I
reperti più antichi del territorio di San Prospero risalgono
al periodo romano. Dopo il V-VI sec. d.C., con la crisi e la caduta
dell'Impero Romano d'Occidente, si avviò per queste zone un declino
di vaste proporzioni.
Soltanto con l'arrivo dei Longobardi si assistette ad una ripresa economica
ed abitativa. Si bonificarono estese aree, si misero a coltura terreni
incolti, si costruirono edifici religiosi. Sempre in epoca longobarda
si mantenne attivo a San Pietro in Elda il piccolo porto formato da
un ramo del Secchia; questo portus garantiva collegamenti
e trasporti tra la grande arteria fluviale del Po e quella stradale
della via Emilia.
Durante i secoli altomedievali (VII-VIII-IX sec. d.C.) in tutta Italia
sorsero castelli o castra, pievi, corti e monasteri. Di
rilievo, in particolare, il ruolo dei monasteri, che si rivelarono decisivi
nell'organizzazione dei territori di loro competenza e nella creazione
di insediamenti a loro soggetti. Per il territorio di San Prospero questa
funzione fu svolta dal monastero di Nonantola, dal quale dipendeva la
Corte di Roncaglia, di cui, ai giorni nostri, rimangono solo i resti
della pieve riportati alla luce nei primi anni '70. La Pieve, dedicata
a San Silvestro, fu eretta alla fine del IX sec. e divenne, intorno
al 1100, uno dei più importanti centri della bassa modenese.
Roncaglio passò alle dipendenze del Comune di Modena nel 1261
e vi rimase fino al 1288. Da allora, ad eccezione di alcune brevi parentesi,
vi fu il dominio estense.
I terreni attigui alla Corte di Roncaglia, a quei tempi, erano contraddistinti
dalla presenza di diversi corsi d'acqua e di zone acquitrinose. Per
molto tempo, infatti, le vie d'acqua rappresentarono le principali vie
di comunicazione sia per gli spostamenti di genti e di eserciti che
per il trasporto di merci, questo in virtù di un minor costo
dei trasporti fluviali e della presenza in queste zone di ampi spazi
incolti o occupati da boschi e da paludi o tutt'al più attraversati
da arterie stradali che quasi sempre si trovavano in pessime condizioni.
Durante il XIV sec. si registrò un nuovo calo demografico in
conseguenza di pestilenze ed epidemie; catastrofica fu la Grande peste
o "peste nera" scoppiata in tutta Europa nel 1348. Di quegli
anni fu un progetto di sistemazione e di coordinamento delle acque della
Bassa modenese, che previde, fra l'altro, che l'antico alveo medievale
del Secchia fosse in via definitiva quello del Panaro. Per quanto riguarda
più specificatamente il territorio sanprosperese, nel 1332 vennero
chiusi il ramo del Secchia detto Canalazzo e altri rami minori e del
fiume rimase attivo solo l'alveo attuale, creato nel 1056 con la rotta
di San Martino; si iniziò, poi, lo scavo del canale Canaletto,
che nel nostro territorio utilizzò almeno parte del corso dello
scolmatore Muclena, che partiva da San Lorenzo della Pioppa, passava
ad oriente del centro di Roncaglio, arrivava a Montalbano, dove confluiva
nel Canalazzo.
Nel 1510 la corte di Roncaglia venne definitivamente abbandonata e poco
più tardi si assistette allo sviluppo urbanistico delle terre
in prossimità della via Verdeta, che allora costituiva una delle
principali vie di comunicazione della bassa pianura modenese, proprio
nellarea ove nel 1700 sorgerà lomonima corte del
convento dei teatini.
Nel 1630 il territorio fu colpito ancora una volta dalla peste che interessò
ampie aree dell'Italia settentrionale.
L'8 febbraio 1743 la zona dei cosiddetti Prati Livelli, fu teatro del
più sanguinoso fatto d'arme del Modenese, la "Battaglia
di Camposanto", che, combattuta fra Spagnoli ed Austro-Sardi, provocò
circa seimila vittime. Questa battaglia è da inserire nel contesto
della guerra di successione austriaca (1740-1748), guerra scatenata
dalle mire espansionistiche di Federico II, re di Prussia, allorché,
nel 1740, avanzò pretese di successione al trono d'Austria al
posto di Maria Teresa, figlia di Carlo VI. In questo conflitto a fianco
dell'Austria si schierò, fra glia altri, il re di Sardegna, mentre
nella coalizione filoprussiana entrarono il re di Spagna e lo stesso
Duca di Modena. Il territorio di Mirandola, che era incluso nello Stato
di Modena, fu, quindi, occupato dagli Austro-Sardi, e, poco più
tardi, Mirandola e Bomporto si rivelarono una base logistica e di retrovia
molto importante per la preparazione dello scontro che si svolse a Camposanto.
La battaglia terminò solo quando gli Spagnoli iniziarono la fase
del ritiro. Gli Austro-Sardi che, quindi, si ritrovarono padroni del
campo (anche se sarebbe più giusto parlare di una battaglia senza
né vinti, né vincitori, e, soprattutto, con un numero
impressionante di morti), rimasero nel Modenese fino al 7 febbraio 1749,
quando, sulla base dei deliberati di pace di Aquisgrana (1748), dovettero
riconsegnare Mirandola ai soldati e al governo estensi.
Il 30 settembre 1859, in seguito all'emanazione di una nota del Ministero
dell'Interno riguardante il progetto di una nuova Circoscrizione comunale,
il Comune di Modena decise di procedere alla formazione di nuove comunità.
Il nuovo piano venne messo in atto dalla Regia Intendenza Generale di
Modena, che assegnò a San Prospero, che allora contava 906 abitanti,
la sede comunale con alle dipendenze San Pietro in Elda (663 abitanti),
San Lorenzo della Pioppa (426 abitanti) e Staggia (878 abitanti), staccata
così da Mirandola.
Il Santo Patrono
San Prospero, da cui prende il nome il nostro Comune, e che festeggiamo
il 24 Novembre di ogni anno e del quale esistono poche notizie storiche
in quanto di quel tempo pressoché tutto è andato distrutto
a causa delle invasioni barbariche, nacque, forse, a Bordeaux, capitale
dellAquitania, nel primo decennio del 400 da una famiglia nobile
ed agiata. Si dedico con intelligenza ed impegno agli studi, tanto che,
ancor giovane, assunse il titolo di Dottore di S. Madre Chiesa.
Fu il più fedele discepolo di SantAgostino ed un appassionato
sostenitore della dottrina di questultimo.
Dopo la morte di SantAgostino, avvenuta nel 430, San Prospero
si recò a Roma dove lavorò per lunghi anni nella cancelleria
pontificia in qualità di Notaro o Segretario
di Papa Leone Magno.
Con la sua copiosa attività letteraria affiancò il Pontefice
nella difesa della dottrina cristiana contro gli attacchi delle varie
correnti eretiche (Ariani, Manichei, Pelagiani, ecc
)
Quando si rese vacante la Diocesi di Reggio Emilia, Papa Leone Magno,
conoscendo le doti di San Prospero, lo volle a capo di tale Diocesi,
anche se questultimo si reputava non idoneo al gravoso compito
dellEpiscopato. Nominato Vescovo di Reggio Emilia, San Prospero
governò con sollecitudine e zelo la Diocesi per 22 anni e qui
morì il 25 giugno, ma non si conosce lanno della sua morte
(presumibilmente verso la fine del 400).
DATI RIEPILOGATIVI
Popolazione Residente 4.448 (M 2.224, F 2.224)
Densità per Kmq: 129,2 (Censimento Istat 2001)
CAP
41030
Prefisso Telefonico 059
Codice Istat 036039
Codice Catastale I133
Denominazione
Abitanti sanprosperesi
Santo Patrono San Prospero
Festa Patronale 24 novembre
Giorno di Mercato Settimanale sabato mattina
Numero
Famiglie (2001) 1.637
Numero Abitazioni (2001) 1.693
Etimologia
(origine del nome)
Il nome si riferisce alla forte devozione verso il santo patrono del
luogo: San Prospero.
Il Comune di San Prospero fa parte di:
Unione Comuni Modenesi Area Nord
Regione Agraria n. 5 - Pianura di Carpi
Località e Frazioni di San Prospero
frazioni: San Lorenzo della Pioppa, San Martino Secchia, San Pietro
in Elda, Staggia;
località: Verdeta, S. Silvestro, Badia, Belfiore
Comuni Confinanti
Bomporto, Carpi, Cavezzo, Medolla, Soliera
Chiese e altri edifici religiosi sanprosperesi
Chiesa Parrocchiale di San Prospero Martire