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Amatrice
è un comune di 2.730 abitanti. Oggi afferente alla
provincia di Rieti, fino al 1923 faceva parte della provincia
dell'Aquila. È sede del polo agroalimentare del Parco
nazionale del Gran Sasso Monti della Laga. Amatrice è
situata al centro di una conca verdeggiante, posta al confine
tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. II suo territorio si
articola in un altopiano centrale con un'altitudine compresa
tra i 900 e i 1000 metri, ospitante il lago Scandarello,
un bacino artificiale ottenuto mediante lo sbarramento del
rio Scandarello nel 1924, e circondato da rilievi che sul
lato orientale superano i 2400 metri, in corrispondenza
della dorsale principale dei Monti della Laga. A differenza
degli altri gruppi appenninici, la catena della Laga non
è costituita di calcari, bensì di rocce poco
permeabili, quali arenarie e marne, che rendono molto limitata
l'infiltrazione delle acque piovane. Ciò permette
l'esistenza di un gran numero di sorgenti perenni, distribuite
sin quasi sulle vette, che alimentano la circolazione superficiale.
Questo territorio, quindi, a differenza delle altre montagne
dell'Appennino centrale, si presenta verdeggiante e ricco
d'acqua durante tutto l'anno. Nel comune di Amatrice è
inclusa la cima del Monte Gorzano (2458 m), la vetta più
alta del Lazio. Salendo dalla conca verso le cime, si abbandonano
i coltivi e i boschi prevalentemente formati di cerro, castagno
e pioppo, per entrare poi nelle caratteristiche faggete
di montagna. Il bosco si spinge così sino a circa
1800 metri di quota, per lasciare quindi lo spazio alla
prateria d'altitudine che, all'inizio dell'estate, si ricopre
di una stupenda fioritura. In questo contesto assumono particolare
rilievo i numerosi fossi che scendono verso valle con un
continuo susseguirsi di salti di roccia. Questi, nella fascia
d'altitudine compresa tra 1300 metri e 1600 metri di altitudine,
formano cascate con dislivelli di anche 70 - 80 metri che,
spettacolari in primavera per la portata d'acqua dovuta
al disgelo, assumono toni magici in inverno per l'abbondante
ghiaccio che le riveste. Dal 1991 il territorio amatriciano
è incluso nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti
della Laga.
ETIMOLOGIA
Secondo alcuni il nome deriva dalla presenza di una chiesa
"matrice" in zona. Molto più probabilmente
si riferisce al latino matrix, icis, ossia "canale".
DA
VEDERE
L'aspetto attuale di Amatrice risale direttamente alla pianta
regolare attribuita tradizionalmente a Nicola Filotesio,
detto Cola dell'Amatrice, il quale l'avrebbe disegnata dopo
le distruzioni del 1529. Nel tessuto urbano spiccano la
snella Torre Civica risalente al XIII secolo e le severe
torri campanarie della Chiesa di Sant'Agostino, caratterizzata
da un bellissimo portale tardo gotico, e della Chiesa Sant'Emidio,
risalenti al quattrocento. Degne di nota sono pure la Chiesa
di San Francesco della seconda metà del Trecento
e quella di Santa Maria della Porta.
Nei dintorni di Amatrice sono presenti:
La Chiesa di San Martino a Faizzone , che si trova nella
frazione di Faizzone, conserva una Via Crucis dell'illustratore
francese Dubercelle.
La Icona passatora o Chiesa di S.Maria delle Grazie, a circa
6 Km dalla frazione di Ritrosi, in località Ferrazza.
Contiene numerosi affreschi del tardo Quattrocento e del
primissimo Cinquecento. Realizzati in massima parte dallo
stesso artista che ha affrescato la Chiesa di S.Agostino
dell'Amatrice e dal pittore amatriciano Dioniso Cappelli.
GASTRONOMIA
Amatrice è famosa per il sugo all'amatriciana, che
ha reso impropriamente celebre la cucina romana nel mondo,
con il quale si condiscono spaghetti, vermicelli o bucatini.Originariamente
il sugo veniva preparato dai pastori con gli ingredienti
a loro disposizione sulle montagne quando seguivano al pascolo
le loro greggi. Gli ingredienti erano: guanciale a cubetti,
pecorino e spaghetti. Successivamente la ricetta fu ingentilita
con l'aggiunta di pomodoro e pochissimo olio d'oliva. La
diffusione su scala nazionale si ebbe nell'ottoccento quando
molti amatriciani emigrarono a Roma a causa della crisi
della pastorizia e trovarono occupazione nel campo della
ristorazione facendo conoscere il piatto tipico dei loro
avi: l'Amatriciana. Il primo storico ristorante amatriciano
fu inaugurato a Roma nel 1860 da Luigi Sagnotti con il nome
de Il Passetto, così chiamato poiché attraverso
il ristorante si poteva passare dal vicolo del passetto
a piazza Navona. Alla conoscenza su scala nazionale della
ricetta dell'Amatriciana contribuì anche l'attore
Aldo Fabrizi che ne parlò spesso durante le sue trasmissioni
radiofoniche e televisive. Ancora oggi nei menù dei
ristoranti si trovano le due ricette: la tradizionale detta
comunemente anche gricia e quella con la salsa di pomodoro.
Amatrice tuttavia deve la sua gloria gastronomica ad una
tradizione antica. Tanto profonda era questa tradizione
che Amatrice divenne la città dei cuochi dei Papi.
Elemento fondante della sua scuola erano e sono le qualità
dei suoi elementi primari. Carne di primissimo livello grazie
ai pascoli abbondanti dei Monti della Laga, i formaggi conseguenti
e l'acqua di cui è ricco il territorio amatriciano.
FRAZIONI
Aleggia, Bagnolo, Capricchia, Casale, Casale Bucci, Casale
Celli, Casale Masacci, Casale Nadalucci, Casalene, Casale
Nibbi, Casale Sanguigni, Casale Sautelli, Casale Zocchi,
Casali della Meta, Cascello, Castel Trione, Collalto, Collecreta,
Collegentilesco, Collemagrone, Collemoresco, Collepagliuca,
Colletroio, Colli, Conche, Configno, Cornelle, Cornillo
Nuovo, Cornillo Vecchio, Cossara, Cossito, Crognale, Domo,
Faizzone, Ferrazza, Filetto, Fiumatello, Francucciano, Le
Forme, Moletano, Musicchio, Nommisci, Osteria della Meta,
Pasciano, Patàrico, Petrana, Pinaco Arafranca, Poggio
Vitellino, Prato, Preta, Rio, Retrosi, Roccapassa, Rocchetta,
Saletta, San Benedetto, San Capone, San Giorgio, San Lorenzo
a Pinaco, San Sebastiano, Santa Giusta, Sant'Angelo, San
Tommaso, Scai, Sommati, Torrita, Torritella, Varoni, Villa
San Cipriano, Villa San Lorenzo e Flaviano, Voceto
ORIGINI
E STORIA
Reperti archeologici dimostrano che la Conca di Amatrice
fu abitata dall'uomo sin dalletà preistorica.
La vicinanza al tracciato dell'antica Via Salaria favorì
lo siluppo di insediamenti nel territorio amatriciano già
in epoca preromana. Allepoca romana risalgono i resti
di edifici e tombe rinvenute in diverse zone del territorio,
noto per gli scrittori romani come Summa Villarum, termine
con il quale si identificava per esteso tutta l'area attualmente
occupata dal comune di Amatrice. Nel 568 i Longobardi invasero
l'Italia e costituirono il Ducato di Spoleto suddividendolo
in Comitati e Gastaldati e il territorio dell'odierna Amatrice
passò sotto il Comitato di Ascoli. Nel Regesto di
Farfa sono ricordati, per il periodo che va dalla metà
dellVIII secolo agli inizi del XII, i nomi di molte
località e villaggi dellattuale comune e, tra
essi, nel 1012, anche quello di Matrice, edificata sullo
sperone roccioso che sovrasta la confluenza tra il fiume
Tronto e il Castellano, ricordato ancora nel 1037 nel diploma
con cui limperatore Corrado II conferma al Vescovo
di Ascoli i suoi possedimenti. Solo intorno al 1265, al
tempo del re Manfredi di Svevia, Amatrice entra a far parte
definitivamente del Regno di Napoli. La città non
volle sottostare al dominio angioino e anzi, più
volte, si ribellò apertamente, aspirando all'indipendenza
e parteggiando per la parte Ascolana. Nel 1271 e nel 1274
Carlo I d'Angiò inviò degli eserciti per debellare
la resistenza degli amatriciani e ridurre la città
allobbedienza. Contemporaneamente si assiste alla
scomparsa dei baroni e alla formazione, con a capo Amatrice,
della Universitas, cioè del comune in territorio
liberamente organizzato, relativamente autonomo dal potere
centrale, che si governa tramite un parlamento. In questo
periodo Amatrice assomma sotto la sua giurisdizione tutti
i castelli appartenenti al comitato di Rieti, sulla sinistra
del Tronto, e quelli del territorio sommatino: Linfluenza
della città si estende su un territorio che va da
Campotosto sino ai confini di Cittareale, ma anche su molti
castelli e villaggi sul versante teramano. Amatrice partecipò
alle crociate e da questo trarrebbe origine la croce che
brilla sullo stemma comunale. Nei secoli XIV e XV Amatrice
è in continua lotta con le città e i castelli
circostanti, per questioni di confine e di prestigio. Sono
rimasti famosi i conflitti con Norcia, Arquata e L'Aquila.
Tradizionale alleata di Amatrice fu la città di Ascoli.
Gli amatriciani presero parte, a fianco delle milizie comandate
da Braccio Fortebraccio da Montone, al lungo assedio dellAquila
e alla battaglia finale del giugno 1424, che segnò
la sconfitta di Braccio morto sul campo. Amatrice, durante
i conflitti tra angioini e aragonesi per il possesso del
Regno di Napoli, sostenne tenacemente i secondi, anche durante
la guerra. Il sovrano aragonese Ferdinando, sedata la rivolta
dei Baroni nel 1485, nellanno seguente ricompensò
Amatrice, concedendole il privilegio di battere moneta con
il motto Fidelis Amatrix. Tuttavia nel febbraio 1529, dopo
uneroica resistenza, venne riconquistata e messa a
ferro e fuoco da Filiberto di Chalon, generale di Carlo
V. Per punire la ribellione, Carlo V diede lo Stato di Amatrice
in feudo ad un suo capitano, Alessandro Vitelli. Successivamente,
pur facendo parte sempre del Regno di Napoli, Amatrice,
tra il 1582 e il 1692, passò sotto il dominio di
un ramo degli Orsini e in seguito ai Medici di Firenze,
che la conservarono fino al 1737. Infine nel 1759 il feudo
entrò a far parte dei domini personali del re di
Napoli. Nel 1639 Amatrice e le ville summatine furono gravemente
danneggiate dal terribile terremoto dei giorni i giorni
7,14 e 17 ottobre, seguito da quelli del 1672, 1703 e 1730.
Sul finire del XVIII secolo e per quasi tutto il successivo,
il territorio amatriciano, come buona parte della penisola,
fu fortemente interessato dal fenomeno del brigantaggio
a sfondo politico e sociale. In epoca Napoleonica, con la
proclamazione della Repubblica Napoletana (23 gennaio 1799),il
generale Championnet con un decreto del 9 febbraio 1799,
divise il territorio in 11 Dipartimenti. Amatrice costituiva
uno dei 16 Cantoni del Dipartimento della Pescara, con capoluogo
L'Aquila. Negli ultimi decenni che precedettero l'unità
d'Italia, molti amatriciani presero parte attiva ai vari
moti rivoluzionari (1814, 1820, 1831, 1848, 1860); tra tutti
spicca la figura dell'insigne patriota Pier Silvestro Leopardi.
Con l'unità d'Italia Amatrice fu inserita nell'Abruzzo
aquilano (Abruzzo Ulteriore), e solo nel 1927, con la creazione
della provincia di Rieti, la città entrò a
far parte dell'alto Lazio.
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Popolazione
Residente 2.807 (M 1.427, F 1.380)
Densità per Kmq: 16,1
CAP
02012
Prefisso Telefonico 0746
Codice Istat 057002
Codice Catastale A258
Denominazione
Abitanti amatriciani
Slogan della Città la città degli spaghetti
all'amatriciana
Santo Patrono Santa Maria della Filetta
Festa Patronale domenica dopo l'Ascensione
Numero
Famiglie 1.272
Numero Abitazioni 4.383
Il
Comune di Amatrice fa parte di:
Comunità Montana Zona VI del Velino
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Località e Frazioni di Amatrice
Aleggia, Arafranca, Pinaco, Bagnolo, Capricchia, Casale,
Casali, Collegentilesco, Collemoresco, Cornelle, Cornillo
Nuovo, Cornillo Vecchio, Domo, Forcelle, Moletano, Nommisci,
Pasciano, Patarino, Poggio Vitellino, Prato, Preta,
Retrosi, Roccapassa, Rocchetta, Saletta, San Benedetto,
San Cipriano, San Giorgio, Santa Giusta, Sant'Angelo,
Santi Lorenzo e Flaviano, Scai,Sommati, Torrita
Comuni Confinanti
A est: Cortino (TE), Crognaleto (TE), Rocca Santa Maria
(TE), Valle Castellana (TE); a nord: Accumoli; a ovest:
Cittareale; a sud: Campotosto (AQ), Montereale (AQ)
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