Campagnano
di Roma è un comune di 10.563 abitanti della provincia
di Roma. Posto sulle pendici del monte Razzano, a circa
270 m s.l.m., dista circa 33 km da Roma ed è facilmente
raggiungibile attraverso la Cassia Bis. Il paese sorge su
un'altura di roccia tufacea, circondata da fossi naturali,
sui colli che formano le pendici della Valle di Baccano,
antico lago vulcanico poi prosciugato. Il territorio è
costituito da altipiani in tufo utilizzati a coltivazioni
agricole, da valloni scavati da fossi e da pendici ricoperte
da boschi allo stato naturale, tutti elementi caratteristici
della struttura geomorfologica dell'Etruria meridionale.
Il territorio comprende inoltre la costa orientale del lago
di Martignano e parte del Parco di Veio. Per la flora si
trovano specie rare, segnalate dalla commissione straordinaria
istituita dalla Regione Lazio per lo studio dei biotopi
da proteggere nel Lazio: Gymnogramme leptophyila, Carex
remota, Phyllitis scolopendrium e Cardamine amara. Per la
fauna, ospita tra i mammiferi numerosi mustelidi (faina
(Martes foina), martora (Martes martes), donnola (Mustela
nivalis) ed tasso (Meles meles); diffusi sono la volpe (Vulpes
vulpes) e il riccio (Erinaceus europaeus), mentre più
raro risulta l' istrice (Hystrix cristata). La zona presenta
inoltre una fauna avicola molto varia i cui esponenti più
notevoli sono i rapaci[2]: il nibbio bruno (Milvus migrans),
la poiana (Buteo buteo), osservabile per lo più in
zone aperte, lo sparviero (Accipiter nisus), in zone di
bosco, l'albanella minore (Circus pygargus), che nidififca
nelle zone erbose e coltivate; molto comune infine è
il gheppio (Falco tinnunculus). Tra gli stringiformi presenti
la civetta (Athene noctua), il barbagianni (Tyto alba),
il gufo comune (Asio otus), l'assiolo (Otus scops) e l'allocco
(Strix aluco). Campagnano ha visto spesso sul suo territorio
set cinematografici ma soprattutto televisivi: per citare
solo alcuni degli sceneggiati televisivi che hanno visto
Campagnano come location nominiamo Un medico in famiglia,
Distretto di polizia, Lui e lei, Incantesimo, e molti altri.
I luoghi più spesso scelti come set televisivi sono
Piazza Cesare Leonelli, e il Cimitero dei Cappuccini, sorto
all'interno di un antico chiostro di monaci di cui conserva
strutture e fascino. La celebre scrittrice Dacia Maraini
ha scritto nel 1985 una poesia intitolata appunto "Campagnano",
dedicata alle bellezze della cittadina laziale.
ETIMOLOGIA
Deriva dal nome latino di persona Campanius a cui si aggiunge
il suffisso -anus che indica appartenenza. Secondo la tradizione
il nome deriva dagli abitanti della Campania trasferiti
dai romani dalle loro città perché colpevoli
di avere aiutato Annibale.
DA
VEDERE
Il passato medieovale di Campagnano ha lasciato la sua importanza
nei numerosi monumenti e edifici dell'epoca presenti nel
centro storico. La struttura imponente della settecentesca
Porta Romana permette l'accesso alla parte più antica
della città: entrando in corso Vittorio Emanuele
si trova subito, sulla destra, Palazzo Venturi, uno degli
edifici storici più importanti dell'assetto urbano
cittadino. Acquistato dal comune agli inizi degli anni 80
dello scorso secolo, è oggi sede del Museo Archeologico,
dell'Archivio Storico Comunale, della Biblioteca Comunale
e del Centro culturale permanente. Annesso al Palazzo Venturi
troviamo il Parco comunale Venturi, che si estende a sud-est
dell'edificio e si affaccia su Piazza Regina Elena. La flora
del parco è di eccezionale varietà e pregio
come il trecentenario tasso o "albero della morte",
unico esemplare in questa zona. Ai piedi della collina su
cui sorge il parco campeggia il monumento ai caduti campagnanesi
della Grande Guerra. Attraversando il corso, ex Borgo Paolino,
si sbuca nella piazza Cesare Leonelli, intitolata a un avvocato
campagnanese trucidato nell'Eccidio delle Fosse Ardeatine.
Nella piazza si trova la Fontana dei Delfini, costruita
in forme barocche, attribuita in modo incerto al Vignola.
Presenta due delfini in travertino ed è sormontata
da una grande campana in peperino, emblema del Comune. Fu
restaurata nel 1753 per volontà di Augusto Chigi.
Sulla stessa piazza Cesare Leonelli si affaccia il Palazzo
Municipale costruito alla fine dell'800 in forme neogotiche,
sul luogo dove sorgevano le rovine della rocca Orsini demolita
completamente nel 1882. Sulla stessa piazza troviamo anche
la cinquecentesca Chiesa del Gonfalone (XVI secolo) con
la sua torre dell'orologio del 1864. Dietro il municipio
si erge Palazzo Galli che apre l'accesso a Via San Giovanni
e al nucleo medievale, il quartiere "Castello",
con le sue torri (molte delle quali divenute abitazioni),
la cinquecentesca edicola della Fontana Secca che dà
il nome alla piazzetta su cui si affaccia che presenta gli
stemmi di Campagnano e degli Orsini, e la Collegiata di
San Giovanni Battista, costruita nel 1515 sui resti di una
chiesa più antica, con la maestosa torre campanaria
barocca del 1602. Notevoli sono il coro e il soffitto ligneo
del presbiterio di Giacomo Del Duca del 1582. Nella parte
terminale dell'abitato, dove finisce lo sperone roccioso
su cui sorge il centro storico si erge la Chiesa della Pietà
(XI secolo) che presenta un notevole affresco della pietà
del 1518. In località Baccano è possibile
vedere ancora oggi la Mansio ad Vacanas, di epoca romana
e i maestosi resti dei Granai Chigi. A 6 km dal paese si
trova il santuario di Santa Maria del Sorbo, e a 2 km l'autodromo
di Vallelunga. Il territorio di Campagnano comprende parte
del Parco regionale di Veio e del Parco Naturale Regionale
di Bracciano-Martignano, aree di alto interesse naturalistico
e turistico.
MANIFESTAZIONI
Il patrono della città, san Giovanni Battista Decollato,
viene festeggiato il 29 agosto, insieme a san Celestino,
con concerti, spettacoli di artisti di strada, gare ippiche,
manifestazioni folkloristiche ed artistiche e spettacoli
pirotecnici.
La
"Festa del Baccanale" inizia il 25 aprile nel
giorno della Liberazione con una grande fiera originariamente
di prodotti agricoli ed artigianali ma in cui oggi si può
trovare di tutto. La festa prosegue fino alla prima domenica
di maggio con degustazione gratuita di prodotti tipici (carciofata
alla brace di vite, salsicce, formaggi e vino), una sfilata
di carri allegorici, e un raduno di bande musicali.
Ogni
ultima domenica del mese, fin dal 1990, nelle piazze e per
le vie del centro storico, prende vita uno dei più
importanti mercati dell'artigianato e dell'antiquariato
del centro Italia: "Le Bancarelle di Campagnano"
che conta oltre 280 espositori. Inoltre annualmente presso
l'autodromo Vallelunga si tiene un importante mercato d'antiquariato,
con più di mille espositori.
17
gennaio: Festa di Sant'Antonio abate: benedizione degli
animali, Palio della Stella e "scocciapilacce";
Carnevale: sfilate dei carri e "Morte di Carnevale")
Ultimo
sabato di maggio: Castello '85. Festa del centro storico,
stand gastronomici e ballo in piazza.
Il
30 settembre 2007 l'autodromo di Vallelunga ha ospitato
il Mondiale Superbike.
Dal
2001 si svolge con successo sempre crescente il Funny Festival,
una manifestazione canora per cantanti esordienti, che desta
ogni anno maggiore attenzione da parte delle case discografiche,
e che offre oltre alla musica, manifestazioni d'arte e di
spettacolo.
ORIGINI E CENNI STORICI
L'insediamento più antico accertato, risalente all'età
del Bronzo, intorno al 1500 a.C. compare a ovest di Monte
Razzano, nei pressi della valle di Baccano e del lago di
Martignano.
Nell'antichità, opere intense di disboscamento sembrano
essere avvenute soltanto a partire dal VI secolo a.C. All'VIII
secolo a.C. vengono datati un piccolo insediamento a Mola
dei Monti, già occupato nell'Età del Bronzo,
ed una necropoli di un centinaio di tombe in località
Costa del Follettino; inoltre nel 1985, durante i lavori
agricoli, è stata individuata una tomba isolata nella
zona compresa tra Monte dell'Impiccato e Poggio del Mello;
la datazione dall'VIII secolo a.C. è determinata
in base al corredo contenente pochissima ceramica e molti
oggetti di bronzo. Nel VII secolo a.C. si assiste al tentativo
di ricolonizzare le alture di Monte Sant'Angelo, situato
fra la valle di Baccano e il lago di Martignano. Tutte le
tombe di questo periodo somigliano molto più a quelle
dei territori falisco e capenate, che a quelle del territorio
veiente, poiché, gravitando nell'orbita veiente,
l'area in esame subisce l'influenza di quella cultura formatasi
tra la Sabina, i Monti Cimini e il Tevere. Agli Etruschi
si deve la tagliata (una gola artificiale) dell VII secolo
a.C. che collega la valle di Baccano con il lago di Martignano.
Successivamente alla sconfitta della città etrusca
di Veio, il territorio di Campagnano fu teatro di scontri
tra Etruschi e Romani. Con l'inizio del III secolo a.C.
iniziò il ripopolamento dell'area, che, dopo la presa
di Falerii nel 241 a.C., entrò a far parte del dominio
romano. Sulla sommità del monte Razzano viene eretto
un tempietto dedicato a Bacco, da cui ha origine il toponimo
di ad Baccanas dato alla Valle di Baccano. Nel I secolo
a.C. in Monte Sant'Angelo nacque un insediamento che sopravvive
fino al II secolo d.C. L'età imperiale vede un periodo
di intenso aumento demografico e dell'abitato, parallelamente
al rinnovato interesse per l'Etruria settentrionale e per
la via Cassia. Nella valle di Baccano, a ridosso della strada
romana sorse la Mansio ad Vacanas, ovvero una stazione di
posta, per il ristoro dei viaggiatori ed il cambio dei cavalli.
Costruita nel I secolo d.C. su strutture di epoca repubblicana,
la mansio era composta da un'area adibita al riposo del
viaggiatore (impianti termali e botteghe), un'area adibita
alla cura dei cavalli (stalle e rimesse), un'area adibita
alle attività pubbliche (caserma dei soldati, piazza
del mercato, portico con fontana). Gli scavi qui condotti
hanno confermato il percorso della strada, segnalato negli
antichi itinerari. Durante la crisi del III secolo iniziò
il fenomeno del lento abbandono della campagne intorno a
Roma. La "Villa dei Severi", al km 26 della via
Cassia, è stata interpretata come quella di proprietà
dell'imperatore Caracalla, dove nel III secolo sarebbe avvenuto
il martirio di sant'Alessandro, vescovo di Baccano. Allo
stesso periodo si riferiscono i resti di due cimiteri cristiani
presso Baccano, in uno dei quali sarebbe stato sepolto il
santo. Tra VIII e IX secolo dai fondi romani ormai disabitati
nascono le Domuscultae, zone destinate all'agricoltura a
coltura mista, amministrate dal Papa che nell'VIII secolo
inizia a governare economicamente il territorio. Le Domuscultae
nacquero con lo scopo di ricolonizzare la campagna romana
disabitata e allo stesso tempo difenderla e amministrarla.
Abbiamo nel 1076 le prime documentazioni scritte dell'esistenza
di Campagnano, all'epoca dello smembramento della Domusculta
Capracorum. Con la caduta della Domusculta ebbe inizio la
fase di incastellamento di Campagnano: gli abitanti dei
borghi sparsi nel territorio limitrofo si trasferirono in
luoghi di difesa e iniziarono a fortificare la rocca tufacea
dell'attuale borgo di Campagnano. Alla caduta dell'impero
il territorio di Campagnano era occupato soltanto da sparsi
nuclei abitati, il più rilevante dei quali era il
vicus Baccanensis. Le continue pressioni di Ostrogoti, Visigoti,
Longobardi, Franchi e Saraceni provocarono l'abbandono delle
zone rurali: i contadini si rifugiarono nella città,
lasciando le piccole proprietà, che vennero accorpate
ai grandi possedimenti. Nel Medioevo presso la Valle di
Baccano, transitava la Via Francigena o Romea, di cui la
Mansio ad Vacanas costituiva luogo di sosta. In particolare,
nell'Itinerario di Sigerico, con il nome di Bacane essa
costiutiva la III Subambsio in uscita da Roma. A Baccano
nell'XI secolo è attestata la presenza di un borgo,
detto di Sant'Alessandro, sotto la giurisdizione del Vaticano.
Nel 1270 è testimoniato lo statuto di Campagnano
fra il popolo e il Cardinale Riccardo Annibaldi, e fu uno
dei primi statuti della Campagna Romana. Nel 1410 il senato
di Roma vende la città di Campagnano a Gentile Orsini.
Con gli Orsini nizia il periodo d'oro di Campagnano, che
subisce grandi trasformazioni urbanistiche. Diventa nel
XV secolo meta di soggiorni di papi, cardinali, nobili di
alto rango con i seguiti delle loro corti, per godere dei
benefici della campagna mentre a Roma infuriava la peste
nera. Gli Orsini fecero costruire all'incirca nella prima
metà del XV secolo, un castello che ebbe notevole
importanza militare, strategica e architettonica nell'alto
Lazio rinascimentale che venne in parte demolito nel XVIII
secolo. Artisti come Francesco di Giorgio Martini, Giacomo
Del Duca (allievo di Michelangelo) e Francesco de Gnocchis
parteciparono a realizzare questo periodo glorioso della
famiglia Orsini e di Campagnano. Nel 1558 Campagnano e altri
castelli, vengono annessi al ducato di Bracciano. Nel 1662,
Papa Alessandro VII (Fabio Chigi, 1599 - 1667) autorizza
la vendita della città a Flavio Chigi, suo nipote.
Dal XVII al XIX secolo con il governo della famiglia Chigi,
sotto il controllo del papato, Campagnano vede un periodo
di grandi trasformazioni. Vengono tracciate nuove strade,
modificato l'assetto urbano con la costruzione di nuovi
edifici, la demolizione di alcuni edifici vecchi e il restauro
di altri, ma soprattutto si attuano i lavori di bonifica
dei laghi paludosi di Baccano e di Stracciacappe. Fra il
'600 e il '700 viene costruito un nuovo borgo, più
a sud rispetto al borgo medievale chiamato il Borgo Paolino,
oggi corrispondente a Corso Vittorio Emanuele, e viene costruita
la colossale Porta Romana, oggi chiamata semplicemente "l'Arco"
dai campagnanesi, che diventa ben presto un simbolo dell'intera
cittadina. L'espansione dell'abitato di Campagnano che si
ha in questo periodo porta al graduale abbandono e del centro
storico, che durerà fino alla fine del XIX secolo.
Il borgo verrà rivalutato e restaurato solo con l'inizio
del XX secolo. Nel 1870 Campagnano come tutte le altre città
dello Stato Pontificio viene annesso al Regno d'Italia insieme
alle frazioni di Cesano (poi divenuto parte del comune di
Roma) e di Magliano che si distaccorono come comuni autonomi
rispettivamente nel 1925 e nel 1958.