|
|
DESCRIZIONE DOP FORMAGGIO MONTASIO
Larea
di produzione del Formaggio D.O.P. Montasio comprende
lintero territorio del Friuli Venezia Giulia,
nel Veneto lintero territorio delle province
di Belluno e Treviso e parzialmente di quelle di
Padova e Venezia.
Questo
tipico formaggio si può gustare fresco, dopo
un periodo di stagionatura che va dai sessanta ai
centoventi giorni, semistagionato, da cinque a dieci
mesi di stagionatura, stagionato o vecchio con oltre
dodici mesi di stagionatura.
Il sapore, quando il formaggio invecchia, si trasforma,
così a seconda dei gusti, si può scegliere
il grado di maturazione preferito, passando dal
gusto di latte del prodotto meno invecchiato, sino
al saporito e piccante per le forme più "stagionate"
anche oltre 36 mesi.
Il formaggio viene marchiato una prima volta appena
prodotto con il marchio di origine, viene impressa
la data di produzione (giorno, mese, anno di produzione)
ed il codice del produttore composto dalla sigla
della Provincia a da un numero identificativo. Questi
codici rappresentano la Carta dIdentità.
Una seconda marchiatura, volontaria e non obbligatoria,
viene impressa a fuoco sulle forme che alla battitura
e allassaggio risultano prive di difetti e
rappresenta un marchio di qualità aggiuntivo.
Il nome del formaggio Montasio prende origine dalle
malghe del Montasio, monte posto nelle Alpi Giulie,
utilizzate e note fin dal 1200.
Il latte, che non subisce il trattamento della pastorizzazione,
viene riscaldato fino a 32-34°C, viene aggiunto
il caglio per la coagulazione. Utilizzando la "lira
", che prende il nome dallo strumento musicale
caro allimperatore Nerone, si rompe la cagliata
fino ad ottenere granuli caseosi simili a chicchi
di riso. Dopo il periodo di riscaldamento fino a
42/46°C, che favorisce lo spurgo del siero e
circa mezzora di agitazione fuori fuoco, la
massa caseosa è pronta ed è possibile
estrarlo per mezzo di teli del peso ci circa 7/8
kg.
Quindi
le forme vengono più volte rivoltate nelle
loro fascere per favorire la fuoriuscita del siero
in eccesso, quindi il giorno successivo il formaggio
viene immerso in una soluzione di acqua e sale per
48 ore o per una salatura a secco. A questo punto
è pronto per la sala di stagionatura.
Ancora qualche mese, e delizierà il palato
dei buongustai di tutto il mondo.
|
|
Fu
osservando i metodi utilizzati nei pascoli di montagna
che, nel tredicesimo secolo, i monaci dellAbbazia
di Moggio Udinese affinarono le tecniche di produzione
del formaggio che avrebbe preso il nome dellaltipiano
su cui sorgeva lAbbazia: laltipiano
del Montasio anche se il primo documento ufficiale
in cui si cita il formaggio Montasio vero
è della metà del 1700. Fu allora che
si posero le basi di una tradizione che oggi consente
al Friuli-Venezia Giulia e al Veneto Orientale
sono queste, infatti, le due zone elettive di produzione
di proporre ai buongustai di tutto il mondo
uno dei formaggi più tipici del vasto panorama
della produzione italiana.
Le
tecniche di produzione note fin dallantichità
nei pascoli di montagna si diffusero via
via lungo le vallate delle Alpi Giulie e Carniche,
per poi arrivare nella pianura friulana e veneta.
Una diffusione favorita anche dalla vicinanza con
il Canale del Ferro, importante strada di comunicazione
e di traffici mercantili fin dallepoca romana.
I documenti storici testimoniano che già
nel 1259 nelle malghe del Montasio si contavano
oltre 5000 ovini. E una sentenza del 1473 conferma
al Comune di Cavazzo il diritto come
da antica consuetudine di far pascolare
il bestiame sullaltipiano, dietro retribuzione
di formaggio ai proprietari dei terreni .
Ma la storia parla anche delle infinite contese
legate a quei terreni, e delle lotte per conquistare
i capi di bestiame e le zone migliori per il pascolo.
Ma il più antico documento conosciuto in
cui si parla del formaggio Montasio risale al 1775,
anno in cui la dicitura compare su un prezziario
della città di San Daniele, quasi a stabilire,
fin da allora, un legame tra due dei prodotti destinati
a diventare ambasciatori della qualità friulana
nel mondo: il formaggio Montasio e il prosciutto
di San Daniele.
Da
allora, il tipico formaggio è presente costantemente
nei documenti mercantili che attraversano lItalia
nord-orientale. Il Montasio è un formaggio
tipico tutelato ufficialmente fin dal 1955,oggi
anche dal punto di vista delle normative europee.
E' questo l'atto conclusivo di un lungo processo
di riconoscimento iniziato proprio nel 1955, quando
il Montasio venne incluso solo tra i formaggi a
denominazione tipica per i quali è prescritto
un metodo di lavorazione, ma non è definita
una zona di origine. Tale collocazione non poteva
che essere provvisoria, visto il particolare legame
esistente tra caratteristiche di questo formaggio
e ambiente di produzione, ma sono occorsi più
di trent'anni perché ciò venisse recepito.
Dal 10 marzo 1986 è invece il decreto del
Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste che affida,
al già esistente Consorzio per la tutela
del Formaggio Montasio, l'incarico di vigilare sull'applicazione
delle norme di produzione e commercializzazione
del prodotto. Tale consorzio è anch'esso
di recente costituzione (1984) e, come scritto nel
suo statuto, ha quale fine "definire e tutelare
la produzione e il commercio del formaggio Montasio
e l'uso della sua denominazione; promuovere ogni
utile iniziativa intesa a salvaguardarne la tipicità
e le caratteristiche peculiari; propagandarne il
consumo, agevolarne il commercio e l'esportazione".
Esistono
tre diverse varietà di Montasio a seconda
del periodo di stagionatura: il tipo fresco, quello
mezzano e lo stravecchio. Con laumentare del
periodo di stagionatura, il Montasio acquisisce
consistenza e gusto più marcato. Si presta
pertanto al consumo diretto con verdure e frutta
fresca, come ingrediente saporito per polente e
piatti di carne, oppure grattugiato su minestre
e paste asciutte. Il Montasio fresco si abbina bene
ai vini friulani o veneti bianchi, secchi e profumati
come Pinot bianco, Sauvignon e Chardonnay. Il mezzano,
invece, si sposa bene con il Tocai friulano o con
un Merlot. Il Montasio stagionato, magari consumato
a scaglie
|
|
|
|