Bertinoro
è un comune della provincia di Forlì-Cesena.
Sito
sulle primissime e dolcissime colline romagnole, a
pochi chilometri dalla Via Emilia, fra Forlì
e Cesena, a sud della Città di Forlimpopoli,
Bertinoro si staglia, inconfondibilmente abbarbicato,
sulla cima del Monte Cesubeo. L'abitato comprende
anche l'attiguo Monte Maggio che coi suoi 328 metri
rappresenta il punto più alto. Dai pressi di
Bertinoro nasce il torrente Bevano, che, sfociando,
forma l'unica foce ancora intatta del Mare Adriatico
settentrionale. Nei pressi di Lido di Classe, dove
sfocia, prende il nome di Bevanella. Nel Bevano si
possono pescare i Gamberi Americani (Orconectes Limosus),
i Lucci (Esox Lucius) e le Anguille, soprattutto nei
pressi della foce, che fa parte di un'area protetta,
inserita nel Parco del Delta del Po. Bertinoro,
come lo conosciamo e lo vediamo ora, è uno
dei frutti migliori dell'epoca medievale nel forlivese.
Il paese infatti è rimasto un tipico borgo
medievale e nel centro storico non è inusuale
vedere le strade ciottolate che si arrampicano verso
la Rocca e attiguamente alle mura. Abbiamo prove di
un insediamento molto antico, si pensa all'età
del ferro, posto a pochi chilometri dal centro abitato
in prossimità di Casticciano, frazione che
attualmente conta pochi abitanti. Un primo sviluppo
della futura Bertinoro avvenne con la costruzione
di importanti arterie di comunicazione che collegavano
questa parte di Romagna con le grandi città
romane di Forlì e Rimini. Si pensa che Bertinoro
in origine fosse un semplice avanposto di avvistamento
o di rifugio e che solo con l'avvento delle invasioni
barbariche e la consequenziale distruzione di questo
primo nucleo abitativo venne trasferito sulla cima
del Monte Cesubeo, al riparo di altre eventuali folate
barbariche. Ed è ancora qui che attualmente
lo ritroviamo. Con l'avvento del Medioevo, Castrum
Cesubeum si dotò di una imponente rocca a merlatura
ghibellina che nel 1177 ospitò persino Federico
Barbarossa e la sua corte, e di una cinta muraria
in grado di ripararla anche dagli attacchi più
cruenti, considerando anche che i torrioni e le mura
furono perfettamente integrati sugli speroni di roccia
naturali che da soli rappresentavano già un
baluardo di difesa per la città. Il Castrum
Cesubeum mutò il suo nome sotto il breve regno
di Ottone III (alla guida del Sacro Romano Impero
dal 996 al 1002, data della sua morte) in Castrum
Brittinori ed ebbe in dote dal sovrano il titolo di
Contea. È da questo momento che possiamo parlare
di Bertinoro, un nome che ha suscitato molte contese
ed ha visto nascere molte leggende sulla sua origine.
L'etimologia più verosimile è quella
che vuole Bertinoro derivare da Britannia, o meglio
derivare il suo nome dalla usanza dei pellegrini,
che da Roma erano diretti verso le terre britanne
o viceversa, di fare tappa sul colle Cesubeo per ristorarsi
e da qui il nome di Castrum Brittinori ovvero Castrum
dei Britanni.
Un' altra ipotesi sull'origine del nome, molto probabilmente
prodotta dalla fantasia ed a sfondo leggendario, è
quella che la tradizione popolare si tramanda ovvero
fu Galla Placidia in persona che, assaggiando il nettare
di Albana prodotto dalle vigne locali, pronunziò
le testuali parole: "Non di così rozzo
calice sei degno, o vino, ma di berti in oro!"
Alla Rocca viene affiancato, nel 1306 per volere di
Pino degli Ordelaffi, il Palazzo Comunale che ancora
domina la splendida piazza centrale di Bertinoro,
che divenne sede del neonato comune bertinorese. Sempre
in questi anni la città venne abbellita con
la Colonna dell'Ospitalità, presente tuttora
in Piazza della Libertà affianco al Palazzo
Comunale e con una serie di opere architettoniche,
non ultima per importanza la costruzione nel 1500
della Cattedrale, che ne hanno fatto il tipico e splendido
borgo che conosciamo. A Bertinoro è presente
il Centro Residenziale Universitario, all'interno
del quale si svolgono, durante l'anno, numerose scuole
universitarie di specializzazione. Bertinoro
partecipa anche al progetto Strade dei vini e dei
sapori che in un futuro dovrebbe avere come centro
la città artusiana di Forlimpopoli. Suddette
strade rappresentano un intinerario enogastronomico
e turistico di rilievo e hanno come obiettivo la riscoperta
del gusto tradizionale della cucina romagnola.
DA
VEDERE
La Rocca fu costruita probabilmente intorno all'anno
mille. Interessante notare come la sua posizione rialzata
permise a Bertinoro di difendersi egregiamente nel
corso dei secoli tanto da renderla quasi imprendibile.
Caratteristica importante inoltre, la Rocca vebbe
costruita in modo tale da fonderla perfettamente con
gli speroni di roccia sui quali poggia e questa la
dota di un ulteriore strumento di difesa naturale.
Naturalmente questa costruzione rappresenta il nucleo
di un sistema difensivo che comprendeva una forte
cercha di mura rinforzate da 4 torrioni, un ponte
levatoio ed una serie di porte fortificate che garantivano
la sicurezza del borgo. La Rocca fu per molto tempo
il cuore pulsante del paese ed oltre che residenza
signorile, fungeva anche da deposito di provviste
ed acqua, prigione ed era il centro della vita militare
(all'interno di essa infatti vivevano e si addestravano
i soldati).
Dopo aver ospitato Federico Barbarossa nel 1177, le
sua mura ospitarono personaggi legati alle famiglie
Sforza e Borgia, fino a divenire sede vescovile. Attualmente
è sede del Museo di Arte Sacra e di un distaccamento
dell' Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.
Palazzo Comunale, edificato nel 1306 da Pino I Ordelaffi,
signore di Bertinoro è forse il più
bel palazzo di Bertinoro e si affaccia direttamente
sulla Piazza della Libertà detta anche il Balcone
di Romagna dato il panorama che si gode dalle sue
balaustre. Il palazzo alto 40 metri è dotato
di diverse sale visitabili. Di particolare interesse;
la prima detta "del Popolo" in quanto qui
soleva riunirsi la cittadinanza per prendere le decisioni
sulla cosa pubblica, la Sala Magna decorata da preziosi
quadri e la Sala del fuoco, chiamata in questo modo
dato il focolare originale che ancora domina la sala.
Posto più in basso rispetto alla Rocca, strappò
ad essa il rango di centro del paese tanto che la
vita comunale si sviluppò più intorno
al palazzo.
Colonna degli Anelli (o "delle Anella")
è il monumeto principale di Bertinoro. È
una colonna di sasso bianco e testimonia l'indole
ospitale dei cittadini bertinoresi. Si narra infatti
che la Colonna fu fatta costruire da Guido del Duca
e Arrigo Mainardi nel 1300 e dalle famiglie nobili
del paese per porre fine alle dispute su chi dovesse
ospitare un forestiero ogni qualvolta uno di essi
posasse piede in città. La colonna fu dotata
di 12 anelli che servivano per legare le briglie dei
cavalli. Ad ogni anello corrispondeva il nome di una
famiglia. A seconda di quella che veniva scelta per
legare il cavallo dall'ignaro viandante, la famiglia
corrispondente aveva l'onore di ospitare il forestiero.
La Cattedrale venne costruita nel 1500 sui resti del
piccolo oratorio di Santa Caterina. In stile bramantesco
conserva un bellissimo quadro di Santa Caterina d'Alessandria
ed un crocifisso ligneo del 500 al quale si lega un
racconto. Si narra infatti che fu scolpito da un pellegrino
che avendo trovato rifugio nella zona alla sua partenza
ricavò il manufatto da un imponente fico.
La pieve di San Donato nella frazione di Polenta è
la chiesa più caratteristica e più citata
di Bertinoro. Dal giorno in cui Giosuè Carducci
la fece oggetto del suo canto "La Chiesa di Polenta",
l'umile chiesa romanica del villaggio di Polenta assurse
a fama nazionale. Quando poi l'interrogativo posto
dal Poeta "forse qui Dante inginocchiassi?"
per alcuni divenne quasi certezza ed il piccolo paese
fu battezzato col nome di "Polenta di Dante".
La chiesa custodisce ancora molte parti della costruzione
originale (colonne, capitelli, cripta) della fine
del secolo IX.
La chiesa fu sede di un forte restauro alla fine del
1700 che modificò l'aspetto originario mantre
un secondo restauro fu effettuato alla fine del 1800
che culminò nel 1898 con la costruzione del
campanile.