Antrodoco
è un comune di 2.785 abitanti della provincia di
Rieti, sulla via Salaria, a circa 20 km dal capoluogo provinciale
ed a circa 90 km da Roma. È situato sotto Montegiano,
il famoso monte dove Mussolini scrisse con gli alberi la
parola "DUX". Da Antrodoco inizia la Strada Statale
17 dell'Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico, che la collega
con l'Abruzzo, il Molise e Foggia. Attraversato dal fiume
Velino, questo paese è alla confluenza di tre valli
ed è un importante nodo stradale tra la statale Sabina
e la Salaria. In auto: da Roma: l' autostrada del sole A1
e uscire allo svincolo Fiano Romano. In treno: fare cambio
a Terni e scendere alla stazione di Antrodoco centro.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva probabilmente dal latino interocrium ossia
un composto di inter (tra) e ocris (monte sassoso), quindi
indica un luogo "tra i monti". È ricordata
col nome di Vicus Interocrea dal geografo classico Strabone,
come Introthoco nelle fonti dell'alto medioevo e come Introduci
al tempo di Madama Margherita d'Austria, coniuge del duca
Ottavio Farnese, sposato a Cittaducale.
DA
VEDERE
Museo militare Alpino
Museo Lin Delija
Chiesa di Santa Maria Extra Moenia
EDIFICI
RELIGIOSI
Santa Maria Assunta - e situata nella piazza principale.
Sulla facciata principale è stato adattato un portale
romanico proveniente da S. Maria Extra Moenia. La forma
della navata centrale è a barca rovesciata; nelle
due pareti, si aprono simmetricamente, a destra e sinistra,
cinque cappelle. La terza e la quarta per modifiche successive
sono state rese comunicanti. Nella prima delle due, si staglia
un monumentale altare ligneo con due Angeli che rincorrono
l'immagine. Interessante risulta il coro ligneo e la veste
con ricami in filo d'argento e oro che impreziosisce il
corpo imbalsamato di S. Benedetto, scrupolosamente conservato
sotto l'altare principale della chiesa: si presume che fosse
un soldato francese. Importante elemento del patrimonio
artistico di Antrodoco è la Croce Processionale d'argento
dorato, lavorata a sbalzo da un valentissimo orafo: "
Nicola da Guardiagrele"; è oggi conservata per
motivi di sicurezza presso il museo Diocesano di Rieti.
Chiesa
di S. Maria extra moenia - fu eretta nell'alto medioevo,
sulle vestigia di un tempio pagano dedicato alla dea Diana.
Avanzi di scultura carolingia, murati ed erratici nella
chiesa, confermano che un edificio di culto già esisteva
nel IX secolo. L'edificio presenta una facciata a capanna
semplice, addossata a sinistra del campanile. Nei lavori
del 1950 fu inserito nella muratura un portale del XIII
secolo, di provenienza sconosciuta, molto restaurato. All'interno
la navata di sinistra è separata dalla centrale dal
succedersi di un pilastro e di tre colonne sormontate da
semplici e rozze cornici. La navata di destra invece è
aperta verso la centrale da due vasti arconi e da una piccola
porta ricavati in una parete continua.L'abside, bucata da
tre strette monofore, conserva nel catino ed in tre registri
sovrapposti, alcuni brani di interessanti affreschi di varie
epoche. Nello spazio tra le monofore, si scorgono due teorie
di Santi convergenti verso il centro. Più in basso,
in sei clipei, sono rappresentati i Santi Vescovi. Infine
compaiono nel registro inferiore, di epoca imprecisata il
toro ed i pesci. Affreschi del XIV secolo sono visibili
anche sulla testata della navata di destra. Si possono osservare
inoltre numerosi pezzi scultorei murati in varie parti dell'
edificio: nel gradino di accesso al campanile, come architrave
e come soglia della porticina che si apre verso l'esterno
della navata di sinistra, ed infine nel parato murario esterno
dell'abside.
Santuario
della Madonna delle Grotte - fu costruita tra il 1603 e
il 1604 nel luogo dove una pastorella di 9 anni Berardina
Boccacci, nel 1601, aveva scoperto nei pressi di una piccola
grotta, un'immagine sacra che rappresentava la Vergine con
Gesù Bambino in braccio. L'allora vescovo di Rieti,
Cesare Segni, fece erigere un altare e vi celebrò
la prima messa il 29 settembre del 1602. Visto il grande
afflusso di fedeli, il popolo antrodocano raccolse la somma
necessaria per avviare la fabbrica che fu iniziata il 24
aprile del 1603 e completata dopo appena un anno su progetto
dell'architetto toscano Ruggeri Fausto da Montepulciano.
Nella cripta sono sepolti i resti dei soldati francesi morti
a seguito dei Moti contadini del 1799 nel Regno Borbonico.
GASTRONOMIA
Celebri nella provincia di Rieti e non solo, sono gli stracci
antrodocani, delle crêpes ripiene di sugo di carne
tipo ragù con mozzarella e parmigiano, composto che
viene poi anche distribuito sopra gli stracci,le crepes
arrotolate vengono disposte su uno o piu strati in una teglia
e cotti al forno per circa 40 minuti a 180°. Ogni anno,
in agosto, si tiene ad Antrodoco la sagra degli stracci.
Antrodoco è anche famosa per il marrone antrodocano,
pregiata qualità di castagna riconosciuta a marchio
IGP. Ogni anno, a Novembre, si tengono delle manifestazioni
e sagre dedicate al frutto autunnale.
CENNI
STORICI
Antrodoco aveva un ruolo importante ai tempi dell'antica
Roma e lo dimostrano i ruderi delle terme appena fuori dell'abitato.
Del resto anche oggi la cittadina è un luogo ideale
per la villeggiatura: posta alle pendici dei Monti Terminillo,
Nuria e Giano, ha sorgenti solfuree adatte per le malattie
della pelle e gastro - intestinali, e casette antiche, ben
conservate, appoggiate l'una all'altra e con in mezzo strette
viuzze che s'inerpicano su per il colle. Con la conquista
normanna fu concesso da Ruggero II come feudo a Rainaldo
da Lavareta, che lo perse nel 1226 dopo aver tentato di
ribellarsi a Federico II; quest'ultimo lo affidò
quindi al duca di Spoleto ed a suo fratello. Nel 1233 i
duchi si ribellarono e Federico II si riappropriò
del castello, che divenne uno dei punti nodali del suo sistema
difensivo. Antrodoco continuò a rappresentare un
importante punto di transito e di dogana tra lo Stato della
Chiesa, il Nord Italia e la "via degli Abruzzi";
nella rocca fu insediato un castellano provenzale al comando
di una numerosa guarnigione. Le sue origini non sono certe,
ma l'importanza del sito, da un punto di vista strategico,
fa ipotizzare che fosse già abitata in età
preromana.