Valsamoggia
è un comune della provincia di Bologna in Emilia-Romagna.
È stato istituito il 1º gennaio 2014 dalla
fusione dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle,
Crespellano, Monteveglio e Savigno, già parte
dell'Unione di comuni Valle del Samoggia. Si tratta
di un comune sparso, la sede comunale è a Bazzano.
Fa parte della città metropolitana di Bologna
e ne risulta essere il secondo maggior comune per
superficie (preceduto solo da Imola), e il quinto
per quanto riguarda il numero di abitanti. Si tratta
sia per superficie sia per numero di abitanti del
comune fuso più grande mai nato in Italia da
quando è stato istituito il processo di fusione,
disciplinato per legge dal testo unico degli enti
locali del 2000. Valsamoggia è nata in seguito
al referendum consultivo del 25 novembre 2012. In
tale occasione i cittadini dei cinque comuni interessati
si sono espressi in favore della fusione con una maggioranza
del 51,5% seppur nei comuni di Bazzano e Savigno la
maggioranza dei votanti si sia espressa contro tale
progetto. Dal 16 giugno 2014 è entrata a far
parte dell'Unione dei comuni Valli del Reno, Lavino
e Samoggia. Valsamoggia è situata in provincia
di Bologna, ad ovest del capoluogo verso il territorio
modenese. Il suo territorio è generalmente
collinoso e comprende anche la zona di pianura pedecollinare,
nella quale sono situati Bazzano e Crespellano. L'area
è caratterizzata da intensa urbanizzazione,
che comunque non ha soppresso le tradizionali attività
agricole e di allevamento intensivo. L'area pedecollinare
è fortemente industrializzata. Valsamoggia
è interamente compresa nel bacino imbrifero
del torrente Samoggia, tributario del fiume Reno.
La principale arteria strdale che attraversa la Valsamoggia
è la ex "Strada statale 569 di Vignola"
(ora di competenza provinciale) la quale viene in
gergo chiamata semplicemente "stradone bazzanese".
DA VEDERE
Il Borgo di Monteveglio e il Parco regionale dell'Abbazia
di Monteveglio
La Rocca dei Bentivoglio di Bazzano
Il Borgo di Serravalle
Le "10 ville" di Crespellano.
MANIFESTAZIONI
Numerosissime sono le feste e le sagre che si svolgono
nel corso dell'anno nel territorio della Valsamoggia.
Ciascuno dei 5 ex comuni persegue da anni un ben definito
calendario di eventi tradizionali e di feste popolari.
Tra le iniziative di maggior rilievo vi sono:
L'Autunno Bazzanese un assembramento di eventi dalla
durata quindicinale che comprende mostre, mercatini,
concerti, spettacoli, sport, enogastronomia, che si
svolge a Bazzano a partire dalla seconda settimana
di settembre
Il Carnevale dei bambini di Bazzano che si svolge
ogni due ultime domeniche di carnevale
La Festa Medievale di Monteveglio, una tre giorni
di rievocazione storiche che ha luogo durante la prima
settimana di giugno
Il Funerale della Saracca di Oliveto. Si tratta di
una antica e bizzarra festa di stampo carnevalesco
che si svolge in periodo Quaresimale
La Sagra dello Gnocco Fritto che si tiene a Castello
di Serravalle ogni anno in ottobre durante 3 weekend
La Fiera del Tartufo rinomata sagra che si svolge
nelle prime tre domeniche di novembre a Savigno.
ELENCO EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di Santo Stefano di Bazzano
Santuario della Beata Vergine del Carmine (detta "della
Sabbionara") di Bazzano
Oratorio di Santa Maria del Suffragio di Bazzano
Cappella della Madonna del Rivellino e Via Crucis
di Bazzano
Chiesa di Sant'Apollinare di Castelletto (Castello
di Serravalle)
Chiesa di San Giovanni Battista di Maiola (Castello
di Serravalle)
Chiesa di San Michele Arcangelo di Tiola (Castello
di Serravalle)
Chiesa di Santa Maria Assunta di Fagnano (Castello
di Serravalle)
Chiesa di San Francesco (detta "del Confortino")
di Crespellano
Chiesa di Santa Maria Nascente di Pragatto (Crespellano)
Santuario della Beata Vergine di Passavia di Pragatto
(Crespellano)
Chiesa di San Nicolò di Calcara (Crespellano)
Chiesa di San Savino Vescovo e Martire di Crespellano
Chiesa di Sant'Andrea in Corneliano di Montebudello
(Monteveglio)
Chiesa di Santa Maria Assunta di Monteveglio
Chiesa di San Paolo di Oliveto (Monteveglio)
Chiesa di San Cristoforo di Vedegheto (Savigno)
Chiesa del Santissimo Salvatore di Rodiano (Savigno)
Chiesa di San Biagio di Savigno
Chiesa di San Prospero di Savigno
Chiesa di Santa Maria Assunta di Merlano (Savigno)
Santuario della Beata Vergine di Croce Martina di
Rodiano (Savigno)
Chiesa di S. Matteo di Savigno.
BAZZANO
Bazzano sorge sulla riva sinistra del torrente Samoggia
(tributario del Reno). Bazzano è gemellata
con Bellreguard (Valencia, Spagna). Deriva dal nome
latino di persona Badius con l'aggiunta del suffisso
-anus che indica appartenenza. A Bazzano troviamo
S. Giusta risalente al XIII secolo e costruita su
una struttura preesistente del IX secolo. Pregevole
all'esterno la facciata (1238) ed un campanile a vela,
mentre all'interno, oltre agli affreschi del XIII
e XIV secolo, spiccano un pergamo, un fregio dorico
ed un fusto di colonna scanalata, il Museo Civico
"Arsenio Crespellani", Villa Tanari, ora
Muller (in località Ca' Rossa), la Chiesa di
Santo Stefano, l'Oratorio di Santa Maria del Suffragio
e l'Oratorio della Sabbionara.
CASTELLO DI SERRAVALLE
Castello di Serravalle è stato un comune sparso
della provincia di Bologna. Da settembre 2009 ha fatto
parte parte della Unione di Comuni Valle del Samoggia,
subentrata alla disciolta Comunità Montana
Valle del Samoggia. Il capoluogo del comune, nonché
sede di tutti gli uffici principali, era Castelletto,
situato a fondovalle. Il vecchio borgo medievale di
Castello di Serravalle domina il territorio comunale
dall'alto di un crinale. Il territorio circostante
il paese è costituito prevalentemente da zone
collinari pedemontane e zone montuose. Dal punto di
vista idrografico sono da segnalare il fiume Samoggia
(60 km) e uno dei suoi affluenti, il rio Ghiaia (21
km). Il 25 novembre 2012, i cittadini hanno scelto
tramite referendum di fondere il Comune di Castello
di Serravalle con i comuni di Bazzano, Crespellano,
Monteveglio, e Savigno per dare vita ad un unico comune
che è stato istituito il 1º gennaio 2014
con il nome di Valsamoggia. Il territorio in cui sorgono
oggi le frazioni che danno vita a Castello di Serravalle
fu, da sempre, zona di confine, d'incontri e di scontri
tra popoli e culture. Questa terra in cui s'erano
insediate popolazioni Etrusche vide l'arrivo da un
lato dei Celti Boi, fondatori (con gli Etruschi stessi)
della città di Bologna, e dei Celto-Liguri
Friniati, una potente "tribù" che
aveva nella vicina Pavullo il suo centro principale
e che si oppose alla successiva conquista dei Romani
costringendoli ad una guerra durata cinquant'anni,
prima di cedere del tutto le armi. Questa collocazione,
a mezza strada tra Bologna e Modena, si rivelerà
ancora una volta determinante nel Medioevo, quando,
nel 1227, Serravalle si costituisce ufficialmente
come Comune che, per la sua posizione strategica e
per la sua fiorente economia agricola, è immediatamente
conteso tra i due centri più importanti. Dopo
numerose battaglie sarà Bologna ad assumere
il controllo di Serravalle e, di conseguenza, della
valle del Samoggia e di quella del Panaro. Resta famosa
nella storia la battaglia di Zappolino tra bolognesi
di parte guelfa e modenesi ghibellini, alla quale
presero parte 35.000 fanti ed oltre 4000 cavalieri
ed in cui si contarono più di 2000 morti, cifre
di tutto rispetto per un'epoca nella quale le battaglie
erano spesso poco più di scaramucce. Lo scontro
decisivo avvenne il 15 novembre del 1325, alle prime
ombre della sera e, tra l'altro, fu utilizzato dal
poeta modenese Alessandro Tassoni come episodio iniziale
del poemetto eroicomico La secchia rapita, da lui
composto. Anche i decenni successivi furono caratterizzati
da frequenti passaggi di mano del territorio, prima
proprietà dei Visconti, poi dei Bentivoglio
ed infine divenuto parte dello Stato Pontificio. Si
conserva la Rocca, di origine medioevale, con torre,
parte delle fortificazioni e porta d'ingresso al borgo.
All'interno nella duecentesca "Casa del Capitano"
è ospitato l'"Ecomuseo della collina e
del vino", collegato a sezioni dislocate sul
territorio. Il museo descrive le caratteristiche dell'interazione
tra uomo e ambiente nell'area e le caratteristiche
culturali degli abitanti, comprese le antiche attività
economiche. L'Associazione "Terre di Jacopino"-
presidente il dott. Luigi Vezzalini - si occupa attualmente
delle attività dell'Ecomuseo e organizza mostre,
manifestazioni e tour guidati per il Borgo Antico
di Serravalle, che hanno lo scopo di far conoscere
tanto le bellezze e la storia del Borgo, quanto i
prodotti tipici del territorio. All'interno del borgo,
in posizione centrale, la neoromanica chiesetta di
San Pietro, in posizione sopraelevata. Nel borgo si
conservano altri luoghi di interesse e di grande bellezza,
come alcune torri colombaie, la ricostruzione di un
orto medievale, alcuni pozzi (uno ancora visibile
pubblicamente, altri all'interno di edifici privati),
una vigna secolare sul fianco della chiesa che viene
usata ancora oggi dagli abitanti del borgo per trarne
uva da tavola. La chiesa barocca del 1774 di S.Apollinare
è inserita in un bellissimo contesto paesaggistico,
nel mezzo di un parco fluviale. La chiesa, già
citata nel IX sec., fu costruita nelle forme visibili
attualmente nel Settecento. Ha un'abside ottagonale
ed un campanile a guglia. L’interno a singola
navata contiene importanti dipinti settecenteschi
e affreschi ottocenteschi, opere di diversi artisti
come il Samoggia, il Guardassoni ed Ercole Graziani.
Un importante dipinto “La Madonna in trono con
i Santi Rocco e Apollinare”, opera di Bartolomeo
Passarotti, è stato spostato nella chiesa parrocchiale
di Castelletto. Il palazzo di Cuzzano nell'omonima
località è di carattere medioevale,
recentemente ristrutturato, ricco di affreschi e saloni
e sede di cerimonie estive. Dal punto di vista naturalistico
la zona riserva all'“eco-turista” tante
località che favoriscono la possibilità
di effettuare escursioni, anche a cavallo o in bici.
La sentieristica C.A.I. del territorio comunale è
collegata con i percorsi del vicino Parco regionale
dell'Abbazia di Monteveglio e con quelli del territorio
modenese. I percorsi si sviluppano fra crinali e torrenti
(“Sentiero Samoggia”). Si può fare
tappa in aziende agricole vitivinicole e agrituristiche
ricche di prodotti tipici. L'opuscolo "Itinerando"
viene pubblicato ogni anno e propone un ricco calendario
di escursioni e passeggiate guidate nel territorio
comunale.
MONTEVEGLIO
Sulle colline bolognesi visitiamo Monteveglio con
la sua nota Abbazia fondata da Matilde di Canossa
e il suo Parco Regionale; imperdibili anche le Feste
Medioevali di giugno per rivivere un passato glorioso.
A Monteveglio riveste un ruolo ancora significativo
l’agricoltura. In particolare si producono i
vini doc Colli Bolognesi: Pignoletto, Chardonnay,
Sauvignon, Pinot, Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot.
Parco Regionale dell’Abbazia
di Monteveglio
Il Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio
si estende alla sinistra dei torrenti Samoggia e Ghiaia
di Serravalle, sui rilievi collinari che si innalzano
alle spalle del moderno abitato di Monteveglio. La
superficie complessiva è di circa 900 ettari,
tutti compresi nel territorio comunale di Monteveglio.
Il territorio del parco non richiama l'attenzione
per singole emergenze di grande rilievo ma si caratterizza
nel suo complesso per la gradevolezza del paesaggio,
in larga parte frutto di pratiche agricole che si
sono tramandate per secoli sui versanti più
dolci, e la presenza di pronunciati rilievi come il
colle su cui sorge l'abbazia e i monti Freddo, Gennaro
e Morello, tra i quali si approfondisce la bella vallecola
del Rio Ramato, cuore naturalistico dell'area protetta.
La tradizionale trama di coltivi, siepi e macchie
boschive della collina è a tratti interrotta
da estesi affioramenti rocciosi che inaspriscono il
paesaggio e lo rendono ancora più composito
e suggestivo. Buona parte del parco è infatti
occupata da calanchi, dove sono messe a nudo antichissime
rocce argillose ed è possibile apprezzare il
forte dinamismo della vegetazione; per il limitato
disturbo antropico i bacini calanchivi sono anche
preziose aree di rifugio per la fauna e, insieme all'appartata
vallecola del Rio Ramato, rappresentano i luoghi di
maggiore pregio naturalistico del parco. Macchie di
bosco, calanchi di antichissime rocce argillose e
coltivazioni che si integrano con aree di rifugio
per la fauna rendono le passeggiate molto suggestive.
Nel disegno dei campi che segnano le ondulazioni dei
versanti spicca la coltivazione della vite, ancora
di grande rilievo nella zona, che oggi produce vini
di qualità ottenuti con tecniche improntate
al rispetto dell’ambiente. Il Parco organizza
attività didattiche scolastiche proponendosi
come laboratorio per lo studio sul campo delle diverse
componenti naturali e delle loro trasformazioni; il
Parco è anche sede di un’intensa attività
di educazione ambientale che coinvolge le scuole dei
comuni richiamando scolaresche da tutta la provincia.
SAVIGNO
Savigno è stato un comune della provincia di
Bologna. Dal 1º gennaio 2014 è confluito
nel nuovo comune di Valsamoggia. I primi insediamenti
sono riconducibili all'epoca romana, in base alla
presenza di numerosi toponimi legati al periodo, come
Merlano, Rodiano e il nome stesso del Comune, che
potrebbe derivare dal nome di un fondo appartenuto
ad una gens Sabinia. Altre fonti indicano invece Savigno
come proveniente da Sabo o Sabio, un antico nome della
divinità campestre Bacco. Colpita per lungo
tempo da lotte ed aspre contese tra Bologna e Modena,
l'area della valle del Samoggia, era nel passato ricca
di fortificazioni, di cui non resta più nulla,
se non le descrizioni documentali: un castello a Savigno,
nel luogo dove sorgeva la parrocchia di Santo Stefano,
poi scomparsa e un castello sopra il colle della chiesa
di Samoggia. Un terzo castello, localizzato nella
frazione di Rodiano e originariamente di proprietà
della contessa Matilde di Canossa, venne nel 1332
conteso fra Passerino Bonacolsi e i conti di Panico.
Nel 1360 il castello di Savigno serve da difesa a
Giovanni Oleggio, che dopo essersi proclamato signore
di Bologna, deve tener testa all'assalto di Taddeo
da Cuzzano, inviato da Bernabò Visconti. Savigno
fu comunque perlopiù sotto il controllo di
Bologna e dei suoi visconti, con in mano la giurisdizione
civile. A testimoniare il ruolo agricolo del territorio,
il capo della comunità locale venne sempre
assegnato ad un massaro. In quel periodo la sede del
Comune e amministrativa era situata nella frazione
di San Prospero, mentre Savigno ospitava il mercato
e il commercio. Il legame fra le due località
è talmente stretto che ancora oggi San Prospero
viene chiamato "Savigno di Sopra". Il ruolo
di Savigno cresce nel 1352, quando il suo controllo
passa nelle mani del vicariato dei Visconti e include
oltre 70 comunità, estendendo i suoi confini
tra Modena, la Toscana, il fiume Reno e la via Claudia
(ora Bazzanese). Questa situazione dura fino al 1376,
anno in cui avviene la riforma e la creazione di altri
vicariati nell'area, tra cui Caprara, Panico, Serravalle,
Monteveglio e San Lorenzo in Collina: Savigno rimane
con sole 15 comunità. Tra il 1507 e il 1554
vennero nominati da papa Leone X tre conti di Savigno,
che però persero in breve tempo il loro potere:
nel 1507 fu la volta di Antonio Bartolomeo Volta,
nobile proveniente da Monteveglio, che morì
durante l'assedio di Pistoia; nel 1515 fu nominato
Filippo di Cesare Castelli, poi esautorato da Clemente
VII; nel 1554 infine, Antonio Bartolomeo Volta, che
ricevette e si vide revocare il titolo passatogli
dal padre. Seppur la sede amministrativa venga per
breve periodo passata da Savigno al Cantone di Samoggia
dalla Repubblica Cisalpina nel 1796, la riforma napoleonica
permette al Comune di assumere, nel 1803, i contorni
attuali.
La
fiera del tartufo
Ogni anno, le prime tre domeniche di Novembre, si
tiene a Savigno la Sagra nazionale del tartufo bianco
pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi, evento
principale della manifestazione provinciale Tartufesta.
Nella piazza centrale del paese si tiene la Mostra
Mercato del tartufo con espositori provenienti da
tutta Italia, mentre nelle vie circostanti vengono
esposti e venduti al pubblico i prodotti tipici dell'Appennino
bolognese. Negli ultimi anni, sono inoltre fioriti
gemellaggi enogastronomici nell'ambito dell'Associazione
Nazionale Città dei Sapori.
CRESPELLANO
Crespellano è stato un comune della provincia
di Bologna. Dal 1º gennaio 2014 è confluito
nel nuovo comune di Valsamoggia. Il territorio di
Crespellano è stato abitato fin da epoche preistoriche,
come testimoniano i reperti terramaricoli e del Paleolitico
rinvenuti a partire dal XVII secolo da Giovanni Gozzadini
e altri. La zona fu in séguito interessata
dalla presenza dei Galli Boi, per poi a finire nella
sfera di influenza romana. Ai Romani si deve tra l'altro
il nome con cui oggi è conosciuto il paese:
essi denominarono la zona Fundum Crispinianum in quanto
assegnata come premio a un generale di nome Crispino.
Sempre ai Romani si devono le due principali vie di
comunicazione che delimitano i territori di Crespellano
e delle sue frazioni Pragatto e Calcara: le vie consolari
Emilia e Claudia (l'attuale Bazzanese). Ma la testimonianza
principale di quell'epoca è la centuriazione,
modello di gestione del territorio che ricalca il
castrum, cioè l'accampamento militare, che
a sua volta ha ispirato anche le città romane,
tipicamente organizzate su reticoli di strade perpendicolari
e parallele. Anche il territorio circostante mostra
ancora i segni di questa organizzazione: la centuriazione
prevedeva la divisione dei territori agricoli in quadrati
di circa metri 700x700. Questa è ancora visibile,
ad esempio nella frazione di Calcara: si individuano
ancora le linee dei decumani (ad esempio la via Castellaccio,
la via S.Lorenzo) e dei cardi (ad esempio la via Cassola,
la via Cassoletta). Non si hanno notizie relative
al periodo delle invasioni barbariche: è però
noto che nell'800 Crespellano viene donata dal feudatario
di Carlo Magno, Orso Guerriero, all'abbazia di Nonantola.
Questo consentì a Crespellano di entrare a
far parte del grande progetto di bonifica portato
avanti dall'Abbazia benedettina: l'intervento permise
di trasformare vaste aree originariamente paludose
in fruttiferi campi coltivati. Grazie all'ascesa della
produzione agricola, registrata a séguito dell'intervento
di bonifica, il territorio di Crespellano divenne
uno dei più ambiti della zona, tanto da divenire
motivo di contesa tra le città emiliane più
potenti dell'epoca. Divenne infine parte dell'immenso
feudo di Matilde di Canossa, per poi passare alla
sua morte sotto l'egida di Bologna e di seguirne le
sorti. Territorio di frontiera tra Modena e Bologna,
fu coinvolto fino ai primi anni del XVI secolo nei
numerosi scontri che nel Medioevo contrapposero le
due città, subendo un grave impoverimento.
Come gli altri territori bolognesi, fu soggetto allo
Stato della Chiesa fino all'arrivo delle truppe di
Napoleone Bonaparte, che, abbatté istituzioni
vecchie di secoli e introdusse il concetto di comune
come lo intendiamo oggi. Da qui in poi, Crespellano
seguirà le vicende del territorio circostante,
dal Risorgimento alla Resistenza. Il 25 novembre 2012,
nel comune di Crespellano si è tenuto il referendum
consultivo sulla fusione con i limitrofi comuni di
Bazzano, Castello di Serravalle, Monteveglio e Savigno
per dare vita ad un comune unico: i cittadini dei
cinque comuni si sono espressi in favore della fusione
con una maggioranza del 51,5%. Nell'occasione si è
anche votato sul nome da dare al futuro comune unico,
il nome scelto a maggioranza è stato Valsamoggia.