Cisterna
di Latina o più semplicemente Cisterna nell'uso comune,è
un comune di 34.000 abitanti della provincia di Latina,
distante circa 17 km dal capoluogo. Ai margini settentrionali
dell'Agro pontino, ha origini antichissime ma del suo passato
non è rimasto quasi più nulla a causa dei
bombardamenti della seconda guerra mondiale che la rasero
al suolo. Ricostruita velocemente, ha conosciuto negli ultimi
cinquant'anni un grande boom economico e demografico. È
conosciuta come la città dei butteri. Cisterna di
Latina, sorge alle porte dell'Agro pontino, in un territorio
in larga parte pianeggiante, ad eccezione di piccoli rilevi
dei Monti Lepini e dei Colli Albani, ai confini con i territori
comunali di Cori e Velletri. Fino al 1932, il suo territorio
era fra i più grandi e vasti d'Italia, comprendendo
una larga fetta delle antiche "paludi pontine",
di cui era l'ingresso. Successivamente parte del suo territorio
fu ceduto al neonato comune di Latina. Il clima è
mite, soprattutto d'inverno quando la temperatura scende
raramente sotto lo 0°. D'estate, invece è particolarmente
caldo e a volte, anche afoso, nonostante venga mitigato
dal vicino mare. Il territorio comunale ospita numerose
località d'interesse naturalistico: l'oasi WWF del
Giardino di Ninfa, la tenuta di Torrecchia Vecchia, recentemente
donata alla città dagli eredi del suo proprietario
Carlo Caracciolo, il bosco di San Biagio e la riserva del
Filetto.Investimenti nell'agricoltura specializzata, con
la produzione in particolare del kiwi (nella versione locale
del kiwi latina IGP), di cui Cisterna è il primo
produttore nazionale, hanno permesso un rilancio della sua
economia. Negli ultimi tempi, è sorto in città
un comitato con l'obiettivo di riportare il nome della città
da Cisterna di Latina a più semplicemente Cisterna,
com'era prima dell'Unità d'Italia.
ETIMOLOGIA
Secondo la tradizione il nome si riferisce alla presenza
di una cisterna che l'imperatore Nerone fece costruire per
l'approvvigionamento di acqua in zona. L'attuale specifica
"di Latina" fu introdotta nel 1946 in sostituzione
della specifica "di Roma" e "di Littoria".
PALAZZO
CAETANI
Palazzo Caetani fu costruito nel 1560, per volontà
di Onorato Caetani, e venne ultimato nel 1574. Il palazzo
fu fatto erigere sulle rovine della antica rocca dei Frangipane,
di cui ha inglobato una torre quadrata in pietra, l'unico
edificio sfuggito alle devastazioni precedenti. Non ha una
pianta completamente regolare, in quanto ha inglobato l'antica
torre e ha dovuto seguire la conformazione ondulata del
terreno. Comprende due torri e un cortile quadrato interno,
pavimentato a selci. Buona parte del palazzo è crollato
sotto le bombe della Seconda guerra mondiale e in molti
tratti, è stato irrimediabilmente danneggiato. Sottoposto
ad un delicato restauro negli anni novanta, il palazzo ha
recuperato in parte l'antica bellezza, degli affreschi tardo-rinascimentali
e delle sale del palazzo. Nel 2008 era previsto un radicale
intervento al piano nobile per eliminare ulteriori superfetazioni
e incongruenze architettoniche ma il cantiere è fermo.
Palazzo Caetani ospita ogni anno, numerosi eventi e manifestazioni
culturali (mostre, presentazioni, convegni, concerti, esibizioni
teatrali) soprattutto nella suggestiva cornice del suo caratteristico
chiostro. È sede permanente della Biblioteca Comunale
e di una sezione della Facoltà d'Ingegneria dell'Università
"La Sapienza" di Roma. Nel Palazzo è allestita
la Pinacoteca Civica d'arte moderna e contemporanea, una
selezione di opere di artisti locali e nazionali. In due
sale è stato allestito il Museo dei Butteri e del
Cavallo, dove sono conservati documenti e materiali sulla
vita nelle paludi pontine e sull'allevamento dei butteri;
nonché opere d'arte dedicate al cavallo (Aligi Sassu,
Mirella Bentivoglio fra gli autori).
Sala
Zuccari
Nota anche come "Sala del Vescovo", era la sala
di rappresentanza dei Caetani e le sue pareti sono state
affrescate dai fratelli Zuccari. Gli affreschi rappresentano
i possedimenti dei Caetani (Ninfa, Sermoneta, Circeo, il
mare, la campagna) nonché uno spaccato delle paludi
pontine nel XVI secolo. Oggi la sala ospita convegni e incontri,
nonché i matrimoni civili.
Grotte
di Palazzo Caetani
Le Grotte di Palazzo Caetani, costituiscono un complesso
di grotte, cave e cunicoli sotterranei che si snodano sotto
Palazzo Caetani. La più antica è la cisterna
di Nerone, che avrebbe dato nome all'intero abitato. Le
altre sono una serie di antiche cave di tufo e pozzolana,
scavate per ricavare il materiale necessario per costruire
le case di Cisterna. Molte di queste grotte sono ancora
inesplorate e si ritiene che in passato, furono impiegate,
anche come passaggio segreto da parte della famiglia Caetani
o degli altri proprietari del palazzo. Le Grotte diventarono
durante la Seconda guerra mondiale, un rifugio sicuro per
i Cisternesi. Vi scamparono ai bombardamenti alleati, circa
4.000 persone. Oggi, una parte delle Grotte sono state restaurate
e aperte al pubblico mentre nel mese di marzo, ospitano
le manifestazioni in memoria dell'"Esodo Cisternese"
e della distruzione totale della città.
CHIESA
SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO
L'attuale edificio della Chiesa di Santa Maria Assunta è
il frutto delle ricostruzioni effettuate dopo le distruzioni
della Seconda guerra mondiale. La nuova chiesa, ha mantenuto
l'antico lineamento neoclassico e la divisione in tre navate,
separate da un colonnato. È sopravvissuta (si dice
miracolosamente) una statua marmorea del patrono San Rocco,
risalente al 1725, di scuola canoviana. L'antica chiesa,
invece è stata fatta costruire dai Caetani e nel
1582, fu elevata al titolo di collegiata e il suo clero
fu unito a quello di Ninfa. Aveva due portali d'ingresso,
ornate con due stipiti in travertino e un Coro in noce,
opera di Francesco Giangiacomo, autore fra gli altri di
alcuni stucchi e dipinti insieme al pittore velletrano Vincenzo
Vilà. Si trovava, dietro l'altare, un dipinto cinquecentesco
dell'Assunta. La chiesa, aveva inoltre sei cappelle, dedicate
a: S.S. Sacramento, San Rocco, S.S. Crocefisso, S.S. Salvatore,
San Paolo e Santa Teresa. Il portale in bronzo, forgiato
nel 1981 da Angelo Biancini a Faenza, raffigura attraverso
un ciclo di bassorilievi, tutti gli eventi principali della
storia di Cisterna.
EX
CONVENTO S. ANTONIO ABATE (IL MULINO)
L'edificio, in stato d'abbandono, contiene affreschi di
interesse storico realizzati da Girolamo Siciolante da Sermoneta
e dai fratelli Zuccari. Il complesso comprende una chiesa
del XVI secolo; v'è inoltre un chiostro al centro
dell'edificio, ornato da affreschi coperti parzialmente
da intonaco e rappresentanti, probabilmente, la vita di
San Francesco. L'antico convento fu voluto da Bonifacio
Caetani nel 1568, fuori dalle mure della città (che
allora terminava lungo l'attuale Via Manzoni) e venne affidato
a undici Frati Minori. L'ordine dei Francescani abbandonò
il convento tre secoli dopo, quando i frati entrarono in
disaccordo con i Caetani per questioni fiscali. Il complesso
fu abbandonato, la chiesa sconsacrata (l'antico altare maggiore
fu spostato nella chiesa di San Paolo a Tor Tre Ponti, le
sue campane prima a Sermoneta poi vi si sono perse le tracce).
In seguito, i Caetani trasformarono il convento in un magazzino
di grano, quindi in un mulino e tale è rimasto fino
agli anni Settanta del XX secolo, quando dopo il fallimento
dei proprietari, il Mulino fu abbandonato. Nel corso degli
anni si è discusso sulla sua destinazione d'uso,
giacché potrebbe costituire un esempio di archeologia
industriale, oltre al suo importante prestigio culturale
dato che è di fatto l'unica chiesa di Cisterna ad
essere sfuggita ai bombardamenti alleati della seconda guerra
mondiale. Alla fine degli Anni Novanta è stato proposto
di trasformare il plesso in un centro commerciale, ma questa
idea ha sollevato forti polemiche con tanto di interrogazione
al Parlamento Europeo.[4] Il WWF di Cisterna ha richiesto
e ottenuto il vincolo di tutela nel 1994 al fine di salvare
il monumento prossimo all'abbattimento.
MANIFESTAZIONI
Il Carnevale Cisternese è una manifestazione recente,
che vede sfilare le ultime due domeniche di Carnevale e
il Martedì Grasso, i carri allegorici, realizzati
dai quartieri e dalle scuole della città e che raffigurano
i temi più disparati, dalla politica alla cronaca,
passando per le più classiche raffigurazioni di grandi
film e opere letterarie.
Fiere dell'Ascensione e della Ricalata si tengono rispettivamente
la domenica dell'Ascensione e la penultima domenica di ottobre.
Le due fiere, oggi sono prevalentemente eventi commerciali,
che richiamano persone e turisti da tutta la provincia,
ricalcano due antiche manifestazioni che si tenevano quando
i butteri e i pastori, lasciavano (o vi ritornavano) la
palude, vendendo i prodotti ricavati o acquistando gli oggetti
di cui avevano bisogno. Da qualche anno, l'Associazione
Butteri Cisternesi, rievoca in occasione delle Fiere i tradizionali
rodei, con l'addomesticamento di cavalli selvatici e la
mercatura del bestiame.
Cisterna Estate è il cartello, sotto cui si riuniscono
le centinaia di manifestazioni, con concerti, esibizioni,
mostre artistiche che si susseguono nei mesi di luglio e
agosto e tocca l'apice nei giorni fra il 15 e il 16 agosto,
in occasione della festa di San Rocco. Negli anni "Cisterna
Estate", organizzato con la collaborazione fra la Pro
Loco cittadina e il Comune, ha richiamato a Cisterna artisti
di fama nazionale e internazionale come Mango, Lucio Dalla,
Alexia, Pooh, Nek, Antonello Venditti e altri.
Processione di San Rocco, si tiene tradizionalmente la sera
del 15 agosto. Il sacro corteo attraversa tutte le vie principali
del centro della città con la partecipazione della
locale "Confraternita di San Rocco" i cui membri
sfilano ovviamente indossando l'abito confraternale composto
da "sacco" bianco e mozzetta rossa, e provvedono
al trasporto a spalla delle statue del patrono e della Madonna,
dell'icona del Cristo, e del reliquiario contenente parte
di un dito di San Rocco, conservato nella chiesa parrocchiale
di Santa Maria Assunta, da dove fu tratto rocambolescamente
in salvo durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Processione di San Francesco, è celebrata tradizionalmente
la sera della prima domenica successiva al 4 ottobre (data
di ricorrenza del Santo) e si sviluppa lungo le strade cittadine
dei quartieri facenti parte dell'omonima parrocchia.
Natale Cisternese, concerti ed eventi in vista delle feste
natalizie. Caratteristico è il presepe, realizzato
nelle grotte di Palazzo Caetani.
Festa della Madonna del Divino Amore, è una delle
più tradizionali della cittadina e si sviluppa a
Cisterna Vecchia. Ad essa sono associate una corsa ciclistica
ultratrentennale, una Santa Messa presso la cappellina in
via dell'Anello e giochi quali la gara di spaghettata e
corsa ai sacchi cui si possono aggiungere, ormai sempre
più di rado, eventualmente altri spettacoli.
ORIGINI
Le origini di Cisterna sono antichissime: il suo territorio
fu sicuramente popolato dai Volsci, che vi fondarono due
centri: Ulubrae (sita molto probabilmente nell'attuale località
di Prato Cesarino, al confine con il territorio di Latina)
e Suessa Pometia, città che raggiunse una certa importanza,
tanto da imporre la sua autorità su una trentina
di centri, i quali costituirono l'Ager Pometinus, poi Ager
Pontinus e quindi Agro Pontino. Suessa Pometia fu distrutta
e sottomessa da Tarquinio il Superbo, secondo quanto scrive
Livio nella sua opera Ab Urbe condita.
CENNI
STORICI
Ulubrae, invece, dopo la distruzione di Suessa, ne accolse
i superstiti e diventò municipium. Il centro, raggiunse
anche una certa importanza, grazie alla vicinanza con la
palude e i boschi, che costituivano una riserva di caccia
per molti nobili romani. Molti autori hanno scritto delle
ville che furono costruite qui, tra questi si ricordano
Orazio, Plinio il Vecchio, Svetonio e Giovenale. Nel 312
il console Appio Claudio Cieco avviava la costruzione della
Via Appia, collegando Roma alle città del Sud Italia.
Lungo l'Appia si sviluppò una stazione di sosta,
con tre taverne che fu chiamata appunto Tres Tabernae. Tres
Tabernae è citata negli Atti degli Apostoli, quando
si descrive il viaggio di San Paolo verso Roma e si ricorda
che l'"apostolo delle genti", qui fu accolto e
ristorato dalla locale comunità cristiana, la quale
lo accompagnò fino a Roma. Intorno al III secolo
d.C., le paludi conobbero una nuova espansione e l'abitato
di Ulubrae fu allagato. I suoi abitanti, furono, così
costretti a lasciarlo per trasferirsi a Tres Tabernae. Tres
Tabernae crebbe progressivamente di importanza e diventò
Sede Vescovile. Si sa che vi fu edificata una cattedrale
paleocristiana, dedicata a San Paolo (in ricordo del passaggio
dell'apostolo), di cui non è rimasta traccia. Nel
307 vi fu assassinato l'imperatore Flavio Valerio Severo,
ucciso dal luogotenente di Massenzio, Eraclio. Le invasioni
barbariche, provocarono la distruzione delle opere di bonifica
e quindi una progressiva espansione delle paludi, provocando
il declino della città. Nel 592 papa Gregorio Magno
unì la sua diocesi a quella di Velletri. Subì
diverse e micidiali devastazioni da parte dei Saraceni,
fino a quella fatale dell'868, quando fu definitivamente
distrutta. Gli abitanti di Tres Tabernae, decisero, costretti
anche dall'espansione implacabile della palude, di trasferirsi
sopra un piccolo colle. Il borgo conobbe una certa ripresa
solo a partire dall'anno Mille, quando viene citata, per
la prima volta, con il nome di Terra di Cisterna. La tradizione
vuole che questo nome derivasse da un'antica cisterna presente
nel territorio, fatta costruire dall'imperatore Nerone per
rifornire d'acqua la sua villa di Anzio. Tale cisterna è
tuttora esistente nei sotterranei del cinquecentesco Palazzo
Caetani, che sorse appunto sulla cima del colle. Quindi
gli abitanti trasferendosi di qui, avrebbero iniziato a
dichiarare di vivere "alla cisterna" e quindi
"a Cisterna".Alcuni storici locali sostengono
che in realtà il nome derivi dall'espressione di
chiamare le località a sud di Roma, Terrae Cis Aeterna
e quindi Terra di Cisterna. Fu quindi la città a
dare il suo nome al contenitore d'acqua (appunto la cisterna).
Il 5 settembre 1159 fu eletto papa, il cardinale Rolando
Bandinelli che assunse il nome di Alessandro III. Tuttavia
la sua elezione, fu ostacolata dall'Imperatore Federico
Barbarossa che inviò le sue truppe per far arrestare
il Papa. Quest'ultimo, protetto dai Frangipane fuggì
prima a Cisterna e poi a Ninfa dove fu incoronato ufficialmente.
L'Imperatore quindi decise di vendicarsi assediando i due
abitati e distruggendoli. In seguito i Frangipane ricostruirono
Cisterna. Nel 1328 fu nuovamente assediata e distrutta da
Ludovico il Bavaro. Gli abitanti però avvertiti da
un velletrano, avevano già abbandonato da tempo il
centro e vi ritornarono solo dopo due secoli. Nel 1504 papa
Giulio II affidò Cisterna in feudo ai Caetani. Fu
Bonifacio Caetani, ad intraprendere diversi lavori urbanistici
per ricostruire Cisterna, distruggendo le rovine del castello
e sostituendole con una residenza rinascimentale: il Palazzo
Caetani, appunto. In seguito al riordino dei feudi e delle
proprietà dei Caetani effettuati da Bonifacio che
istituì un Principato e fece di Cisterna la capitale.
Papa Pio VI avviò un massiccio progetto di bonifica,
il quale però fu bruscamente interrotto dalla Rivoluzione
Francese e dall'invasione del Lazio delle truppe napoleoniche.
Quest'ultime, si dedicarono a distruggere le opere di bonifica
avviate dal Papa, provocando il ritorno della palude, apportando
a Cisterna un rovinoso declino. Inoltre la diffusione del
brigantaggio, i quali sfruttavano le foreste della palude,
per nascondersi, causò diversi morti e scontri con
i Carabinieri. Nel 1825 fu visitato, in una gita di piacere,
dal marchese Massimo D'Azeglio, politico del Regno di Sardegna
nonché collaboratore di Cavour. Il marchese, inoltre
descrive alcuni momenti della vita quotidiana nelle paludi,
dai rodei dei butteri, le passeggiate dei briganti nel centro
cittadino e la festa patronale di San Rocco. Nel 1863, Papa
Pio IX vi si fermò in visita pastorale. Nel 1870,
in seguito ad un plebiscito passò al Regno d'Italia
e mutò il suo nome in Cisterna di Roma. Nel 1890
Buffalo Bill, che con il suo circo di cowboy aveva fatto
tappa a Roma e aveva sfidato gli italiani a domare il fiero
cavallo americano del West. Il buttero cisternese Augusto
Imperiali raccolse la sfida, riuscendo a domare il cavallo
ed entrando così nella leggenda. Si racconta che
Buffalo Bill rimase così offeso per la sconfitta,
che abbandonò l'Italia in fretta e in furia. Nel
1929, iniziò il processo di bonifica della palude
promosso dal regime fascista. Cisterna fu dichiarato come
il quartier generale dei lavori di bonifica, soprattutto
dell'area settentrionale (il cosiddetto "bacino di
Pescinara"), su cui sorse successivamente la città
di Littoria (oggi Latina). Nel 1934 fu costituita la provincia
di Latina e Cisterna ne entrò a far parte, assumendo
il nome di Cisterna di Littoria. Il 22 gennaio 1944, gli
Alleati tentarono uno sbarco ad Anzio, per cogliere alle
spalle i tedeschi che si erano arroccati nei fronti sul
Garigliano e a Cassino e conquistare Roma. Lo sbarco però
fallì: una colonna di reparti scelti statunitensi,
composto da circa cento uomini, guidata dal generale William
Orlando Darby, si muoveva da Anzio verso Cisterna ma si
incrociò casualmente in località Isolabella
con una divisione tedesca, che aveva ben trecento unità
al suo interno. Lo scontro fu fatale per gli americani:
solo due soldati riuscirono a rientrare a Nettuno. La città
di Cisterna riconobbe l'opera di questi soldati gemellandosi
nel 1982 con la città americana di Fort Smith, nell'Arkansas,
città nativa del generale Darby e titolando a quest'ultimo
il locale Istituto Tecnico Industriale e Commerciale. Dopo
lo scontro di Isolabella, gli americani avevano bruciato
il "fattore sorpresa", e i tedeschi avevano preparato
una linea difensiva compresa, al cui centro si trovava appunto
Cisterna. La città si trovò così al
centro degli scontri armati, subendo pesanti bombardamenti.
La popolazione civile, in preda al panico, si rifugiò
nelle grotte sotterranee di Palazzo Caetani. Si nascosero
qui, circa quattromila dei settemila abitanti. Il 25 marzo,
però i tedeschi, forti delle difficoltà alleate,
che si erano impantanati, decisero di sgomberare l'abitato,
costringendo gli abitanti, (in quello che verrà chiamato
l'Esodo Cisternese), a lasciare Cisterna. Ad aprile, gli
americani riuscirono finalmente a sbloccare la situazione
e a conquistare Aprilia. A maggio, raggiunti dai rinforzi,
le forze alleate sferrarono una dura offensiva (Operazione
Buffalo). I tedeschi crollarono all'altezza di Borgo Sabotino
e si videro costretti a cedere Littoria e si arroccarono
su Cisterna. Gli Alleati, concentrarono qui i loro sforzi
e dopo una battaglia durissima riuscirono ad entrare a Cisterna.
I tedeschi si rintanarono allora dentro Palazzo Caetani
ma alle prime ore del pomeriggio del 25 maggio, si arresero
agli Americani. Cisterna e l'intero Agro pontino erano completamente
liberati ma la città era rasa al suolo con quasi
il 96% degli edifici distrutti. A partire dagli anni settanta,
Cisterna conobbe un forte sviluppo economico e demografico,
dovuto prevalentemente all'insediamento della città
nell'area tutelata dalla Cassa del Mezzogiorno. A Cisterna
si insediarono moltissime aziende, che attirarono un notevole
flusso di popolazione da tutte le regioni d'Italia. La sua
popolazione passò dalle 7.000 unità degli
anni quaranta a 20.000 negli anni settanta e ai 30.000 degli
anni ottanta. Un boom enorme, come tra l'altro si verificò
anche nei Comuni limitrofi dell'Agro.