Esperia
è un comune di 4.000 abitanti della provincia di
Frosinone. Esperia è uno dei comuni più ampi
della provincia ed il più esteso degli Aurunci, raggiungendo
le vette montagnose alle spalle della cittadina costiera
di Formia. Il suo territorio è per lo più
montuoso e boscoso con un'ampia escursione di quota: dai
42 m s.l.m. ai 1307 m. Il centro è situato sulle
pendici del Monte Cecubo a 5 km dalla SS 630 Cassino-Formia
e a circa 10 km da Pontecorvo. Esperia é Medaglia
d'oro al Merito Civile: «Piccolo Comune con pochissime
migliaia di abitanti, occupato per la posizione strategicamente
favorevole dall'esercito tedesco impegnato a difesa della
linea "Gustav", fu obiettivo di ripetuti e selvaggi
bombardamenti che provocarono numerosissime vittime civili
e la quasi totale distruzione dell'abitato. Con l'arrivo
degli alleati il paese subì, poi, una serie impressionante
di furti, omicidi e saccheggi e dovette registrare più
di settecento atti di efferata violenza su donne, ragazze
e bambini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio
di spirito di sacrificio e elette virtù civiche.».
È la sede della XIX Comunità Montana "L'Arco
degli Aurunci" e fa parte del Parco naturale dei Monti
Aurunci
ETIMOLOGIA
Il toponimo Esperia risale al 1867 allorquando le attuali
frazioni si unirono in ununica amministrazione e Roccaguglielma
venne scelta come sede municipale. Il nome scelto per la
nuova realtà amministrativa indica lastro Espero
ovvero il nome con cui gli antichi Greci indicavano la penisola
italiana.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Alcuni studiosi fanno risalire i primi insediamenti sul
territorio esperiano come conseguenza della distruzione
della colonia romana di Interamna Lirenas o all'epoca tardo-antica
sul monte Cecubo; certa è invece la creazione di
borghi voluta da Montecassino nel X sec. La popolazione
che prima di allora abitava piccoli insediamenti sparsi
sul territorio fu fatta progressivamente convogliare nei
pressi di San Pietro e di San Paolo della Foresta, due monasteri
benedettini costruiti per sostituire lantico Santo
Stefano, distrutto tra l817 e l828 dai musulmani.
Il normanno Guglielmo di Blosseville, nello stesso periodo,
fece confluire la popolazione sempre da insediamenti locali
nel castrum sul monte Cecubo da lui voluto. Il castello
prese il nome di Roccaguglielma e aveva il fine di controllare
il passo che permette di raggiungere da Pontecorvo e Aquino,
città dei Normanni, Gaeta senza dover passare per
Cassino. Nei secoli la collocazione strategica di Roccaguglielma
e del suo feudo ne fece un territorio spesso conteso. Tra
le famiglie nobili che ne presero possesso si ricordano
gli Spinelli, che nel XIV sec. realizzarono molte opere
edilizie, i della Rovere e i Farnese, Nel 1497 e nel 1503
Roccaguglielma e il suo territorio subirono pesanti distruzioni
a opera del capitano spagnolo Gonsalvo di Cordoba. Il periodo
più florido fu tra il XVI e il XVII sec. Nel 1636
il feudo fu devoluto alla camera regia. Nel 1654, a seguito
di un violento terremoto, si ebbe una nuova devastazione.
Lesperiano Clino Roselli ebbe parte attiva nella Repubblica
Partenopea, ma venne giustiziato dai Borbonici nel 1799.
Erano gli anni di maggiore diffusione locale del brigantaggio,
che aveva forte presa sulla popolazione rurale spesso in
funzione anti-napoleonica; agirono sul territorio litrano
Frà Diavolo nel periodo napoleonico e Chiavone nel
periodo post-unitario. Sotto il governo di Murat, si realizzò
una nuova sistemazione amministrativa del territorio: Roccaguglielma
fu separata dalle attuali frazioni di Esperia inferiore
e Monticelli che costituirono il comune di San Pietro in
Curulis. Dopo lUnità dItalia, nel 1867,
Roccaguglielma e San Pietro si fusero e presero il nome
di Esperia. Col declino delle opportunità date da
uneconomia rurale, Esperia iniziò a spopolarsi
progressivamente. Esperia si trova lungo quella che fu la
linea Gustav durante il secondo conflitto mondiale: il territorio
fu più volte bombardato, la popolazione fuggì
ma ci furono comunque ingenti perdite. Lo sfondamento del
fronte avvenne proprio a Esperia per opera delle truppe
franco-maghrebine, a cui poi fu concesso di usare la popolazione
a piacimento. Per questo episodio al comune fu conferita
l'onorificenza della medaglia d'oro al merito civile. La
coltivazione e la lavorazione del tabacco e la pastorizia
rimangono le maggiori attività produttive del comune;
lemigrazione, iniziata nel XIX sec., si protrae oggi
verso i centri industriali.
DA
VEDERE
Il primo monumento che appare di Esperia sono i suoi monti
e la loro folta vegetazione. In Santa Maria Maggiore, a
Esperia superiore, si possono ammirare unopera del
pittore Taddeo Zuccari, la statua lignea del protettore
San Clino abate, che si dice riprenda i lineamenti di Clino
Roselli, e un bassorilievo del 1521. Nella chiesa barocca
della Madonna di Loreto si conserva una Madonna lignea risalente
al XVI secolo e due opere del pittore Luca Giordano. Vi
sono poi le chiese di San Donato, di Santa Maria di Montevetro,
con affreschi del XV secolo, e il seicentesco Santuario
della Madonna delle Grazie, ampliato nell'Ottocento, che
si trova accanto ai resti del castello. Dell'antico monastero
di San Pietro in Foresta oggi purtroppo rimane solo una
torre. Recentemente (2006) in località San Martino,
sono state scoperte e attualmente in fase di studio, orme
di dinosauro di diverse specie. I primi studi fanno risalire
queste impronte presumibilmente a 250 milioni di anni fa.
RIEPILOGO
EDIFICI RELIGIOSI
Santuario della Madonna delle Grazie, sul monte Cecubo
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore (a Esperia Superiore)
Chiesa di Santa Maria di Montevetro
Chiesa di San Donato, sul monte Oro
Chiesa della Madonna di Loreto, in stile barocco