CONSORZIO PER LA TUTELA DEL FORMAGGIO MONTASIO
Vicolo Resia, 1/2 - CODROIPO (UD) - Tel. 0432.905317 - Fax 0432.912052
E-mail: info@formaggiomontasio.net - Web: www.formaggiomontasio.net


DESCRIZIONE DOP FORMAGGIO MONTASIO

L’area di produzione del Formaggio D.O.P. Montasio comprende l’intero territorio del Friuli Venezia Giulia, nel Veneto l’intero territorio delle province di Belluno e Treviso e parzialmente di quelle di Padova e Venezia.

Questo tipico formaggio si può gustare fresco, dopo un periodo di stagionatura che va dai sessanta ai centoventi giorni, semistagionato, da cinque a dieci mesi di stagionatura, stagionato o vecchio con oltre dodici mesi di stagionatura.

Il sapore, quando il formaggio invecchia, si trasforma, così a seconda dei gusti, si può scegliere il grado di maturazione preferito, passando dal gusto di latte del prodotto meno invecchiato, sino al saporito e piccante per le forme più "stagionate" anche oltre 36 mesi.
Il formaggio viene marchiato una prima volta appena prodotto con il marchio di origine, viene impressa la data di produzione (giorno, mese, anno di produzione) ed il codice del produttore composto dalla sigla della Provincia a da un numero identificativo. Questi codici rappresentano la Carta d’Identità.

Una seconda marchiatura, volontaria e non obbligatoria, viene impressa a fuoco sulle forme che alla battitura e all’assaggio risultano prive di difetti e rappresenta un marchio di qualità aggiuntivo.

Il nome del formaggio Montasio prende origine dalle malghe del Montasio, monte posto nelle Alpi Giulie, utilizzate e note fin dal 1200.

Il latte, che non subisce il trattamento della pastorizzazione, viene riscaldato fino a 32-34°C, viene aggiunto il caglio per la coagulazione. Utilizzando la "lira ", che prende il nome dallo strumento musicale caro all’imperatore Nerone, si rompe la cagliata fino ad ottenere granuli caseosi simili a chicchi di riso. Dopo il periodo di riscaldamento fino a 42/46°C, che favorisce lo spurgo del siero e circa mezz’ora di agitazione fuori fuoco, la massa caseosa è pronta ed è possibile estrarlo per mezzo di teli del peso ci circa 7/8 kg.

Quindi le forme vengono più volte rivoltate nelle loro fascere per favorire la fuoriuscita del siero in eccesso, quindi il giorno successivo il formaggio viene immerso in una soluzione di acqua e sale per 48 ore o per una salatura a secco. A questo punto è pronto per la sala di stagionatura.
Ancora qualche mese, e delizierà il palato dei buongustai di tutto il mondo.




Fu osservando i metodi utilizzati nei pascoli di montagna che, nel tredicesimo secolo, i monaci dell’Abbazia di Moggio Udinese affinarono le tecniche di produzione del formaggio che avrebbe preso il nome dell’altipiano su cui sorgeva l’Abbazia: l’altipiano del Montasio anche se il primo documento ufficiale in cui si cita il formaggio Montasio “vero” è della metà del 1700. Fu allora che si posero le basi di una tradizione che oggi consente al Friuli-Venezia Giulia e al Veneto Orientale – sono queste, infatti, le due zone elettive di produzione – di proporre ai buongustai di tutto il mondo uno dei formaggi più tipici del vasto panorama della produzione italiana.

Le tecniche di produzione – note fin dall’antichità nei pascoli di montagna – si diffusero via via lungo le vallate delle Alpi Giulie e Carniche, per poi arrivare nella pianura friulana e veneta. Una diffusione favorita anche dalla vicinanza con il Canale del Ferro, importante strada di comunicazione e di traffici mercantili fin dall’epoca romana. I documenti storici testimoniano che già nel 1259 nelle malghe del Montasio si contavano oltre 5000 ovini. E una sentenza del 1473 conferma al Comune di Cavazzo il diritto – “come da antica consuetudine ”– di far pascolare il bestiame sull’altipiano, “dietro retribuzione di formaggio ai proprietari dei terreni ”. Ma la storia parla anche delle infinite contese legate a quei terreni, e delle lotte per conquistare i capi di bestiame e le zone migliori per il pascolo. Ma il più antico documento conosciuto in cui si parla del formaggio Montasio risale al 1775, anno in cui la dicitura compare su un prezziario della città di San Daniele, quasi a stabilire, fin da allora, un legame tra due dei prodotti destinati a diventare ambasciatori della qualità friulana nel mondo: il formaggio Montasio e il prosciutto di San Daniele.

Da allora, il tipico formaggio è presente costantemente nei documenti mercantili che attraversano l’Italia nord-orientale. Il Montasio è un formaggio tipico tutelato ufficialmente fin dal 1955,oggi anche dal punto di vista delle normative europee. E' questo l'atto conclusivo di un lungo processo di riconoscimento iniziato proprio nel 1955, quando il Montasio venne incluso solo tra i formaggi a denominazione tipica per i quali è prescritto un metodo di lavorazione, ma non è definita una zona di origine. Tale collocazione non poteva che essere provvisoria, visto il particolare legame esistente tra caratteristiche di questo formaggio e ambiente di produzione, ma sono occorsi più di trent'anni perché ciò venisse recepito. Dal 10 marzo 1986 è invece il decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste che affida, al già esistente Consorzio per la tutela del Formaggio Montasio, l'incarico di vigilare sull'applicazione delle norme di produzione e commercializzazione del prodotto. Tale consorzio è anch'esso di recente costituzione (1984) e, come scritto nel suo statuto, ha quale fine "definire e tutelare la produzione e il commercio del formaggio Montasio e l'uso della sua denominazione; promuovere ogni utile iniziativa intesa a salvaguardarne la tipicità e le caratteristiche peculiari; propagandarne il consumo, agevolarne il commercio e l'esportazione".

Esistono tre diverse varietà di Montasio a seconda del periodo di stagionatura: il tipo fresco, quello mezzano e lo stravecchio. Con l’aumentare del periodo di stagionatura, il Montasio acquisisce consistenza e gusto più marcato. Si presta pertanto al consumo diretto con verdure e frutta fresca, come ingrediente saporito per polente e piatti di carne, oppure grattugiato su minestre e paste asciutte. Il Montasio fresco si abbina bene ai vini friulani o veneti bianchi, secchi e profumati come Pinot bianco, Sauvignon e Chardonnay. Il mezzano, invece, si sposa bene con il Tocai friulano o con un Merlot. Il Montasio stagionato, magari consumato a scaglie