro venuta fu persino
costruita una nuova strada romana, la Via Flacca, più
breve rispetto all'Appia. Il suo territorio, peraltro, è
situato all'interno di quell'area geografica denominata,
in epoca imperiale, Latium adjectum. Tale nome era infatti
riferito ai territori "aggiunti", in seguito alle
prime espansioni di Roma verso sud, al Latium vetus (terra
di origine dei latini), con la conseguente scomparsa di
altri popoli preromani (Volsci,Equi, Ernici e Ausoni). Ormai
già con Augusto e la sua riforma amministrativa,
i territori di Gaeta ricadevano nella regione unica che
i romani chiamavano con il nome Latium e che terminava proprio
con l'attuale confine con la Campania del fiume Liri-Garigliano.
Di quel periodo restano visibili molte vestigia, come ad
esempio il Mausoleo che sorge sulla sommità di Monte
Orlando di Lucio Munazio Planco, console romano, prefetto
dell'Urbe, generale di Giulio Cesare (attraversò
con lui il fiume Rubicone, fu al suo fianco nelle campagne
galliche) di Marco Antonio e di Ottaviano detto Augusto.
Con la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente iniziò
un periodo buio di transizione, caratterizzato da continui
saccheggi ad opera delle popolazioni barbariche prima e
dei Saraceni poi. Proprio per la sua caratteristica posizione
su di una penisola naturale, facilmente difendibile, piano
piano si trasformò in un castrum: Gaeta fu fortificata
con cinte murarie e sulle pendici di Monte Orlando; sulla
zona alta dell'antico borgo medioevale sorse il castello
di Gaeta a difesa dell'abitato, e le popolazioni delle zone
limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare
ospitalità, rifugio e protezione. Le prime notizie
del castello risalgono al VI secolo nella guerra contro
i Goti, nel X secolo se ne fa cenno all'interno delle carte
del Codex diplomaticus cajetanus, ma notizie certe della
sua esistenza si hanno nel XII secolo, durante la dominazione
Sveva. Infatti Federico II di Svevia venne in diverse occasioni
a Gaeta e, durante le lotte tra guelfi e ghibellini, creò
delle fortificazioni per difendere meglio i confini del
suo regno: nel 1223 fece costruire quelle per il castello
di Gaeta (che quindi era già esistente all'epoca).
Già nell'VIII secolo Gaeta si rese autonoma dall'autorità
imperiale e nell'anno 839 la carica di Ipata venne assunta
da Costantino Gaetani, figlio del conte Anatolio. Il Ducato
di Gaeta nacque ufficialmente solo un secolo dopo, quando
Giovanni I Gaetani assunse il titolo di Duca di Gaeta nel
917. Il ducato di Gaeta durò per circa due secoli,
durante i quali Gaeta ebbe una propria solidità militare,
un'autonomia politica dall'Impero Romano d'Oriente, un'autonomia
giurisdizionale, dei propri istituti giuridici civici, una
propria moneta (il "follaro") ed era dedita ai
ricchi traffici commerciali via mare. I Gaetani (o Caetani)
che hanno il blasone familiare uguale a quello della città
di Gaeta con l'aggiunta dei pali rossi in campo d'oro d'Aragona,
mantennero il dominio sulla città di Gaeta fino all'inizio
dell'XII secolo, quando il duca Giovanni V fu deposto dal
Principe di Capua, dopo l'invasione normanna della città
del 1140, ad opera di Ruggero II della dinastia degli Altavilla,
che però fu benevolo nei confronti di Gaeta e le
lasciò numerosi privilegi come ad esempio una certa
autonomia politica e una moneta propria. Con Ruggero II
nacque quello che per i successivi sette secoli sarà
un regno unitario, e Gaeta divenne città di confine
tra tale regno e lo Stato della Chiesa. In questo periodo,
così come durante la dominazione Sveva (1194-1266)
la città ricoprì un ruolo politico secondario.
Durante il periodo angioino, invece, (1266-1435) la città
tornò alla ribalta sulla scena del Regno. Dal 1378
fu per qualche anno la residenza dell'antipapa Clemente
VII, alleato della Regina Giovanna I. Dal 1387 vi si stabilì,
temporaneamente in esilio, lerede al trono Ladislao
dei d'Angiò-Durazzo, che celebrò in città,
il 21 settembre 1389, le sue nozze con Costanza Chiaramonte,
figlia del Conte di Modica e Vicario del Regno di Sicilia,
Manfredi III Chiaramonte. Anche la futura Regina Giovanna
II, sorella di Ladislao, soggiornò per molto tempo
a Gaeta, dove scelse di farsi incoronare nel 1419. Dal 1435
Alfonso d'Aragona fece di Gaeta la base per la conquista
del trono di Napoli a discapito di Renato, ultimo sovrano
della dinastia Angioina a regnare sul Meridione d'Italia,
sconfitto definitivamente nel 1442. Durante questo periodo
la città fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto
"Alfonsino", mentre il vecchio (chiamato "Angioino")
fu ampliato e unito al nuovo. Il re capì quanto fosse
importante il possesso di tale città e volle ulteriormente
fortificare Gaeta, con l'aggiunta di due nuove cinte murarie
(oggi scomparse). Gaeta subì ben quattordici assedi
che coincisero con importanti avvenimenti, a partire dalla
sconfitta del ducato di Gaeta (con annessione al Regno di
Sicilia) fino all'ultimo assedio, quello tenuto nel 1861
dalle truppe del generale piemontese Enrico Cialdini (che
sarà poi nominato duca di Gaeta) e che diede inizio
all'unità d'Italia. Con la dominazione spagnola,
iniziata nel 1504, il ruolo di "piazzaforte del Regno
di Napoli" fu ancora di più accentuato e la
città fu dotata di nuovissime fortificazioni bastionate,
alle pendici del Monte Orlando, aggiornate contro le ultime
e più potenti armi da fuoco. Fu con l'arrivo degli
spagnoli che alcuni personaggi politici, passati in disgrazia,
vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui Giovanni
Caboto, che si rifugiò a Venezia, prendendone la
cittadinanza 15 anni dopo. Nel 1571 si radunò nel
porto di Gaeta la flotta pontificia che, al comando dell'ammiraglio
Marcantonio Colonna, salpò il 24 giugno 1571 per
unirsi al resto della flotta cristiana, comandata da don
Giovanni d'Austria, per combattere i saraceni. Il comandante
della flotta pontificia aveva ricevuto il 20 giugno 1571
dal Papa San Pio V lo Stendardo di Lepanto, realizzato in
seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia pontificia.
L'ammiraglio Colonna nella Cattedrale di Gaeta, davanti
a Sant'Erasmo, fece voto che se avesse vinto avrebbe donato
lo Stendardo di Lepanto alla Cattedrale di Gaeta e lo avrebbe
posto ai piedi del santo, patrono dei marinai. La battaglia
navale tra la flotta della "Lega Santa" e la flotta
dell'Impero Ottomano ebbe luogo il 7 ottobre 1571 a Lepanto
e fu vinta dalle forze cristiane. Al suo ritorno in Gaeta
Marcantonio Colonna mantenne fede al giuramento fatto. Nel
1734 Gaeta fu conquistata da Carlo III di Borbone, fondatore
del ramo napoletano della dinastia dei Borbone. Il 25 novembre
1848 il papa Pio IX si rifugiò a Gaeta, ospite dei
Borbone, in seguito alla proclamazione della Repubblica
Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase fino al
4 settembre 1849, periodo durante il quale Gaeta assunse
la denominazione di "Secondo Stato della Chiesa".
E fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX, illuminato
dallo Spirito Santo durante le sue preghiere presso la Cappella
d'Oro, decise di scrivere l'enciclica Ubi primum con cui
interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità
di proclamare il Dogma dell'Immacolata Concezione, cosa
che avvenne al suo ritorno a Roma. Il 13 febbraio 1861 Francesco
II di Borbone si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo
regno, capitolando all'assedio delle truppe del generale
Enrico Cialdini (assedio di Gaeta (1860-1861)): finì
così di esistere il Regno delle Due Sicilie Il Borgo
di Gaeta, frazione di Gaeta fuori le mura, con Regio Decreto
del 15 marzo 1897, diventò comune autonomo sotto
la spinta dei suoi esponenti liberali. Prese il nome di
Comune di Elena in onore dellallora principessa Elena,
futura regina d'Italia. Trenta anni dopo, esattamente con
Regio Decreto del 17 febbraio 1927, i Comuni di Gaeta e
di Elena vennero uniti nuovamente sotto il nome Gaeta. Borgo
di Gaeta oggi si identifica come rione Porto Salvo. La città,
storicamente parte dell'antica provincia di Terra di Lavoro
in Campania, fu trasferita al Lazio nel periodo fascista,
quando venne incorporata nella nascente Provincia di Littoria
(Latina).