Travo
Emilia Romagna

MAPPA INTERATTIVA

Travo è un comune della provincia di Piacenza, situato in Val Trebbia. Sorge sulla riva sinistra del fiume Trebbia ed è collegato alla riva destra da due ponti: Il ponte di Travo collega il centro abitato con le frazioni di Quadrelli e Due Bandiere; Il ponte di Statto collega la località "I Marchesi" con Rivergaro. Il territorio comunale oltre la cittadina consta di numerose frazioni sparse ed alcune molto popolate specie nei fine settimana e nel periodo estivo. Il paesaggio della val Trebbia e del territorio comunale è ordinatamente coltivato fino alle altitudini in cui i boschi ricoprono fittamente le pendici dei monti. Il fiume Trebbia, dalle acque cristalline è qui uno dei pochissimi fiumi italiani ancora balneabili si snoda con meandri spettacolari in una delle valli più suggestive di tutto l'Appennino, ad arricchire la acque del Trebbia concorre soprattutto l'affluente Aveto, lungo il suo corso, che attira ogni estate numerosi bagnanti, è possibile praticare canoa, nuoto, pesca e altri sport. Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste. Il territorio comunale fa parte della Comunità Montana Appennino Piacentino.

ETIMOLOGIA
Deriva dal latino trabs, ossia trave, in riferimento al fatto che in passato per oltrepassare il fiume Trebbia veniva usata una trave.

CASTELLO DI STATTO
Il castello di Statto è una fortezza che si trova nel comune di Travo, in provincia di Piacenza. Posto sulla sponda sinistra della Trebbia in un punto rilevato rispetto al fiume controllava, con il non lontano castello di Rivalta e i castelli di Montechiaro e Rivergaro sulla riva opposta, l'accesso alla val Trebbia. Statto deve il suo nome alla stazione di posta romana, posta sulla strata che dal castrum di Piacenza si innoltrava nella val Trebbia e garantiva il collegamento con il mare. Il 1296 è la prima data certa nella storia del castello, testimoniata dall'atto di vendita col quale Casellasco dei Casellaschi lo cedette a Ottone Codognelli. Nel 1323 viene ceduto agli Anguissola. Coinvolto, con gli altri castelli del piacentino, nelle dispute tra guelfi e ghibellini venne occupato nel 1373 dall'esercito della Chiesa. Pier Bernardino Anguissola lo conquistò nel 1516 e successivamente divenne per matrimonio dei Caracciolo, i rami di questa famiglia ne mantennero il possesso, con alterne vicende, sino al 1896, quando passò alle suore Figlie della carità, per ritornare nel 1926 ad Orazio Anguissola Scotti che lo ristrutturò come dimora estiva. L'aspetto attuale è da attribuire all'intervento degli Anguissola, che lo risistemarono con caratteristiche riscontrabili in altri castelli di proprietà della famiglia. Ha pianta rettangolare con cortile interno e quattro torri cilindriche negli angoli. Tre lati presentano corpi di fabbrica mentre quello sud consiste solamente nel muro, modificato sul finire del XV secolo, con merli e finestre. Il materiale usato è la pietra del fiume. All'interno si possono ammirare saloni affrescati con soggetti paesaggistici e soffitti a cassettoni, un imponente camino con lo stemma dei Caracciolo, la cappella collocata in una torre. Dell'antico oratorio, che era collocato fuori dal recinto murario, rimangono solo ruderi, il crollo, relativamente recente, risale alla seconda metà del secolo scorso.

CASTELLO ANGUISSOLA E MUSEO ARCHEOLOGICO
Il castello sorse nel XII secolo quando il feudo apparteneva ai Malaspina, passò agli Anguissola alla fine del XVIII secolo che poi lo trasformarono in dimora signorile. Nel 1978 la contessa Maria Salini Anguissola donò il castello al Comune. Il Museo archeologico di Travo nasce nel 1997 con sede nel castello Anguissola. Ospita i reperti raccolti dal Gruppo di Ricerca Culturale “La Minerva” in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna in alcuni dei 175 siti archeologici della val Trebbia. I materiali esposti sono datati dal paleolitico all'epoca romana, suddivisi nelle seguenti sezioni: paleolitico-mesolitico, neolitico, età del rame, età del bronzo, età del ferro e età romana. In particolare i reperti del neolitico-recente provengono dagli scavi ai margini del paese di Travo, in località S. Andrea. Quello di Sant'Andrea è uno dei più importanti insediamenti riferibili al neolitico recente dell'Italia settentrionale, è stato scoperto all'inizio degli anni '80 ai bordi dell'abitato, vicino al fiume Trebbia. Nel parco archeologico, creato con i finanziamenti di: regione Emilia-Romagna, comune di Travo, Comunità Europea, Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la collaborazione della Sopritendenza per i Beni Archeologici, si possono osservare in vista alcune strutture abitative preistoriche venute alla luce durante le campagne di scavo dal 1995 ad oggi. Sono state ricostruite, con finalità didattiche, alcune strutture dove vengono organizzate attività che permettono di sperimentare le tecniche arcaiche di produzione della ceramica, tessitura, scheggiatura della selce e preparazione del cibo. Uno spazio appositamente ricreato permette di sperimentare di persona i metodi di ricerca e di scavo archeologici.

DA VEDERE INOLTRE ...
Rocca di Caverzago, situata nei pressi della frazione omonima, sorse nei pressi del Tempio della dea Minerva, un antico santuario romano dedito alla dea Minerva, con numerosi cippi votivi rinvenuti e trasferiti nella locale chiesa. La Rocca arroccata su di una rupe a strapiombo sul fiume Trebbia con il castello, fu documentata nel XII secolo come possedimento dei Malaspina e poi dal XIV secolo degli Anguissola. Accanto ai ruderi del castello, la chiesa parrocchiale medioevale di S. Stefano e i resti della torre d’avvistamento edificata nel 1337.
Una leggenda tramanda che nei pressi del santuario sarebbe stato martirizzato il legionario Antonino, proclamato poi santo patrono di Travo e Piacenza.
Castello di Pigazzano (di proprietà privata), documentato nel XIII secolo, passò poi agli Anguissola, venne successivamente trasformato in villa ottocentesca.
Ruderi del Castello dei Volpi di Pigazzano, nel 1576 apparteneva a Carlo Volpe Landi, famiglia dalla quale prese il nome.
Torre di Bobbiano (di proprietà privata), rimanenza del castello sorto su di un colle, documentato nel 1037, feudo dei Malaspina, e distrutto nel 1255 da Oberto Pallavicino. La torre venne edificata successivamente dagli Anguissola. Adiacente la chiesa medioevale di S. Michele, sorta come cappella privata del maniero ed ampliata all’inizio del XVIII secolo.
Torre di Campadello (di proprietà privata), uno dei capisaldi della cintura difensiva attuata dagli Anguissola, eretto nel tardo Quattrocent,o subì modifiche divenendo un'abitazione patronale.
Castello di Chiosi, (di proprietà privata), edificio con loggiato, sorto come un fortilizio documentato nel 1164 come possedimento dei Malaspina, in seguito appartenuto agli Anguissola.
Tracce del Castello di Fellino, documentato nel 1210 come possedimento dei Malaspina. Passò ai Caracciolo, agli Anguissola e ai Morandi signori di Montechiaro, in seguito abbandonato, ne rimangono alcune tracce nei pressi dell'oratorio di Santa Maria del Castellaro.
Tracce del Castello della Perducca, posto sulla Pietra Perduca, venne distrutto nel 1170 dai guelfi piacentini.
Tracce del Castello di Pietra Parcellara, l'antica Prescigliera, posto sulla vetta della Pietra Parcellara come possedimento del Monastero di San Paolo di Mezzano, in seguito passò ai Malaspina e nel 1155 ai nobili Perducca feudatari di Perduca. Nel 1120 viene occupato da Piacenza e dai guelfi piacentini, i Malaspina nel 1164 riprenderanno il feudo e lo passeranno nel 1170 a Oberto da Perducca. Il castello, rioccupato da Piacenza nel 1269, venne distrutto nonostante le proteste del vescovo di Bobbio.
Tracce del Castello di Pillori, posto nella val Perino nell'omonima località, apparteneva alla famiglia nobiliare Rossi; in seguito abbandonato, vi erano documentati ruderi nella prima metà del Seicento.
Castello dei Romani o di Scrivellano, posto nella località di Scrivellano, era il castello dell'antica Scrovellanum, distrutto nel 1234 dalle forze guelfe piacentine e cremonesi. Ricostruito dagli Scotti nel 1312, passò poi agli Anguissola, ai Landi ed infine nel XIX secolo ai Romani, cui si deve il nome. L'edificio risulta molto trasformato, restaurata l'antica torre quadrata.
Tracce del Castello di Spinello, situato alle pendici di Monte Martini verso Pillori, venne documentato nel 1401 con il passaggio dai Landi alla famiglia Rossi assieme al feudo annesso. I Rossi ne rimasero proprietari per tutti il XV secolo, successivamente venne abbandonato e già alla metà del Seicento ne risultavano pochi resti.
Rocca di Viserano, antico borgo alto-medioevale denominato Vìxirano, caratterizzato da case-torri medioevali. Il castello, più volte distrutto e riedificato, appartenne nel 1164 ai Malaspina, agli Anguissola, dal 1652 ai conti Morando di Montelupo.
Tracce del Castello di Visignano, testimoniato ancora nella seconda metà del Seicento come fortilizio eretto nel sistema difensivo degli Anguissola a difesa di Statto e Travo, oggi ne rimangono solo tracce storiche.

PIETRA PARCELLARA
All' estremità sud-ovest del suo territorio si trova il monte noto come Pietra Parcellara, che divide col comune di Bobbio. Ofiolite di serpentino nero, pur se non particolarmente alto (836 m.) domina le colline circostanti da cui sporge bruscamente staccandosi per morfologia, colore e imponenza. Permette, dalla sua cima, una visione panoramica di tutta la val Trebbia, la valle di Bobbiano, la val Luretta e le zone limitrofe.

FRAZIONI
Le frazioni del comune di Travo sono: Bobbiano, Caverzago, Cernusca, Donceto, Due Bandiere, Fellino, Pigazzano, Pillori, Quadrelli e Statto.

LOCALITA'
Le località del comune di Travo sono: Boelli, Campadello, Casino Agnelli, Castana, Coni, Costa Cassano, Denavolo, Dolgo, Fornace, Fradegola, Guardarabbia, I Marchese, I Pilè, Lentià, Le Piane, Missano, Quaraglio, Rivebelle, Ronco Oste, Roncole, Rondanera, Sacchelli, Scarniago, Scrivellano, Spinello, Stazzano, Vei, Villa Bianca e Villa Nera.

ORIGINI E CENNI STORICI
Abitata fin dal paleolitico, come testimoniano gli scavi, iniziati nel 1995, in località Sant'Andrea; sono visitabili nel Parco Archeologico Villaggio Neolitico di S. Andrea, realizzato grazie ai finanziamenti congiunti del comune, della Regione, della Comunità Europea, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la supervisione della Sopritendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. I reperti sono conservati nel museo Civico. Vide la presenza dei Liguri e fu colonia romana col nome di Trivia. Il territorio entro poi nei possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614. Dopo la caduta dei Longobardi a opera di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero costituì i Feudi Imperiali, all'interno della Marca Obertenga, con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò Travo, con molti dei territori limitrofi, alla famiglia dei Malaspina che vi eressero un castello (Castrum Trabani) nel XII secolo, distrutto nel 1255 da Oberto Pallavicino. Il feudo con l'arrivo dei Visconti a Piacenza, fu assegnato alla famiglia Anguissola nel 1302. Divenne sede comunale nel 1805. Nel castello Anguissola, donato al comune dalla contessa Maria Salini nel 1978, è ospitata la sede del Museo Civico Archeologico, aperto nel 1997, che espone reperti risalenti al paleolitico, ceramiche del neolitico, testimonianze dell'età del rame, del bronzo e del ferro, dei Liguri, dei Celti e degli Etruschi fino all'epoca romana.

DATI RIEPILOGATIVI

Residenti: 2.034 (M 995, F 1.039)
Densità per Kmq: 25,3
Superficie: 80,39 Kmq

CAP 29020
Prefisso Telefonico 0523
Codice Istat 033043
Codice Catastale L348

Denominazione Abitanti travesi
Santo Patrono Sant'Antonino
Festa Patronale 4 luglio

Il Comune di Travo fa parte di:
Comunità Montana dell'Appennino Piacentino
Regione Agraria n. 3 - Colline del Trebbia e del Tidone.

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